Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 22 - 30 novembre 1906

606 RIVISTA POPOLARE adoperare certi fumf per scacciare le febbri , oggi diremmo per scacciare le zanzare. Viceversa poi queste buone osservanze venivano neutralizzate da altri pregiudizi. come il recarsi a far preghiert:! allo aperto di sera per deprecare la febbre. Egualmente pregiudizi popolari esistevano ed esistono contro il chinino , come per esempio che esso riscalda lo stomaco ingrossa la milza, il fegato ecc. E similmente vige ancora tutta una serie di preservativi popolari contro le malattie , così il portare cornetti, pezzi di pelle di tasso, spicchi d' aglio in catena attorno al collo dei bambini, medaglie di santi ecc. ecc. Molti e molti sono i pregiudizi popolari che disturbano !·azione non solo del me,lico curante, ma anche del medico igienista Fattore importantissimo per l'introduzione nei costumi pooolari i precetti dell' Igiene sarebbe la religione. Le antiche religioni orientali dettero ferma di pn:cetti religiosi alle dottrine dell'Igiene e della medicina prev<::ntiva. Confucio per i Cinesi, Mahù per gl' Indiani, Zoroas~ro per i Persiani, Menete per ·gli Egiziani, Mosè per gli Istraeliti furono fondatori di civiltà e grandi igienisti. Così è ehe tutte quelle grandi civiltà sopravvivono , perchè i codici erano e sono d' Igiene e di Rdigione. È perciò che quelle popolazioni si mantengono ri - gogliose da secoli. lnter: libri de) Vecchio testamento sono veri codici cl' Igiene. Il concetto del conLag;o, i mezzi per combatterlo, come l'isolamento, gli e·spurghi o disinfezioni con erbe o-lorose ecc. secondo. le idee di quei tempi, eran0 altrettanti precetti di religione. EJ anche in seguito le popolazioni israelite perseguitate e costrette a tutte le disavventure si sone m~-ntenute tanto più sane, quanto più fedeli alla loro religione d' Igi1:ne. La religione cristiana, col predicare l'amore del prossimo e la liberazione della donna e dello schiavo, non fu dapprima in anta - gonismo con l' Igiene, anzi la sua origine orientale ce l'attesta con la lavanda dei piedi agli apostoli. Era quella una funzione prettamente igienica che ricorda vecchie religioni orientali che obbligano ancora i fedeli di lavarsi faccia, mani e piedi prima ui entrare nel tempio. Ma poi dopo le persecuzioni ed il trionfo i cristiani ina.:erbirono contro i pagani. Fu messa in dispregio la robustezza fisica che tanto era stata in onore presso i Greci, i ludi ed i bagni, salute e ;anto dei romani, furono ritenuti peccaminosi. I primi vescovi di Roma si preoc(upa · rono già di far chiudere le terme. Le invasioni dei barbari focero il resto. Fu predicato l'ascetismo, fu tenuto in grande estimazione il monacismo. li corpo era da ritenersi come car- . cere dell'anima e quindi bisognava mortificarlo. Tutto ciò che era di danno al corpo era l'ideale. Le malattie erano un gastigo del cielo per punire i peccati dell'uomo! Per combatterle non v'·erano che digiuni, esorcismi , benedizioni , preghiere e :,onseguenti affollamenti , processioni in cui si accalca vano masse di gente, Tutto ciò contribuiva potentissimamente alla diffusione '1 elle malattie. Cominciarono infatti i più terribìli secoli di pestilenze che ricordi l'umanità. Si dovette ailora ricorrere ad un rimedio, la creazionè degli Ospedali. S'immagini poi come questi erano tenuti! Quindi anche la santa tu teta cristiana dei malati e dei sofferenti, nei riguardi igienici , non riusciva ad alsun risultato, che anzi certe volte aggravava la facilitazione dei contagi. Il cattolicesimo divenne anche più contrario ali' Igiene. Stabilì il celibato, antifisiologico, dei preti e giunse fino alla santificazione:: del sudiciume. L s:-nti soli potevano difendere l'uomo dalle epidemie mediante loro miracoli e i rispettivi proventi, in continua concorrenza col med:co sia curante che igienista. Si inventarono i santi per ciascuna epidemia, S. Lazzaro per la lebbra, S. Rocco per la peste bubbonica, nelle cui chiese diffondevansi invece i contagi. Anche oggi nella provincia ro- -,:nana qualche vecchio contadino, come retaggio degli antichi pregiudizi, nel salutare usa gridare: << Evviva Santo Roteo ! >) Contro tanta aberrazione insorsero prima I' Umanesimo e poi molto più efficacemente la Riforma religiosa. Predicando la quale il Lutero fu benemerito anche dell'Igiene sia con l'abo - lizione del culto dei santi e dei mira.:oli, con la soppressione del celibato_ dei preti e con una larga propaganda pel ritorno ai bagni pubblici e per I'_educazione fisica. Con l'obbligare poi ognuno alla lettura della Bibbia fece guerra anche all'analfabetismo, e quindi contribuì alla propaganda d'igiene. Non pèr nulla oggi i popoli pratestanti sono eziandio per rispetto all"igiene più civili di quelli cattolici. Quando son messi insieme . pregiudizi popolari e religiosi contro le leggi d' fgiene, è difficilissimo e talora impossibile combattere le epidemie. Così nel mezzogiorao d'Italia, in Sicilia, più ..:he denunziare i vivi si denunzia vano i morti di colera e di vaiuolo: per combattere quest'epidemia c'è voluto anche poco fa l'intervento della forza pubblica. A questo modo non solo si paralizza qualunque op·era del medico, ma si rende vano tutto l'ordinamento sanitario. Chi sosterrebbe oggi più che le malattie vengono da\ cielo? Le malattie sono fe.1omeni naturnli. Le ca use sono nelle no - stre mani , noi le coltiviamo, come le uccidiamo. Prevenirle è in potere dell'uomo, non è un privilegio della divinità. Già Cardinal Gastaldi, seguace di Fracastoro, nel 1656-1657, lasciò scritto che soltanto l'umana diligenza poteva moderare la strage dei contagi: « Quam sane ingentem stragem moderari poterat umana di!igentia, si citius contagium sensisset, et, ut primum sensit, serio de remedio ?rovidisset >). Egli in quell'epidemia di peste bubbonica prese le più sapienti e scrupolcse misure, che si adotterebbero anche oggi. Arrivò perfino a proibire le funzioni religiose. I risultati non si fecero aspettare; e mentre altrove la pest~ faceva strage, a Roma 'epidemia fu limitatissima. · Ma il Gastald1 fu al suoi tempi ed è ancora nel suo ceto un solitario. Appena oggi nella religione pare che ci sia un certo risveglio igienico. Un vescovo igienista di Fano non appena seppe che l'acqua santa poteva essere mezzo di diffusione della difterite,. vi fece introdurre il sublimato. Nelle chiese oggi dappertutto• si vede richiamato quel saggio consiglio igienico che <( è proibito sputare per terra n. Ed ha potuto aver luo130, alla presenza di Pio X, un concorso ginnastico nei giardmi del Va - ticano. Ma ci vuole! ben altro perchè la religione ritorni a quello che era nei tempi primitivi, allorchè fu la prima maestra d'[giene. Oggi invece la scienza è la maestra dei popoli; essa è che stabilisc<:: le leggi , e forma i costumi anche nel campo dell'Igiene. La scuola, quindi dall'elementare in su, deve essere maestra anche d'Igiene. Ma il fato economico incombe sopra l'educazione, la casa, il vestiario, il lavoro, l'alimentazione e quindi su lo sviluppo fisico, la salute, la durata della vita e la morte della massima parte del popolo. E da più parti mi sento gridare : Che giova nelle fata dar di cozzo? Oggi però , passato più che_ un secolo dalla proclamazione dei diritti dell'uomo, anche il primo dei dirittf naturali, quello cioè alla salute e alla vita, dovrà pur essere efficamente riconosciuto. Per questa ferma fiducia, il più umile uomo contemporaneo non ripeterebbe lo scettico monito del sublime poeta. Roma Novembre-Dicembre 1905. PROF. ANGELO CELL[

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