34 RIVISTA POPOLARE costanza del partito socialista. La responsabilità del fenomeno in gran parte è di Ferri, che se fosse vera la teoria della razza , sarebbe l' incarnazione lombrosianamente tipica dei difetti, che egli attribuisce al popolo latino. Nella scienza e nella politica egli ha dato la prova di ciò che affermiamo; e nella politica ricordiamo con particolarità i suoi rapidi mutamenti e la sua inconsistenza su tre punti capi tali : sulle condizioni e sul metodo da seguire nel mezzogiorno, sullo sciopero generale, sull' herveismo. La responsabilità di Ferri in questi difetti noi la riteniamo grande, perchè senza ammettere le esagerazioni di Carlyle e di Emerson sull'azione che possono esercitare gli eroi e gli uomini rappre sentativi, siamo pienamente convinti che come gli ambienti infiuiscono nel plasmare gli uomini, così del pari gli uomini di élite influiscono nel modi11care gli ambienti sociali, nel fare la stoda. La dottrina tra i socia listi trovò una difesa bella nel Salvernini e più da recente irL uno dei più grandi storici contemporanei, in James Bryce. Ora è innegabile che Ferri per la {ìgura, per la dottrina, per l' ingegno, per la eloquenza, per molti anni ha esercitato un fascino vero sulle masse socialiste italiane. Su di lui, quindi, cade gran parte delle responsabilità degli errori commessi dal partito socialista e che egli vorrebbe a spiegare colla influenza della 1·arza. Che dobbiamo pensare delle previsioni contenute nel Commiato augurale ? Ferri crede che le vicende politiche ·-della Francia avranno riscontro pieno nelle vicende politiche italiane e perciò, in seguito alle future elezioni generali, avremo un Ministero radicale coll'appoggio socialista come in Francia si ha il ministero Clemcnceau con Briand e Viviani; come avemmo un Ministero Zanarde!li eh' ebbe il suo riscontro nel Ministero Waldeck-Rousseau col suo relativo Millerand; ed anche con Gallifer. · Filippo Turati in una intervista deHa Ragione di Roma con giustificabile amarezza dichiara il Com,- miato augurale una minestra riscaldata e quello ch'è peggio all'ottimismo di Ferri contrappone il suo pessimismo. Egli ritiene che il momento buono pel partito socialista è pas ato - e ne dà anche colpa .... ai repubblicani !! - Come? Perchè? Misteroche il partito è in decadenza ec. ec. E e' è una confessione che non possiamo lasciar passar inosservata anche nelle parole di Turati: egli dice che nel 1901 i contadini gridavano: Viva Giolitti! che i socialisti dovevano fare grandi sforzi per impedire entusiasmi e speranze eccessive E tutto questo non giustifica il giudizio nostro sul socialismo delle masse i tali ane? Noi non dividiamo nè il soverchio ottimismo di Ferri - in contraddizione aperta col suo rivoluzionarismo di ieri - nè il soverchio pessimismo di Turati. Crediamo che molto dipenderà dalla saviezza dei parti ti popolari e dalla misura dello intervento dei clericali nella lotta elettorale. Ma se l'ottimismo avesse ragione dagli eventi vedremmo Ferri ministro al ritorno dall'America? Così prevede il Vettori nel Giornale d'Italia con intenzione palese di arrecare offesa all'antico direttore dell'Avanti, che dice disposto già a ritornare quello che era quando entrò alla Camera nel 1886, un semplice radicale. Noi non crediamo a quest'ultima palingenesi di Enrico Ferri; e sopratutto non l'auguriamo nè a lui, nè al paese. Non l'auguriamo al paese, perchè Ferri non ha il temperamento politico di uomo di Governo, che reputiamo forte nel Bissolati e in qualche altro. Staremmo freschi colla incostanza, coll'instabilità, colla teatralità di Ferri divenuto ministro! (1) Non lo auguriamo a lui, che nulla potrebbe guadagnare e molto avrebbe da perdere, divenendo ministro. Siamo invece convinti che egli vorrà rimanere a guardare dalla finestra, come ha dichiarato, lo esperimento di un ministero radical-socialista e ,Ji tutto cuore gli auguriamo che egli possa rimanere oratore magnifico dalla tribuna parlamentare, maestro amato nell'Ateneo. La. Rivista (1) Il Tempo ha avuto parole aspre contro Ghisleri che nella Ragwne annunziava come convertito alla monflrchia il Bissolati; ma questi ha giuocaro un tiro atroce al giornale socialista di Milano scrivendo al .A1essaggero che sin dal 1906 in un art·colo della Nuova Antologia ammetteva la possibilità dt:lla cooperazione dei socialisLi italiani al governo sotto la monarchia. A suo tempo noi soltanto rilevammo l'importanza di tale dichiarazione. Irredentismo dannunziano e sensibilitàaustriaca Quando gli editori Treves gentilmente mi mandarono la Nave nella veste signorilmente semplice, che hanno voluto darle, l' animo mio era prevenuto poco favorevolmente sul valore della tragedia dannunziana • A parte quella invincibile antipatia che sento per l'uomo, che ho confessata a dieci anni giusti di distanza nel 1896, occupandomi delle Vergini delle Rocce e nel 1906 di Più che l'amore, ero prevenuto contro la Nave per la ciarlatanesca preparazione del pubblico per mezzo della stampa. ~ai barattieri industriali e bancari seppero orga111zzare un bluff, come si dice a New York, nel mondo borsistico per rialzare fraudolentemente il valore delle azioni di un intrapresa fantastica o criminosa ... come si preparò il varo della Nave. L'artificiosità vergognosa della réclame anticipata veniva avvertita anche dagli imbecilli; la riconoscevano mortificati anche gli arrdci personali e gli amrni ratori del genio dannunziano .... Alla vigilia vennero gli articoli degli amici coi pronostici.... Tra questi tipico quello di Eduardo Scarfoglio, che da anni si è riconciliato con D'Annunzio e ne canta Je lodi, lo ammira, lo esalta. In lingua povera il direttore del lv/attino prevedeva un successo di stima; e il successo lo preconizzava sopratutto perchè prevedeva che il pubblico non avrebbe capito un'acca nella tragedia .... Così uno dei più calorosi ammiratori del poeta dava ~nticipatam~nte la pate~te dell' in::ibe~illit_àal pubblico che avrebbe applaudito. Infatti c1 puo essere cos~ più da imbecilli, per persone che vorrebbero farsi prendere per la fine fl.eur dell'intellettualism?, quanto il battere le mani ad unajeerie da Porta Satnt Martin gabellata per alta poesia tragica? . Ho cominciato la lettura delìa Nave quando 1 aiornali avevano già ann unziaro il successo strepitoso dell'Argeritina e non esitio a dichiarare che quel successo mi umiliò come ital~ano, perch_è se faceva fede della imbecillità di molti ascoltaton che erano stati suggestionati preventivamente, mi avvertiva che i resoconti teatrali dei giornali spesso sono una indegna mistificazione. . Al giudizio severo pervenni dopo avere sentito quello di qualche critico autorevole, eh' è pure tra gli amici personali e tra gli ammiratoti di D'An-
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