Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 1 - 15 gennaio 1908

2 RIVISTA POPOLARE stione: per correggersi dovrebbe bastargli il fatto che i nasiani in Sicilia sono più furibondi contro di me, anzicbè contro i socialisti. Il Lav01·0 non contento di quella papera scrive che io dico male di tutti e finirò col dir male di me stesso; c1.e è una mia boutade quella. del preannunzio dei vituperi, che mi sarebhrro stati scagliati. In qnanto alla boutade !:'e il giornale socialista di Genova avesse létto ciò che i suoi compagni o affini nel m·ezzogiorno Rcri~sero sul conto mio, per qm,.nto animato dnlla buona intenzione di arrecarmi offesa, se ne san·bbe astenuto, tanto haìorda era la sna ... boutade. In quanto al dir male di tutti è una sciocchezza più che una calnnnia. Lo stesso rimprovero 1111venne dagli amici del sor Bernanno TanloHgo e poi da q nel li di CriHpi .... Se lo ri petè un giornale social1i:,ta la CO!,a non fa nè caldo, nè freddo. Continuerò a dir m~ile di tutte le persone disoneste e di tutti gli atti che credo dannosi alla cosa pubblica, come pel passato. In quanto al socialismo italiano in genere ed a quello m!'rid ionale in ispecie ho detto e dirò sempre meuo di q nello che Lanno detto e i,critto Turati, Barbato, Vito Le Femmine, Pignatari ecc Se al Lavoro leggessero abbastanza poi, dovrebbero i suoi redattori partire in guerra contro Romeo Soldi che nella Neue Zeit - l'orgauo scientifico per eccellenza del trncia 1ismo internazionaledi quello italiano ne disse di cotte e di crude. Ma allora le staffilate venivano da un compagno e parevano zuccherini. Il Lavoro µreverle che dii ò male di me stesso. Potrà dirsi: sono un uomo di b•1ona fede e se mi convi·ncerò di avere errato in q11alehe giudiz.10 o in qualche atto, confessandolo, biasi1m·rò l'uno o l'altro. Auguro che al trettan to possano dire dì loro stessi i redattori de I Lavoro. Per allora essi promettono di d1fi,ndenni ..... coutro me stes:io. Li ringrazio della generosa e buona intenzione che niarnfestano a mio riguardo, ma più grato resterei se, in attesa di quel momento, essi scrivessero sul mio conto cose che non fossero, per lo ineno, sciocche. N. C. + Il ministro della guerra bol'ghese - Nel numero precedente ac1•Pn1H1mmoal!a iunovazione tanto desideiata di un mini::stro borghede alla g11erra ed o:::,- servammo che il provvPdimento poteva nascondere una doppia insidia. La prima. Coloro che conoscono il senatore Casana lo dicono di scarsa levatnra, abbastanza conservatore, se non veramente reazionario. Alla Camna non brillò mai; nemmeno al SPnato; nè si rivelò nna cima. come sindaco di Torino. Pe1ciò i ruaiigni osservano, che per contentare i critici si è affidato il minil:ltero -della gu ra ad un borghese, per discreditare la innovazione. Il primo atto del senatore Casa11a dai ebbe ragione ai maligni. Di lni, però, va lodato il provvtdimellto col quale si è tolto l'incarico all'ex colonnello Rog-netta di tarla da intermediario tra il ministero della guerra e la Casa Krupp, che non fornisce soltanto gli omossesuali a Capri, ma anche i canuoui al nostro esercito. Su I conto del Rognetta anche La Tribuna h· di8He di ogni colore. La seconda insidia. Si sa che mantenere gli atb1ali dodici corpi di esercito col bilancio attuale non si può; ci si riesce Cl•ll molte fiJJzioni poco lodevoli e che ci danno un esercito ... snlla carta. Ma si sa che l' Estrf:ma sin?°sfra, interprete della. volontà del paese, non vuol saperne di nuove spese militc1ri, che sarebbero Aproporzionate alla potenzialità economica della nazione. Ora i nostri uomini.di governo credono che il Parlamanto e la nazione concederebbero ad un borghese ciò che avrebbero negato ad un generale, che si suppone interesisato per ragioni profeRsionali alla richiesta. I nostri uomini di governo probabilmente si illudono se pensano di. potere minchionare il pubblico in siffatta guisa. lVIa sono poi assolutamente i11dispensabili alla difesa dello Stato q 11esti n11ovi milioni , che forse arri verebbero a.l centinaio? Ecco il p1into. Molti dicono cbe l'Austria-Ungheria. spende molto meno di noi-tenendo conto della superficie e della popolazione dello Stato - pur avendo un esercito 1·eale assai più forte dol nostro. Ma uno scrittore del Oor1·iere della sera (n. del 12 gennaio) in un articolo iinpreHsionante (1Jtla,1·tespendereccio - A proposito delle spese militm·i in ll(/lia e in Austria- Unghe1·ici) ha rifatto i conti per dimostrare che s'ingannano gros➔olanameute coloro che Ao~tengono elie l' Au;;tria-Ungheria spf'nde 328 milioni con u11.t popolazione di 48 milioni (sono più di 49 milioni di ab.) rnentre l'ltalia ne spende 277 con 34 milioui di abitanti. L' errure ,-,arebbe ge nerato dal fatto cbe i nostri autiroilitaristi non terrebbero conto delle p<-'n:;ioni da aggiungere alle spese del vicino Impero e della somma 111aggiore cbe sepa• ratamente spenrfono l' Au::;tria e l'Ungheria çer l' esercito, oltre il bilancio cuniune. Con queste ei altre correzioni la spesa dell'Austro Ungheria l'iieleverebbe ad oltre 460 miliorii, mentre gi11~tizia vorrebbe pPr rendere comparabili i due terrni11i che da.I bilancio della g11erra italiana si 1:,ottraes~ero: IP, Hpese l er l"Eritrea, pei carabinieri e. per le pensioni. Con queste deduzioni avremruo: spesa per l' e::,1f-1rcitiot,.diann lire 210 milioni : per l'esercito austro-ungarico 460 niilioni. La differenza sarebbe t·1wri,1e e cadrebbero tutte le cri ti· che che sotto questo_ aspc·tto comparativo si fanuo contro le spel:le militari italiane. Mentre scriviamo non ::.bbiamo sottomano i dati per c0ntrollare l'esattez7,a delle os,.;ervazioni dello Hcr1ttore del Oon·iel'e della sera; ma se la memoria non ci tradisce ci pare che <iuche il generale M"razzi i11 un 8uo discorso alla Camera fece delle cvrreiioni alle spese an· stro-ungariche molto analoghe a que:-;te del giornale di Milano. Possiamo ricorrere in qnesto momento a11 un libro, di ordinario m,,\to e-rn.tto, agli Apercus statistiques internationaux di Snndbal'g (Stocolma. 1906) e trovittmo segua tn per l'Impero au~tro nllgari00 una t:qJPSa cnmplessi va pér la guerra e per la uw ri na di 493 880,000 lire; delle quali lire 386,330,000 spese co111uni; lire 66,790,000 µer la. sola Au8tna e lire 40,460,000 µer ia sola Ungheria. Per l'Italia le spese di guerra e marina sarebbero di lire 409,140,000, da cui, se sono e:,atte !e osservavazioni dello scritrore del Co1riere si dovrebbero de durre µer lo meno 64 ruilioni tra carabinieri e pensioni. Perciò rin1arrebhcro comparabili 493 wilioui dell'Au,tria-U,wheria con 335 dell'Italia. Divisa la som M 111apei 49 1uilioni di a.bitanti dell'i111pero alleato e pei 33 milioni del nostro regno avremmo : spese militari per ogni abitante dell'Austria Ungheria lire 10,06; per ogni abitante del!' Italia lire 10,10. L'Italia adunque, i,penderebhc semµre qualche cosa di più. che in parte si ginstificherebbe col più elevato bilancio della marina. Rimarrebbe sempre a nostro colossale svantaggio il fatto che a. speaa uguale l' Austria-Ungheria ha. un esercito fo1te; e l' ltalia ... Noi altra volta abbiamr1 diuJostrafo che la Svizzera spende poco meno dell'Italia.; ma. quale enorme differenza nei risultati! Perciò, anche a parità di spesa, nello interesse della difesa nazionale noi ci siamo dicbillrati pel sistema el vé'tic0; sistema che ha trovato testè un dif'en8ore non so::iµetto nel deputato Albasini Scrosati. ch'è un intelligente eon~ervatore. Intanto noi sul problema dell'e..;ercito pubblichiamo un articolo - cui farà Aeguito un altro - di un bravo ufficiale, cui lasciamo piena libertà di giudizio, sèn~a ass11mere, ben s' intende, la responsabilità di tntto ciò che dice.

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