506 RIVISTA POPOLARE gazione della friste guerra sarebbe vile. E costoro, i cui nomi diciamo non sono uomini di parte : l'uno capo dell'ufficio coloniale, l'altro ex Ministro della Guerra! Noi stes'3i avevamo tentato di ricorrere allo Stìllman, i cui rapporti colla Consulta in ()Uell' epoca sono noti, riproducendo q 1Jalche brano del suo F1·ancesco C1·ispi, ma lo illustrissimo signor Procuratore Generale di Roma ritiene Jannoso per le istituzioni patrie l' argomento africano>. « Dnnque? > « Non sapremo mai tutto l'interesse che il signor Rattazzi ex Ministro di Casa Reale ha avuto per le italiche faccende? Non sapremo mai t11tto il grazioso interesse che molti gentiluomini e molte gentildonne di Corte banno avuto per le patrie cose? Dung ue non sapremo mai se Barattieri ubbidi o comandò? > Nessuno di coloro cui noi rivolgevamo categoriche domande, che si prestavano anche a qualche querela, rispose mai, E non rispose Luigi Di Laurenzana, bebè di Casa Crispi, che rifiutassi di rappresentare il governo nel la Commissione. che doveva esaminare i documenti p~r vedere quali erano appartenti allo Stato, e non rispose il Guardasigilli, cui si attribui una qualche pressione sui magistrati, affinchè avessero dato torto alla Principessa di Linguaglossa che di tutti i documenti voleva avere conoscenza prima. Quale pretesa strana q nella di una figlia che vorrebbe tentare di scagionare il padre da qualche grave accusa 1 Ora la principessa ha potuto vedere, perchè in ultimo la magistratura più alta dette torto a quella bassa. Ma la .sua legittima aspettazione è stata frustrata perchè nella b11sta della grande infamia, ,_come in certe lettere manomesse dalla posta, invece delle memorie e dei documenti di Crispi , si sono trovati alcuni pezzi inutili di vecchi giornali ... Chi avrà potuto manometterli, compier.do una seconda e maggiore infamia? Noi non ci possiamo potmettere alcuna. ipotesi; ma possiamo domandare; a chi poteva giovare la scomparsa dei documenti sulla grande infamia ? E chiudiamo con un ultimo ricordo. Crispi invitato a seri vere o a parlare di Umberto I rifiutassi sdegnoso. Da buon monarchico aveva taciuto sui complici della grande infamia., ma benchè vecchio, affralito dagli ac eia.echi e dalla viltà dei vecchi cortigiani: che lo avevevauo codardamente abbandonato nel momento triste della decadenza, egli rifiutassi di fare l'apologia di Umberto I. · E a proposito delle spiritose barzellette di quel capitano di fanteria che metteva in ridicolo il contenuto della busta della grande infamia e che assunse la difesa di Baratieri lo consigliamo a leggere l'articolo di Rastignac nella monarchica Tribuna. Sarà più cauto nn' altra volta nel polemizzare con un galantuomo. Nota Per dovere d1 imparzialità dobbiamo aggiungere che ali 'ultimo momento abbiamo letto un lung articolo dell' on. Roberto Galli, tendente a smentire la esistenza della busta del1a grande infamia; e ciò in risposta ad un articolo di Andrea Torre nel Con-iere della Sera che l'affermava recisamente. li Torre che è un giornalista dei più accorti e dei meglio informati tornò ad assicurare, dicendosi sicuro d1 non temern smentite, che i documenti esistevano e che sono sc.omparsi. Egli ha ragione da vendere. + Strana ostinazione nell' errore del criminalista Garof'alo.- Mentre la Rivista del 30 Settembre pubblicava l'articolo di Colajanni sulla abolizione della pena di morte in Francia , la T1·ibuna nello stesso giorno pubblicava una lettera del Barone Raffaele Garofalo sullo stesso argomento. Il Garofalo passa - e non a torto - come il più illustre giurista della scuola penale positiva; ma egli è un reazionario sinceramente convinto della utilità della funzione del boia. La passione politica gli offusca la mente e gli fa affermare il falso. Fu il Barone Garofalo ad affermare che in Italia si ammazza.no in ogni anno 4000 persone mentre come dimostrammo altra volta, gli ammazzati, cioè gli omicidi consumati non si riducono ora che a 1200 circa all'anno. In questa lettera della T1·ibuna imperturbabilmente ripete che in Italia avvengono ancora 4000 omicidi all'anno ..:.. Ora questa cifra non corrisponde più nemmeno al ·numero degli omicidi consumati , mancati e tentati., ... Sono molto di meno quantunque dal 1880 in poi la popolazione sia aumentata di· circa cinque milioni.- Nell'articolo sull'abolizione della pena di morte abbiamo dato la media per 100,000 abitanti degli omicidi commessi nel sessennio 1900-905 ; ora vogliamo dare le cifre assolute anno per anno : Omicidi denunciati 1900: 3479 1901: 3168 1902: 3202 1903: 3116 1904: 3011 1905: 2487 Potrebbe essere più rapida e più confortante la diminuizione? Nessuno l'avrebbe sperata tale. Ciononostante Garofalo, il penalista illustre, l' alto magistrato, ha affermato nella Tribuna che gli omicidi sono 4000 e tutti i reazionari e tutti i Procuratori del Re seguiteranno a giurare che gli omicidi sono 4000 .... · E poi ci lamentiamo delle calunnie degli stranieri ! + Il Dio di Mr..:zzini e di Carducci trasformato da Giovanni Pascoli. - Il Prof. Giovanni Pasl1oli, q ueì lo che subì una commozione divisa in p1:1.- recchi tempi A.Il' annunzio della morte di Carducci, il fratello siamese di D' Annunzio , che sostitui Enotrio Romano nella cattedra di Bologna, tanto per mostrare che realmente agli Italiani che chiedevano Roma fu data Bizanzio , ha commemorato il grande poeta a S. Marino. E ne ha fatto una delle sue: ha fatto parlare al Dio di Mazzini e di Carducci un linguaggio, che si addice al Dio dei reazionari capitalisti. L' Avanti disgustato ha chiuso un suo trafiletto con questo giusto commento, che facciamo nostro: « No, prof. Pascoli, così insegnane i parroci di campagna ai contadini che minacciano di disert11re la chiesa per la lega di resistenza e di far sciopero: così non si pensò mai di predicar Giuseppe Mazzini alla cui sana e salda anima Dio flivella nel ca1·ceredi Savona e lo trae sul Campidoglio, Ezechiele d'Italia; cosi non credè mai Giosuè Cardncci. Il Dio che fu col principio della repubblica di San Marino, è il Dio della libertà, di Grecia e di Roma; non il gendarme dei proprietari di campagna ». + I costumi e li malcostume delle razze superiori. - In data del 1 ° Ottobre da Berlino si è telegrafato at giornali di Parigi che cont,inuano le denuncie contro le persone dell'entourage dell'Imperatore Guglielmo 2°. Si sa che in seguito a tali denuncie di cui si occupò anche un pubblicista eminente, Max Harden, dne dei principali Cavalie1·i della nuova Tavola Rotonda, il Conte Eulemburg e il generale .Moltke governatore di Berlino si dimisero dalle cariche di corte; e con ciò confermarono che essi erano realmente rei dei turpissimi atti, di cui veni vano accusat,i, come, col suicidio confermò gli amori contro natura il fa. moso Krupp , il milionario arnie~ del\' Imperatore e fabbricante di cannoni, aveva praticato in qnel!' isola deliziosa di Capri, che ricorda ancora le turpitudini di Tiberio. Ora un certo Brandt ha denunziato come parteci-
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