Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 1 - 15 gennaio 1908

RIVISTA POPOLARE 15 immortalità personale. E vediamo Leslie Stephen sulle traccie dello Spencer far della società un organismo psichico e della morale il complesso delle norme di igiene -sociale, eludendo così e non risolvendo il problema: per quale ragione (che non sia la paura di sanzioni fisiche ed economiche) un individuo debba preferire la salute sociale alla propria quando quella implichi il sacrifizio di questa? Con che ei prepara la via al Kidd che vede nella religiosità e nella sua evoluzione la risposta, sempre più definita e ricca nel corso dei secoli, che l'uomo dà al suo bisogno di credere nella solidarietà ultima dei fini individuali e dei fini cOllettivi, nonchè dei fini umani e dei iìni cosmici, poichè in ultima istanza come il Kant, il Mazzini e il Sigdvick ben videro, da un lato il nocciolo ultimo e formidabile, l' essenza della fede religiosa è la credenza nella razionalità e moralità dell'universo, e d'aLtro lato se la moralità non è, come disse Madama de Stael, la natura stessa delle cose, e diviene una questione di convenienza, anche la sua autorità sociale viene ad essere meramente relativa, e il diffondersi di una simile idea sulle sue origini non può a meno di favorire caeteris paribus tendenze dissolvitrici ed anarchiche. Nessuna meraviglia pertanto che l'utilitarismo come è fallito in teoria tramonti anche in pratica. L' uomo non vive solo di calcolo edonistico e di ragioni astratte: l'uomo non ha solo bisogni logici? ma anche bisogni estetici, bisogni pratici, bisogm di immaginazione, e questi bisogni concorrono almeno tanto quanto la ragione e forse di più a tener in piedi e a rinnovare perennemente la compagine sociale. Questa non è costituirà di ragioni pensate in astratto ma di giudizi pratici, coronati da successo e generalizzatisi e fossilizzatisi in abitudini colletti ve. Chi non è idealista in filosofia deve convenire che, poichè. sopratutto in ciò che concerne gli interessi umani la ragione individuale è facilissimamente traviata dall'interesse e son ben poche le verità , se pur ve ne sono che tutti son sempre disposti a rispettare, la ragione è una formazione naturale che si sviluppa per proteggere il carattere organico della vita sociale contro le tendenze dissolventi della ragione individuale; deve ammettere -che vi sono vP.rità che diventano socialmente pericolose se troppo ed universalmente diffuse, e che vi sono pregiudizi ed illusioni utili, e che uno tra questi è, qualunque ne sia la forma storica, la fede nel valore cosmico della legge etica. L'utilitarismo tramonta nella teoria filosofica non meno che nella politica, nell'economia e nella vita pratica perchè è un atteggiamento che ha la sua giustificazione solo nelle circostanze della lotta contro l'antico c)ncetto di autorità, contro le antiche di- -stinzioni di classe, contro le antiche concezioni etiche. Esso ha fatto il suo lavoro abbattendo barriere di v·cnute arbitrarie. Ora siamo entrati in una fase di politica costrutti va; per costruire bisogna .concepir~ esperimenti, fare sintesi, coordinare ri- _sultati e sforzi, e ciò esige energia di volontà, esige fede reciproca, fede in sè stessi, fede nel trionfo ,indefettibile della propria causa nonostante complessissimi concerti di avverse influenze: di qui il bisogno di evocazioni storiche che movano le immaginazioni ed i cuori; di qui, di contro alle incognite il bisogno di una tede che le faccia credere .amiche e incoraggi ad affrontarle. Questa è la portata profonda dei mutamenti indicati: essi impli- .cano da una parte l'esistenza dall'altra il bisogno di credere nell'esistenza di un più forte sentimento di solidarietà sociale e di cooperazione di fronte alle esigenze di una vita sempre più intensa e più tesa. A. CRESPI La riforma • carcerar1a e laprofilassidelladelinquenzaegliStatiUniti Un radicale mutamento del sistema carcerario e della penologia degli Stati dell'Unione Nord-Arnericana ap · pare imminente. Il Congresso dei più eminenti criminologi e giuri-• risti americani, per la riforma carceraria, testè chiusosi in Chicago ha dimostrato chiaramente cue la coscienza collettiva degli studiosi si è oramai orientata verso una soluzione più logica, più nuova e insieme più scientifica dei vari problemi, che hanno rapporto col compl~sso qnesito del trattamento del delinquente. Il concetto primitivo della pena quale e8pressione della vendetta sociale è stato bandito, ed alla commisurazione della punizione al fatto commesso è stato sostituito lo studio scientifico del delinquente e del modo di restituirlo uomo utile alla società o di ren• derlo innocuo, se di miglioramento non sia s11scettibile. Non discussioni accademiche nè voti platonici hanno intrattenuto per parecchi giorni i congressisti; ma un movimento pratico e serio è stato iniziato verdo una sost-ituzione graduale di sistemi moderni di riformatori agli arcaici istituti penali, formiti di corrnzione e di infezione. • Uno degli argomenti più discussi è stato quello della pena indefinita, che da piu è stata anni adottata negli Stati del Connecticut e dell'Indiana,efunziona benissimo. I delegati di quest'ultimo Stato hanno riferito che da quando la legge andò in vigore si è verificata una percentuale di riformati superiore a quella di qualunque altro Stato dell'Unione. La qual cosa basterebbe a dimostrare la bontà della nuova via, se l'esperienza fosse stata più lunga e più larga. Ad ogni modo non della bontà ma della sua pratica applicazione si sono maggiormente occupati i congressisti , ~ non vi ha dubbio che essa sarà man mano adottata da altri Stati. • Un altro argomento .che ha fermata l'attenzione del Congresso è il cosi dAtto « Sistema di prova >, che consiste nel lasciare liberi in prova per un determinato periodo di tempo sotto la eorveglianza di un ispettore (probation offecer) i delinquenti - sopratutto donne e ragazzi - perchè, ove mostrino di essersi eruendat,i, siano dispensati dalla prigionia. Questo istituto che può dirsi uno dei migliori profilattici della delinquenza, ebbe le sue origini nel Massachussetts, dove è rimasto in vigore per ben 30 anni. Nello scorso anno· 12,000 persone furono ammesse alla prova, di cui un migliaio solamente non mantennero la promessa di mutar di vita e furono imprigionati; seimila furono rilasciati allo spirare del termine; e pel rimanente fu giudicato opportuno prolungare indefinitamente il periodo di prova . Se si considera che con questo mezzo fu immensamente menomato l'affollamento negli stabilimenti di pena e risparmiata allo stato la spesa ben rilevante del mantenimento di circa undicimila prigionier;; se si

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