210 RIVISTA POPOLARE mi pare che i due documenti siano per sè stessi troppo eloquenti ; non mi fermerò a contraddire alla fallacia di certe interpretazioni restrittive che alcuni proprietarii vorrebbero fare del documento dell' r r marzo; mi limiterò solo a dire come i più crudamente logici e franchi siano coloro che non si peritano di dire che: in tempo di guerra è lecito venir meno anche agli impegni assunti. Ma giudichi il lettore spassionato se certe teorie debbano partire proprio da quella classe che, per coltura, per educazione, per condizioni economiche non ha attenuanti di sorta quando manca, per ipotesi, alla fede promessa. Ed ecco i due documenti in contradizione, emessi dalla consociazione argentana a 36 ore di distanza. Omettiamo il resto che non ci interessa, e ci fermiamo ai due articoli che si contraddicono sullo stesso oggetto. <e Argenta 11 marzo 1907. (oniissis) DELIBERA Art. I. di mantenere senza alcuna restrizione le concessioni fatte, e le migliorie espresse nel concordato 29 ottobre 1906, e successivamente stabili te dalle singole commissioni riguardo ai patti di mezzadria, boaria e terziaria ». <e Argenta 13 marzo 1907. (omissis) DELIBERA Art. 2. Che l' ufficio di collocazione delle terre sia deferito esclusivamente alla consociazione dei proprietarii per la ripartizione di quelle che i proprietarii dichiareranno volta per volta di destinare ai terziari avventizi ». Con la prima deliberazione, i proprietari accettano l' ufficio misto di proprietari ed operai ; colla seconda, vogliono l' ufficio composto di soli proprietari. E che la questione vitale - come dissi - che oggi tiene sul piede di guerra proprietari e lavoratori terrieri in quel di Argenta e su cui è rivolta l'attenzione d'It--llia, sia questa_ dell'ufficio di distribuzione delle terre, è così vero che anche l'ultimo tentativo fatto, con lodevole spirito di conciliazione, dal Sindaco di quel municipio per pacificare le parti contendenti, ha avuto esito negativo perché i rappresentanti degli operai volevano mantenere detto ufficio, conformemente al concor~ dato 29 ottobre 1906 integrato col lodo Giglioli e riaffermato col mandato del giorno 1 r marzo u. s; mentre il mandatario dei proprietari manifestava diversi se non opposti pareri. Concludendo Noi pensiamo che, per gli errori commessi i . . . . . . . ' propnetan argentam sians1 posti 10 una posizione morale molto discutibile; e quel che più impressiona è che ~oli.dale, di q!-1esti_error~: si è resa pure 1~ consoc1az10ne propnetana dell intera provincia di Ferrara. Sarà ciò un bene od un male ? Varrà - questa solidarietà - ad evitare che il grave sc!opero arge~tano si propaghi, nella prossimo estate, 111tutta o m buona parte della provincia? Può avere ragione tanto chi l'afferma che chi lo nega ... Se i proprietari cieli' Argentano cedevano o cederanno -- si dice da una parte -- avremmo avuto od avremo uno sciopero egualmente esteso perchè, negli altri centri, si avrebbe poi voluto quel che si sarebbe chiamato « patto di Argenta ))' vale a dire, la consacrazione del temuto principio dell'ufficio di distribuzione delle terre. Se i proprietari dell'Argentano non manteranno i patti - si risponde dall'altra - lo sciot,)ero si estenderà per evitare che ai fedifraghi possa venire il soccorso promesso. La situazione è grave, e nessuno può prevedere quel che accadrà. Noi però avremmo preferito che se i proprietari d'Argenta e quelli deila provincia intera (tra cui è pure modestamente chi scrive) avessero voluto ingaggiare una lotta ad oltranza sopra un principio che può menomare il diritto di disporre liberamente delle cose proprie, avessero ciò fatto a caso vergine ed impregiudicato. Ma non possiamo chiudere queste note senza assurgere ad una considerazione che è una grande attenuante per gli e -rori commessi dai proprietari argentani. Lo sciopero agrario cbe si proclama alla vigilia della semina o del raccolto e può portare alla perdita irreparabile d' ingenti capitali, non escluso il bestiame che viene abbandonato, non può essere considerato alla stregua di ogni altro sciopero cbe dà tempo al capitalista di pensare, con più calma, ai casi suoi. Lo sciopero agrario, può, sotto questo aspetto, assumere talora la forma del ricatto: certo, una delle parti subisce, non accetta condizioni. E se il proprietario terriero è stato finora un sovrano assoluto di fronte al lavoratore della terra, isolato, ben venga e presto una legislazione, inspirata a sensi liberali, a portare anche in questo importantissimo ramo della umana attività, un po' di regime costituzionale. Ferrara 25 aprile 1907. PROF-. IGNAZIO BRUNELU della Università di Ferrar.i ~arigatteria d' Annunzian Per la commemorazionedi G. Carducci Sono trascorsi due mesi <lacchè Giosue Carducci è stato portato all'estrema quiete nella Certosa di Bologna, e l'incostante fantasia degl' italiani continua ad agitarsi in cerca di nuove forme di declamazione e di adulazione molesta. Giaceva ancora in tatto il cadavere del Poeta; ed abbiamo assistito ai ludi funebri della rettorica, ed abbiamo udito le sonanti parole. Tutti han voluto parlare. Ed ora, per importuna sollecitudine, si fa di peggio. Si tolgono gli antichi nomi alle vie, alìe piazze, agl' istituti, per sostituirli col nome del Carducci ; st preparano cerimonie diverse; si sta raccogliendo l'obolo per il monumento. Ma credono proprio i devoti ad ogni costo del convenzionalismo, che tale sia il miglior modo di onorare i benefattori della patria? Credono proprio che il primo pensiero dei vivi adunati presso i~ tomba di un grande estinto debba essere quello d1 raccoglier le pietre, onde si co ~ ,porrà il monumento? Ahimè l non è possibile rompere fra noi la servile tradizione che ogni evento doloroso debba portar seco uno strascico di efimere esaltazioni, le quali nella loro impotenza tentano di adeguarsi alla misura del(eternità. Presto ogni borgata della penisola avra, se non il busto decorativo, almeno una
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