298 RIVISTA POPOLARE scuote tutte le fibre del corpo e conquide tutte le en~rgie dello spirito, la prima idea balena. il disegno appare, l'immagine sorride alla mente agitata, agli occhi accesi del!' artista: il capolavoro immortale è sorto, ma a quel fugace momento deve succedere un lungo periodo di elaborazione cerebrale e di esecuzione materiale, nel qua]e l'artista concreta, svolge il pensiero. l'idea, l'immagine prima, forma, coordina, adatta, determiaa il disegno, compie ed esegue l' opera sua e: dopo nell'ansioso sforzo di rendere così come gli arrideva il fantasima d'arte, nell'inquieta insaziabile ed inappagata ricerca della perfezione , ritocca, cesella, corregge, tr13sforma, lottando con la parola manchevole o con la mano ribelle. E spesso da questo lavorio di ritocco impreviste combinazioni, nuovi sviluppi e feconde innovazioni sorgono, donde esce quasi trasfigurata la primi ti va concezione. Nel fuggevole atto della ispirazione, dnraute il processo di concepimento e di elaborazione l' artista può rimanere autonomo , ma è assai ral'O. Anche il genio è nn uomo e anch'egli non pnò sottrarsi alle speciali condizioni dell'ambiente in cui si trova, ·alle persone che lo circondano ed in cui s' imbatte, alle voci delle cose che penetrano nel sno spirito e che egli accoglie, interpreta, tras5gura, alle impressioni personali e del niondo esteriore che compone, trasforma, avviva di una vita immortale. Acnhe il genio è uomo e l'opera sua, che è tlll prodotto naturale, per qu.anto subli~e e celeste, serba come il rifl.e~so dell'ambiente intellettuale, scientifico, familiare, porta le stigmate del suo passato ereditario ed atavico, i segni della razza, dei costumi e dei tempi cni appartiene, l'eco di tutto il mondo interiore, affetti, sentimenti, amori, odii , tendenze, aspirazioni. Vi è cosi nell'opera d'arte prima di ogni altro la part€cipazioue involontaria, anonima, inconscia delle cose: uno spettaeolo , una scena , nn ricordo, una leggenda, un incontro casuale, un oggetto danno all' artista la prima ispirazione, la prima idea al sno capolavoro, cooperano e collaborano con lui l Scarlatti sente il suo gatto passare sulla tastiera del clavicembalo e concepisce la famosa b<}llata , l'Alfieri osservando alcuni arazzi che rappresentavano la storia di Cleopatra, ha la prima idea della tragedia sulla voluttuosa regina, Volfango Gothe guardando in un' o8teria di Lipsia un rozzo quadro raffigurante l'antica leggenda de! Dottor Fanst, pensa al suo immortale dramma che assorbì tanta parte della sua feconda, lunga e serena esistenza. Il gatto, gli arazzi, il vecchio quadro, l'antica leggenda sono gli inconsapevoli, muti ispiratori e cooperatori del genio , sono come il seme disperso che porta il vento, come il raggio di sole che ferma sulla lastra l' immagine e che feconda. Ma con questa collaborazione primordiale, muta, passiva, direi quasi morta, concorre quella palpitante e viva, che anch' essa può qualche volta essere indiretta ed inconscia, ma che è per lo più illlmediar.a , diretta , consciente, fino a dìventare fusione completa di isl'.,irazione, di concezione e di elaborazione, completo, connubio di due diverse individualità che si associano, si assimilano, si assorbono nella produzione dell'opera d'arte. Quale varietà dunque e quanta molteplicità di combinazioni, di atteggiamenti, <ii gradazioni. + Uno dei fattori principali, è facile comprenderlo, è rappresentato dalla donna: dove · essa non penetra . .dove non passa lasciando il soave rimpianto della sna carezza, l'effluvio sottile del suo bacio, lo schianto desolato del suo abbandono? - Madre, figliuola, moglie, amante sopratutto, nella vita del genio, come nella vita di ogni uomo, la donna passa, angelo o demone, amando, ispirando, · collaborando , confortando , avvelenando: un coefficiente importantissimo apporta come madre, giacchè è quella che alimenta il genio del suo latte, lo stringe al seno fanciullo, ne ascolta le prime parole , tra le sue br&.ccia lo accoglie stanco e disfatto dalle battaglie dell'arte o radioso nella invidiata rinomanza, tenue come figliuola, minimo come moglie La madre dell'artista è la regina della casa, le tenera moglie dei suoi figliuoletti, la consorte affettuosa, devota, fedele, più o meno , null'altro: nella esistenza del marito, specie in rapporto all'opera sua è un episodio, una figura trascurabile, un personaggio secondario, spesso è soppiantata dall'arte, quasi sempre dall'amante. Vi sono state indubbiamente mogli ispiratrici, collaboratrici, cooperatrici, ma come presto e come spesso spodestate e come e qnanto hanno sofferto ! Gli affetti domestici, le calme gioie del fofocolara, la intimità della casa non sono fatti per l'artista, che da essi raramente sa trarre la sua ispirazione, raramente vi ritrova il terreno fecondo per le sne concezioni e pei suoi sublimi sogni e se pur non bastassero le irrefragabili. prove che si raccolgono da tutte le m~morie biografiche ed autobiografiche e dagli epistolarii, a comprovare ciò sta il fatto che qnesto acuto dissidio tra la famiglia e l'arte hanno studiato e rilevato gli stessi artisti con le loro opere ed anche in esse la casa cede il campo all'arte, la moglie all'amante, gli effetti domestici alla estranea ispirazione Senza accennare tra i tanti, ad Animl solitarie, ed a La campana sommersa dell' Hauptmann, a Peuu, de Chagrin di Balzac ed a Quando noi mm·ti ci destiamo dell' Ibsen, mi limiterò a ricordare la Gioconda dee nostro d' Annunzio 1 in cui Gioconda, la bellezza ispiratrice dell'artista alla moglie di Lucio Settala che va a ritrovarla nello studio di scultura del marito, lo dice apertamente: « Questa non è una casa1 gli affetti· familiari non hanno qui la loro sede, le virtù domestiche non hanno qui il loro sacrario » e procla mando che la statua è sua, che le appartiene perché è fatta della sua vita, la scaccia. La moglie dunque ha nn crudele destino nella vita dell'artista, il più triste per una donna, qnello cioè di vedersi trascurata per l'arte, peggio ancora, per un'altra donna , e se ha il soprav-vento sulla moglie si può comprendere quale forza e quale predominio debba esercitare l'amante nella esistenza dell'artista. Essa è la ispiratrice inconsapevole, come Laura, riempie tutta una vita spirituale, come Beatrice, passa come un turbine devastatore e squassante, come 13: Sand per Alfredo de Musset, é la soave consolazione nel tristi autunno degli auni, come Vittoria Colonna ; e nella
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==