Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 11 - 15 giugno 1907

RIVISTA POPOLARE 307 gioniero deve scegliersi gli abiti fra un mucchio di vesti buttate per terra, ed un paio di scarpe di sopra un palchetto. Gli abiti sono vecchi male lavati e mal fatti, e nessun paio di scarpe sembra bene appaiato. Dopo che il nome del prigioniero è stato per la terza volta verificato, questi viene fornito di un piccolo opuscolo su ·1a igiene e la pulizia, insieme ad una Bibbia, o un libro d' inni sacri , o un libro di preghiere, od un trattato intitolato << La via stretta n e od uno spazzolino da denti, se lo chiede. In cella non può lavarsi che una volta al giorno, e non può avere un bagno che una volta la settimana. La camicia da notte non è provveduta. Nella seconda classe, dove la carne fa parte della dieta, non è fornito nè il coltello, nè la forchetta, ma soltanto un cucchiaio di legno , col quale è forza cercare di supplire a ciò che manca. Anche nella prima classe non c' è la forchetta, qui però è dato un piccolo coltello di latta che non pnò servire affatto per tagliare. La cella è provvista di due palchetti, una per il materasso e. I' altro per il cucchiaio, una gamella di ferro, una saliera, un pezzo di sapone, ed i minuti oggetti del prigioniero, i suoi libri, lo spazzolino da denti ed altre piccole cose che devono sempre essere accomodate alla stessa maniera ed in un certo ordine prestabilito. Il letto dève essere pi•egato secondo certe regole, la gamella lucidata, ed il pavimento e le altre- cose tirate >t polimento. Alle 8,30 c' è la cappella. Molte delle donne sono vecchie, con i capelli bianchi. Spezzate dalla miseria, dai dolori e dal soprala voro ; siedono sole e disperate nelle! loro celle pensando continuamente alla loro sfortuna, demoralizzate dalla emozione e dal pensiero di ciò che accadrà alla loro casa. Tre volte la settimana escono nel cortile a prendere aria. Molte delle prigioniere sono poverissime, molte vecchie e solo pochissime hanno l' aria di essere al caso cli godere ancora e di aver goduto nella vita. Da tutto questo risulta che le condanne dovrebbero essere espiate in appositi ospedali dove questi poveri ::lerelitt1 della società potessero curare i loro corpi e 1a loro mente , e ciò sarebbe più umano e più vantaggioso che cacciarle in c!!lla solitarie e buie, curandole col sistema inumano della solitu dine, e della oppressione di spirito. Se si compara il sistema ddla prigione di Holloway col si sterna seguito a Milano nelle prigione delle donne, se ne vcJe la enorme differenza e la superiorità del metodo italiano. A Milano c' è una sola classe di prigioniere, ed il tratta mento è identico per tutte, quantunque quelle che hanno da scontare lievi condanne godono di certe fecilitazioni e privilegi che le altre non hanno. Una condanna a più di sei mesi da diritto ad un supplemento di vitto. Le celle sono luminose e finestre ne possono essere aperte a volontà. L' abito del carcere è quale ogni conttadina italiana può portare, e non ci sono speciali distintivi del governo. l guar diani sembrano trattare le prigioniere con modi umani e pia - cevoli. Non è obbligatorio per le detenute fare altri lavori per la prigione salvo che tenere pulita la loro cella. Quelle che lavorono stanno in comune e possono parla.re e muoversi e trovarsi insieme con una certa libertà. Ma non c' è luce artificiale nelle cel 1e. Una visita di tre persone ap partcnenti alla famiglia è concesso alla detenuta una volta ogni tre mesi e una sola lettera può essere scritta e ricevuta sul medesimo periodo di tempo. Nell' insieme il sistema praticato a Milao è migliore e più umano di quello che è in uso a Holloway. Ciò che sorprende nella prigione inglese, e nel sistema carcerario, è la opinione comunemente accettata che la solitudine è il sovrano rimedio morale. Non c' è nessuna idea di tentare a migliorare ad affinare i costumi. li tempo impiegato u lustrare e pulire e rilustrare le cose è perduto completamente. Un sistema di bagni e di servizi darebbe abitudini di pulizia, e rinvigorirebbe il corpo: darebbe il senso del rispetto di se ai delinquenti. Perchè non potrebbero essere istituiti dei refettori dove almeno una volta al giorno i prigionieri potes - sero parlare 111sieme? Ecco un nuovo dovere che si presenta ora alle donne. Esse devono convergere tutti i loro sforzi a far diventare la prigione un luogo rii .:ure umane e di emendamento, da quel luogo di abrutimento e di tortura quale è oggi. Esse devovo umanizzare il sistema carcerario in fnghilterra. Ecco uno dei loro primissimi compiti. Pa/l /viali Maga1ine. Maggio r 5). ♦ A. I. Fraser Blair: Se fosse un'altra rlbellfoue.- Alcunè tribù Indiant: si sono or ora ribellatt:. Le truppe inglesi nè hanno avuto facilmente ragione, ma è indispensabile studiare il fenomeno e provvedervi. Noi non intendiamo gli. Indiani e , quel che è peggio, non ci curiamo di comprenderli. Essi non ci comprendono perfettamente, ma è certo che essi sanno di noi molto più e molto meglio di ciò che sappiamo di loro. Così l'abisso che ci separa e venuto vieppiù allargandosi , e noi crediamo essere esatto, ciò che in realtà è contrario alla verità. li sentimento _anti. britannico degli Indiani è stato, in verità, esagerato da alcuni allarmisti , ma non è meno profondo e ci obbliga a posarci la questione: e se fosse un'altra ribellione? - Bisogna beni! distinguere che questa rivolta non ha il carattere dell' alti·a c:he l::i precedt!tte , e poichè non ha carattere militare e non è scoppiata fra e per opera di militar'i, non può essere chiamato ammutinamento. D'altra parte è. poco possibile che un 3mmutiname1,to o una rivolta indiana abbiano una quakhe probabilità cl succcs_so. [I sistema ferroviario dell' [ndia è un serio ostacolo ad una intesa indiana contro la I redominanza inglese. La forza reale degl' indiani stà nella loro immensa superiorità numerica; il loro numero è un'arma che è inerte nelle loro mani , solo in grazia del loro carattere orientak. Pratic:.,mente una sola classe insorst: nel 1875. Che cosa sarebbe se tutte le nazionalità e tutte le classi si sollevassero contro gli [ng-lesi? Noi ci troveremmo disarmati di fronte a loro come l' uomo di \Vells di fronte alle armi dei Marziani. C'è da rimanere sorpresi nel vedere quanta gente crede che 11oi abbiamo beue provveduto agii interessi lnglesi mantenen doci una forte armata. Questo in verità è bène; ma è anche meglio· il provvedere tenendo le polveri asciutte. [I tentativo di boicottare il commercio forestiero e specialmente l'inglese, è fall.to; e non ci sarebbe da sorprendersi se ne venisse anzi una reazione a fovore delle merci inglesi. Ma il roovimento n'.:Jn è puramente economico. È un prodigio politico che non è apparso mai prima d'ora in India. Esso prova per la prirna volta la capacità degli Indiani di vivere t: progredire al di fuori di ogni ingerenza del governo Britannico. E lo spirito che anima il movnnento è in moltè parti intenso e, sia pure tacitamente, anti-Britannico. Neppure al tempo Jel primo ammutinamento il sentimento anti-inglese ora tanto accentuato. La tendenza generale del movimento in Asia è di dare agli Indiani la coscienza che essi sono su la linea di un gigantesco movimento continentale, il cui uitimo scopo è di liberare l'Oriente dalla predominanza degli occidentali , e lasciare l' fndia e la Cina avviarsi alla realizazione dei loro idea-li con i loro mezzi e su la loro via. Questo è l'ideale caramente carezzato dai più ardenti patrioti; ed è ora apertamente con - fessato clallil grande m.1ggioranza dei cred..:nti indiani. li tempo non è ancora venuto. Perchè l' emancipazione arrivi alla sua maturità ci vorranno cinquanta e forse anche cento anni. E generalmente ammesso che questo è un processo lento e che dovrà svolgersi sotto gli auspicii inglesi , o non si svolgerà. Ma è unanimemente ammesso che il tc:rmine

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