146 R I V I S r A P O P O L AR E <lagnato tutta l'influenza che stavano perdendo col governo liberale, e son tanto saliti in auge da far metter da parte le due leggi proposte dal governo liberale - e a loro tanto ostiche - del matrimonio ci vile, e della educazione laica. E speria.mo, lo speriamo per il progresso e la civiltà della Spagna , che Alfonso XIII riesca a capire che i sistemi e gli uomini di governo che erano possibili venti anni fa non lo sono più oggi. 2.0 Le nuove leggi pe'r l'Irlanda.-Il governo liberale è salito al potere con tutto un piano organico di leggi a favore dell' Irlanda che, fino ad oggi, e grazie allo sciagurato governo conservatore di Balfour anche ultimamente è stata veramente la cenerentola àel Regno Unito. Tuttavia questo complesso di leggi non può essere applicato di punto in bianco. E' necessario che molte sieno discusse, e parecchi deputati irlandesi intendono emendarne-in favore dell'Irlanda-qualcuna che non sembra loro abbastanza liberale. Intanto, e a prova del proprio buon volere, il governo ha accettata la mozione di Hagan per l'abrogazione del Coercion Act. Discutendosi questa mozione il Birrel ( segretario del governo per l'Irlanda) dichiarò che il Coercion Act, costituisce un codice di leggi tiranniche non in armonia col nostro tempo e con gli intendimenti del governo liberale. Naturalmente contro la mozione Hagan e le aperte dichiarazioni del Birre! hanno votato tutti i conservatori ma non sono riusci ti altro che a riunire 83 voti contro 252 che approvarono la mozione. I conservatori sono furiosi per. questo serio scacco a.Ila loro tattica parlamentare, ma sperano che le leggi a favore dell' Irlanda spezzeranno la maggioranza ,liberale. Le loro speranze trovano qualche fondamento in un discorso di lord Roseberry , nel quale ha fatto una critica aspra dell'azione-che per lui si riduce a semplici promesse - del gabinetto liberale. Precisamente nell' Ifome Ru,le gladstoniano Roseberry vede lo scoglio contro il quale si sfascerà la barca della maggioranza. 3° La gue1Ta alla Camera dei Pa·ri,-Passato il Rubicone, non sembra possibile ormai che il governo liberale riesca a tornare indietro I radicali , che forn1ano un assai serio contingente nella maggioranza liberale non disarmano di fronte ai Pari e soltanto il sospetto che il governo voglia abbandonare la lotta contro la Camera Alta li fa diventare furibondi. Dilke presiedette giorni fa una imponente riunione nella quale fu votata· una mozione incitante il governo a non desistere dalla sua lotta. Qnali provvedimenti possa preudere però il governo contro i Pari, è difficile prevedere. Ogni legge, per essere valida , deve essere approvata anche dalla Camera dei Lords. Ora è poco probabile cbe essi vogliano decretare la soppressione del loro potere. Si era suggerito di creare molti Lords liberali, ma il 'Iimes fece osservare, e con fine arguzia e ragione , che i liberali diventati Lords non sarebbero più liberali. Fu ventilato il procedimento di ridurre la Camera dei Lords ad una semplice funzione consultiva, e questo potrebbe essere; ma bisognerebbe che Re Eduardo lo volesse. Secondo una antica legge di Enrico VIII il re può togliere il voto ai Pari : tna se Enrico VIII osava fare i colpi cli Stato lo oserebbe - anche sostenuto· dai Comuni Eduardo VII? E qnesto sembra poco probabile. Dunque? P~re che Oampbell Bannermann si sia cacciato in un vespaio con la sua idea - idea del resto predicata da lungo tempo da J ohn Morley suo collega al governo - con questa idea della guerra alla Camera dei Lords. Guerra logica del resto poichè i Lords mettono il veto a tutte le leggi liberali e sembrano provocare il governo, ma forse era .meglio far la guerra e non dirlo. Avrebbe avuto, forse, un miglior successo. 4° L'01·ganizzazione lmpe1·iale.-La Conferenza Imperiale del corrente aprile, conferenza alla quale convengono i rappresentanti di tutte le Colonie Inglesi avri\ questa volta una importanza eccezionale. Infatti lo schema inviato da Lyttleton ai varli governi co· loniali oltre cont.enere il piano di discussione ed i I programma della conferenza, getta le basi di una stret tis.,irna organiz,iazione Imperi ale che sarà certamente la parte più discussa di tutto il programma della conferenza; si sa d'alt.ra parte, che a questo programma tutti i governi delle Colonie hanno aderito , meno il Oanadà che ha fatto delle riserve, appunto in ciò che concerne questa organizzazione. Lord Elgin, l' attuale ministro delle colonie, ha ripreso lo schema ed il pro· gramma che il Lyttleton inviò nell'aprile del 1905 e, rendendolo anche più positivo, (vedi nostro numero del 15 marzo 1907) tende a stringere legami politici anche più stretti che ora non siano fra la madre patria e le colonie. Poichè questo è vernmente lo s:'opo di queste conferenze coloniali, e se su la questione economica ed a proposito di dazii e tariffe si potranno avere di nuovo le riserve che Seddon per la Nuova Zelanda e Laurier per il Canadà fecero alla conferenza del 1905 è certo che unanime e il desiderio delle colonie di costituire fra loro e lii. madre patria una organizzazione unificata che faccia di loro oltre che un possesso territoriale, ed un mercato per l'Inghilterra, anche una forza po• litica e militare s11 la quale l'Inghilterra possa seriamente contare al momento di necessità. 5° Il prog1·amma della nuova amministrazione Londinese. - Arri vati al potere con un largo corredo di belle promesse di risparmii, e facendo balenare agli elettori la speranza che la tassa municipale su la rendita sarebbe ridotta, i conservatori cominciano a rimangiarsi le promesse, ed a fare svanire la speranza. Il Times senza dir chiaramente che la nuova amministrazione peserà su le spalle dei contribuenti come e più della prima lo fa chiaramente capire. Comincia per dichiarare che l' amministrazio11e passata ha lasciato un debito di 5 milioni di sterline, più venti milioni di sterline di opere e contratti in corso. Per ovviare a ciò si farà un prestito di circa 7 milioni di sterline; quanto alla riduzione a elettriche delle linee di omnibus o cavalli, proposta e preparata dalla passata amministrazione sarà mantenuta. Come pure saranno mantenuti i piani per la costruzione delle case operaie, della fognatura di alcuni distretti, e dei tramways ; la dove si faranno delle economie è a proposito della istruzione; così eleggendo una amministrazione conservatrice gli elettori avranno ottenuto di non pagare meno di tassa su la sterlina, ma di avere meno· scuole e di averle nelle mani dei preti. E certamente non hanno fatto un bel guada~no mutando di amministratori. · 6° La morte dell'ultimo Feniano. Il 17 Marzo p. p. è morto a Dublino l'ultimo supostito di quel manipolo di terroristi che tentarono emancipare con la violenza l'Irlanda dalla soggezione all'Inghilterra, Iorh Leary. Aveva 77 anni e viveva a Dublino quasi dimenticato, ora che, grazie anche ai sacrifici ed alla lotta di lui e dei suoi compagni, l'Irlanda s'avvia ad una situazione politica tollerabile. L'ingratitudine degli uomini e dei popoli è sempre la stessa! Egli sognò e desiderò l'Irlanda assohtamente libera del gioco Inglese e non ebbe mai parola d' in tesa o di amicizia per il grnppo parlamentare irlandese. Col tissimo, pieno di coraggio, scittore brill~nte ed oratore fecondo fu uno dei capi di quel movimento che per qualche anno fece tremare l' Inghilterra. Condannato a venti anni di galera ne passò otto in carcere e li - berato in seguito all' amnistia dovette subìre l' esilio che trascorse a Parigi. Dopo venti anni tornò in patria,
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