Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 10 - 31 maggio 1907

RIVISTA POPOLARE 271 colando che le biblioteche popolari dovrebbero es~ere affidate ad un funzionario tecnico si, m,a con grado inferiore a quello di bibliotecario , e che tre persone sono sufficienti per disimpegnare il servizio, si può ritenere che complessivamente fra materiale, stipendi, rilegatura, cancelleria ecc. 10,000 lire all' anno sarebbero sufficienti per ognuna. Aumentando di un milione il bilancio della P. I. si potrebbero istituire le prime cento biblioteche popolari , che potrebbero aumentare di numero senza ulteriore spesa per lo Stato, se le provincie e i comuni fossero man mano chiamati a contribuire nelle spese del loro mantenimento. La scuola primaria rigenerata , e le biblioteche popolari che continuino, sviluppino e perfezionino l'opera della scuoìa: ecco il mezzo di provvedere efficacemente al miglioramento morale e civile del popolo italiano. ORAZIO VIOLA Gli uomini ch·e uccidono (i) Alessandro Dumas, figlio, scriese un libro- Sll e le donne che uccidono :.. Saverio Montepin proclamò : < se ti6a moglie ti tradisce uccidila>. Secondo quegli scrittori insigni parrebbe fossero soltanto, o specialmente, le donne quelle che ammazzano gli uomini, e tradiscono i mariti. Niente di più falso, e niente di più inopportuno e dannoso alla società che lanciare alla leggera frasi sonanti e teorie inconsulto, le quali propalate dalla starupa, il volgo sciocco impara e ripete come tante verità inoppugnabili. Ogni giorno ed ogni ora non si han no che a deplorare delitti di sangue, non di doune in odio ad uomini, ma di uomini in odio a donne. Con tanta libertà di coscienza e di pensiero 1 la donne è dunqne sempre la schiava dell' uomo , un essere a lui di gran lunga inferiore? I casi orribili di morti violenti di povere donne, ad opera di uomini , segnano in Italia un crescendo davvero spaventoso. Contro creature deboli, inermi, si ha la suprema viltà di adoperare bestialmente o bastoni, e coltelli, ed armi da fuoco, e non solo ne' bassi strati soeiali, ma anche tra le persouo cosidette civili e di una certa coltura - Olivo e De Medici insegnino. U oa volta si diceva che il delitto obbrobrioso del veneficio, più che dagli uomini dalle donne si perpetrava: « Universaliter si de veneno data suspicio sit in viro et ìn f oemina, urgentius est in f oemina quam in vfro > • Ora, col progresso e col gesuitismo, la cosa sembra inversa, ad fraudes convertitur anche l' uomo. Il De Medid di Milano è accusato di avere avvelenata la moglie. !.ppena un esecrando delitto di sangce si scopre , si fa di gran rumore; ma da noi le novita durano tre giorni, e (1) Quest'articolo, che esigenze di spazio ci. hanno costretti a rimandare da circa un anno, piglia le mosse da avvenimenti di cronaca oramai remoti ; ma le considerazioni che da quei fatti l'A. trae, sono, purtroppo, sempre di attualità. poi, a poco a poco tutto torna al 'lUietismo ; su tutto la ìndifferenza canta la ninna-nonna. Corti eccidi cominciano i giornali ad intitolarli e delitti passionali >, e fidscono glì av;ocati col rintronare di 'luella frase stereotipata od abusata le orecehie doi giurati , facili ad esse1:ne imbrogliati, perchè poco appwfondite le menti di studi giuridici. e Oh ! libertà, quànti delitti non si commettono in tuo nome!> Lo diceva Madame Rolland nèl supremo suo momento d'angoscia, di fronte alla sta~ua della libertà, sentendosi in nome della libertà tratta al patibolo. Se non di delitti, certo di incitamenti a' delitti è ma1lre, sia pure incosciamente, anche la libertà di stampa. Perché quando accadde un fatto di sangue , perdesi il giornalismo, a saziare la morbosa curiosità delle folle, nel descriverlo con tanti minuziosi particolari? Perchè, specialmente nelle piccole città di previncia, ha talvolta· la libera stampa, nel rendiconto di un clamoroso processo, l' ingenuità di prestarsi a rendere servigio a qunsto, o a quel difeusore, magari velando, o tacendo tutta la verità? Nelle menti deboli potente è la suggestione. Narrate di suicidi, e troverete in aumento gli Etanchi della vita, di delitti ·e pure 1 delitti aumenteranno. Non per nulla le leggi antiche, canoniche e civili , vietavano al ~uicida la sepoltura iu luogo sacre: l'esecrazione al cadavere non era ira nemica sopravivente alla morte, ma era piuttosto diret~a a distogliere altri da farsi ingiusti contro sè stessi. * " .A.. Milano, fra gli uditori più assidui al dibattimento di Alberto Olivo, che aveva uccisa la moglie, rìducendone pei a brandelli le misero carni, gettandone i precordi in latrina, e portandone, con ributtante cinismo, le ossa in una valigia a disperd~re nel mare lontano di Liguria, - di quell'Olivo, uhe, come si sa, per una anomalìa di nn iniquo verdetto, se la cavava con la condanna a soli dodici giorni di deten zione, - era tal Giuseppe Pavon da San Giorgio di Nogaro. ~he da mosi e meci mancava dal paese, perchè emigrato sui lavori di Germania. Ebbene, appena rimpatriato il gaglioffo, pieno il cuore e la mente, delle belle cose udite e vedute in quel sinedrio, conduce, tutto vezzi e moine, come un innamorato de' chiarori della luna e dello scintillio delle stelle, la giovane sposa, di notte, per la campagna deserta, la bacia, l'accarezza, la stazzona, con lei giace e s' adagia in una fratta, e poi, e poi d' improvviso a stillettate la ferisce replicatamente a morte, sordo alle sue grida e a' suoi pianti, e se o~ va, ma fatto un tratto di via temendo avesse ella potuto an-- ' ' cora vivere, ritorna su suoi passi, e veduto che la respirava ancora, peggiore di tutti i Maramaldi, la finisce. Quindi come niente fosse il cappello sulle ventitre, bussa ' . all' uscio di un bettoliere per un _bicchierino d' acquavite, e, ceutellinandola - e Dio sa - esclama - qu.anto tempo dovrò stare senza berne dell'· altra ! > e E perchè? > e To' I perchè ho ammazzato mia moglie , e adesso vado a mettermi in mano dei carabiuieri ~ . E tutto ciò con calma, e ciera nè turbata, nè lieta, senza un rimpianto. senza la punta di un rimorso o di un pen-

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