4 RIVISTA POPOLARE reso possibile spiegare la sua bandiera militare e c:>m merciaie, piantare la Union Jack sotto tutte le latitudini del globo. Naturale dunque che l'Inghilterra si sforzi a far comprendere ai due probabili bellige1·anti che la guerra sarebbe non solo disastrosa a tutti e . due, ma anche dannosa ai loro interessi perchè non necessaria. Ma il fatto è che Giappone e Stati Uniti sembrano non prflstare molto ascolto alle conciliatrici parole della vecchia Padrona dei mari. La così detta stampa gialla, jingoist,a, di New-York soffia nel fuoco o impone l'aut aut al!' Inghilterra come se la guerra fosse dichiarata , mentre fa l'occhio di triglia alla Germania. La lotta presidenziale contribuisce ad eccitare gli animi. Il Giappone intanto silenziosamente prepara i suoi mezzi di guerra, compera materiale per esplosivi, fa lavorare giorno e notte nei suoi cantieri gli operai armaiuoli, e ciò pare che sia stato poco notato dai giornali europei, disloca una nave dopo l'altra la sua flotta, e sembra concentrarla in un punto, per ora ignoto. Pare che ripeta la tattica che gli riuscì tanto bene dinanzi a Porto Art11ro. E la flotta che l'ammiraglio Evans éonduce, fila a tutto vapore verso quel San Francisco intorno al quale gli ameriean i, alla chetichella quanto più po::;sono, accumulano battaglioni ed artiglierie. Finiranno. i due paesi, per essere costretti, anche se nolenti, all'urto? That is the question. La mano d'opera gialla è un terribile concorrente della mano d'opera bianca. Sobri, di piccoli bisogni, quasi senza vizi, dotati di una forza di resisteuza superiore ai bianchi, abili come 1-1rtisti e 'come operai, disonesti come mercanti e onestis::iimi come servitori, i Giapponesi hanno ora sui bianchi il vantaggio grande della. merce che sol mercato si paga di meno e all'opera vale di più. Dovunque il fatto dei braccianti giapponesi appare e tosto la crisi economica comincia per la. mano d'opera bianca, e più il Giapponese prende piede, e più il bianco sente e la propria inferiorità come produttore e le condizioni della :ma vita farsi difficili. Di più, naturalmente, da un lato una sottrazione di benessere e di ricchezza al paese che ospita - poichè il Giapponese di ciò che gnadagna spende pocchissimo nel paese estero e manda molto in patria - a tutto vantaggio del Giappone, e dall'altro una invasione lenta, una penetrazione coBtante dell'elemento giallo che danneggia il metodo di vita, e la economia dei bianchi. Di qui l'odio, prima di gruppi di artigiani, poi di popolazioni, poi della nRzione. Dalla depressioue che esercitano i Giapponesi sui salari, principalmente , va giudicata la loro azione e la reazione provocata; e non dal numero dei Giapponei:ii immigrati , come ha fatto l' Economista. Anche pochi essi provocano la concorrenra nel lavoro. Il governo degli Stati Uniti, il più cli tutti colpito dalla emigrazione gialla, bii cercato porvi un freno; ma, pure, invauo. Il numero dei Giapponesi emigrati negli Stati Uniti nel 1907 ha sorpad~ato cii pit'.l che 45 mila quelli del 1906. Al CongreHso si propone uns, legge che escluda la mano d'opera Giapponese; ma la misnra è tanto pericolosa che il Roosowelt ba sent to il bisogno di dichiarare che se la legge fosse votata egli opporrebbe il suo velo. Veto, però, bisogna dirlo subito che avrebbe un valore assai relativo: seriamente opposti alla immigrazione Giapponese , sono: direttamente danneggiati da questa: gli operai americani. Essi vaniio con la violenza, contro il quasi certo veto di Roosevelt ( d obbligano il Giappone a quell' atteg giamento bellicoso che - contro tutti i consigli delle potenze europee; contro, fora' anche, la reale volontà dei governi Giapponesi e degli Stati Uniti - trascina i due paesi alla guerra. Ma la questione economica non si limita a ciò. E' più alta e più pericolosa.. Il Giappone non può-e non vi pensa percbè non puòsviluppare la propria attività commerciale sul]' Atlantico, o nell'Oceano Indiano: suo dominio non può essere che il Pacifico. Il Pacifico è la grande via dei suoi commerci, le coste del Pacifico orientali ed occidentali, sono i suoi naturali mercati e 1100 ne ha e non pnò averne altri. Gli Stati Uniti finchè la Germania non diventò la riv1:1lecommerciale dell'Iughilterra, non ebbero a preoccuparsi del Pacifico: fronteggian li una sola concorrente, l'Inghilterra, si stettero paghi dell'Atlantico, ora, è evidente, l' Atlantico non basta più: bisogna che il Pacifico offra alla loro potenzialità comnrnrciale gli sbocchi naturali , le vie , i mercati ai quali de vo110 forzataniente ricorrere. La soìuzione? Una sola apparentemente: la guena. Può darsi che non sia ancora. ed ancora per un certo tempo, arrivato il momento tragico; ma, a meno che non intervengano elementi pacificatori, non ancora prevedibili, la sola soluzione possibile alla attuale que stione economica nippo-americaua - è doloros0 doverlo constatare - è la guerra. ♦ La tirannide prussiana-Alle eloquenti e commoventi parole del Sienkievictz in favore della Polonia che il governo Germa mco vuol rendere Prussiana, il governo stesso ba risposto mettendo a nudo il barbaro sistema col quale intende procedere: ai Polacchi è interdetto accendere il fuoco su le loro terre. Non ba8tava che fosse proibito ai Polacchi di costruire abitazioni sul territorio abitato da loro; non basta vano le espropriazione forzate ed il pasl:lag-giodelle loro terre a proprietari tedeschi ; anche il fuoco è loro stato interdetto! Quei:;ta grande conquista. dell'uomo su la natura bruta e cieca: questo mezzo primo della civiltà, la cui grande e gloriosa conquista la Grecia madre d'ogni poesia, volle eternata nel mito dell' uomo benefattore degli nomini e però nemico degli Dei, questo conforto su premo1 mezzo di civiltà segno vivente della superiorità dell'uomo su le forze cieche della natlìra, è :;tato interdetto dal governo del kaiser ai Polacchi. Nel mese scorso un carrettone nel quale un contadino P,)lac.;o abitava insieme alla famiglia, e.ssendogli stata tolta la Cl\8a, fu venduto all'j acanto. Il contadino s'era rifiutato di paga.re l'ammenda impostagli perchè sul suo carrettone aveva acceso il fuoco. Muoiano di freddo e di miseria i Polacchi; sieno ridutti allo stato del bruto primigenio purcbè il kaiser -- nostro fedele alleato -- po.:isa dire eh' egli regna e governa su la Polonia diventata sua. Vi fu un tempo nel quale tale attentato ai diritti di un popolo avrebbe sollevato un onda di sdegno in Europa; tali e tanto violente si sarebbern fatte sentire nella stampa le libere voci di protesta che l' oppressore avrebbe pur dovuto riflettere alla enormità del suo delitto. Oggi no. Alle parole del Sienkievictz invocanti per carità di patria la solidarietà dell'Europa poche ed isolate -voci hanno ri::1posto, Nobili voci di ideali8ti, parlanti a nome di sentimenti oggi estranei alla generalità delle masse imbestiate nella ricerca e nei la conquista dei beni materiali. E la Prussia toglie il fuoco alla Polonia; e la Russia toglie ogni vestigia di libertà alla Finlandia ed alla Polonia; e l'Austria si prepara a sua volta a seguire, contro la Polonia , l'esempio dei due brutali nordici goverm. Eppure un pericolo grave si prepara: il sentimento di patria troppo a lung-o, troppo violentemente compresso potrebbe esploàere ed una fiamma d' incendi<;> percorrerebbe allora le tre1 Polonie riunend0le in una sola terra insorta per il riconoscimento dei più sacri diritti degli nomini: il fooco, il suolo, la casa, la libertà,
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