RIVISTA POPOLARE 255 µae-;e. Sarebbe il trionfo della sincerità ed a scadenza più o meno breve q1iello della libertà; poichè nel regre8so verso l' o::icnranti::nuo e la tirannide politica e religio::ia ne~:-1un 11 oramai i,iù ci crede. Oi0, affenua, ad P,rnmpio, anche il Cor1·ie1·edella Sera (22 maggio). Il q 1nde in un commPnto maliuconico alla ri11nnzia dell'a vv. Bonomi si rammarica di quell'evento per cui noi ci rallegreremmo. Esso afferma che l' intervento dei cleri.cali alle 11rne col loro programma e coi loro nomini provocherebbe necessariamente la. formazione in Italia, come in Francia , dal blocco liberale desLinato a vin• cere ; ma che ciò verificandosi i moderati e i conservatori italiani rimarrebbero presi fra due fuochi e schiacciati tra il blocco liberale da un lato e i clericali dati' altro. La previsione ci sembra giusta e conduce a qnest:t conchinsione: dell'equiv•oco attuale i soli a trarne giovamento sono i moderati ! Conscio della situazione rea.le - Il Corrie1·e non ha provato alcun eu tusiasmo µel farn0so telegramma dei moderati di Montecitorio all' avv. Rota. Lo riproduciamo perchè è caratteristi_;o e merita un nostro breve commento. Quando si seppe che l' avv. Rota si era deciso ad accettare la ~andidatura gli pervenne q11esto telegramma: On. avv. Rola - Bergamo e Vincitore o vinto, noi vi mandiamo oggi il nostro saluto riconoscente perchè ispirato da. tl!l altissimo ideale ~onsentiste ad affermare nel co.llegio di Bergamo, che fo di Si lvio Spaventa, il µe11siero glorio8o dei nostri uiae tri, i quali insoffe~enti di ogni intollera.nza, proclamarono la piena libertà di coscienza e cou la legge delle guarentigie, as8icurando l'indipendenza del potere spirituale, insegnarono e prat.icarono sempre la dottrina delle religioni libere nello Stato Sovrano. > Firmati : Antonio di Rudini, Luigi Luzzatti , Cesa·re Fani , Pompeo Molmenti, I maligni dissero subito che questa el'a 1tna mossa abile parlamentare dell' oo. Di Rudinì per prepararsi a raccogliere la successione del.I' oo. Giolitti. Così lo comprese anche il de-,tinatario, che preferì mo8trarsi scortese all'essere sospettato di poca fede ministeriale. L'avv. Rota, perciò, ringraziò i sottoscrittori del telegramma ma dichiarò nel lo :;tesso tempo che egli avrebbe militato, se eletto, nelle fila dei ministeriali. Ohe si deve pensare di questo telegramma teatralmente bellicoso e italiano ? Noi francamente lo r1 teniamo un espedieo te di politica parlamentare, qnantunq ue. non riubbiosi sui sentimenti unitari dei firma• tari e specialmente di quelli dell' on. Di Rudini , che con ben altri modi afferruolli in Patermo nelle giornate di settembre 1866. Noi diffidiamo, però, della energia dep:li on. Budini, Luzzatti, Fani e Mohnenti e temiamo che ben altre fibre occorrano per combattere il pericolo clerieale. Oollo invocare il nome glorioso di Silvio Spaventa non si JJUÒ riusc-ire a fare ritornare sui banchi della Desfra quella forza di carat-. tere, che colla sua scomparsa ei;ulò dagli stessi banchi. Intanto in questi tempi di strane contraddizioni e di voci ancora più strane constatiamo un fcitto e raccogliamo una voce. Il fatto è qnesto: il deputato Oameroni, il più sincero dei dep11tati clericali ha gridato nel Consiglio comunale di Treviglio: Viva Roma capitale d'Italia I La voce è ancora più strana : si dice che il cle1·icale Bonomi non vada a messa e che il Uberale Rota ci vada ogni giorno ... + Rivoluzione Russa e Duma. - Accade in Russia un fenomeno che vale la µena. di essere pre~o in considerazione. La Duma ed il popolo cominciano a parlare due diversi linguaggi. Ma è ancor questa la Duma che risolverà la questione controversa della autorità. che deve reggere i destini della Russia. La presidenza del Golouvine e la preponderanza del par tito Cadetto tendendo a fare della Duma uno strumento regolatore invece che innovatore, tolgono a poco a poco alla Duma stessa ogni efficacia politica. Ancora due Dume simili, e questo organismo che fu creazione e volontà di popolo sarà tanto lontano dal popolo stesso quando lo sono il « Consiglio dell'Impero > o il gabinetto di Nicola II. Sembra che la maggioranza dei componenti Ja Duma non abbia capito quale è la via che essa deve percorrere; qual carattere deve assumere essa, quale atteggiamento tenere di tronte al popolo e di fronte allo 'l'sar, Si capisce un parlamento re~olatore, moderatore, che segne le vie della lenta e pacifica evoluzione nella sua opera legislativa, in qnei paesi d'Europa dove l'impero della burocrazia, e l'arbitrio poliziesco non sono cosi assoluti come in Russia; si capisce il parlaipento che legifera tenendosi dentro i limiti di uno Statuto che - in un modo qualunque - è stato accettato dal popolo; non lo si può capire in un paese dove, alla fine dei conti, l'autorità di esso non solo bilancia, rna annulla la volont:\ del paBse e dei suoi eletti. Diciamo eletti e non rappresentanti perchè gli eletti alla Duma non rappresentano il popolo russo. Ciò che è logico, ed è naturale che sia, in Inghilterra, in Francia, malgrado le magagne anche in Italia, non è logico , non è opportuno, non è efficace in Russia. La prima Duma aveva la coscienza di qnesta. verità politica, verità che scaturisce dalla situazione, e dallo svolgersi dei fatti sociali e s'. avviò ad essere qualche cosa di più che una semplice accolta di bravo persone formL11anti dei desiderata, che possono anche, che sono anzi, metodicamente respinti, quando oltrapassino ciò che allo Taar ed ai suoi intimi consiglieri - partigiani tutti della autocrazia - sembra dovere aprire veramente nuove vie al progresso politico e sociale della Russia; sembra rendere possibile un vero regime costituzionale. E , proprio perciò, la prima Duma fu sciolta. Il conflitto col governo, il dissenso d' intenti fra Duma e T::;ar è permanente, era allora acuta e dovrebbe esserlo oggi, se q nesta seconda Duma avesse Ja coscienza del suo vero carattere. Ma la minaccia dello scioglimento, minaccia che il governo tiene come una spada di Damocle sospesa su questa Duma l'ha ridotta a più miti propositi; le ha consigliato di parlare piuttosto che di agire. E di parole, e di dis~orsi questa seconda Duma non e stata avara: . anzi è diventata tanto bene pm·lamentare che si è assistito . allo scambio di volgari invettive fra deputati, invettive volgari provocate da una questione personale, ed alla violenza dei deputati di destra insultanti la Camera, e resistenti alle intimazioni del presidente, che per· conservare una parvenza della propria autorità ha dovuto togliere uno seduta. e Il desiderio dello Stolypine - si dice - è quello di cooperare sinceramente con la Duma, all'opera di rigenerazione della Russia>. Ma questo è fuori d'ogni dubbio. Noi non crediamo lo Stolypine un mostro di ipocrisia : qUesto desiderio in lui è sincero e lo era anche prima dello scioglimento della prima Duma che pure fu voluto da lui: tutto 8tà a vedere in qual modo lo Stolypine intende avviare alla rigenerazione della Russia, e che cosa intende per questa rigenerazione. E per trovare la ragione del conflitto è opportuno altresi vedere come intende - o come dovrebbe intendere la Duma questa rigenerazione e per quali mezzi conta arrivarci. E la ricerca non è difficile. La prima Duma, lo indicò chiaramente, e chiaramente lo indicò Stolypine sciogliendo appunto la prima Dnma. Rigenerazione, per Stolypine e per i partigiani della autocrazia significa avere in paese abbastanza tran. quillità per potere ottenere un forte prestito all'estero;
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