RIVISTA POPOLARE 25 tutto il resto del\' Asia fosse Giappone di fronte alla immigrazione totale?· Essa infatti negli stessi anni fu di 1901 N. 448,000 1902 )) 648,000 1903 )) 857,000 1904 )) 8 l 2 1000 ù905 )) l ,026,000 1906 )) 1,100,735 Non possono quindi gli Stati Uniti temere che la densità di venti soverchia se essa è meno di un decimo di quella del Giappone; nè che i g'apponesi sieno troppo prevalenti se la loro immigrazione è meno assai del 2 per cento della immigrazione totale. E' chiaro che i moventi del Governo degli Stati Uniti in questo suo atteggiamento verso la immigrazione giapponese, deve avere uno o l'altro di questi due motivi: - od un pn:- testo per apparecchiare un conflitto col Giappone , il quale finirà a dover difendere la propria dignità; od è una prova della impotenza del Governo federale a tar rispettare il diritto pubblico ai singoli Stati, e quindi si cerca di rendere nazio nal.; una questione che può essere sollevata solo da pochi Stati dell'ovest. Tanto in un casd che nell'altro, e peggio se si tratta di un lavorio complesso in vista delle prossime elezioni presidenziali, gli Stati Uniti danno prova di non possedere la civiltà a qud grado che la sentirebbe uno Stato dcli' Europa occidentale, perchè a nessuno può cadere in mente che coll' impedimento alla immigraz1oue giapponese, gli Stati Uniti di fendano una situazione economica, e vogLano proteggere il lavoro nazio nale. Non possono essere i dieci o dodici mila immigrati giapponesi che influiscono sui salari di una popolazione di 84 milioni. (L'Economista, 12 gennaio). ♦ Ciò elle bevono gli se· enziati e gli artisti ( r) La mia bevanda ordinaria è l'acqua arrossata : tre parti d'acqua e una di vino. Vi aggiungo dopo il pranzo un piccolo bicchiere di bordeaux veccnio. Quanto ali' acquavite e agli alcoolici, ne ho sempre usato poco ed ho finito per eli m inerii del tutto, non bevendo che raramente un bicchierino di acqua-vite. Non prendo the , nè caffè, nè tabacco , non avendo bisogno di eccitanti ed anche temendoli. L"alcool mi sembra nocivo per tutti, salvo come eccitante di un ammalato o di un uomo esaurito, come lo indicava la vecchia parola cordiale. Ma non deve mai entrare a far parte di un regime normale. M. BERTHELOT All'epoca della mia giovinezza (or è molto tempo) ed anche all'epoca della mia età matura , si contavano in Francia pochissimi ubbriachi e ancora meno alcoolici. I due generi non si devono confondere. I primi &' inebbriavano d1 vino, mentre gli alcoolisti riempiono a poco a poco il vaso, a misura dell'evaporazione. Oggi il uumero degli alcoolici è considerevole e si potrebbe dire che tutti, più o meno sono alcoolici. Quando si passa dalle cinque alle sette ore dai boulevards si è spaventati nel vedere ciò che J consuma in absynthe; e in altri aperti vi. Generalmente gli artisti sono assai sobrii. Ma ho avuto anche dei compagni nel mio studio che non lo erano; spe- (1) La Revue ripiglia l'inchiesta sull'alcoolismo e sull'uso ed abuso del vino. Ci sembrano poco interessanti alcune risposte. Ne daremo altre di uomini di grandissimo valore dalle quali si rileverà che pel vino come per altre quistioni !:assoluto non esiste. E quanti non nascondono la loro predilezione per le bevante alcooliche pur essendo uomini eminenti ? n. d. D. cialmente due. Tutti e due non dettero ciò che facevano sperare. Nel principio della loro carriera, hanno avuto dei legittimi successi; ma non durarono: le loro opere successive erano produzioni di cervelli squilibrati. Per divenire un artista degno di questo nome si dev'essere un lavoratore energico, perchè è necessario sapere tutto. Vi deve essere un grande dispendio di forza cerebrale ed è evi . dente che in seguito all'abuso dei liquori avviene una depressione dell'organo, perciò I· impossibilità di avere delle visioni chiare e dense e di poterle fissare sulla tela o con la creta. Un occhio esercitato riconosce facilmente in una esposizione le opere di pittura o di scultura, i cui autori sono dediti all'alcoolismo: c'è una bità artistica; anche che lo sforzo non ha mento indebolito. trascuratezza generale , manca la pror.egli artisti di gran talento, si scorge potuto es-,ere continuato da un istru • GEROME Il ciclo è infinito e la vita passa cc.me un ombra. Voi mi domandate ciò che bevo e se lavoro quando b.:vo dell'acqua pura. Su quest'ultimo punto la risposta è molto semplice: io non ho mai bevuto acqua e non l' adopero che per uso esterno. Bevo del vino , b0rgogna , bordeaux , champagne, rosso, rosa, grigio, a condizione che sia buono; e su questo sono assal difficile. ll rnto avo era un vignaiuolo ed è morto a 90 anni circa in un'annata di cattivo raccolto, nella quak il sole non era stato sufficiente. CAMlLLO FLAMMARlON La Francia è il paese che ha dato al mondo , da lungo tempo, la rnag 5 ior quantità di vino !! ;1 migliore: quelli che ne usa vano hanno dato al m0 nJo la più fo ·te , la più ricca delle letterature moderne. Ci'.> risponde all'inchiesta. Il mio ese01pio personale aggiungerebbe po-::o a questa constatazione storica; nè mi sono mai ·chiesto, d'altronde, quale influt:nza la bevanda del momento esercitava sul mio lavoro. Alcuni anni or sono mi si dtceva che tutti i microbi omicidi cospiravano nell'acqua. Mi si dice oggi che il veleno è passato nel vino; io continU') aJ apprezzare il buon vino. Nella mia infanzia mi si mette, a in guJrdia contro il vino bianco, ora contro il rosso; bevo indiflcrentemente dell'uno e dcli' altro. Ho rimarcato che ogni individuo opponeva una r..:sistenza differente <¼Ilostesso agente nocivo ;e d'altra parte un individuo disturbato da un bicchiere di vino nella vita sedentaria o rinchiusa, ne assorbiva senza inconvententi nella vita attiva ed all'aria aperta. Nel corso di una campagna elettorale in un paese viticolo ho dovuto piegarmi alle abitudini e bere ogni giorno molti litri di vino, birra e liquori; non mi sono mai sentito così hcne come ho mai meglio lavorato come in quei giorni. Se tre mesi dopo avessi dovuto bere la decima parte di quel vino colla vita inattiva del Palazzo Borbone (sede del Parlamento), sarei caduto ammalato come alcuni eccellenti miei colleghi alcoolici. Mi chiedete quale bevanda consiglierei ad un giovane scrittore. Se egli fosse dispeptico, nevrastenico, a.:c. gli consiglierei l'acqua, a preforen1.a quella di Vichy e di evitare il lavoro letterario. Se egli fosse sano ed equilibrato, lo consiglierei a bere ciò che gli piacerebbe, a lavorare assiduamente ed a pensare giusto. La ste:;sa causa produce ado effotti tanto diversi secor.do le complessioni, le età, i generi di vita, l'insieme delle altre abitudini, credo che una legge generale sia difficile da stabilire e che le corre1.ioni richieste in ogni osservazione partioolare sorpassino la forza nostra di calcolare. Così la maliziosa natura si è compiaciuta a neutralizzare il buon volere degli statistici. Perciò ammiro la loro fede ed il loro valore. MELCHlORRE DE V O~UE (La Revue, r O gennaio 1908).
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