58 RIVISTA POPOLA RE fatto affermare, come scioccamente e malignamente vanno ripetendo alcuni ferrovieri nei loro giornali, che noi repntiamo florida la loro sit11azione, altissimi i loro stipendi e salarii. Non abbia1uo mai affermato questo; abbiamo soltanto affermato cne la loro situazione economica è migliore di quelle delle categorie dei lavora tori tra le quali i ferrovieri vengono reclutati. Ci sono delle sperequazioni per alcune categorie di ferrovieri; ma sono eccezioni che Hi possono agevolmente eliminarr. Se il 111emoriale non verrà accolto prol>abi!men te avremo un altro sciopero; e se non lo sciopero il sabotage, che si presta alla iniziati va individuale. + 11 blocco anticlericale. - Filippo Turati nel numero della Critica sociale del 15 Fe_bbraio pubblicherà 1rn magni fico articolo sul Più grande blocco. Il più grande blocco dovrebbe essere quello anticlericale e donel>be funzionare nelle prossime elezioni politiche, delle quali si dovrebbe cercare la piattaforma neli>anticlericalismo. Il deputato pn Milano combatte questa idea come insidiosa e tendente a ridare la verginità politica. a molti liberali !i. variati; egli vorrebbe cose più concrete sul terreno delle riforme sociali e politiche. Noi siamo perfettamente di accordo con lui e siamo convinti, che sino a tanto che i clericali non scendano sul terreno elettorale colla loro fisonomia e col loro programma. genuino, muniti di tutte le loro armi e della santa bened,zioua papale, il blocco anticlericale non ha ragione di essere. Gli equivoci di Cornaggia e di Cameroni non possouo farlo nascei·e. Ma la mozione Bissolati sull'insegnamento religioso ,nelle scuole non pare fatta apposta per fare sorgere quell'equ•ivoco o inutile più grande blocco che Turati deride e combatte? Non att.entiarno risposta alla domanda nè da Turati, nè da Bissolati. + E come si potrebbe negare l'utilità del regime monarchico? - I monarchic·i italiani si danno bel tempo a proposito della tragedia portoghese e segnalano i berrnfizi della monarchia nella tranquillità colla quale è avvenuta la trasmissione del potere da Dom Carlos a Dom Manuel. Si sa: Morto il Rei Viva il Rei Ma di grazia: la stessa tranquillità non regnò negli Stati Uniti e in Francia quando vennero assassinati Lincoln e Carnot? • Il vero carattere del regime monarchico sta in questo episodio rhe gli stessi monarchici non commentano. Quando la Corte portoghese si decise a cacciare il Dittatore Franco ed a rinnegarne l'opera liberticida, Dom Manuel si presentò al Consiglio di Stato e per accaparrarsi la simpatia e la pietà dei suoi membri preso da viva emozione - emozione preparata in anticipazione - disse: e ancora senza esperienza e senza scienza politica mi pongo nelle vostre mani e conto sul vosfro patt?-fottismo e sulla vostra saviezza > • Dunque lo Stato in Portogallo - come altrove - si regge non per la scienza e l'esperienza del Re, ma per la ~rnviezza degli alfri. Non è questa la prova pratica ed evidente della inutilità completa del Re? + Per la perequazione degli stipendi. - L' articolo del ~ig. Canì 0i ha procurato delle rettifiche, quasi mai scompagnate da lodi per la chiarezza ed equanimità dello scritto. Una protesta cortese ci è venuta dall'egregio sig. Nostini da Rimini. Egli rileva - ed a noi sembra, che abbia ragione - non essere esatto che gl' ispettori demaniali siano tra i fouzioLari privilegiati. Ritiene errata la percentuale degli Ispettori a L. 6000 ..rispetto agli altri fonzionari e specialmente nei rapporti tra Ispettori delle imposte e Ricevitori del Registro; ed avverte che tnentre il m.ini1uoi:,tipendio degli Ispetto1·i del Registro è di L. 4,500, quello degli fapettori del Demanio è di L. 3,500 nel µrogetto Giolitti. Ma questo ed altri errori che potrebbero essere rilevati da altri sono una inevitabile conseguenza della difficoltà enorme della quistione + L'Italia nella politica Austriaca. - LA. Hituazione del barone Aherenthal che pareva così forte, il giorno stesso della lettura delle sue dichiarazioni alle Delegazioni (27 Gennaio p. p.) sembra ora assai ::-cossa e principalmente per opera dei clericali; i q11ali mal digeriscono le parole dello A herenthal a proposito dell'Italia, e degli Ungheresi; questi. poi, appunto nelle dichiarazioni, hanno trovato di che ridire a proposito dei confini doganali anstro-11ogarici. E' la famosa vecP-hia questione della autonomia che gli ungheresi vorrebbero fosse loro riconosciuta e che lo Aherentbal respinge energicamente. Naturalmente ad accendere le ire dei clericali è venuto anche il discorso del deputato K1·amarz, sostenitore alle Delegazioni Ungheresi della politica. dello Aherenthal, il quale ha dichiarato che la. politica austriaca è e deve rimanere estranea ed insensibile ad ogni ingerenza del Vaticano. Questa affermazione rinsaldata dalle dichiarazioni del deputato sociali:-;ta Italiano Fittoni, il quale ha affermato che tutto la popolazione italiana soggetta ali' Austria è lieta del riavvicinamento sincero dei due paesi, non è del gusto dei clericali austriaci i quali prendono la parola d' ordine dal Vaticano. E per il Vaticano le dichiarazioni dello Aherenthal sono un po' indigeste. Avere lavorato accauitamen'te a mantenere ed acnire il dissenso fra i due paesi; avere sperato che questo dissenso preparasse la rovina dell'Italia, ed un ritorno ad un'antico stato di cose; avere sfruttato abilmente ogni agitazione per rendere sempre più sospettosa l'Austria a proposito della fedeltà dell'Italia, eppoi sentire il ministro d,,gli estPri A ust.ro-unga.rico venire a dichiarare che le relazioni sono ottirue e che i piccoli malintesi e le nubi che c' erano un tempo sono dissipati, vedere in un discorso rovinare un' edificio µenosamente architettato; è 1rn po' amaro. Ma il fatto è così. Forse il lavorio dei clericali riuscirà a sbalzare via lo Aherentbal ma le loro speranze, orma.i , possono rassegnarsi a dormire il sonno dei giusti. Ed è bene che sia cosi. U Italia non ha bisogno, nè desiderio di guerra; e se le necessità politiche le impongono di non essere militarmente debole, è logico, giusto e bene che questa necessità sia compresa dagli alleati, e da loro considerata un dovere non solo dell' Italia verso se stessa e per la sua sicurezza, ma anche a vantaggio degli alleati. Nell'ora della necessità un amico povero ed un alleato debole sono inutili, quando non sono dannosi. E questo è, in fondo, il senso buono delle dichiarazioni dello Aherenthal su l'Italia. L' Italia, nella politica austro-ungarica, non è più l'incognita dubbiosa, e della quale ogni movimento deve essere sospetto. L'Italia ha. interessi nell'Adriatico e li deve garantire e proteggere; e deve - quando che sia - poterli difendere: logico dunque e oaturale che l'Italia fortifichi le sue coste Adriatiche; logico e giusto ch'essa costruisca delle navi proprio con l'obiettivo della difesa di quelli interessi. Lo Aherenthal si è cooipiacinto di constatare che il sentjmento irredentista si è andato affievolendo in Italia. Queste è, forse, un punto di vista troppo roseo. Certo le manifestazioni in piazza non si fanno pitì: si grida per \a via, molto meno di un tempo, il e Viva Trento e Trieste~; si è finito per comprendere che
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==