Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 5 - 15 marzo 1907

126 RIVISTA POPOLARE Sullqauestiodnegeiml' piegati Onorevole Prof Colajanni, I suoi articoli sul movimento dei pubblici funzionari danno il diritto a qualunque umile impiegato d' interloquire; perciò io le invio la presente, nella fiducia ch'Ella vorrà, dalle colonne della sua Rivista, far noti gli argomenti che militano a favore dei pubblici funzionari. Dove tante accuse e tanti insulti furono scritti, giustizia vuole, trovino posto anche le difese e le ragioni. Ella, è lieto d_iavere con sè l'opinione pubblica, sulla questione che ci occupa; ma ella sa che non sempre il favore del pubblico indica la bontà e la giustizia della causa sostenuta. L'opinione pubblica, quasi sempre, è fatta dal giudizio degli uomini superiori, Ella è del numero, che sanno conquiderla. Bisogna quindi analizzare le sue argomentazioni per vedere se il suo giudizio severo sul movimento dei pubblici funzionari è giusto. E se noi dimostreremo che le richieste degl'impiegati rispondono alle più imperiose esigenze della vita. Ella dovrà convenire che ha errato nel condannare. N è importerà eh' Ella condannò in nome delle misere condizioni della maggioranza degl'Italiani che sono più poveri degl' impiegati. E' da egoisti il voler mantenere nel disagio una classe di persone perchè non si possono accontentare le altre · 'senza dire che il maggior disagio dei lavoratori in confront? degl' impiegat~, _si riduce ad una semplice locuz10ne , quando s1 tle.o. presente il principio di relatività, che nei dibattiti come i-1 nostro non deve mai dimenticarsi. - Ella afferma: cc Il movimento ~~gli impiegati è contrario a quello dei lavoratori m particolare, e a quello della nazione in generale i>. Ciò non è; perchè, a tutti è noto, il movimento degl' impiegati ha lo scopo del miglioramento dei pubblici servizi; mira, cioè a liberare 1~ pubbliche a1:1ministrazioni dagl'incagli che sono d1 ostacolo al libero svolgersi della funzione amministrativa,_ senza d! che g~'is!ituti politici non possono raggmngere 11proprio mtento. Continuamente ~i sente pr~testare contro la burocrazia che inceppa 11 commerc10 , che ostacola il progresso del paese e ta1~1tealt_re co_se, eppoi si sosriene che gli sforzi che 1 funz10~1an f_ann_o perchè tali lamenti spariscano sono rn ant1tes1 col bene della nazione. Ella griderà all'ipocrisia e all'inganno perchè crede che l'unico scopo degr impìegati sia l' aumento dello stipendio. Ebbene, On. Colajanni se anche ciò fosse yero non vi sarebbe _nè in_gan'no nè ipocrisia; perche fino a quando lo st1pend10 non darà ai funzionari. i mez~i per soddisfare i bisogni urgenti della vita, essi n?n potr_'.1nno portare nell'adempimento del proprio uffic10 quella serenità e tranquillità d'animo indispensabili al buon andamento d~i pu?blici se!·vizi. Se il lavoro dei pubblici funz10nan fosse grnstamente retribuito Ella non dovrebbe fare certe interpellanze e 'tante miserie n!orali non_ i11:tr,isterebbero la vita pubblica itah~na. - Q~i_ndi. e ur_gente _che si risolva la quest10ne degl 1mpiegat1, se si vuole che la funzione amministrativa si svolga all'unisono con le esigenze 1ello Stato moderno. E se là pressione tributaria e ta~e che ~on_ consente maggiori spese si pensi a mod1fìc_'.1re11 s!st:ma _che tale gravosa pressione determina. Cosi c1 avvieremo anche sulla via della giustizia t:ibutaria, che manca affatto all'attuale sistema. Malgrado le invettive contro di noi Ella con la . h ' ' ìra~1c ezza e la rettitudine che porta in tutti i suoi atti ha presentato una mozione alla Camera che ' se approvata, potrebbe apportare davvero utili ed efficaci risultati. Bisognerebbe però che della co1111missione facessero parte i rappresentanti degl' impiegati provinciali, che sono quelli che soffrono. Tale commissione dovrebbe attingere le proprie informazioni direttamente da chi intristisce negli uffici per otto e dieci ore al giorno e di esse dovrebbe tener conto nella compilazione delle proposte definitive. Di queste le più importanti dovrebbero mirare a togliere l'ingiusta ripartizione degli stipendi , che mentre sono insufficienti in principio di carriera sono esagerati negli alti gradi. Gli stipendi iniziali di quasi tutte le carriere sono di lire 1500 annue , che nette di ricchezza mobile ed altre ritenute si riducono a lire r 13 mensili. Ora con tale somma nè a Milano, nè a Napoli, nè a Cosenza, nè a Palermo si può vivere. E s' è vero, On. Colajanni, che a Milano si è verificata una diminuzione nei prezzi dei generi di prima necessità, è vero altresì che quasi dovunque è avvenuto il contrario, e qui a Scoglitti, un misero villaggio, il pane costa a centesimi 40 il rotolo (800 grammi); la carne di vitella a L. 2,50 il chilo, quella di maiale a L. r,80, -il vino a L. 32 la salma (80 litri) e il carbone a L. ro,50 il quintale. E gli è che la diminuzione di prezzo verificatasi a Milano probabilmente sarà derivata dall'azione di calmiere esercitata colà dalle molte cooperative che vi fìoriscono, e non si può considerare come un indizio che il diffuso fenomeno della carezza dei viveri vada, non dico sparendo, attenuandosi. E a r 500 lire l'impiegato deve stare n:olti anni, durante i quali sono infinite le privazioni e i sacrifici che dev~ sopportare per non venir meno a quel forzato decoro che il posto gl' impone. E' vero quel ch'Ella dice, cioè che diverse categorie d'impiegati ebbero dei miglioramenti; ma tali miglioramenti furono fittizi. Infatti , dai due prospetti eh' Ella ha pubblicati si vede che le 500 mila lire spese in p ;ù per il Ministero di Grazia e Giustizia sono in massima parte assorbi te dal Ministro, dal Sottosegretario di Stato e dagli altri alti funzionari, che già avevano stipendi che lasciavano un certo margine anche dopo soddisfatti i bisogni di lusso e voluttuari. Inoltre con le 500 mila li re in più si dovè provvedere ad altri 133 impiegati che !'esigenze del servizio dimostrarono necessari. Con tutto il mezzo milione di aumento, adunque, il povero funzionario a r 500 e a 2000 lire avrà dovuto continuare sempre per la via degli espe- ~ienti e delle privazioni. Veda, quindi, On. ColaJanni che se gl'impiegati chiedono una giusta graduazione di stipendio non hanno rntti i torti e tanto meno meritano il disprezzo e gl'insulti. Potrei continuare a parlare di altre cose, come utilizzazione del personale, condizione giuridica dell' impiegato, residenze, traslochi ecc. per dimostrare ancora il mio assunto, che cioè il movimento nostro è fondato su ragioni indefettibili di giustizia. Nol fo perchè non debbo abusare del suo tempo prezioso, e perchè mi lusingo di essere già riuscito nell'intento. Con tutta stima la ossequio. Scoglitti. lì 23 frbbraio 1907. Tenuta Luciano Ho pubblicato la lettera del signor Tenuta in difesa della causa dei funzionari in omaggio a quella larga libertà di discussione eh' è stata lasciata a tutti in queste colonne, nè ad essa, ingenua e semplicista, aggiungo alcuna osservazione. Qualche parola devo però al Dott. N u rra che nella Vita ha risposto agli articoli miei e mi piace di

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