6 R I V I S T A P O P O L AR E speudono oltre lire 100,000 all'anno ; 3° che la colonia non ha alcuna fiducia nel governo italiano - e per esso nel Cornm. Scalabrini, che al ministro degli Esteri fà e disfà in queslo ramo - dal quale si sente ahhandonata, anzi tradita. Come esempio di ciò che si potrebbe e dovrebbe fare la Relazione cita ciò che fa la la Germania. « La colonia tedesca, vi si dice, ha una scuola governati va, fondata nel 1884 che accoglie in nn ampio edificio, con corte e giardino, in locali vasti e bene areati, poco più di 120 alunni, cifra piii di ogni altro rommento eloquente, di fronte all'affollamento delle nostre aule misere, cadenti, povere d'aria e di luce, in cui 500 e più giovanetti e poco meno di 450 giovanette, quasi tutti appartenenti alle classi più bisognose della colonia, finiscono di compromettere giornalmente la scarsa sai u te, passando dal tugurio della casa a quello della scuola » • Non volgono meglio le cose in Tunisia, come la rivista di Palermo rileva da un giornale onesto di quel luogo e La Tunisie libe1'Ctle >. Ivi è il console generale Bottesini, autoritario, a11tocratico, che ha reclutato un.t specie di Stato maggiore tra gl' insegnanti, che si e scagliato contro il Prof. Di Francia per la sua coraggiosa ed onesta relazione sulle scuole italiane all'e8tero nel Congrei:lso delle scuole medie; relazione nella quale erano descritte al vero le non liete condizioni degli insegnanti e delle scuole della. Tunisia. Anche a noi sono pervenuti reclami e contro il carattere del Console Generale e sulle condizioni delle scuole, che collimano colle precedenti osservazioni. Infine sono altrettanto cattive le notizie delle scuole italiane a Costantinopoli ed a Salonicco. Quando si pensa che gli Italiani danno un contingente colossale all'emigrazione nel bacino del Mediterraneo e n~ll'A1uerica si deve riconoscere che il problema delle scuole italiane all'estero è urgente ed· im portante perchè implica non solo quello della esteni:lione della iDfiuenza italiana, ma quello della con:-iervazione della italianità i:lteosa. I nuovi cloveri fanno bene ad insistervi; ma hanno lorto a deplorare che in Parlamenlo si faccia della rettorica sulla laicità e sulla iscrizione per Garibaldi in Alessandria trascurando le questioni vitali; avrebbero potuto e dovuto ricordare eh@da recente in favore delle scuole italiane all'estero alla Camera parlarono l'on. Colajanni e l' on. Lucifero. Del primo rimane la relazione nel Congresso della Dante Alighieri in Napoli (1905) che dai bigotti dell'istituzione intesa in senso assolutamente irredentistico venne considerat,a come una audace innovazione. (1) (r) La relazione dell' on. Colajanni, in cui è trattata largamente la quistione dell'analfabetismo degli emigranti è stata pubblicata a parte. Costa cent. 75 (Presso la nostra Rivista). ♦ Il nuovo Sultano del Marocco. - Pareva che il Marocco si foi:,Jseormai rassegnato ai suoi q11attro Sultani, e che Abd-el-Aziz fosse rim1cito a smontare la popolarità del fratello e rivale Mnlei-1:Iufid Anzi pareva che, ormai, dopo l' ultima oqcuµazione della Haasba dei Mediouna per opera del Drude, il Marocco potesse essere messo in quarantena; invece proprio come un fulmine a ciel Aereno. corre il tuoodo la notizia cbe i più notevoli Ulema marocchiui riuniti in Fez hanno deposto il pove1·0. imbelle ed Europeizzante Abd el-Aziz ed hanno proclamato in sna vece con tutti gli onori e le formalità d'una indiscutibile consacrazione Mlllei Hi:.fid quale Sultano del Marocco. Finanziariamente, e politicameute la Francia che aiutava di sotto-1uano Abd-el-Aziz ha fatto un brutto affare e ci scapita assai. Siamo alla Guerra Santa? Certamente no. MuleiHafid si è mostrato troppo abile, fino ad oggi , per provocare un' azione della quale egli è certissimrJ che non uscirebbe vitt0rioso. Indubbiamente ~e davvero alla voce degli Ulema, dei Derviscbi, dei Muezim pro. clamanti dall'alto della Moschea la gn0rra ai cani infedeli, in nome di Allah, egli sapesse che tutti i credenti rnulsulmani si levas:;;ero in armi, egli si e mostrato tale uomo da non esitare un istante; ma egli sa altresì che i Marocchini , for8e, si leverebbero in armi; gli ·altri Arabi d'Algeria, della Tripolita11ia, del Sudan, i Turchi, i M11ssulmaani del!' Afganistan, della Persia, dell'India, della Rns-iia, i cre-ìenti in Allah del Turkestan, i cavalieri feroci del Dngkestan, i mussulmani dei Balcani e quelli della Cina non si muove rcbbero non solo, ma iguorerebbero perfino la proclamazione avvenuta al Marocco. Non ancora è suonata l'ora iu c,1i le orde asiatiche ed africane verranno ad infondere novello sangue, ad imprimere forme nllove di ci vii tà alle infiacchite generazioni Europee. Egli dunque tratterà con gli Europei. Ma se si pensa alle condizioni ch'egli ha accettate, alle rngioui par le qnali Abd-el-Aziz è stato deposto e lYI·dei-Hafid proclamato; non si può a meno di prevedere che l'opera paziente e violenta degli Europei è ortnai andata in fumo. I diplomatici ad Algeairas vendettero la pelle dell'orso prima d'averlo preso. Senza dubbio la rivolta contro gli Europei non ci sarà; prababilmen te ~e mas~ sacri ci fossero Mulei nA farabbe punire gli autori - o i presunti o dichiarati tali - e farebbe delle scuse all'Enropa; ma ciò che sarà indubbiamente e che l'opera guerriera della Francia, e quella sobillatrice della Germania dovranno essere ricominciate di nnovo; e con seria probabilità di non riuscire a niente di positivo. M11lei-Hafid sultano. vuol dire che al Marocco trionfano i sentimenti e la politica aoti-europea. Cosa di cui uoi, non possiamo dolerci , poichè la politica antieuropea al Marocco signitca l' indipendenza assicurata ai Marocchini per molti !\nni ancora; per sempre se ei:lsi si decideranuo - e Mulei-Hatid è uomo da condurli a ciò - a difendere il loro Corano con dei buoni fucili a ripetizione e q nalche dozzina di cannoni ultimo modello, di quelli che r I11ghilterra fonde con tanta profusione-e si direbbe quasi per loro e per Menelik - nei suoi vasti cantieri di ·woolweich. ♦ Cose Inglesi: 1 ° Una circola1·edell'animi-ragliato inglese - Mentre tutti i giornali inglesi predicano e~ afft3rmano non esservi caso nè pericolo di guerra fra il Giappone e gìi Stati Uniti, l'Ammiragliato non sembra partecipare di questa ottimista OlJinione. Infatti l'Am_- miraghato ha pubhlicato alcuni ~giorni fa, proprio 11 9 corrente, una circolare, assai breve, ma t::tnto chiara che ha prodotto uua profonda sensazione. In qnesta circolare l'Ammiragliato parla di gnerra~ e annuncia alla possibilità di provvedimenti che s! prendono 1::1oltantoquando si è ce1·ti della apertura d1 oRtilità. Ricadiamo che i porti dell' Inghilterra e dell' Impero Britaunico posqono tntti e:isere consirierati , in carte occasioni, come porti di gnerra; l'Ammiragliato avverte ai capitani e comandanti di navi di tenersi su la loro o-11ardia quando intendono entrare in uno di que.:!ti p~rti. Acc-enna che neces~ità strategiche. e tattiche possono consigliare la istituzione di un 11ffi_c10, e servizio di sorveglianza anche se non annunciato pubblicamente, e che l'ingresso ai porti può esser~ reso difficile od assolutamente vietato per mezzo d1 barraggi od altri ·idonei mezzi di difesa. Più chi&ro di così l'Ammiragliato non potrebbe essere. Certo non è detto contro di chi sieno presi code1:1tiprovvedimenti , e quale sia la nazione contr~ la quale le ostilità potrebbero essere aperte; ma è chiaro
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