374 RIVISTA POPOLARE non ascendono e che quando i supremi gradi sono difettosi tutti gli ordini minori su di esgi si modella.no. Ora., che altro vi è, o vi dovrebbe essere, per la nazione di più alto del supremo magistrl:!.to della giustizia, che di essa dovrebbe rappresentare la suprema tutela morale e l' incolumità dei suoi legit_timi interessi? E se la vera, la savia, la giusta, la equanime giustizia manca, quale meraviglia se tutti gli altri ordì namenti di stato su di essa modellandosi si corrompono e la loro azione incomincia coli' essere di danno ai ci ttadini e finisce per rovinare i governi e gli stati che non sanno provvedere. Gli sperperi del pubblico denaro le prevaricazioni contro i diritti acquisiti, le ingiustizie, le organizzazioni fraudolenti, perchè sono possibili? Perchè manca la giustizia punitiva; perchè si confida nella imp11nità: la quale è sempre assicurata quando i supremi ordini sono insufficienti , o corrotti, o colpevoli essi istessi. Troppo si ha gridato. fino a pochi giorni or sono: non toccate la magis'tratura I troppo ancora si grida : non screditate le pubbliche amminist?-azionil come già prima si gridava non toccate l'esercito non toccate la marina. Nò, non tocchiamo ques_te nostre amministrazioni che sono il centro della vita. nazionale, nel q11ale si compie il flusso e il riflusso di essa.; ma se non si deve toccarle per distrnggerle sì ha pur il dovere di toccarle per migliorarle, per eliminare•· le parti che non funzionano bene per purificarle e restituirle a se s~esse. Prendi adunq ne per te q uest' assn nto , di farti ini · ziatore, in accordo con l' on. Sacchi , d' un provvedimento legislativo, che, rendendo elettiva la designa zione dei magistrati ai gradi . supremi , ristauri la giustizia nazionale; che non è solamente il fondamento dello stato, ma è specialmente la guarantigia più vera e più sicura degli interessi morali civili ed economici della patria nostra. Cordialissimi saluti dal Tuo affezionatissimo. ♦ Ecco ora l' articolo sulla indipendenza della magi• stratura del Corriere giudiziario di Roma (29 giugno). A Napoleone Colajanni La magistratura onesta, onorevole Colajanni, vi deve essere grata delle battaglie che avete combattute e che ancora vorrete combattere, si spera, in suo favore. In favore degli onesti ed in omaggio alla giustizia. voi avete fustigato i fiacchi, i disonesti, i farabutti! Da tutte le parti d'Italia vi giunge il plauso, specie dopo il vostro ultimo discorso nel quale avete voluto anche sfiorare l'altra faccia della gravissima e delicata questione, accennando agli sfruttatori ed ai corrnttori dei magistrati. A voi, sociologo valoroso, nun poteva infatti sfuggire che la debolezza della magistratura è fenomeno complesso che va curato, radicalmente e non empiricamente, nelle sue cause. Avete sfiorato però sinora e non approfondita da pari vostro la questione della indipendenza della rnagistratura, ciò che certo vorrete fare per contribuire col vostro ingegno poderoso a da.re migliore assetto all'amministrazione della giustizia in Italia, che oggi somiglia troppo ad 11na nave in balia delle onde. e Epurate la magistratura I • da ogni parte si grida ed il problema è nazionale e non meridionale, come alcuni campanilisti vorrebbero far credere contro la verità effettuale delle cose. Quando però si sarà collocata a riposo metà degli attuali magistrati, si avrà per l'avvenire una magistratura migliore, indipendente mcorruttibile? ..... Ne dubito. Finchè non si metterà la magistratura in tali condizioni da essere davvero indipendente, vi sarà corruzione larvata (corruzioni morali) vi saranno debolezze ben celate, vi saranuo favoritismi scaltramente dissimulati perchè oggi la indipendenza è eroismo e di eroismi non si può vivere tutti i giorni. Occorre, onorevole, 1rn' opera di igiene nella magistratura, una cura di luce, occorre strappai le quel manto nero (triste simbolo claustrale) che le avvolge il corpo e l'anima; occorre toglierle i segreti ieratici. La povera magistratura italiana mal reclutata, mal pagata e maltrattata è ancora una casta chiusa, in cui per progredire e per far carriera occorre barcamenarsi, tacere, fare salamelecchi, piegare lit schiena, lisciare i i ca.pi, tenersi buoni i potenti. Non corrugate le ciglia, onorevole! E la verità, la dolorosa verità ... e chi dice il contrario mostra di aver contratta tale abitudine alla cavezza da scambiarla per ornamento personale. Di eroi ignoti ve ne sono, ma l'eroismo loro è coronato da spine e da beffe. In una casta, ove la gerarchia è opprimente, chi si facesse lecito di resistere per abitudine ai desideri dei capi gerarchici, anche con trarii ·ai propri convinci• menti, sarebbe moralmente ~tritolato (addio carriera/I) senza plauso e senza sorriso di gloria. Pensate onorevole alla condizione bai.·bina di un po vero aggiunto costretto alle volte a giudica.re, in segreto, in camera di consiglio, in compagnia di un presidente che, sia pure educato, è rispetto a lui come un maggiore in confronto di un tenente. Se il presidente vuole ed insiste davvero l'aggiunto ed il giudice, le cui note cm·atteristiche 8EGRE1E sono affidate all'arbitrio del presidente stesso, devono mollm·e cioè cedere al più forte e così la pretesa indipendenza dei fichi secchi se ne va in fomo. Ciò nen cavita sovente, se trattasi di processi ordina.rii, ma non è così quando il processo richiama l'at-- tenzione del governo o della piazza e quando un pre sidente ha già subodorato il vento infido. Quando l'aggiunto si è avvezzato da giovine a mollm·e, dategli in seguito' ventimila lire magari di stipendio, covritelo di ermellini, di oro e di frangie non gli farete con ciò il carattere, La gerarchia cosi com'è le note caratteristiche segrete, sono le principali cause di deformazione dei caratteri. Da uditore a primo presidente di corte di appello vi son tanti e tanti gradi, tanta erta da percorrerA
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