RIVISTA POPOLARE 635 ginale, è simpatico , è vivo , e si legge con grande interesse da capo a fondo. ~ Conoscete voi Sibilla Aleramo? lo no : o meglio, non la conoscevo prima di leggere questo suo romanzo, anzi questa sua autobiografia, UNA DONNA(Roma, Società editrice nazionale) , che m' ha fatta e lasciata una così profonda impressione. Probabilmente , si tratta d'uno pseudonimo : perchè questa non è certamente l'opera d'una esordiente, per quanto colta; ci si .sente troppo bene la mano d'una donna abituata a scrivere, a scrivere molto, a seri vere per la stampa : mica che ci sia dello stilismo: tutt' altro: ma e' è dello stile : vale a dire, e' è il possesso sicuro di tutti i mezzi più rapidi, più ovvii, più precisi , più immediati, per rendere , C< n evidenza e con efficacia , il proprio sentimento ed il proprio pensiero, per (( narrar sè stesso n, per dire di sè ciò che nessun altro potrebbe dire con pari verità , per imprimere insomma nel l' opera propria tutta la propria personalità : e non è mica poco ! La tela? Oh , niente di straordinario : una donna , lo dice i1 titolo : una donna come tante altre : ma, appunto per questo, <( rapprèsentativa )>; ùn documento umano di prim'or · dine, perchè assolutamente sincero, senza veli, senza ipocrlsie,. senza retorica, senza poesia, senza declamazione, senza pàrtito preso; e appunto per questo efficacissimo, terribilissimo, rivo - luzionarissimo, come una statistica, come un processo verbale; una nuova prova della gran verità, che nulla è più eloquente della realtà nuda e cruda , e che il segreto per essere artisti sta tutto nell'attingervi dentro esclusivamente , ed a piene tnani; solo, la realtà in cui ha attinto la misteriosa scrittrice, è assai triste: è la storia di ùno degl;infiniti matrimonì male assortiti, in ca usa sopra tutto dell'insufficiente, sbagliata, arretrata, balorda educazione che si suol dare alle giovinette, abituandole a credere che questo sia il loro solo destino possibile , la vera e naturale (( carriera ii della donna ; e diffe-· risce, dalle innumerevoli storie congeneri, per questa sola ma essenziale circostanza: che termina con la completà emancipazione, economica intanto, e quindi morale, di questa donna, simbolo e incarnazione vivente della donna nuova, dalla iniqua soggezione famigliare e sociale: riuscendo, del resto, anche fin dalle prime pagine, e assai prima della catastrofe conclusiva, una sgretolante e dissolvente requisitoria contro l' indissolubilità , così cara ai moralisti ortodossi e ai bigotti di tutte le istituzion: divine ed umane; riesce, anzi, agli occhi miei, una prova solenne, una delle centomila che vo raccogliendo nella mia ormai lunga esperienza , di questa poco compresa e niente diffusa verità: che anche tra uomo e_donna non c'è di buono, di durevolmente buono, che l' amicizia; e che l'amore, l'amore stesso, non è che una cosa stupida e triste, fallace e breve, se non germoglia, fiore divino, su quel solido tronco , ricco di linfe perenni e di buon: succhi vitali. ~ GENTENUOVA,di Carlo Del Balzo ( Roma, Casa Editrice Nazionale) fa parte del suo ciclo (( I Deviati n, che, in forma di romanzi, costituiscono, nell'intenzione dell'autore, una serie di (( studì di costumi contemporanei n: ma che (:OStumi ! E che anime! Si vive, con un esclusivismo davvero scoraggiante, fra tutto ciò che di più volgare , anzi di più triviale , possa offrire la vita e la società d' un piccolo paese : la <t gente nuova n, cioè gli antichi straccioni arri vati per riffa e per raffa a una certa agiatezza, e la gente vecchia, quella rimasta cenciosa, dal più al meno, si equivalgono; ed anche ammirando la potenza di certe descrizioni, come per esempio quella del funerale del regio provveditore agli studì , si arriva in fondo troppo scorati e nauseati, per conservare di questa lettura , dove la forma è pure costantemente così intonata al soggetto, un ricordo ammirativo e simpatico. * « In più spirabil aere >) ci porta LA NUOVAcoscrnNZA, di Emilio Dolfi-Foà ( Torino, Lattes ): del quale, lo dico subito, sn' era piaciuta di più (( L' Ombra », l' altro e maggiore romànto di cui ho pure una volta discorso in questi Stelloncini: anche questo ( lo dice il titolo stesso) è un romanzo psicologico : è I' agitarsi nell' animo d' un figliolo del secolo, delle influenze di verse e non conciliabili facilmente, del e tre grandi correnti odif':rne : il criticismo scientifico , la reazione spi r;tua lista, lè aspirazioni so.::iali; e il povero giovine tentenna, discute, si tortura, si màcera fra l'uno e l'altro orientamento, e finisce per piegare definitivamente verso un socialismo umanitario e sentimentale, al· quale contribuis.:0110 pure per varie vie l'amore, l'amicizia, gli affetti famigliari. E il Dolfi, giovane anch'esso, senza- dubbio, riflette pur ·nel suo stile, ora manierato, ora semplice, ora vivace, ed ora anche floscio, l'incerta psicologia del su~ eroe, che del rest·o riesce interessante perchè vero , simpatico perchè buono, artistico perchè riassuntivo di mille altri suoi simili che tutti noi conosciamo. ~ Lo CzAR CASTIGATOè la prima di sette gaje e vispe novelle che Nino Pettinati raccog ie in volume (Roma. Casa Editr. Nazion.) e dedica ai genitori per le loro nozze d'oro : novelle semplici, alla buona, di sapore subalpino come tutto ciò che scrive il Pet"inati : e lo dico a titolo di lode, s' intende: pe,chè fui sempre, e rimango, un grande ammiratore delk caratteristiche spirituali, e quindi stilis!iche, d' ogni divetsa stirpe italiana , ·e nulla trovo più odioso, cretino, ed anche contrario al rispetto che ogni regione deve a sè stessa, del farsi tutti altrettanti scimmiotti e pappagallucci di Stenterello. * Nella prefazioncina ad UN TESTAMENT(ORoma, Roux e Viarengo) Salvatore Farina ci fa una bella e lieta promessa : di completare questo suo smilzo antico racconto, che è già alla sua terza edizione italiana , con vari altri cui darà il citolo più comprensivo di (( Carta l3o'lata n col quale era uscito prima il presente : e nc,i contiamo sulla sua parola di galantuomo provato e sicuro: galantuomo non meno a tavolino e come artista che in ooni altro atto della sua vita d'infaticabile ' t, e incorruttibile lavoratore. Del volumino, intanto, è superfluo, quasi, ridire: è giudicato da un pezzo; lo si legge, come tutti gli altri dell'umorista Sardo, ora sorridendo, ora commovendosi, ora comprendendo e compatendo un errore o una debolezza, ora applaudendo e ammirando una gentilezza od un sacrifizio, sempre restando persuasi che la vita, con tutte le sue feste ed anche con tutti i suoi guai è esteticamente bella, e, per chi ha occhi per vedere e cervello per intendere, vale la pena d' esser vissuta. :A L'avvocato Tommaso Claps, pretore d' Avigliano, pubblica ( stessa casa editrice ì un dt:nso volume di bozzetti e novelle della Basilicata, del paese suo al quale l'isolamento e la triste dimenticanza han serbato, quasi a compenso della miseria e dell'abbandono, uno spiccato color locale, una caratteristica psicologia e poesia regionale: e quando avrò detto che queste prose, artisticamente schiette, fresche, attinte al vero immediato, riflettono tutte, dal\'<( Anno <lella malannata n e dall' (<Arcadia sanguigna n alla (( Fara d' Incecca » e alla « Masseria d'Introna n, quella psicologia fiera ed ingenua, que I colore netto e deciso , che chi è vissuto , anche per poco, A PIÈ DELCARMINEnon dimentica più, avrò fatto la lode mi gliore del libro, il quale dimostra , contro quella che pare invece la tesi di Carlo Del Balzo, che si può trovare ancl(c molta poesia , purchè si sappia e s1 voglia , nella gentuccia, rifatta o no, dei più oscuri e remoti villaggi. * Annunzi: GELOSIA, novelle d'Alberto Lumbroso, con due lettere di Paul Bourget e di Paul Hervieu , ( Torino , editore Streglio); LA MORALITÀDEL MALE, romanzetto fantastico di Ugo De Amicis, medesimo editore; VIVENDO,dodici novelle di Vittorio Luce, (Roma, Società - Tipografico - Editr. Naz.). Passando alla letteratura drammatica, ecco due buone cose:
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