572 RIVISTA POPOLARE Omo, rintuzzando l'albagia brittannica e sminuzzando la potenza etiopica. >> Dopo questo giudi7io, che è anche quello del Marzocco non si capisce menomamente come il critico della rivista fior~ntina contraddicendosi possa dar torto al pubblico di Roma, che non sa rassegnarsi alla esaltazione di un tipo di malfattore antiestetico per ragioni tecniche e detiche. Gaio il critico in discorso, eh' è poi il direttore della rivista, leva un inno alla forma letteraria, alle preziosità verbali della tragedia per pronunziare la condanna del pubblico di Roma. <e Dovrebbero bastare questi frammenti egli dice, per assìcurare alla nuova tragedia , il rispetto, se non il consenso, del pubblico. Al Costanzi, a Roma, è mancato anche il rispetto. Dopo i clamori, le interruzioni satiriche e le catastrofi violente, il pubblico uscì dal teatro festante, con l'ebbrezza della compiuta demolizione. Un carnevalino anticipato di un paio di mesi. >>, E Gaio conchiudc narrando un episodio, che se non è vero è mal trovato; narrando, cioè; che un vecchio ferroviere di 7r anni avvicinò D'Annnnzio che partiva e gli manifestò la speranza di campare ancora qualche anno per vedere quello di ierisera diventato il suo cava.l di battaglia>>. Si capisce che questo è l'augurio dello. scrittore fiorentino che avendo paura, se non vergogna di esprimerlo per conto proprio, lo mette in bocca ad un ferroviere, che non è andato a teatro e che non _ha la coltura per apprezzare le delizie della forma D'Annunziana. E qui conchiudo. In fatto d'.immoralità e di turpitudine inoculate nelle vene umane per mezzo delle manifestazioni artistiche non credo possibili la prevenzione di polizia e la repressione penale Non proporrei, nè approverei mai una !ex Einz.e, che neppure nella Germania Glistina trovò fortuna. Ma sarà sempre doveroso il giudizio severo del pubblico che dell' immoralità e dell' apologia del delitto abbietto e truce,- il furto e l'omicidio accompagnati come dal miglior episodio, dalla seduzione di una fanciulla bella e buona - faccia giustizia giusta. Questa giustizia è un carnevalino anticipato? Vada anche pel carnevalaccio; sarà sempre preferibile all'apologia dei costumi da galera e da bordello. Il pubblico in questo caso si sostituira al giustiziere; il pubblico che per punire nella forma più lieve ha pagato il suo bravo biglietto - e pagato caruccio - punisce; meglio sarebbe se punisse più frequentemente e più severamente, con particolarità privando il delinquente, dei benefizi, che spera dal delitto perpetrato; cioè cogli scarsi introiti della cassetta. Poichè questo risultato pecuniario sta in cima dei pensieri di D' Annunzio: tanto che alla speranza di assicurarsi il concorso del pubblico ha sacrificato con volgarissima facilità tutta la sua concezione artistica. Ha perpetrato - come tanti reati accessori - dei tagli prot-1.natori tali da ridurre non so se un mono.logo o un dialogo di un'ora circa ad un pò meno di quindici minuti. Non ·è vero, perciò, quello che afferma un suo ammiratore: non avere il D'Annunzio sacrificato al pubblico la sua visione di artista ... Un'ultima parola amara, sulla esecuzione. Gli ammirE'tori di D'Annunzio non sapendo rendersi ragione della caduta miserevole del loro idolo hanno tentato, sebbene timidamente, di darne la colpa agli esecutori della tragedia. Dissero che Ermete Zaccone era impacciato, incerto, impaurito per la accoglienza del pubblico. Il pubblico, invece, spesso cercò scindere la responsabiltà dell'interpetre da quella dell'autore. E fece male. Un interpetre, quando si chiama Ermete Zaccone deve avere il tìuto del pubblico. La sua parte si riduce a cosa meschinamente materiale, ad ut'l semplice istrionismo perfezionato, se nulla comprende della moralità e della teatralita dell'opera d' arte. Ma lo sbigottimento di cui sembrò vinto Ermete Z~ccone all~1 prima mal,a accoglienza del pubblico d1. ~oma m_1r!corda un altra sua paura preventiva Egli, pur _grnd1cando eccellente il Sardanapalo di Byr~n, ~·dotto e tradotto meravigliosamente da ~ano Giobbe, dopo avere assunto formale impegno d1 rappresentarlo, venne meno ai suoi obbliahi l ' . d b' pere 1e non s1 ere eva ben preparato e non sicuro de~le accoglienze del pubblico. Con ciò nocque econom1camente al povero Giobbe, lo rattristò profonda111e1:te; e ques·o mancato impegno fu forse la dctennrnantc precipua dello squilibrio mentale e del suicidi0. Come e perchè Zaccone non sentì paura preventiva del pubblico nel rappresentare Più che l' amo1·e ? La brama di un incasso eccezionale che l' anticipata reclame dei d' annunziani e il nome del n· Annu117,io faceva prevedere sicuro, vinse la sua paura e b sua ripugnanza-se ne ha sentito? Forse. Dopo tutto non e' è da sorprendersene: Zaccone è un grfl nde commediante; ma non è Gustavo Modena. OoTT. NAPOLEONE CoLAJANNc PUBBLICAZIONE POPOLARE degli scritti di GIUSEPPE MAZZINI El Comitato ha pubblicato i"l 3.o volume et-i 370 pagine , in elegante edizione, al prezzo d-i L . .1,50 la copirf. É d'imminente pubblicazione il 4.0 volume, Le richieste, con l'importo', all' Avv. RODOLFORISPOLI, Via Bellini 67, NAPOLI. ---------------------- L'efontsiuperioerlei eondiziionnizi iali DELLA COLTURA POPOLARE (*) Da molti anni seguo con interessamento di collega, di studioso e di cittadino il movimento delle idee e delle istituzioni in prò del.la coltura popolare, sotto le più svariate forme, coaì per i giovani come per gli adulti. L'odierno nostro Congresso è la testimonianza, e oso dire la meritata apoteosi delle costanti e intelligenti fatiche prodigate a q11esto nobile scopo da benemeriti indegnanti e da sociologi e cittadini zelatori della popolare educazione. Patronati, ricreatori, biblioteche circolanti, ::scuoledi mestiere, univeri3ità popolari e altre istituzioni, si possono tutta.via considerare come semplici istromenti di diffusione della coltura. Non vidi nel progi-amma di questo Congresso alcun tema che accennasse alle qualità intrmseche ed essenziali richieste o d~ richiedersi ad una coltura la quale, dirigendosi alle classi popolari, vuol rispondere ad un tempo ai bisogni particolari di esse ed ai bisogni nuovi della civilt.à contemporanea ... (*) Pel Con~resso Internazionale per le Opern di Educazione Popolat·e (15-l7) Settemlire) tenutosi in Milano.
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