RIVISTA POPOLARE 535 era stato possibile far sorgere e vivere un giornale repubblicano per opera di azionisti repubblicani. Potè pubblicarsi n Dove're col sacrifizio pec11niario di Gius~ppe Nathan; La Lega della Democrazia con quello di Alessandro Castellan.i e di Adriano Lemmi; del Fascio della Democrazia con quello del Pantano e di Oolajanni ; ma esso nun sorse mai per opera cvllettiva del partito repubblicano. Ciò è di buon augurio; e noi ne siamo straordinariamente lieti. Il titolo, La Ragione , dice che il giornale dei repubblicani pur ispirandosi ai criteri giornalistici più moderni, vorrà esercitare un'azione altamente incivilitrice che possa riuscire a far sorgere dalla Roma dei Papi quella Roma del Popolo , che fu vaticinata da Giuseppe Mazzini. + La riapertura del Parlamento Francese. Le ferie non sono state inutili, nè hanno rappresentato per i deputati francesi un semplice periodo di riposo. Non ci· fosse stato altro che il congresso radicale di Nancy questo solo basterebbe a far capire il lavorio che i gruppi parlamentnri francesi hanno compiuto dalla fine di giugno ad oggi. Ed oggi Palais Bourbon ii'è riaperto e la Nazione aspetta che, superato finalmente l' aspro e difficile scoglio della sepa·razione , il Governo metta mano alla esplicazione di quel pro· gramma di riforme ~ante volte promesse e altrettante procrastinate, per la necessità suprema di difesa della Repubblica, e perchè la legge sulla sepa'razione fosse condotta felicemente in porto. Nè il periodo politico potrebbe essere più favorevole. L'opposizione è ormai debellata, e dalla coscienza della propria impotenza, è ridotta a quella pura funzione di controllo che è necessarissirna in ogni assemblea. La lotta della opposizioue non è più ormai la guerra alla Repubblica, e lo si è veduto dal tenore · della interpellanza dal Boni de Castellane, il focoso e turbolento capo dei reazionari, ridottosi a interroo-are il ministro a proposito della impresa Marocchina. 'bra ?hiunq~e conosce il carattere del popolo Francese, ed il movunento ge_nerale della Francia , e le idee della maggioranza parlamentare - che in questa questione ra:ppresenta veramente la maggioranza del paese - a proposito di colonie; capisce benissimo che la interpel lauza del Boni de Castellane , non può affatto far paura o recar danno alla stabilità del governo di Clemenceau. Anzi , poiché sarà certamente estesa ad una discussione di tutta la politica coloniale del gabi1:1etto, darà occasione a Clemenceau di raccogliere ap?n con uno dei suoi abituali discorsi pieni di prec1s1one e di verve, e offrirà anche il destro a.. Janrés di ribattere le accuse che i molteplici Judet gli muovono di volere - aderendo, in parte, com'egli aderisce alle idee dello Hervé - l'asservimento della Francia al le violenze di una q.ualunq ue nazione straniera. Ed il_gabinetto_ si troverà sorretto dalla sua antica maggioranza ; c10è da quel blocco formatosi attraverso le lotte nazionaliste, antidreyfusiste, anticongregazioniste per la difesa della Repubblica, Il Governo dovrà poi passare alla discussione della legge per la devoluzione dei beni ecclesiastici. A questo proposito, Clemenceau può dire d'esser nato vestito, chè l'affare del Thomas e della sua banda di ladri affiliati e congiunti da un lato a' parroci e dall'altro ad antiquari complici tutti della vendita dei furti della dispersione delle ricchezze artistich~ delle chiese di Francia, dà la parte bella a Clemenceau. Non s~rà_ difficile estendere l'esempio, triste, delle oper~z10n~ del Thomas e trarne l'applicazione d'una assai rag10nevole presunzione, cioè che come i parroci truffavano e vendevano, e lasciavano rubare di certa scenza e assoluta volontà i reliquiari le statue i quadri d~lle ch_iese, cosi riuscirebbero, 'col tempo ,' a far cambiare di proprietario ai presbiteri, ai palazzi, ai terreni di proprietà della nazione e dalJa nazione devoluti alle chiese. Poi verranno la discussione sul riordinamento dei consigli di guerra· ed i bilanci e ·1 d ' 1 1 capo 'anno. Cosi spazzato il terreno il governo di Clemenceau potrà ·mettere mano ad attuare le riforme. Radicali riforme , politiche, amministrative od economiche, e sarà interessante studiare-e lo faremo via, via che ci se ne presenterà l'occasione -- fino a qual punto su la via delle rivendicazioni sociali può spingersi un governo senza provocare egli stesso la rivoluzione fomentata dai reazionari. , Bisogna ricordarsi a questo proposito che Mazzini, non neglesse la questione economica, e che egli anzi accennò più volte ad una serie ' di riforme e trasformazioni economiche le quali dovevano far trovare al. proletariato, il benessere economico, insieme alle libert~ politiche repubblicane. Sembra che per questa via, s~ metta-aiutato da illuminati socialisti-il governo d1 Clemenceau. Vedremo fino a qual punto avrà il coraggio di arrivare. + Amici cari: borsa del pari, sembra che abbiano detto i francesi al loro buon alleato, a corto di q?-attrini. Di qui il viaggio di Isvolsyk a Parigi, si dice però con poco frutto, almeno dal lato finanziario. Dopo i tentativi, riusciti vani, del Rokotzeff per un nuovo prestito Russo in Francia, lo Scita barbaro ha sentito la necessità di rassicurare gli amici della Gallia che, per quanto barbaro, egli è ancora bisognoso d'oro; e che essi sono per lui i migliori amici del monio. Vero eh' essi cominciano a non crederci quasi più. Lo accordo Austro-Russo pei Balcani - dove il bridgesofo Tittoni è stato bellamente negletto-; l'accordo Anglo-Russo pflr l' Asia ; l' incontro dell' imperatore Guglielmo con Nicola a Swinamunde, tutto ciò aveva fatto aggrottare le ciglia agli amici e alleati, e sovventori di fondi e per riaverne quattrini è stato nenessario che il ministro degli esteri andasse a Parigi a dimostrare che in tutto questo lavorio di trattati e colloqui nulla c'era che potesse nuocere alla Francia. E gli amici si sono tenuti paghi delle dichiarazioni; ma quanto a scJOgliere i cordoni della borsa : ah ! ecco questa è un'altra faccenda: gli amici sono infurbiti e hanno dichiarato: Forse potremo trattare, ma prima vogliamo vedere come andranno le faccende con la Doma, perchè ..... perchè essi temono - nè si può loro dar torto - che se lo Tsar Nicola dove~se andarsene o esser levato di là - la Duma potrebbe non volere riconoscore un debito fatto, quando avrebbe potuto riconoscerlo, senza che le si dasse questo piacere e segnalato onore. E se cosi fosse addio i milioni. Equesto è un argomento assai serio per gli amici ed alleati dell'ottimo Sc1ta. · Quindi, per ora, niente denaro. Proteste d'amiciziaquelle non costano nulla - molte, ma quattrini punti: e finché la Duma - ha detto col più amabil~ dei suoi sorr1s1 l'amabilissimo Pichon - finchè Id. Duma sia in grado di ratificare il prestito•. La pillola è un po' amara, ma Isvolsky dovrà ingoiarla, e partire da Parigi riport,ando al suo signore la notizia che bussati a denari gli amici ed alleati rispondono picche, . A quando agli ukase dello Tsar risponderà pie.che il suo paese? Siamo alle elezicni per la terza Duma e si annunzia radicale più delle altre. Sarà venuta l' ora n_ella quale la farsa si muterà in tragedia? Per 11_popoloRusso e per la libertà, noi lo desideriamo ma temiamo che il bel giorno della liberazione si farà ancora attendere per un pezzo I + Per la crisi e per la circolazione. - La tempesta imperversa nelle Borde dell'America del Nord in Europa ed io quelle italiane. ' Er~ no3tro _proposito occuparcene in questo numero; ma c1 mancò il tempo e ci sarebbe mancato lo spazio.
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