528 RIVISTA POPOLARE fçisci di luc~, diri_tti ~ttraverso la fredda caligine; ma, lungo il quai, s1 schierano fitte come a scal- . . , darsi a vicenda, le linde case a frontoni oraduati fì . . 5 ' a nestre p1cc1ne ma fitte come un ricamo a trafori, le case rosse e gialle , verdi ed azzurre , che protestano contro la tenebra, che si ribellano al bianco ed al nero, alla nebbia ed al fumo che si difendono dalle paturnie e dal gelo moltiplicando le lampade e le finestre, le stufe e i tappeti le doppie vetrate ed i fiori. ' X 1;Jn' improvvi~a s~nsazion~. di benessere, quasi un esplosione d1 gaiezza, un irruzione di luce negli occhi e nell'anima, si prova passando alìa sala VII l' austriaca: ne sia lodato, piename.1 te e cordial~ ~ent_e, Joseph U~ban ~ le società << Hagenbund >> d1 .Vienna, da ~U1 1 pres1eduta, e« Manes » di Praga, cui sono dovut1 1arredamento e la decorazione del simpaticissimo ambiente: pareti tappeto mobilio . , h' ' ' ' tutto v1 e c iaro e luminoso: una tinta arcrentina vi pone la nota predominante, appena atten::,uata in alto, nel fregio, da piccoli ornati più scuri d'una elegante e squisita semplicità, e, nei mobili 'comodi ~ snelli., v~riat~ co,n toni più vivi , ma delicati e 1ntonat1, d1 jra_1se ecras~e_;. tutt,i i q~rndr:i, spaziati fra loro, aerati, access1b1b all occh10 crnscuno da sè, senza confusione e senza fatica han la stessa cornice sottile color alluminio; ai quattro anooli altrett~nte men_s~le - nicchie ~on pochi e semplici oggetti de~ora.t1_v1: e su s1~e1l_1supporti di legno, i quattro mu?b1h capolavori d1 cui diremo. Ah, la bella sala, intanto: la chiara, la nobile, la deliziosa sala della luce ! · * Vi noto subito, oltre ai buoni •·ritratti di Uoo Bottinge~ t d' ~lessandro Goltz, e di Max Svabinsk}, , quell0, prn srngolare ed interessante per il sooaetto . ' L' DO rappresentato, c1oe AMBASCIATORCEINESEA VIENNA di Ferdi1;1and Ludwig Graf: figura intera al na~ turale, d1 fattura un po' levigata e minuziosa come richiedeva il gusto etnico, in costume nazionale azzurro a disegni e ricami, in una bella sala adorna d'un gran vaso di porcellana del Celeste Impero· faccia scialba, occhi? obliquo, scarso pelo; ma, nell~ sguardo e nel sorriso volutamente bonarii ed ingenui, una finezza e un' arguzia straordinarie una signorilità cd un tatto squisiti, da far pensare' meglio che ad ogni altro diplomatico occidenta 1 le, a qualche mondano nunzio apostolico, incantatnre di dame e conquistatore di re. Dello stes~o a_utore, c' è pure qui un paesaggio, non straord111ar10, e un quadro, straordinarissimo invece, ScHERMIDORI:due indiavolati a torso rudo che, « in alto levata la manca fremente armata l~ destra ~el_ ~itido ac~iar ».,. han_no l'aria, quantunque non ass1st1t1 da test1mon11 , d1 battersi molto sul serio, non già di fare semplicemente un assalto sportivo: attorno ad essi , e' è il vuoto : soltanto sul pavi~nento, prc,,jettatevi da una strana luce gial~ lastra, s1 torcono le loro ombre bluastre mentre su~ musco.li tes!, sop~a. le facce contratte, 1{e1guizzo dei lunghi fern sottili , nel balenio delle cocche lucenti, sembra rifletters-i il verde di alberi che non si vedono, e in tutta la scena drammaticissima e?ergi<:a, anzi ".'iolenta come l'azione feroce, appa~ nsce simboleggiato cromaticamente il livore che la determina e la possiede. * E un altro duello, men tragico ma non meno suggestivo, è quello che Walter Hampel intitola IL NANO E LA DONNA:la donna giovane e bella che appena uscita dal bagno nel laghetto del parco' s'asciuga, seduta tra l'erba ed i fìori, le fresche nu~ dità rosee, sogguardando con un sorriso insolente e provocante l'ometto deforme, che accoccolato lontano, in costume fantasticamente grottesco, sogghigna a sua volta, tra ingordo e sarcastico: da galeotto a marinaro!.... * E duelli accaniti, ma, stavolta, tra l'artista e l'ar:te, tra la forma e l'idea, tra la tecnica e la matena, sono parecchi quadri disorientanti strani discuti bili .al-l'infinito, ma indubbiamente ;eri i co~ . . . ' sc1enz10s1 ed onesti, che s'incontrano e che ci arresta1~O ~n q~esta s~la: per. esempio) GLI ORFANI,di Casim1r S1chulsk1, una pittura brutale ma aeniale t . . h D ' ·emerana ma srncera, c e non persuade, ma che nemmeno offende lo spettatore; per esempio, anche, le due tele che Jan Preisler intitola entrambe UN QUADno;e per esempio, sempre, quella di Joza Uprka, IN MORAVIA,dove una folla di contadini e contadine variopinti, vestiti da festa, viene innanzi nel sole ard~nte, dura, legnosa, rude, tutta chiazzette rosse e gialle e azzurre e verdi sur uno sbarbaolio di bianco. Sono tentato di dire, contraddicenJ'o alle mie te.ori~, che è bello ma non mi piace, ... oppure che m1 piace ma non è bello· o meglio e con . ' ' magg10r coerenza con la mia estetica che si tratta d'una bellezza a cui stento molto aci' abituarmi. * Ma il capolavoro della sala e forse di tutta l'esposizione, è l'opera scultoria di Franz Barwig: le quattro piccole meraviglie intagliate in legno di cedro a grancli e sicuri colpi di sgorbia le oeniali statui1:e, i ~ruppetti prodigiosi, ove og~i t~atto è una nvelaz10ne, ogni particolare è un elemento dell'.in!ima inscindibile totalità, ogni sporgenza ed ogm n~ntranza sono una parte dell'anima umana o belluma che emerge da sè od in cui il coltello anatomico di questo artefice s~mmo s'affonda infallibile: la siesta dei tre PELLICANI uno dei quali sonnecchi~ col_ becco enorme app~ggiato sul dorso, ~n altro ~1 str11~ge nelle spalle filosoficamente. ed 11 terzo si spulcia cun molta cura le penne; la veglia pensosa del MARABÙaccii::liato rattratto ingobbito • • V ) ' ) 1mm_uson1to, conce~1trato nel suo pessimismo, im- ~ob_1le e muto sui trampoli, col lungo becco app1cc1cato allo s~erno, tal quale io lo vidi, lugubre e torv_o,_due a1111o1r sono, v1vo, al J ardin des Plantes a Pa riip; la da!=lza del FAVNO,grottesco e beffardo, sardo111co e gaio; ed inlìne quel traoico oruppo dei V d . . 5 t, . AGABONDI,e1 crnque tremendi straccioni che vanno m fìla, l'un dietro l'altro, serrati insieme dal freddo ~ dalla_ miser:ia comune, curvi, smunti, tetri, chi 111ebed1to, chi ~assegnato, chi bieco, il più vecchio e c_onsape~ole m testa, la più giovane e stupida in ultimo, chrnsa nel povero sciallo con un infante che dorme inerte a bardosso e u1~ involto di cenci pendente dal braccio: un capitolo di Gorki plasmato e fiss~to in. forme tras-icamente stnpende. . ~' c?nsohamoc1: se questi capolavori non sono 1taham P.er art.e, l~ son già divenuti per proprietà: s~>nostat~ acquistati per la Galleria d'Arte Moderna d1 Venezia e per la Nazionale di Roma: serviranno tra tanta roba mediocre o decisamente cattiva com- . ' prata 111 passato per mille cattive o mediocri ragioni estranee al. gusto. ed all'arte, a mostrare ai giovani, ed anche a1 vecchi non rimbambiti in che cosa verament~ l'arte ed il g.usto consista~o. E più d'uno che s era creduto artista, si deciderà a fare il droghiere. X A quest'altra volta. Chì'eti. MARIO PILO Per dare sfogo a recensioni ed articoli che da tempo aspettavano di veder la luce - tra gli altri alle simpatiche giornate dell' esposiz.ione venez.iana del nostro Pilo - sopprimiamo in questo numero le riviste delle riviste inglesi e tedesche.
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