Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 23 - 15 dicembre 1906

622 RIVISTA POPOLARE più volte accolto con entusiastiche dimostrazioni i dep11tati repubblicani : a M\\drid, a Barcellona, in varie città dell' Audal11sia. In Portogallo del pari nella Camera dei Deputati prendendo occasione dalle irregolarità e dagli sµeq.,eri della lista civile hanno fatto dei disc·orsi e delle propos_te corag~iose iì deputato Costa e il deputato Alme1da, che m uome dei rep11bblicani hanno domandato che_ il _Re venga _sottoposto a proce::iso. Per colpe minori d1 quelle d1 Don Carlos , osservò Costa il Re Luigi XV I perdette la testa. Costa venne ~spulso d_alla Camera manu milita1·i. L' interpellanza venne ripresa colla stessa vivacità da Braga, che subì la ste~sa_ s?rte. Il popolo li ha accolti con applausi caloros1ss1 m1 tanto a Lisbona quanto ad Oporto. Ma_ un passo falso dei de}Jutati repubblicani spa p.;nl_1olhia ]JOtuto nuocerf' alla propaganda repubblicana 1~ Portogallo. Il Leroax. spagnuolo. infatti ha creduto d1 potere ?olpire la dinastia dei Braganza proponendo un voto d1 plauso ai repubblicani portoghesi affermando che il giorno in e11i tutti gli ostacoli dinastici fossero scomparsi l'unil,ne iberica si ricostituirebbe. . Ora il Portogallo in ruassa ci tiene ·alla propria indipendenza ; perciò il deputato Moreira leader dei repubbli~ani. portoghesi, sentì il bisogno di presentare una moz10ne nella quale in8ieme ai saluti alla nazione spagnuola si conteneva la protesta contro la pretesa dell' elemento straniero d' ingerirsi nella politica porto~hese; e 1' Almeida aggiunse che il partito repubblicano non permetterebbe mai che l' estero offendesse il Portogallo. •· Q_uesta dei repubblicani portoghesi è stata una buona tattica e potrà loro giovare nell' avvenire. ♦ Il c?nvegno repubblicano di Bologna 8-9 D1cembre.-Ci arriva all' ulti.lllo momento il r~soconto del Convegno repubbli0ano e perciò non possiamo occu1Jarcene come vorremmo. Si riuni senza rull?-ore e se~iza l'apparato seenico di un Congresso ; ma · ciò che gh mancò nelle apparenze crediamo che lo abbia guadagnato nelli:i sostanza. Per la pubblicazione del giornale quot.idi.ano si votò un ordine del giorno Ghisleri ~mcondo il quale dovrà 1n1z1arsi q11ando vi saranno L. 150,000 sotto:scritte e L. 100,000 versate. Tutto induce a pensare che pel 10 marzo, data :solenne , polrà vedere la luee in Roma l' organo del partito repubblicano. senza del quale qualunque nobile e numero5a accolta di tiomini no~ .merit~ di essere considerata come un partito politico, ne come tale può <>sercitare la sua azione. La !?,~vista_pop?la're riunova la calorosa preghi.era a tutti 1 suoi amici di volere favorire la sottoscrizione delle azio~i <1 dà i~ buon esempio, essa che non ha avuto mai alcun arnto morale o materiale dal partito ufficiale, 8ottoscri vendo per L. 200. Fu molto interessante la discussione sulla adesione alla Confede; azione generale del lav01·0 che ha stde in T?rino. Conti. e Mirabelli sul proposito osservarono che 1 repubblicani italiani sul terreno econo111ico in q nanto. al_rneto~o ~ono di accordo colla parte riformista del sociah~mo 1tah~no, mentre, giustamente soggiunse De Andrei,, ne dissentono sul terreno politico. E' quant? sost~niamo da anni, anche contro qualche repubbh?an? rnca?to, che faceva l' occhio di triglia ai Lazzan, a1 Labnola, sedotto dal rivoluzionarismo verbale dei sindacalisti. Il Convegno votò ad unanimità ordilli del giorno per la propaganda pro scola e pel suffragio uuiversale ed un voto per Ferrer e Nakens. T':lt~~ le regioni d' Italia - meno il mezzogiorno, la S1c1ha e la Sardegna: i grandi i perpetui assenti d~lla ~ita italiana !-erano rappres~ntate al Convegno; più d1 tutte la forte e generosa Romagna. ♦ La crisi spagnuola. -. Si sapeva il Parlamentarismo spagnuolo scadente; che i, pronunciamenti militari si sostituissero spesso ai discorsi convincenti· che gl' intrighi delle alcove reali e delle loro succur-' sali, le sacristie, facessero le veci. dei voti. nel deter. minare le crisi ministeriali. Ma ma.i si era arri vati a gene.rare una crisi con una lettera al Re di un capo partito che dicesse: la maggioranza è con me e non col ministero attunle. Questo è avvenuto ultimamente. Il Ministero del Generale L~p~z_-Dominguez in no111edel partito li berale aveva m1z1ato la lotta contro i I clericalisruo col progetto di Romanones ; ma Moret che osa ancora d_irs_iliberale, scrisse al Re che il p;·esidente del Consigli~ non go_de_della fiducia del partito .... Loµez J?om1nguez s1 dimette e il Re, un rachitico ragazzo cbe pr_esenta tu_tte le tracce della generazione, col segr~to mtento d1 tornare nelle buone grazie dei clericali, accetta le sue dimissioni e lo sostituisce coli' in• degno liberale, che risponde al nome di Moret. Ma ques~i ebbe qnello che si meritava. Appena presentatmn al Parlarneuto quando si seppe come era pervenuto al governo ebbe tali accoo·lienze che fu co- • M stretto immediatamente a dimettersi. [l suo Ministero visse un giorno ! ( 1) Nor (1) Sulle cause de! movimento anticlericale di Romanonea i nostri lettori nella Uivista delle riviste tl·overanno un interessante articolo tolto dalla Revue politique et lituait'e. La discussioneferro viaria La Camera consacrò parecchie sedute alla discussione di q uelto che si è chiamato il disastro, più che il disservizio ferroviario. Il tono ne fu abbastanza elevato in certi momenti ed il paese l' ha seguita con vivo interesse. I mali deplorati erano e sono reali e gravissimi. C' erano degli accusati : l' ex ministro Tedesco , il ministro Gianturco, il personale ferroviario, il Direttore generale delle Ferrovie. E gli accùsa ti si difesero personalmente o trovarono disinteressati difensori. Contro gli accusatori cominciò dal sollevare una pregiudiziale il Guerci: « Perchè, egli chiese, essi si svegliano ora ? Non si direbbe che essi siano i mandatari degli antichi sostenitori dell' esercizio privato, ai quali non parrebbe vero d' imputare al1' esercizio di Stato le colpe, gli errori, le negligenze del regime ventennale che lo ha preceduto ? » Nessuno, naturalmente rispose su questo terreno al Deputato per Langhirano ; il quale, del resto, da impenitente liberista scagliò pure qualche freccia contro coloro che s' illudevano sui miracoli , che avrebbe fatto l'Esercizio di Stato. Chi si difese col sistema della ritorsione fu Tedesco. « Mi rimproverate la inerzia , la impreveggenza, egli disse. Ma perchè non chiamate sul banco degli accusati tutti i ministri dei lavori pubblici e del tesoro che mi hanno preceduto e che hanno chiuso gli occhi sul disastro ferroviario che si preparava? E del senno di poi non sono piene le fosse? » Non si poteva dargli torto su questo punto ; e benchè a lui specialmente si potesse rimproverare la promessa da vero guascone colla quale annunziav,i di potere organizzare l' eserciziodi Stato con un telegramma in ventiquattro ore-promessa che

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