Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 6 - 31 marzo 1907

.. RIVISTA POPOLARE DI Poli tic a, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese H,alia.: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno lire 8; semestre lire 4:,50 Un numero separato Cent. 30 ,\mministrazione: C01·soVitt01·io Ema,nuele, n.0 116 - NAPOLI Anno Xlll - Num. 6 ABBONAMENTO POSTALE Uoma, 31 Marzo H)07 SOMMARIO: Gli avvenimenti e gli nomini: Noi: (La politica italiana e la Triplic~-La reazione imperversa dal Vaticano - Per li,. colonia eritrea - La commemorazione di Mazzini a Ravenna· fatta da Colajanni -- Intolleranza anticlericale - La colonizzazione d_elbosco Montello - La politica elettorale in Austria - L'arruffata matassa BalcanicaIl governo russo e la seconda Duma - La conferenza dell'Aja _e la proposta Inglese per la limitazione degli armamentiCose inglesi - Per la morte di Berthelot e per la moralità della famiglia) - La Rivista : Il disservizio ferroviario (Esercizio di Stato ed esercizio privato) - GiovanniFossati: In difesa del personale ferroviario - B. R.: In Polonia-D.r Angelo Landra: Gli studenti poveri - Dottor G. Saeli: L'esodo siciliano - Latini ed Anglo sassoni di N. Colajanni ( I giuditi) - LeonelloDe Nobili: Fra gli Albanesi di Firmò (Note di viaggio) - I-U vista delle lt.lvlste: Sull'autonomia dell'eser - cizio ferroviario (Economista) - Internazionalismo e pangermanismo (Revue Socialiste) - L'oligarchia parlamt.!ntare (Le Courrier Européen) - La mentalità femminile e le razze inferiori ( Journal of Socialogy) - Il servizio consolare in America (Atlantic Monthly) - Argomento di una donna contro l'elettorato femminile (North American Revieiv) - Le elezioni al Reichstag (Deutsche Rundschau) - La lotta elettorale (Deutschland). GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI La polltlea Italiana e la Trlpllee.-Che da un po' di tempo ad oggi l'Italia fosse poco ligia alla Triplice era opinione molto diffusa nella stampa tedesca, ma , mai , prima d' ora si era detto quello che afferma la Hambu1·ger Correspondenz cioè che l'Italia è definitivamente fuori della Triplice. Ci sembra che il redattore della Hamburger corr:a un po' troppo con le sue conclusioni ; d'altra parte dobbiamo riconoscere che nuove ne~essità e nuove circostanze possono determinare nuovi atteggiamenti politici; poichè la politica si fa a base d'interessi nazionali , e non in vista di sentimentalismi più o meno poetici. Vale la pena di esaminare la situazione. Si sa in quali circostanze e per quali ragioni l'Italia si avvicinò all' Austria ed alla Germania formando cosi la Triplice. Si sa anche sotto la pressione di quali minacce ed in vista di quali speranze la Francia si alleò alla Russia , mentre l' Inghilterra conservava quella che, con ampollosa frase, la stampa Britannica chiama va splendid isolation. Poco a poco però la situazione in Europa si è venuta mutando. Prima la constatazione , fatta dalla Francia, che non era facile , nè possibile realizzare quelle tali speranze per le quali Deroulède e la Lega dei Patrioti aildavano ·tutti gli anni a deporre una ghirlanda alla statua di Strasburgo ; poi l'altra con statazione egua·lmente fatta dalla Francia quando avvenne l' incidente di Fashoda che la Russia non si muoverebbe facilmente in aiuto dell'alleata; la Russia piglia quattrini e basta. Quindi la constatazione, fatta dall' Inghilterra che la splendid isolation è una bella frase ma una cattiva politica ; e più tardi la constatazione, fatta dall'Italia, che le altre due potenze della Triplice limitavano un po' troppo quell'azione del1' Italia nei Balcani, azione che l'Italia ha diritto di esplicare. Sommando queste constatazioni insieme si viene a trovare logico che sorgessero nuove circostanze determinanti - se non assolute modificazioni- almeno nuovi intendimenti politici. Bisogna considerare che la Francia è per l'Italia un grande mercato, che l'Inghilterra ha - rapp~rto ~Il' Egitto , al Mar Rosso ?~ a.Il' India - il magg10re mteresse a non avere nem1c1 nel Mediterraneo; e che la Fl'ancia ha tutto l'interesse a tenersi amica l' Inghilterra perchè, volendo operare in Africa, non le capiti la seconda edizione dell' avventura di Fashoda. QueJle constatazioni delle quali abbiamo parlato e queste considerazioni spiegano il perchè della entente cordiale fra l' Inghilterra e la Francia; e del riavvicinamento dell'Italia alla ]!.,rancia. Spiegano anche il perchè l'Italia ha creduto opportuno mettersi in tanti buoni rapporti con l' Inghilterra da permettere a Re Eduardo di chiamare l'Italia amica ed alleata ! ! Se volessimo poi fare appello ed argomenti ~entimentali potremmo ricordare la fratellanza latina , e l'amicizia inglese durante le lotte del nostro risorgimento. D' al tra parte i Pangermanisti non si mostrano so· verchiamente teneri per gli interessi italiani; la nostra amica ed alleata Austria non tiene in molto conto la nazionalità italiana; ma questi sarebbero piccoli nei se non ci fossero Trieste - della quale sarà tempo a parlare, ma è bene pensarci ora, dato il caso che a!la morte di Francesco Giuseppe l'Impero Austro-U.ng&.rico si sfasciasse-e i Balcani, dei quali è opportuno tener conto ora. Si capisce che dopo il disastro della Russia nella ultima guerra la Francia cerchi altrove che nella Russia gli amici; si capisce che dinanzi all'atteggiamento minaccioso della Germania verao l'Inghilterraatteggiamento provocato dal grande sviluppt) commercialA ed industriale della Germania-l'Inghilterra abbia cercato chi possa all'occorrenza darle l'esercito che non ha e chiederle parte della potentissima flotta e che l'Italia abbia trovato di sua convenienza mettersi .bene con chi potrebbe, all'occorrenza, permetterle d'aver mano libera nei Balcani. Ma tutto questo non rompe la Triplice, non giustifica l'accusa d' infedeltà della quale la Hambwrger gratifica l'Italia. Almeno per ora. L' intereise della pace consiglia le nazioni tutte ad

142 RIVISTA POPOLARE attenersi, almeno formalmente, ai loro antichi legami; al tempo stesso però , questi legami non son più tali oggi, da escludere nuove vicinanze , nuovi accordi e nuovi patti : anzi. Saggia è questa politica dell'Italia nel garantire i suoi interessi per l' oggi e per il domani, poichè sarebbe assurdo pretendere che la nostra politica si facesse giorno per giornc, : già fin troppa di questa politica ne fu fatta dai nostri governanti e non certo con_ vantaggio del paese. Via via che l'Italia assumerà. maggiore imP.ortanza su i mercati industriali, che il suo commercio' si svilupperà ; che. riuscirà a stabilire floride colonie, tanto più la politica estera d'Italiana dovrà diventare indipendente, guidata a soddisfare interessi Italiani e nient'altro. Ma questo non significa pei go - vernanti che l'Italia debba proprio uscire dalla Triplice. Stringere accordi con altre potenze , vuol dire agite secondo necessità. per le quali è bene che l'Italia trovi la libertà nella Triplice: questo l'Hamburger e· la stampa tedesca sembrano non capirlo. Nessuno troverebbe strano, per esempio, che la Russia e la Gern1ania si ravvicinassero - e più d'un indizio di questo ravvicina.mento si rivela. - Hanno molti interessi comuni; ne seguirebbe forse di conseguenza che la Germania dovrebbe uscire dalla Triplice? Neppur pE>r sogno. Essa agirebbe , agisce , in modo da sodisfare alle esigenze della sua politica Può darsi che venga un giorno nel -quale all'Italia la Triplice non convenga più: per quel giorno l'Italia deve essersi preparata gli elementi che possono sostituirsi con nuove e più vantaggiose alleanze q uolla dalla quale l'Italia si allontanerà: ed a q11·estodebbono pensare seriamente i governanti italiani, e noi speriamo che, pnr mantenendo ferma l' Italia ai suoi impegni , abbiano sempre in vista quel giorno. • La reazione Imperversa dal Vatlcano.-- N on è una novità che ci annunziate! diranno i nostri lettori. Nè pretendiamo presentarla come tale: annunziando che la reazione imperversa dal Vaticano intendiamo dire che in questo momento più che pel passato essa si sferra sulla buona gente che le presta fede ed ubbidienza. La vittima prediletta del Papa è sempre Don Romolo Murri quel prete impertinente che osò scrivere fieramente al Patriarca di Venezia. Questo di venne Papa infallibile; e il rappresentante di Dio si vendica come un qualsiasi mortale. A Don Romolo Murri, perciò, è stato assegnato un nuovo domicilio-a Gualdo nelle Marche, dove cristianamente forse il Pontefice spera che l' esili gli riesca più penoso. Pio X che aveva costretto il senatore ~,ogazzaro a rinnegare il suo Santo ora pare che si apparecchi a scomunicare una rivista dallo stesso Fogazzaro diretta e che s' inspira alle dottrine di Murri, di Tyrrel ecc. Meno male che l' editore proprietario, duca Gallarati Scotti non andrà in rovina, se sarà costretto, per non disubbidire al sommo gerarca, a sopprimerla. Che tale rivista non vada a genio al Papa risulta chiara.men te da un colloquio del famoso arei vescovo di Milano con un redattore del Giornale d'Italia. Sinora le ire pontificie si erano sfogate contro la democrazia cristiana indigena; ma adesso pare che voglia prendersela con coloro che in Francia in qualche modo la imitano. Pio X ha cominciato col mandare grandi lodi al signor Le Rol presidente del Congresso che la gioventù cattolica francese tenne da recente a Bordeaux. Queste lodi colpiscono il noto Mare Saignier, direttore del Sillon, di cui ci siamo occupati altre volte e ..;heè in aperto antagoniBmo col primo. Il Saignier merita le apostoliche sculacciate; egli osa non trovarsi di accordo col suo vescovo. Si può essere più insolenti di accosì? E intanto in Vaticano si mastica amaro per la minacciata pubblicazione delle carte di Monsignor Montagnini, in segnito alla votazione della Camera francese della proposta J aurès, che tale pubblicazione rnvoca. Curioso! I clericali giurano e spergiurano che tra le carte, del bravo diµlomatiqo pontificio non ee ne sono di compromettenti ; tna tutti gli oratori reazionari, come un solo Montagnini, hanno aspramente combattnto la proposta del deputato socialista. Ma sapete perchè? Pel decoro e pel buon nome..... della repu bblica. E chi oserebbe dubitare della sincerità di questi difensori della repnbblica? + Per la colonia eritrea. - La Camera p1:ima di chiudersi discusse il trattato tra l'Italia la Francia e l'Inghilterra relativamente alie rispettive zone d'influenza e agli interessi reciproci in rapporto ali' Etiopia. Oppositori veri non ci furono; e non ci potevano essere: quanto meno grattacapi ci proc11ra la colonia tanto meglio è ! Ma il trattato dette occasione ai voli lirici degli africanisti: primo fra tutti l'oo. De Marinis. Egli non mancò di fare buone osservazioni sull'abilità spoliatrice dell' Inghilterra ; ma poi conchiuse: l( Quando fra venti o venticinque anni il progresso industriale d' Italia arriverà a quel grado di produzione, che oggi prevediamo, si vedrà se facemmo bene ad insistere su questi interessi per l' incremento dei nostri scambi, per mercati ai nostri prodotti, per nuovi territori alia esuberanza delle nostre popolazioni, e per liberarci del nostro triste primato odierno di aver fondate colonie senza bandiere, le quali, in qualche punto, già perd'Jno il carattere nazionale e l' italico idioma. In Africa, in luoghi dove pochi anni fa era l'inciviltà novella. Emigranti italiani già si volgono al centro , ali' est , al sud dell'Africa. In Egitto, nel Sudan, dovunque, non vi è costruzione ferroviaria o edilizia in cui non siano italiani. Occorre essere partecipi a questa missione di civiltà noi che abbiamo nelle mani po·ssedimenti destinati a prospero avvenire, occorre che, il nostro paese compia ogni opera che prepari la pro sperità ~ la grandezza della patria nel domani n. Qui entriamo nel solito romanzo. GI' Italinni in Africa non vanno che in Egitto, in Algeria, e maggiormente in Tunisia. Ma queste ragioni non ci appartengono; e quel eh' è peggio gl'Italiani vanno dapertutto ... meno nell'Eritrea! Non ci vanno ... perchè il governo non pel'mette che ci vadano. · Sicuro: il governo italiano non permette che vadano in Eritrea se non i Congressisti ed ai tom·isti. E fa bene perchè in tal tnodo si libera della, responsabilità di fare rimpatriare a _proprie spese i lavoratori che volessero andarvi per colonizza.re. Abbiamo i documenti receuti nelle nostre mani per potere scrivere tutto ciò. Pochi mesi or sono un bravo lavoratore di Villarosa (prov. di Caltanissetta) vendette il poco che possedeva per raggingere alcuni suoi congiunti all'Asmara; ma con sua grande sorpresa a Messina gli fo impedito l' imbarc•) sul vapore che va a Mass<rna. Protestò e scrisse al suo deputato on. Colajanni. Questi si rivolse ali' on. Pompilj, che gli risp)se: e non potersi consentire l' imbarco per Massaua He non a coloro che dimostrassero di pos:iedere le somme bastevoli pel viaggio di ritorno, perchè nelle :condizioni presenti della colonia gli emigranti non vi trovano lavoro e il governo ha dovuto provvedere ripetutamente al loro rimpatrio ,. . La proibizione guardata in sè è incostituzionale perchè l' Eritrea fa parte del Regno e le leggi consentono a tutti i cittadini di portarai dovunque loro pare e piace; ma la violazione in qnesto caso è ... almeno inspirata a prudenza. Intanto rimane assodat•> che nell' Eritrea non e' è lavoro nemmeno per un solo emigrante! ! ! A che valgono, adunq ue, tutte le poesie , tutti 1

RIVISTA POPOLARE 143 lirismi imperialisti alla De Marinis; tntte le relazioni ad usum delphini delle Commissioni ? Non sono che menzogne buone soltanto a giustificare i dieci milioni all'anno che si buttano sulla terra maledetta. E sono menzogne tutte le promesse per il futuro ... ammenocchè non vi si trovino le miniere d'oro. A proposito : chi ha mai più sentito parlare dell'oro dell' Eritrea e della famosa Società che doveva ..... · portarvelo dall' Europa togliendolo dalle tasche degli azionisti? + La commemorazione di Mazzini a Ravenna Catta da Colajanni. - Il 17 marzo l'onorevole Colajanni fu in Ravenna per tenervi una conferenza su Mazzini. Non ostante che si trattasse di una conferenza a pagamento a benefizio della stampa repu hblicana il Teatro Mazzini era pieno zeppo, come ben di raro lo si era visto. Il successo per confessione della Stampa della regione di ogni colore , fu colossale e procurò all'oratore entusiastiche acclamazioni durante la conferenza ed nna vera ovazione in ultimo. Oome a Genova nel 1905. Noi non abbiamo mai dato notizie delle conferenze del nostro direttore. Facciamo una eccezione per qnesta data a Ravenna, nella cittadella del partito repubblicano, per ragioni che non c' è bisogno di esporre. Le accoglienze dei repubblicani romagnoli costituiscono la migliore risposta a certi buffoncelli, aspiranti forse al grado di guardie di città o di re/:{ie spie - dato che ci sia più on ministero dell'interno, che volesse pagarle - che in un fogliettucciaccio che pretende essere repubblicano-socialista si permettono il divertimento onanistico di vomitare contro Colaja.nni le più sciocche accnse. (1) ·• Intolleranza anticlericale. - Ciò che scriviamo quasi in ogni numero sul papato e sul clericalismo non ci pnò rendere sospetti ; ciò ci dà. il diritto e il dovere di stigmatizzare severamente talune manifestazioni d'intolleranza anticlericale, che sono tanto detestabili quanto ]e altre d' in tolleranza clericale. Sino a quando gli anticlericali in istrada e in piazza accolgono col grido di : Viva l'Italia! Viva Giordano Bruno! coloro che vogliono fare una dimostrazione clericale al grido di : Viva il Papa-Re ! fanno benE;;i anzi benissimo. Ma quando i primi entrano in chiesa, cioè in casa altrui, a gridare contro il µredieatore di S. Carlo al Corso in Roma fanno male, anzi malissimo. C' è di peggio. Alcuui giovinastri , studenti secondari, in una cittadina di Basilicata sono entrati in Chiesa e vi hanno commesso atti vergognosamente indecenti, che non possi_amo descrivere. Essi avranno creduto con ciò di aver dato prova di anticleri- ( 1) Mentre correggi vamo le bozze di stampa ci pervierne il ritaglio di un giornale sindacalista di Milano. Lo riproduciamo integralmente affinchè i nostri lettori conos.::ano che razza- di calunniatori sciocchi stanno anche tra i sindacalisti. Il trafiletto è divertente ed istruttivo. Eccolo: ((Napoleone Colajanni ha parlato a Ravenna per commemorare Giuseppe Mazzini. · Ma - ci domandiamo - si poteva arrecare una maggiore offesa alla memoria del Grande che riposa a Staglieno? ! Il bello si è che il Colajanni ha avuto degli spunti polemici contro i socialisti. Saremmo curiosi di sapere che cosa voleva da noi il vecchio camaleonte della democrazia italiana. La stampa non riporta -il suo discorso e sinceramente ce ne sentiamo rammaricati. Probalbilme~te l' onorevole per Castrogiovanni avrà voluto insegnare ai socialisti come si fa a scrivere a favore del collettivismo e a combattere il partito socialista e dichiararsi repubblicano e a sostenere nello stesso tempo gli interessi della italica forcaioleria. On. Colajanni, vi avvertiamo - se non lo ricordate - che il carnevale è finito. Le maschere, in quaresima , non hanno fortuna ... » calismo ; invece hanno dimostrato soltanto di essere dei maleducati, dei veri mascalzoni. Sappiamo che sono stati sospesi per nn mese dalla frequenza scolastica ; e noi siamo sicuri che essi saranuo soddisfattissimi di questè vacanze straordinarie. Meilio avrebbero provveduto i loro geni~ori a prenderli a sculacciate, proprio nella Chiesa, in cui hanno peccato. + La colonizzazione del bosco Montello.- Nel numero della Rivista del 30 novembre 1906 ci occupammo del fallimento della colonizzazione del bosco Montello in -base ad una relazione del Dottor Ilario Zannoni alla Società Umanitaria di Milano. Un nostro amico, che lesse con ritardo il nostro stelloncino ha creduto opportuno - e noi gliene siamo grati - di rid11rre le notizie pessimiste al loro giusto valore e ci ha mandato questo specchietto, di cui ci garantisce l' esattezza : Quote Comuni Assegnate Interamente lnparterimaste Alienate rimaste ai concessionari ai concessionari Nervesa 33 2 196 79 57 Arcade 103 73 18 12 Volpago 395 242 104 49 Montebelluna 179 75 60 44 Crocetta 203 101 71 3r Totale 1222 687 332 193 Il nostro amico a chiarimento delle cifre aggiunge : che le quote erano primitivamente insufficienti ; che per non suscitare malumori e sospetti di parzialità nella t-issegnazione, se ne dettero a persone delle cui qua1ità morali non c' era da fidarsi e a.d altre che per le loro condizioni di età e di sesso - famiglie con prevalenza di donne e di fanciulli - non erano in condizioni di coltivarle; e ,:ihe infine le quote alienate in tutto o in parte sono passate quasi tutte in proprietà di altri coloni. Tenendo conto di tali circostanze, non si paò dire che quel saggio di colonizzazione interna sia fallito. Ne siamo lietissimi. + La politica elettorele in Austria. -Grandi modificazioni alla politica interna Austriaca recherà. certamente la nuova organizazione elettorale. A Maggio il parlamento austriaco sarà rinnovato col sistema qel suffragio universale ed è certissimo che questo rinnovamento darà. un nuovo vigore di vita alla Camera austriaca esausta fino ad oggi dalle aspre lotte di nazionalità e di lingue. Non tutti i problemi storici che si agitano in Austria saranno perciò sopiti e risolti, ma, insomma, una buona parte delle ragioni che costituivano i rabbiosi dissidi dei deputati austriaci sono sopiti , anche per il fatto che la rappresentanza per mezzo del suffragio uni versale contenta maggiormente le aspirazioni uazionalistiche degli altri popoli, pur senza sacrificare troppo le esigenze della popolazione tedesca, la quale, in Austria, è sempre. maggiormente pregiata e preponderante. Questo perchè nella ripartizione dei seggi, le nazionalità non tedesche si son viste favorite più che prima non fossero , e perchè il numero dei deputati da 425 che erano prima , è salito , con la nuova legge a 516. In base a questa nuova legge gli Czechi avranno nella nuova Camera 107 deputati, i ruteni ne avranno 34. Ai tedeschi rimarrà la maggioranza e nondimeno non si mostrano contenti: essi vorrebbero tedeschizzare completamente tutte le popolazioni soggette alla Casa degli Absburgo. Naturalmente contro la pretesa dei Pangermanici protestano ed agiscono tutte le altre nazionalità. e con maggiore energia i Magiari, gli Slavi e gli Italiani. Kossouth parlando del governo in nome degli interessi Ungheresi ha di-

144 RIVISTA POPOLARE chiarato che l'autonomia economica dell'Ungheria si impone e dovrà essere un fatto compiuto nel 1917 quando scadrà il suo Compromesso con l'Austria; gli Slavi fanno di tutto perchè la loro lingua sia riconosciuta lingua ufficiale; e gli Italiani si preparano alla ardente battaglia elettorale per la conquista della maggioranza nella Dieta. Queste lotte per l'autonomia, per la lingua, per i diritti di nazionalità - in nome dei quali lottano gli Italiani - avranno le loro ri percussioni, la loro influenza alla Camera austriaca, alla nuova Camera, ed è certo che se il suffragio universale porterà nuovi elementi e più attivi al parlamento; è anche certo che vi porterà problemi imperiosi ed ardenti: non ultima la lotta della nazionalità ; e tntti i problemi di carattere operaio, che i socialisti-i quali si adoperano energicamente per riuscire numerosi - intendono posare francamente. Chi , per esempio , pur riuscendo· eletto , avrà poca fortuna nel parlamento austriaco, è l'antisemita Leuger; ma ormai, ben altre lotte si svolgeranno alla Camera austriaca ed avranno carattere di lotte economiche, non di guerre di razza, perchè il dare ad ogni lottaanche se di lingua o di nazionalità-carattere di lotta economica è proprio della politica del suffragio uni versale. + L' arruffata matassa Balcanica.-Il viagg· o di Francesco Ferdinando a Dresda e a Berlino , e la sua non breve visita-benchè in incognito-all' Imperatore Guglielmo, hanno fatto fare molte supposizioni; ma la più ragionevole sembra essere quella che connette tale visita alla situazione degli Stati Balcanici; situazione che, da un po' di tempo, è diventata sempre più confusa , tesa e, per la pace europea , pericolosa ,, L'assassinio del Presidente del Consiglio di Bulgaria, Petkow, la rivolta in Serbia, e la rivoluzione agraria in Rumania, il raffreddamento dei rapporti fra Serbia, Bulgaria e Rumania; la continua lotta in Macedonia, ed il perenne sconfinamento di bande bulgare hanno richiamato, oggi più di prima, l'attenzione dell'Europa su i Balcani; e non è lecito farsi soverchie e pericolose illusioni : gli Stati Balcanici son lontani dall'aver trovato il loro assetto definitivo , e sono anche lontani dal cercarlo pacific9mente. E in ciò sta il pericolo per l' Europa. Pericolo tanto più grave inquantochè molti interessi e molte ambizioni sembrano sopite dal fatto che fino ad ieri parve che - in fondo - gli Stati Balcanici avessero, alla meno peggio, trovato il loro definitivo assetto, almeno di fronte all' Europa e per ciò che la riguarda. Naturalmente i due fatti salienti son quelli che meno sembrano aver rapporti con le agitazioni balcaniche : l'invito di Re Pietro a Costantinopoli , e il viaggio di Francesco Ferdinando. Si sa che tutto ciò rhe accade nei Balcani, interessa grandemente la Germania, e Hi sa altresì che l'Austria, oltre avervi una specie di protettorato, che muterebbe volentieri con una occupazione - una annessione - della Bosnia e dell' Erzegovina, fa gli occhi teneri ad uno smembramento , a proprio vantaggio dei paesi Balcanici. L' Italia ha ragioni di amicizia e molti interessi, e diritti a certe aspirazioni in quelle regioni. Ora Germania ed Austria, l'Austria specialmente ed apertamente, ostacolano ogni azione- anche pacifica e legittima - dell'Italia in quelle regioni. D'altra parte alcuni dei popoli balcanici sono eccessivamente dediti allo sport della insnrrezione, del brigantaggio, e delle cospirazioni in nome della razza, della religione, della indipendenza, della lingua, e chi più n' ha ne metta. E' un fatto che tutte queste ragioni di inquietudine esistono veramente nei Balcani e la diplomazia europea che, egoisticamente, non volle tenerne il debito conto nel Trattato di Berlino , si trova ora a piè del muro e dovrà ben presto occuparsi per far diritto a molte rivendicazioni che hanno assolutamente il diritto di essere riconoseiute. Questo se nun vorrà che nei Balcani si sJateni tale una tempesta, da mettere in pericolo , anzi da distruggere affatto la pace europea. E prodromi. di questa tempesta sono la morte del Petkow, e la rivolta in Serbia. Si sa che il Petkoff agì con una straordinaria energia quando si trattò di reprimere le bande bulgare in Macedonia, e questa sua azione non era stata ben vista da molti capi influenti in Bulgaria. La Serbia , da che Alessandro fu assassinato , non riesce a trovare la pace e passa da una cospirazione a una rivolta e viceversa: intanto il Sultano invita il Re Pietro a confabulare con lui - ed il Sultano che è furbo e vede chiaramente la situazione prepara le sue batterie-e Francesco Ferdinando va a chiedere consigli al Kaiser, amico del Sultano e molto interessato in ciò che accade nei Balcani. + Il governo russo e la seconda Duma. - Questa volta noi assistiamo ad uno spettacolo nuovo e tragico nel suo insieme. Alla Duma e fr9 la Duma e il governo si combatte ma terribile lotta d' astuzia. Da. un lato il governo del signor Stolypine - che è in fondo l'esecutore della volontà e degli ordini e della politica dello Tsar - cerca il lato debole della Duma per colpirla sciogliendola ; dall'altra la Duma evita tutto ciò che potrebbe offrire occasione al governo per attuare il proprio divisamento reazionario. E' come una lotta disperata fr~ gatto e topo e il gatto è, naturalmente, almeno per ora Stolypine. Diciamo, almeno per ora, poichè quantunque fin'ora questa Duma non abbia fatto nessun gesto energico ed eroico, non si può dire che sia proprio rassegnata fino alla fine alla parte di Cenerentola. Si è parlato ricordando la Rivol11zione Francese del famoso giuramento della sala del Jeu de paume; ma la situazione era allora ed è oggi diversa: eppoi i due popoli son differenti. La Rivoluzionf\ Francese fu il torrente furioso che in breve ora sradica gli alberi, rovina le case, travolge e sommerge tutto ciò che gli si oppone ; la Rivoluzione Russa è il fiume ampio e profondo che segue lentamente, ma inesorabilmente il sno percorso; che lentamente, ma sicuramente, sorpassa gli ostacoli e va dove deve, seuza furia e senza fretta ma inevitabilmente. Questo è per la natura del popolo russo. Può darsi, se il governo vorrà sciogliere questa seconda Duma, può darsi che si arrivi agli atti di violenza e che la lotta aperta, la gnerra civile, s' ingaggi fra Duma e autocrate; nondimeno noi siamo, a questo proposito dubbiosi; manca alla Duma l' Uomo. L'uomo di violenza, d' energia - e di ingegno - che pos8a essere il condottiero del popolo : l'agitatore e il capitano - Cromwell, Danton, Mazzini , Garibaldi.- 1' uomo rappresentativo che è anche l' uomo attivo. L' autocrazia ha per se la forza della inerzia che le viene dal tempo ; e l' interesse di quelli che sotto un altro regime non potrebbero più rubare, come oggi rubano, a man salva. Il crollo del soffitto del palazzo della Tauride ne è una recente prova Anzi quella rovina potrebbe essere tolta a simbolo dell'Impero Russo: oro, velluto, bronzo, ricchezza alla superfice; sotto il marciume, la decrepitezza, il tarlo che rode. Lasciamo da parte il sospetto che i reazionarii abbiano organizzato il colpo. I reazionarii rubarono i denari destinati ai restauri; in Russia ciò è normale, e ciò basta perchè la Duma ed il popolo russo abbiano il diritto di dir : Basta! all'autocrazia. Intanto la Duma si mostra calma, fredda, padrona di se. Alle vuote e retoriche dichiarazioni del Governo - il signor Stolypine lesse della brutta e vuota prosa - la Duma rispose discutendo - forse un po' troppo - di tutt' altro.

RIVISTA POPOLARE 145 La Duma rispose, per bocca del socialista Zereteli con un atto d'accusa, con una requisitoria ardita e serrata: Veramente i rappresentanti dell' a11tocrazia e lo stesso Stolypine hanno cercato di fare accettare alla Duma le dichiarazioni e le 1,,romesse del governo: parole, parole , parole ! la Duma è passata all' ordine del giorno puro e semplice : essa ha i suoi progetti, e son questi che devono trionfare perchè il popolo russo abbia la libertà. Questa seconda Duma non lo dice con molte grida, ma lo fa chiaramente intendere, e forse - sincero è l' augurio - riuscirà a trionfare. + La conferenza dell'Aja e la proposta Inglese per la limitazione degli armamenti. Dopo le dichiarazioni esplicite del vriuw miuii:,tro inglese, Campbell Bannermann, e quasi in risposta a queste la Russia ha proposto alJe Potenze il programma per la seconda Conferenza dell' Aja. Da questo programma - che sarà evidentemente accettato da tutte le Potenze - la questione che il governo inglese caldeggia vigorosamente della limitazione degli armamenti è asso] utamente esclusa. Ecco il programma quale lo riporta la Kolnische Zeitung per il solito bene informata. 1. 0 La Convenzione dell' Aja per la soluzione pacifica dei conflitti internazionali sarà migliorata dando carattere permanente alla Conferenza del!' Aja e alla Commissione d'inchiesta internazionale. 2.0 La Convenzione dell' Aja relativa alle leggi e agli usi di guerra terrestre sarà modificata con nuove prescrizioni sul principio delle ostilità, sul diritto dei neutri, ecc. ecc. 3.0 Verrà elaborata ·una Convenzione circa le leggi e gli usi della guerra marittima , specialmente sulle operazioni, sul bombardamento dei porti , sulle piazze marittime, sulle mine, ecc. ecc. Anche si stabiliranno norme precise per la trasformazione di navi mercautili in navi da guerra e il termine da accordare alle ruarine belligeranti per lasciare i porti neutri e nemici dopo il principio delle ostilità. 4. 0 Saranno trattate le questioni della proprietà privata dei belligeranti, dei diritti e dei doveri de~ neutri , del contrabbando , del trattamento delle navi dei belligeranti nei porti neutri, ecc. ecc. 5.0 La Convenzione dell'Aja sarà modificata in modo che risulti da essa , più esplicitamente di quanto appariva uel 1899 che i principi della Convenzione per la guerra terrestre devono essere applicati anche alla guerra marittima. scutere , o rigetti la proposta e si µuò star certi di una enorme recrudiscenza di spe::;e in armamenti. Chi conos..-e la potenzialità dei cantieri Inglesi e la teoria in base alla quale l'Inghilterra regola la potenzialità della propria flotta, che deve essPre di, almeno, otto maggiori unità più forte delle flotte deile due più forti potenze riunite insieme, non può farsi illusioni in proposito. Ora c'è il caso che la proposta sia non accettata. o respinta? Purtroppo, da ciò che appare fin'ora certamente ~ì. Si suol dire : Le idee di rivincita che la Francia manifestava un tempo oggi le ha abbandonate -; si dice pure :-L'imperatore dì Germania vuole la paceEppure è· proprio dalla Francia e dalla Germania_ che viene e verrà l' opposizione. Non bisogna dimenticare che la Francia fu la prima a scartare ogni possibile discussione su questo soggetto alla prima Conferenza del 1899 · e nulla è mutato in Francia da allora ad OO'gi a q~esto proposito. Non bisogna dimenticare eh~ p~co tempo fa l' Imperatore di Germania . parlò_ di " spada affilata » (1). Sono parole, è vero, e 11 Ka1se_r è fecondo di parole; ma in fondo son parole che tradiscono la verità della situazione la quale è questa : Che una delle maggiori potenze europee dia. segno d'essere indebolita e la guerra sarà scatenata m Eu · ropa, per ragioni sentimentali da parte della Francia, per ragioni di suprem~zia ~ommerciale _da pa1~t~ della Germania ; per necessità d1 mantenersi aperti 1 mercati e difese le colonie da parte dell'Inghilterra. Non e dunque dai governi , tali quali sono oggi costituiti che può venire la risoluzione seria a favore del disarmo. Essi possono sentirne - e la seutono -. la necessità ; ma decidersi a ridurre le spese degli armamenti è cosa ch'essi non faranno mai. Noi non crediamo - non pensiamo neppure che l'InD"hilterra voglia, con la sua proposta, tendere un tra- ~ello alle altre Potenze. Il governo inglese fa la sua proposta perchè sovente - come i~ quest~ c3:so -. g~i Inalesi sono spontaneamente sentimentali e 1dealist1, an~he in politica; specialmente i liberali Ingl~si. Ma noi siamo certi che nelle alte sfere governative del1' Inghilterra, che il Campbell-Bannermann stesso e_d i suoi più fidi sostenitori son certi , fin d'ora, del rigetto della loro proposta. E già ::,i dice : In questa proposta all' Aja l'Inghilterra si ti_-overà sol~. Ed ~ certissimo. Non dunque dai goverm possono 1 P?pol~ aspettarsi la salutare riforma. Sta alla democrazia d1 tutti i paesi ad agire concordeme_nte per~hè la pre~- sione dei popoli obblighi i goverm a rmmre non già una nuova Conferenza dell' Aj a, ma un Congresso con lo scopo ed il mandato unico di ~tab~lire non_ già le possibilità, ma le modalità del!a nduz1~ne de_gli armamenti prima e del disarmo poi. .Ma d1sgrai1atam~nte auche qui notiamo una deficienza. In questa q uestwne la democrazia teoricamente è concorde , praticamente ognun tira l'acqua al proprio mulino: e qui sta il male. + Cose Inglesi - 1. 0 La visita di Re Eduardo ad AlfonsoXIIJ.-Pa,re ormai che l'incontro fra Re Eduardo e Re Alfonso avrà luogo a Cartagena, dove Edu3:rdo si fermerà partendo da Biarritz p~r ,la. ~ua crocier~ nel Mediterraneo. Naturalmente, po1che s1 e par1~to _di dissensi fra Alfonso e la sua giovine sposa s1 dic~ che Eduardo s'adopererà per ricondurre la pace fra 1 coniugi; e - questo giov~ s_~erarlo-. fors' anche _per consigliare ad Alfonso, egli P:u e~perimentato n~l. 1eg: gimento dei popo~i, una ~obtica rnter°:a meno lig_1~a1 preti 1 che , col trionfo dei conservaton , hanno nguaSi dice, e non ne dubitiamo, che l'Inghilterra proporrà un articolo aggiuntivo appunto per trattare questa questione, e si dice che i suoi delegati alla Conferenza avranno ordine di sollevare la questione ed istruzioni in proposito. La Rivista The Nation che, come ognun sa, è l' organo ufficiale e pa1:ticolare del Campbell-Bannermann conclude un suo articolo su questa questione con le seguenti parole che sono la constatazione d'un fatto e potrebbero anche essere un monito. « E' escluso il dubbio che una potenza qualunque possa costruire navi con maggiore rapidità di noi. Chi volesse tentarlo s'accorgerebbe ben presto di non poter riuscire. Il Dreadnought e le navi dello stesso modello che abbiamo in cantiere, e due ne saranno varate in Giugno prossimo, ci assicurano per parecchi anni una assoluta superiorità. su le altre flotte. Nondimeno noi siamo disposti a ridurre i_l numero delle navi di questo tipo ...... > Il fatto che già l' Inghilterra ha ridotto di parecchi milioni le spese per la marina e per l'esercito prova la sincerità delle dichiarazioni e delle intenzioni del governo Inglese. Il ~alore .del_la sinc~rità inglese ~u quest~ quistione , f:!( 1 ) Alle spacconate dell' imperialt: T~rtarin fanno degno riabbiamo mdicato più volte qual è. Nondimeno non , scontro i discorsi di un colonndlo e d1 un generale francese:• bisogna farsi soverchie illusioni. Che , domani , la l i 11 govano della repubblica ha fatto bene ad allontanare il Conferenza dell' Aja rifiuti di accettare o di di-1 à secondo dal comando alla frontiera dell' Est.

146 R I V I S r A P O P O L AR E <lagnato tutta l'influenza che stavano perdendo col governo liberale, e son tanto saliti in auge da far metter da parte le due leggi proposte dal governo liberale - e a loro tanto ostiche - del matrimonio ci vile, e della educazione laica. E speria.mo, lo speriamo per il progresso e la civiltà della Spagna , che Alfonso XIII riesca a capire che i sistemi e gli uomini di governo che erano possibili venti anni fa non lo sono più oggi. 2.0 Le nuove leggi pe'r l'Irlanda.-Il governo liberale è salito al potere con tutto un piano organico di leggi a favore dell' Irlanda che, fino ad oggi, e grazie allo sciagurato governo conservatore di Balfour anche ultimamente è stata veramente la cenerentola àel Regno Unito. Tuttavia questo complesso di leggi non può essere applicato di punto in bianco. E' necessario che molte sieno discusse, e parecchi deputati irlandesi intendono emendarne-in favore dell'Irlanda-qualcuna che non sembra loro abbastanza liberale. Intanto, e a prova del proprio buon volere, il governo ha accettata la mozione di Hagan per l'abrogazione del Coercion Act. Discutendosi questa mozione il Birrel ( segretario del governo per l'Irlanda) dichiarò che il Coercion Act, costituisce un codice di leggi tiranniche non in armonia col nostro tempo e con gli intendimenti del governo liberale. Naturalmente contro la mozione Hagan e le aperte dichiarazioni del Birre! hanno votato tutti i conservatori ma non sono riusci ti altro che a riunire 83 voti contro 252 che approvarono la mozione. I conservatori sono furiosi per. questo serio scacco a.Ila loro tattica parlamentare, ma sperano che le leggi a favore dell' Irlanda spezzeranno la maggioranza ,liberale. Le loro speranze trovano qualche fondamento in un discorso di lord Roseberry , nel quale ha fatto una critica aspra dell'azione-che per lui si riduce a semplici promesse - del gabinetto liberale. Precisamente nell' Ifome Ru,le gladstoniano Roseberry vede lo scoglio contro il quale si sfascerà la barca della maggioranza. 3° La gue1Ta alla Camera dei Pa·ri,-Passato il Rubicone, non sembra possibile ormai che il governo liberale riesca a tornare indietro I radicali , che forn1ano un assai serio contingente nella maggioranza liberale non disarmano di fronte ai Pari e soltanto il sospetto che il governo voglia abbandonare la lotta contro la Camera Alta li fa diventare furibondi. Dilke presiedette giorni fa una imponente riunione nella quale fu votata· una mozione incitante il governo a non desistere dalla sua lotta. Qnali provvedimenti possa preudere però il governo contro i Pari, è difficile prevedere. Ogni legge, per essere valida , deve essere approvata anche dalla Camera dei Lords. Ora è poco probabile cbe essi vogliano decretare la soppressione del loro potere. Si era suggerito di creare molti Lords liberali, ma il 'Iimes fece osservare, e con fine arguzia e ragione , che i liberali diventati Lords non sarebbero più liberali. Fu ventilato il procedimento di ridurre la Camera dei Lords ad una semplice funzione consultiva, e questo potrebbe essere; ma bisognerebbe che Re Eduardo lo volesse. Secondo una antica legge di Enrico VIII il re può togliere il voto ai Pari : tna se Enrico VIII osava fare i colpi cli Stato lo oserebbe - anche sostenuto· dai Comuni Eduardo VII? E qnesto sembra poco probabile. Dunque? P~re che Oampbell Bannermann si sia cacciato in un vespaio con la sua idea - idea del resto predicata da lungo tempo da J ohn Morley suo collega al governo - con questa idea della guerra alla Camera dei Lords. Guerra logica del resto poichè i Lords mettono il veto a tutte le leggi liberali e sembrano provocare il governo, ma forse era .meglio far la guerra e non dirlo. Avrebbe avuto, forse, un miglior successo. 4° L'01·ganizzazione lmpe1·iale.-La Conferenza Imperiale del corrente aprile, conferenza alla quale convengono i rappresentanti di tutte le Colonie Inglesi avri\ questa volta una importanza eccezionale. Infatti lo schema inviato da Lyttleton ai varli governi co· loniali oltre cont.enere il piano di discussione ed i I programma della conferenza, getta le basi di una stret tis.,irna organiz,iazione Imperi ale che sarà certamente la parte più discussa di tutto il programma della conferenza; si sa d'alt.ra parte, che a questo programma tutti i governi delle Colonie hanno aderito , meno il Oanadà che ha fatto delle riserve, appunto in ciò che concerne questa organizzazione. Lord Elgin, l' attuale ministro delle colonie, ha ripreso lo schema ed il pro· gramma che il Lyttleton inviò nell'aprile del 1905 e, rendendolo anche più positivo, (vedi nostro numero del 15 marzo 1907) tende a stringere legami politici anche più stretti che ora non siano fra la madre patria e le colonie. Poichè questo è vernmente lo s:'opo di queste conferenze coloniali, e se su la questione economica ed a proposito di dazii e tariffe si potranno avere di nuovo le riserve che Seddon per la Nuova Zelanda e Laurier per il Canadà fecero alla conferenza del 1905 è certo che unanime e il desiderio delle colonie di costituire fra loro e lii. madre patria una organizzazione unificata che faccia di loro oltre che un possesso territoriale, ed un mercato per l'Inghilterra, anche una forza po• litica e militare s11 la quale l'Inghilterra possa seriamente contare al momento di necessità. 5° Il prog1·amma della nuova amministrazione Londinese. - Arri vati al potere con un largo corredo di belle promesse di risparmii, e facendo balenare agli elettori la speranza che la tassa municipale su la rendita sarebbe ridotta, i conservatori cominciano a rimangiarsi le promesse, ed a fare svanire la speranza. Il Times senza dir chiaramente che la nuova amministrazione peserà su le spalle dei contribuenti come e più della prima lo fa chiaramente capire. Comincia per dichiarare che l' amministrazio11e passata ha lasciato un debito di 5 milioni di sterline, più venti milioni di sterline di opere e contratti in corso. Per ovviare a ciò si farà un prestito di circa 7 milioni di sterline; quanto alla riduzione a elettriche delle linee di omnibus o cavalli, proposta e preparata dalla passata amministrazione sarà mantenuta. Come pure saranno mantenuti i piani per la costruzione delle case operaie, della fognatura di alcuni distretti, e dei tramways ; la dove si faranno delle economie è a proposito della istruzione; così eleggendo una amministrazione conservatrice gli elettori avranno ottenuto di non pagare meno di tassa su la sterlina, ma di avere meno· scuole e di averle nelle mani dei preti. E certamente non hanno fatto un bel guada~no mutando di amministratori. · 6° La morte dell'ultimo Feniano. Il 17 Marzo p. p. è morto a Dublino l'ultimo supostito di quel manipolo di terroristi che tentarono emancipare con la violenza l'Irlanda dalla soggezione all'Inghilterra, Iorh Leary. Aveva 77 anni e viveva a Dublino quasi dimenticato, ora che, grazie anche ai sacrifici ed alla lotta di lui e dei suoi compagni, l'Irlanda s'avvia ad una situazione politica tollerabile. L'ingratitudine degli uomini e dei popoli è sempre la stessa! Egli sognò e desiderò l'Irlanda assohtamente libera del gioco Inglese e non ebbe mai parola d' in tesa o di amicizia per il grnppo parlamentare irlandese. Col tissimo, pieno di coraggio, scittore brill~nte ed oratore fecondo fu uno dei capi di quel movimento che per qualche anno fece tremare l' Inghilterra. Condannato a venti anni di galera ne passò otto in carcere e li - berato in seguito all' amnistia dovette subìre l' esilio che trascorse a Parigi. Dopo venti anni tornò in patria,

RIVISTA POPOLARE 147 vecchio ma non stanco, nè vinto, e di tanto in tanto face-:.ra sentire la sua voce per maledire l'Inghilterra e beffeggiare i deputati irlandesi. E' morto povero ed irreconciliabile come aveva sempre vissuto fiero e forte tempra di uomo. inchiostro e sillogismi per discreditare e disonerare la famiglia democratica ... + Per la morte di Berthelot e per la moralltà della famiglia. - La scomparsa di q11esto grandissimo tra gli scienziati contemporanei è stata commemorata in tn tti i toni e in tutti i modi - aneddoti, biografie complete, episodi , giudizi - Rono venuti fuori dagli uomini più diversi, da Combe3 ad Anatole France, dai corpi accademici ai parlamenti \ e tntti concordi nel!' esaltare l' armonia meravigliosa tra il cuore e la mente, tra la scienza e il carattere. Berthelot, era. repubblicano sincero per quanto sincero avversario del clericalismo ; e in nome della scienza e della storia egli a suo tempo rispose come si doveva al Brnnètiere, clericaleggiante per sp01·t, che aveva proclamato i I fal limento della i;cienza. Quale fosse, però, la doverosa tolleranza sua anche verso gli avversari clericali i nostri lettori l'avrnnno appreso dalla bella lettera che egli diresse al Congre.:;so del libero pensiero e che il nostro Direttore lesse nella sua Conferenza P1·0 Perrer. Come pel Carducci Rastignac ha trovato una nota giusta per commemorare anche Berthelot , contrapponendo nei rispetti della famiglia la pratica del grande scienziato anticlericale alla pratica delle aristocrazie bigotte e corrotte. Noi dolenti di non potere riprodurre per intero il magnifico articolo: Le due famiglie riproduciamo questi brani: <1 Ieri, nell' apprendere la not1Z1a della morte ddla moglie, Marcello Betheiot , uno dei più grandi uomini di scienza dei tempi moderni, moriva. 11 Ma si legge in un romanzo clericale : ... « In quel momento egli comprendeva tutta la miseria morale di quella famiglia, degli elementi di malattie sparsi nell' atmosfera di quel focolare così falsamente costruito ... Un gruppo di anime critiche e ardenti non si governa con formule così vane, così vuote, come quelle della solidarietà umana, di cui il professore anticlericale aveva piena la bocca ... n 1< Mentre l'autore di questo romanzo, uno dei maìtres d'hotel della letteratura nazionalista, serviva alle caste adultere e ·agli eleganti maqueraux dei vari Jaubourgs della vecchia Europa, la famiglia democratica del prof. Monneron nel menu del1' Etape - scoppiava innanzi ai tribunali di Parigi lo scandalo di uno degli eroi della famiglia dei due mondi -- di qua con le cocottes, di là con la dote della moglie - : lo scandalo della separazione della figlia di Gould, dal conte Boni di Castellane. Monneron era vendicato ! n « Questo scandalo, venuto in ritardo alla luce dei tribunali, per la meraviglia della piccola e della grossa borghesia internazionale che scodinzola dietro le vetture dell' ancien regime, era semplicemente il costume della società nella quale sorgeva. Il matrimonio del nobile spiantato con la ricca amaricana è l' unica risorsa che, dopo la caduta della Monarchia e della sinecura, sia rimasta da un pezzo alla società che si chiama ancora aristocratica, e non si capisce perchè, dal momento che non esercita più nessun 'alta funzione e nessuna supremazia politica o militare fra le genti moderne ... La caccia ali' Americana è l' unica caccia bandita - oh molto! - che essi offrano alla loro gloria vt:natoria nei mercati del nuovo mondo, dopo che nelle Sile del vecchio hanno fatto il deserto. Non rimane ormai, si può dire, altra fun 1 ione sociale alla cosi detta aristocrazia del sangue che quella di asp0rtare il capitale dei trusL nella corbeille di nozze delle regine del rame e del petrolio, alternando la musica dt:l minuetto con quella del ..,. cakewolk. Come una volta il blasone era il marchio, di infamia o di gloria secondo i gusti, che i ladroni di strada e i lenoni di Cc,rte portavano sulla spalla in segno di lor valore, così oggi è il bollo dei contratti di nozze che rappresentano la più vergognosa umiliazione del maschio di fronte alla fe mina: lo scotto de[l' amore Tutti gli oziosi e vagabondi che hanno un blasone nella carta da visita e il timor di Dio nella ccscienza, sono abilitati, al concorso. Ed è in nome di questi cavalieri d' industria dell' alcova che il tradizionalismo sciupa 1< Marcello Berthelot - colui che, di contro agli oramai dimenticati proclamatori del fallimento della scienza, affermò che la scienza era alfi.ne maturatà per assumere il governo della società - creò una sana famiglia, amò la donna che fu la compagna della sua scienza e la madre dei suoi figli , e così anostomizzate erano nel suo cuore le radici dei suoi affetti e dei suoi principii, che quando il dolore ferì le une, ferì anche le altre - e la sua vita si chiuse quasi come in una catastrofe di leggenda, con la significazione di un simbolo glorioso: il simbolo dell' unità dcll' amore e della scienza nella famiglia ... >l. 11 O misere e miserevoli genti umane, se per un vizio organico dovuto alla vostra discendenza animale, sentite veramente il bisogno di star curve per terra con la scusa del1' adorazione, perchè non piegate piuttosto il ginocchio dinanzi a questo simbolo che si forma con la morte di un grand'uomo di scienza ? n l( Sarebbe cosa meno disonerante per voi - e più confortante n. Gl' insegnamenti che scaturiscono da questi confronti vogliamo completarli con un altro ricordo sul modo come intendeva la famiglia un altro grande francese, come Berthelot, ateo: Emilio Littrè. Quando si appressò la fine doli' illustre compagno e continuatore di Comte il prete si affacciò al suo capezzale ed egli si confessò, come se avesse rinnegate le antiche dottrine. Si può immaginare quale trionfo ne menarono i clericali ! Ma dopo qualche tempo muore in grembo della Chiesa la moglie di Littrè, ch'era stata sempre religiosissima; ed allora l'esecutore testamentario suo, il D.r Robin, apre e pubblica. il suo testamento. Iu esso Littrè dichiara va, che per non affl.igere la moglie, se egli avesse dovuto premorirle si sarebbe confe~sato sicuro di fade cosa graditissima. Ma che egli rimaneva in realtà incrollabile nella sua fede positivista. A quella finzione innocua egli ricorreva per non fare morire desolata la moglie adorata che senza di qnella lo avrebbe creduto condannato alle pene del1' inferno. NOI Il disservizioferrova·rio (Esercizio di Stato ed esercizio privato) Continuano più vive che mai le discussioni sul disservizio ferroviario ed hanno dato luogo a qual~ che incidente piccante. Il Tempo di MHano ha polemizzato contro gli eccellenti articoli di B3rzini nel Corriere della Sera, ai quali, ha cercato di togliere valore segnalandoli quasi come preparativi della opinione pubblica pel ritorno all' esercizio privato. Ciò sopratutto per difendere il Comm. Bianchi e i ferrovieri, che tutti oramai credono da lui soverchiamente carezzati. E contro l'accusa ha protestato il giornale liberale conservatore di Milano, riaflermaudo la impossibilid e la niuna intenzione , almeno per parte sua, di volere il ritorno al sudetto esercizio privato (1). Le nostre simpatie per l'esercizio di Stato sono certamente di data assai più antica di quella degli scrittori del giornale socialista: rimontano al 1884, (1) Nei N. 0 del 20 marzo del Giornale dei lavori pubblici ci sono alcune risposte giuste al Bar zini e notizie sul disservir_io ferroviario prussiano.

148 RIVISTA POPOLARE all'epoca in cui non erano ancora innanzi alla Camera gl' infausti progetti che divennero le Convenzioni del 1885; ma ciò non c'impedisce di constatare le deficienze del servizio attuale, gli errori commessi nella nuova organizzazione , le debolezze morbose del Direttore generale verso i ferrovieri , che a torto , almeno in parte , a nostro avviso, sono difesi dall' egregio signor Fossati, cui abbiamo accordato la parola in omaggio alla libertà di discussione. Crediamo semplicemente assurdo il pensare ad un ritorno all' esercizioprivato , ma le nostre salde e antiche preferenze per l'eserciziodi Stato e la difesa disinteressata del Comm. Bianchi, che più volte abbiamo fatto c'impongono di non chiudere gli occhi su cio che avviene per invocare opportuni e solleciti provvedimenti. Accennammo a piccanti incidenti e aggiungiamo che ci riferiamo alle accuse nette e precise formulate del Generale Canzio contro ·alcuni negozianti di carbone, che a Genova hanno laidamente speculato sulla crisi dei vagoni. Sono venute le proteste degli accusati ; ma il valoroso soldato ha messo i punti sugli i ed ha trattato gli speculatori come meritavano e come può trattarli chi non ha peli sulla lingua. Premesso ciò vogliamo riassumere un importantissimo articolo qel signor Andrè Dejean: La Crise des transports et le materielroulant des chemins defer pubblicato nella Revue politiqueet parrementaire del 10 marzo ultimo. ,,Con questo articolo si prendono due piccioni con una fava : l. 0 si ripete la dimostrazìone che sulla scorta dei dati pubblicati dal Giornale dei lavori pubblici aSbiamo data sulla universalità degli inconvenienti ferroviari che si deplorano in Italia. Ciò che do·Hebbe rendere tutti più prudenti nelle accuse contro il servizio ferroviario italiano; 2.0 si dimostra agli sporadici ed incorregibili liberisti di casa nostra che in Francia coli' esercizio privato si hanno uguali, se non maggiori inconvenienti di quelli di cui si soffre in Italia. ♦ In Francia, come se fossimo rn Italia, il Senato consacrò la sedLna del 15 Novembre 1906 alla discussione del disservizio ferroviario; e la Camera dei deputati si occupò vivamente della stessa que-• stione nelle sedute del 20 e -28 Dicembre. Il signor Dejean descrive i guai ferroviari della Francia come se fonografasse i lamenti della stampa italiana. Sentite: « E' stata dimostrata l'impotenza della organizzazione ferroviaria ed alla fine del 1905 e nell'està del 1906 sopratutto il servizio ha funzionato senza che si avesse la garenz_iadi alcuna regolarità. Nei rapporti ufficiali si constata che in certe reti la proporzione dei ritardi che nel 1905 ai principii di ottobre non sorpasso il 20 °/0 che per una sola decade , nel 1906 e sin da settembre la proporzione variò dal 25 al 33 °/0 ». Siamo o non siamo in Italia pei ritardi? « Per trasportare, dice il Dejean imitando Monsieur de la Patisse, bisogna avere dei veicoli e del materiale mobile. Ora da per tutto il materiale è stato deficiente ed anche le Compagnie meglio fornite, come quella del Nord hanno accusato deficienze. Da questa insufficier.za è venuto tutto il male. Per la mancanza di vagoni, le merci si sono accumulate nelle stazioni, dove rischiavano di detoriorarsi e divenivano ingombranti. Per la mancanza di vagoni avvenivano i ritardi, aggravati dalla debolezza del materiale di trazione. Per la mancanza di vagoni gl' interessati non potevano sapere quanto si farebbero le loro spedizioni ed un grande perturbamento avveniva nelle operazioni commerciali ». « Si ebbero deficit giornalieri di 600 a 1200 vagoni al giorno in alcuni punti , di 300 a 1500 in altri. Per eseguire lo scarico delle navi i cui ritardi sono costosissini, un negoziante reclama una prima volta in settembre vagoni per 520 tonnellate e ne ottiene per 88; una seconda volta per 540 e ne ottiene per 120. I Prefetti si lamentano f per la situazione critica delle proprie regioni ... E le amministrazioni cercano difendersi ricorrendo a sotterfugi curialeschi ... In ~asi simili, l'arbitrario è !a sorgente di pregiudigi irreparabili. Quando la ferrovia non ha vagoni a sufficienza per tutti i clienti , è obbligata a fare la ripartizione, che non avviene con una sufficiente imparzialità , arrecando grave nocumento agli uni e favorendo alcuni altri». « Le locomotive sono state deficienti quanto i vagoni; in ottobre esse furono deficienti per numero, per potenza e per manutenzione. Si fecero prodigi per moltiplicare l' utilizzazione di quelle che erano in servizio : ma gli sforzi s' infrangevano di fronre ai limiti insuperabili della quantità e della forza. Per diminuire per quanto era posssibile il riposo delle m3cchine si facevano manovrare eccezionalmente dai meccanici e dai fuochisti presi dalle officine. Cosi le officine si sguarnivano e divenivano impotenti a fare le necessarie riparazioni. Le locomotive perciò non fecero che un servizio affidato al caso e il numero degli accidentiferroviari aumentava. Vi sono linee sulle quali la cifra degli accidenti (le chijfre des détresses) che durante il primo semestre del 1905 era stato di 268 si elevò a 323 nel 1905 e a 423 nel 1906 durante lo stesso tempo ». « Queste deficienze sono state aggravate dalle altre degli impianti fissi nelle stazioni e dalla insufficienza dei binari ». Non sembra questa la descrizione precisa, la ripetizione fonografica, di ciò .che si lamenta in Italia in quanto a vagoni,impianti fissi e binari? ♦ Veniamo alle cause. Un competente, il signor Sartiaux, ha assegnato qualche importanza alla legge del 1906 sul riposo settimanale che ha fatto diminuire la somma di lavoro. Ma il Dejean ha negato. Del resto gli si poteva rispondere : il disservizio è cominciato nel 1905 e la legge sul riposo settimanale è venuta il 13 Luglio 1906. La sua azione ha potuto essere soltanto aggravatrice e corrisponderebbe al malvolere del personale italiano. Il Dejean, invece, enumera altre cause del disservizio francese che trovano un preciso riscontro nel disservizio it.aliano. Anzitutto nel 1906 in Francia il traffico aumentò <lel 12 °/ 0 mentre negli altri anni l' aumento era stato del 5 o del 6 °/ 0 • Fu molto più considerevole l'auinento nella maggior parte delle linee del Settentrione d' Italia. A questo aumento straordinario del traffico corrispose una deficienza del materiale rotabile e fisso.

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