RIVISTA POPOLARE 403 e compianto maestro l' Impallomeni-il quale fu per circa quindici anni magistrato - Egli, con affetto paterno, nelle n istre conversazioni quotidiane integrava gli insegnamenti giuridici con quelli della vita vissuta e della sua sana e profonda esperienza - e non sono i ministri , egli diceva, che premano o s'impongano ai magistrati; sono questi che, smaniosi di rendersi aecetti e benvisti , fiutano il vento che spira e giudicano come ritengono che possa far piacere ai governanti. Spesso, anzi, io ritengo, soggiungeva il mio maestro, che questa abitudine e tendenza servile li spinga ad eccedere ed a disgustare qualche ministro lungi-mirante, che non rare volte potrà ripetere lo storico mollo dell' imperatore romano : e Sono più vili d1 quauto io li desideravo I (1) + Ora il. pro?lettente risveglio dello spirito pubblico , e la nuova era inaugurata dall'attuale guardasigilli - al quale, con encomiabile equanimita , questa rivista battagliera ha tributato giuste lodi ed approvazioni - dànno bene a sperare ; ma è il e rinnovamento giudixiario ,. come fatto complessivo, che bisogna invocare e preparare, e non la poco utile punizione di questo o quell' altro magistrato; giacchè nessuno, individualmente, può rendersi responsabile di tutto un antico e generale :;istema di cose. Bisogna cominciare dalla Cassazione e costituire in essa ex n01Jo, un vero e forte organismo valido e poderoso. che diriga tutta la magistratura italiana, ordinata in un vero ed effettivo potere giudiziario , presidio e tutela dei diritti dei cittadini e guarentigia sicura e costante delle pubbliche libertà, anche, e specialmente, contro gli altri poteri dello Stato. Oggi non è un potere costituzionalo , la magistratura, come dovrebbe esserlo, per il nostro Statuto o per il nostro diritto pubblico interno; ma un ordine d'impiegati; uno dei meno bene ordinati e dei meno utili ed attivi ordini burocratici. Scogliendo il sistema di punire e di cacciare, tanto, per via diversa e non migliore, si perverrebbe allo identico risultato: bisognerebbe mandarli via tutti o quasi , gìacchè non è affatto vero che i buoni magistrati siano la maggio ranza; essi sono invece la minoranza, in generale, e sono addirittura pochissimi ed impotenti proprio là, dove dovrebbero dare esempio ed incitamento nelle Corti Superiori e uella Cassazione in ispecie. La fauna giudiziaria è ricchissi111a di ogni sorta di animali; sono nna grande riuantità di volpi, di lupi e, spotialmente, di conigli. Furberie, ferocie e piccole e gra11di viltà si avvicenda110 quotidianamente. Sono notissimi alcun i ti pi di consiglieri cassazionisti: vo n'è uno che ha sposato u11a fanciulla affidata alle sue cure con un patrimonio rilevante, con circa cinquant' anni di differenza di età, dando in quest' opera di seduzione e di arricchimento criminoso , un' idea della sua moralità , che lo ha reso specialista nelle e inammissibilità» di tutti i (1) L'amico Guarnieri - Ventimiglia certamente non aveva presente alla memoria alcuni casi tipici della Cassazione, che oltre quelle dei processi contro Giolitti, Crispi e Nasi, illustrano meravigliosamente il pensiero suo e dell'Impallomeni; e cioè: la requi~itoria tremenda del Proc. Generale Bartoli nel processo della Banca Romana e le due sentenze del 1895 e 1898 sui Tribunali di guerra. Nota della Reda,rione. ricorsi degli ammessi al gratuito patrocinio , per sapientemente trovati vixii di forma:-un altro passa tutta la sua giornata a.... ( sarebbe impossibile sospettarlo l ) segnare i punti a quelli che gìocano al bigliardo in una grande associazione di Roma. Nella medesima associazione Jue mesi fa un signore inglese scriveva una viva protesta contro e •••• un socio ohe e si comporta in modo rivoltante, così da nausoaro gli altri « nel salone di lettura • -:-la cosa non ebbe seguito porchè si trattava di un Consigliere della Cassazione di Roma ! E si potrebbe continuare a lungo. Siamo assai più in là ed assai più in basso delle condi zioni d'inferiorità mentale e d' ignoranza, così lucidamente ed esatf amen te esposte dall'attuale capo-gabinetto del guardasigilli nel suo progevole studio sulla magistratura italiana. 11 Comm. Mortara pensò e dimostrò che l'ignoranza dei nostri magistrati costituisce un pericolo sociale : ed a lui, obbiettivo e sereno osservatore di gravi malanni , quello studio ouesto fruttò, da un ministro degno del proprio ufficio, la nomina a membro del Supremo Colleggio : oggi noi dal pericolo andiamo , gradualmente ed incessantemente , passando al ludibrio sociale; ed è con la fede nella giustizia che cadono il credito ed il rispetto in coloro che dovrebbero amministrarla. I più severi giuctizii v~ngono da per tutto pronunziati su questa gente , mal garantita dalla toga nera nella persona travagliata da troppe miserie e da troppe passioni. I pochi e veramente degni magistrati desiderano quanto noi - e più di noi, forse I-che siano spazzati via da nua folata risanatrice dello ambiente tutti i corrotti, gl'inetti e gl'indegni. Quando io scrissi sull' Avanti! un articolo severo sulla magistratura, incontrai , dopo un'ora eho gli strilloni vendevano il giornale, un notissirr.o ed illustre magistrato, chù mi si (;Ongratulava assicurandomi di averne già spedito alcune copie ad alcuni suoi amici. - Bisogna mandar via tutta questa gente che dirnuora il nostro ministero !-mi diceva stringendomi cou effusione la mano l' insigne uomo che .... è anche lui membro <lei Supremo C'olleggio !..• ♦ fo asc;oltai con viva gioia un' interruzione dell'uomo intogro e sereno , cho ha preso a cuore iI problema della rinnovazione della magistratura e nella cui opera confida oggi Il popolo italiano; il ministro Orlando, meutro l'on. Uimorelli pronunziava unn. eflicace requisitoria contro i capi dei Colleggi che sono i veri e maggiori responsabili , si lasciò sfuggire u11a frase di comparazior,e che rivelava tutto un'ordine di osservazioni ed un sistema d'idee, per la vagheggiata riforma degli ambienti giudiziari i..... Come alla 1va Sexione del Consiglio d1: Stato >. L'on. Orlando aveva già ripensato a quello che tutti, da anni, osservan0 con ammirazione o con rammarico insien1e alla elevata serenità ed. alla obbiettiva gim,tizia del Supremo magistrato amministrativo, dove uomini colti o liberi, educati allo studio del diritto, decidono, senza preoccupazioni, e con rettitudine, facendo valere, quotidianamente, il buon diritto del più modesto cittadin'.l contro l' arbitrio del più potente dei ministri. Perchè non si potrebbe costituire, in ogni sedo giudiziaria, un'ambionte sereno e severo, dove la giustizia venga
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