RIVISTA POPOLARE 263 L' indic,tzione è chiara , perchè scaturisce dalle cause delle condizioni attuali della Sardegna. Questi mali sono di diversa specie, ma nella loro azione tutti convergono e reagiscono reciprocamente nel perpetuare una inferiorità economica, intellettuale e morale che non è esclusiva della Sardeona ma • h ' e com~ne a gran parte d'Italia. Maleficamente ::1giscono in Sardegna specialmente: la siccità, le inondazioni devastatrici <lei torrenti, la malaria, l'analfabetismo, la tradizione e la conseauenza di lunahi 1. 1· l O ti seco 1 e 1 ma governo. Per la rigenerazione· dell'isola, perciò, occorrono: b diminuzione della pressione tributaria, la buona e sufficient€ viabilità, la bonifica delle terre, il credito a 611011 111.ercato, la lotta contro l' analfabetismo. I mali si aggraverebbero o riuscirebbe inefficace il .provvedimento - in ciò sono di pieno accordo col Sergi - se si procedesse alla colonizznione della Sardegna con lavoratori importati dal continente. Lo riconobbe più di venti anni or sono il Salads, nè so comprendere come sia di diverso avviso il Pais. Sono più di cinquant'anni che si parla o si tenta la colonizzazione : con la convenzione del 10 Febbraio 1856 infatti il Conte di Cavour concesse alla Casa bancaria Bormida e Barbaroux 60000 ettari di terreni di libero demanio ed ademprivili; ma senza risultato! · Che cosa ha fatto il governo italiano; che cosa hanno fatto i deputati della Sardegna ? Per il passato remoto ben poco o quasi nulla : il governo vi ha fatto atto di· presenza coll' esoso fiscalismo e col. carabiniere. Il governo in modo speciale esercitò la sua azione pernidosa col mandare in Sardegna i peggiori funzionari, come in luogo di punizione. Il metodo non poteva riuscire più_ disast~oso: servì ad assicurare la impunità dei dehnquent1, a creare nuovi pervertimenti, a discreditare il principio di autorità, a rendere diffidenti, spesso ostili le popolazioni verso i rappresentanti del governo .. Il male è di data antichissima e rimonta agli Spagnuoli ed ai primi anni del dominio piemontese, se pur non si voglia risalire ai tanti Y_ en:e, che Roma scagliava come flagelli sulle provrnc1e soggette. I Sardi protestarono sempre; e· il Mannu, autorevolissimo, tra gli altri scrisse tanti anni or sono: (< Mostrossi anche· in quel Ministero del Calamandrana, se non la prima volta, almeno più scopertamente l'imprudente consiglio di destinare aali uffici secondari in Sardegna persone di pericolan~e e qualche volta delittuosa gioventù o di male sperato ravvedimento , nate in altre provincie dello Stato ... Giungea perfino la confidenza ad annunziarli aperta men te per mal erba negli spacci ministeriali ». Cosi il governo Italiano stoltamente per tanti anni praticò verso ]a Sicilia e verso il Mezzogiorno. Laonde per la Sardegna mi pare che non abbiano torto coloro che propongono l'invio di buoni funzionari nati nella stessa isola, che ne conoscono i bisogni, le tradizioni , i pregiudizi , i difetti e che pur l'amano perchè è la patria loro. Ma Giuseppe Sergi è ingiusto quando afferma e generalizza in modo assoluto: « governo e deputati sono concordi nel non far niente per la Sardegna e nel non ascoltare la voce che sorge dai mali che gravano sulla povera isola ..• Io non ho saputo mai che un deputato di coteste regioni diseredate siasi occupato con amore con entusiasmo della miseria economica ed intellettuale che premono su tali regioni, 1Jtai ... (pagina 180 e 181). Questo è assolutamente contrario alla veritù. Per tanti e tanti anni si levò nel Parlamento subalpino priri.1a e poscia in quello it:tliano la voce severa ed onesta di Giorgio Aspironi ad j 11 voca re giustizia per l' isola natia; la ridomandò il Salaris _nella Relazione dell'Inchiesta agraria; innumerevoli discorsi, e spesso vibratissimi , guasi rivoluzionari, più da recente pronunziarono llella Camera vari deputati Sardi e specialmente il Garavetti e il Pala, il Pais e il Cao Pinna; due volte 1888 e nel 1889, se non erro, i deputati sardi collettivamente présentarono memoria al Governo indicando l' u raenza di alcuni provvedimenti; e molti e Jettao·ltni e . o buoni ne richiese il Pais nella pregevole cennata Relazione del 1896~ Per tanti anni il governo fu iniquamente sordo; ma non da un decennio in quà e sarebbe ingiustizia non riconoscerlo. Una legge importante in favore della Sardegna fu votata nel 1897, altra nel 1904; alla Sardegna vanno estese le disposizoni della legge sul mezzogiorno del 1906; ed un'altra legge supplementare esclusin per la Sardegna nella quale sono riprodotti gii àrticoli migliori delle leggi per la Basilicata e per la Calabria, sta dinanzi al parlamento Assai più equanime si mostrò un illustre figlio della Sardegna, il Solinas Cossu, che avverti i propri concittadini che oramai era tempo che essi si destassero e si avvalessero dei mezzi che lo Stato colle leggi del 1897 al 1904 e del 1906 aveva messo nelle loro mani per assu.rgere a vita nuova e meno ·infelice. Il Sergi ha ragione quando afferma , contro il fanatismo unitario, contro l' uniformità legislativa, che io combatto da trent' anni entro e fuori della Camera, che « un trattamento eguale a regioni disuguali diventava non soltanto ingiustizia, ma errore dal punto di vista pratico ; perchè mentre una regione poteva sentire i benefizi dell' unificazione, l' altra ne sentiva il peso e il disagio ». Ma le leggi succennate per lo appunto non sono leggi uniformi al resto d'Italia, ma speciali per la Sardegna. Come l' ha potuto ignorare il Sergi ? Il Sergi che ignora il significato e l' importanza delle leggi speciali già votate che solo ora cominciano ad applicarsi, sconfina nell' utopia affermando che alla Sardegna con poteri eccezionali, illimitati, indipendenti dai ministri dovrebbe essere preposto un uomo che i.ntenda la missione civilizzatrice - un uomo dotato di tutte le buone qualità di pol_itico sagace, di valente amministratore con mente alta e con cuore essenzialmente buono « che per alcuni armi esercitasse la sua azione, come missione civile, con sentimenti umanitari, con amore paterno, ed iniziasse una nuova era elevando la vita intellettuale ed economica ». Questa ·non è che l' utopia spenceriana del dispositismo scientifico, irrealizzata e irrealizzabile, perchè non si è trovato sinora e forse non si troverù mai nè in Italia, nè altrove questo superuomo che possa incarnarla. Perciò non si può e non si deve contare e sperare che nelle bontà delle istituzioni e dei provvedimenti; giammai in un uomo .:he potrebbe essere cercato con un miiione di lanterne di Diogene senza essere ritrovato mai.
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