Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 3 - 15 febbraio 1908

RIVISTA POPOLARE 75 sin'ora usati tra funzionari che ànno titoli uguali e disimpegnano mansioni analoghe, non potrà far ritornare gl' impiegati a quella calma tradizionale alla quale il signor Del Guerra accenna. Sopratutto, giustizia l Egli si preoccupa e si occupa, invece e giustamente, dell'avvenire degl' impiegati venendo alla conclusione che è necessaria una riforma radicale e generale nel sistema dei ruoli organici, riforma che incondizionatamente si approva. Esamina, quindi, tre diverse specie di ruoli organici : ruolo chiuso, ruolo aperto e 1·uolo bipartito. Mette in evidenza i vantaggi e gl' inconvenienti di ciascuna specie, e finisce col propugnare quello da lui chiamato bipartito che partecipa_ dei ruoli attuali, rispetto alla classificazione ed ai quadri numerici, e dei ruoli aperti rispei-to all'aumento dello stipendio a periodi fissi. 11 sistema bipartito è certamente ingegnoso ed è stato già approvato per l'amministrazione postelegrafica, ma per propugnarne l'immediata applicazione per tutte le amministrazioni pubbliche, bisognerebbe dimostrare prima, a base di numeri inconfutabili, che la spesa che lo Stato dovrebbe sostenere non fosse superiore all'attuale, tenuto conto degli aumenti di circa 15 milioni p1oposti, perchè se gl' impiegati ànno Jiritto ad un'equa retribuzione, anche i contribuenti ànno diritto, quando le condizioni del bilancio lo consentano, a q ualcbe sollievo. Ncssun Ministero si potrà opporre a eh iedere al Parlamento l'approvazione di un sistema nuovo di organico che migliori economicamente e moralmente gl' impiegati dello Stato, quando la spesa che venisse a sostenere sarebbe uguale, o presso a poco uguale, a quella già stanziata. Ora data la competenza che ha il signor Del Guerra di tutte indistintamente le amministrazioni centrali e provinciali e dei rispettivi ruoli organici come ne danno prova i quadri pubblicati, egli poteva benissimo calcolare la portata economica del sistema bipartito da applicarsi a tutti i ruoli organici. Ecco la lacuna, dato il momento attuale, che si rileva nella sua pubblicazione, lacuna che egli - ove lo volesse - è sempre a tempo di colmare rendendo un vero servizio allo Stato ed alla classe degl' impiegati che ànno sete di equi miglioramenti e, sopratutto, di parità di trattamento. Ma prima di portare qualunque innovuzione radicale nel sistema attuale dei Ruoli organici, è necessario, come accenna anche il signor Del Guerra di procedere e subito ad un savio e serio decentramento, ad una razionale semplificazione dei pubblici servizi; decentramento e semplificazione che gioverebbe immensamente ai pubblico ed all'Erario dello Stato, come gli onorevoli Colajanni, Turati e Sacchi hanno ehiesto svolgendo la loro mozione al Parlamento su tale argomento, 11 Signor Del Guerra, i~ne, esamina diffusamente e con encomiabile competenza, quali sono i diritti ed i doveri dei pubblici funzionari rispetto allo Stato, e giustamente reclama una legge - da quarant'anni circa promessa - che li regoli ampiamente e precisamente. Critica il disegno di legge presentato al Senato su tale materia ed enumera, come epilogo, quali dovrebbero essere i concetti informatori della legge sullo stato degli impiegati civili. Sebbene sia discutibile qualcuno dei suddetti concetti informatori , tuttavia si constata che essi rispondono a sani principii di diritto e ad esigenze sociali moderne. VINCENZO CANI Qu&dttetti sieiliani La sorpresa di un socialista Beppe Loretti è giovane d' ingegno, dalla mente piena di cognizioni, lettore instancabile e bibliomane; ma troppo infiammato di dottrina socialistica, imbevuto di marxismo come una spngna può esserlo di acqua, rimpinzato di quelle teorie che fanno vibrare la psiche come una corda, dando l' ebrezza dell'illusione e le visioni che apportano certi vini: per questa ragione, nel circuito -della vita pratica, diventava un ingenuo , lasciandosi trasportare dalle chimere della sna ambizione. scivolando nella ingenuità di chi è uso a fantasticare su la sabbia delle speranze infondate. Parecchie volte aveva presiednto i Fasci; ora era Presidente della Lega clei zolfatari, e ne aveve tutte le gioie della vanità e tutti i tormenti che danno simili grattacapi, i quali, il più delle volte, mirano 8emplicemente a turbare la traquillità dell'animo, a sconvolgere la pace domestica, a togliere qnalche oretta e ad amareggiare il boccone di cibo. Ma tutto ciò si sopporta pf\zientemente, dal momento che dinanzi agli occhi dello :-;pirito sfolgoreggia I' ideale radioso di una chimera che fa le sne sberleffo e si mostra irraggiungibile. Don Giacinto Marleni, uomo attempato, gras::ioccio, lucido di adipe, che pareva tagliato riel legno, intavolavR. 8pesso dei diverbi con Beppe; non già ch'egli avei;se cogniiioni tali in materia di socjal ismo scienu tifico da poter discutere, chè anzi era discretamente ignorantello, dall'ingegno ::111perficialcehe gli concedeva soltanto di pronunziare delle massime a voce alta, tenendo il ventre 8porgen te e la sicumera di un borioso; ma si ostinava nei suoi predicozzi soltanto per la ragione semplicissima - del resto plausibile - che non aveva nessuna fiducia in quegli analfabeti, abbrutiti dal lavoro rude della zolfara, che non capiscono iota di 80cialismo, e cercano avidamente il tornaconto immediato che possa sfamarli in miglior modo. Don Romeo Nasetti, poi, era un nemic:o giurato de sociali mo: 11011 era llè giovane, nè attempato : figura tarchiata, dalla voce roca, dai gesti co.ucitati e dagli scaUi nervosi; aveva trentotto anni e sfoggiava pomposament~ il più grande rispetto alla monarchia e venerazione alla casa di Savoia. Parlando, metteva intonazioni varie nell'accento della voce, e si compir..ceva di mostrare la soddisfazione più manifesta e profonda quando vedeva avverarsi ciò che aveva preveduto. Appariva caratteristico perchè portava un enorme bastone col quale picchia va in terra con forza, percbè aveva la bocca quanto un forno e soleva scoppiare a ridere in modo da fare spavento e perchè, sopratutto, era guercio; quell'occhio bianco , dai riflessi glaciali , sbalestrato di qua e di là, lo rendeva mostruoso: pareva lo spettro della paura, scappato da uua caverna di fantasmi, in giro pel paese per fare abortire le donne incinte e fare rincatucciare i bambini dietro i focolari. 'l1ale era questo fanatico del partito clericale paesano, che sapeva trarre l'acqua al suo mulino mediante l'aiuto sempre proficuo dei preti, che erano tutti

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