RIVISTA POPOLARE 493 dinazioni e coniugazioni sia sforzo incompatibile coll'età di circa dieci anni e che è opportuno differirlo all'età di 13 o 14 anni. Diciamo pane al pane: per lasciarsi andare a queste eresie, bisogna aver sempre vissuto le mille migba lontano dalla scuola. Sanno anche i porri che è appunto nella più tenera età che la ritentiva mnemonica dei puri suoni e dei vocaboli si rivela senza confronto più atriva, non agendo ancora che debolmente, la distrazione, dirò così, più assorbente del pensiero e del ragionamento. Ciò va notato anche a prescindere dall'inconveniente non trascurabile di dover iniziare lo studio delle due lingue antiche contemporaneamente, con inevitabile sovrapposizione e confusione d'idee nella mente dei giovani. E vero che i sindacalisti della novissima pedagogia non si sentirebbero impacciati a trovarvi un pronto rimedio; anzi questo, secondo me, è il loro inconfessato ma premeditato proposito; il greco si rimette a più tardi o addirittura lo si sopprime, come già à suggerito sulla Critica Sociale ( r) un professor dell'istituto tecnico di Ancona. Non sarà poi il finimondo, non è vero, ottimo prof. Tentori? Con ciò non verranno mai meno, anzi si moltiplicheranno per il maggior bene dell'umanita i Breccialarghe i Paoloni ed altri Cleoni e sommi duci della Società e ctell'era nuova. Avendo tempo e spazio, ci sarebbero ancora cento e più osservazioni da fare sull'aberrante tendenza della scuola unica senza latino; ma, per non tediare più a lungo il lettore, chiuderò questi miei pochi e disordinati appunti, facendo mia volentieri la giudiziosa nota del Tentori a proposito della indiscutibile superiorità degli studi classici sui tecnici per la loro azione benefìca sullo sviluppo e la quadratura mentale dei giovani : « Se dobbiamo credere a matematici insigni come il Brioschi e il Cremona , che primi lo affermarono, ~ alle testimonianze della maggior parte dei professori universitari, esso (l'Istituto tecnico) riesce inferiore al Liceo perfino nella preparazione alla facoltà di Matematica , perchè i licenziati dal Liceo hanno, per ragion dei loro studi , una maturi_tà maggiore di mente, la quale ad essi permette d1 poter ben presto raggiungere e superare i loro colleghi, licenziati dall'Istituto, benchè questi avess~ro avuta una preparazione speciale per gli studi scientifici più diretta e più intensa, >> Oh manco male! Questo è parlare da cristiani. Or dunque, se malgrado tutto il male che se ne dice, gli studi classici dànno ancora, a confessione, non solo dei fìlologi parte in causa, ma degli stessi più eminenti cultori di scienze esatte, risultati così lusinghieri, o allora - domando io - che ragione c'è di andare a guastare il bene constatato per un ,:neglio problematico? Curioso modo di migliorare 11 corso classico, quello di affannarsi ad abbassarlo al livello di quello tecnico. Tutt'al più, perch~ la scuola classica dia maggiori frutti, si potrà es1~e_r~-degl'insegnanti un più serio possesso della lat1111ta, fosse pure a scapito d'un vano orpello di eru~izione in fatto di filologi congetturali tedeschi. Piuttosto, dal giusto rilievo del prof. Tent?ri si potrebbe più legittimamente concludere che, nconosciuta l'inferiorità del corso tecnico come deg~1a preparazione agli studi superiori, debba esso v~mr corretto e portato se è possibile, all'altezza d1 _quello classico, il quale, per comune opinione d~1 competenti, à la virtù di dare allo spirito dei g1<?va11ai gilità, apertura di mente e larghezza di or~zzonti !inora non raggiunta per altre vie ....... Via lucis ! (I) F::isc. ,lei 10 giugnn T S)utì. Gradisca, signor Direttore, i sensi della mia più alta stima. PROF. ARMANOO TARTARINI Da un nostro egreg10 amico riceviamo e pubblichiamo questa lettera, che ci sembra opportuna in buona parte : Ono,-e1,ole Sig. Direttore, Due righi per una doverosa 'lsservazione. Al nome del chiaro Sig. Prof. Tullio Tentori, non posso opporre che il grande amore alla mia professione. Egli scrisse: « li Liceo infaiore di tre anni potrebbe dare accesso alle « scuole di 110tariato , di farmacia ecc. n Riv. Pop. r 906 pa. 413. Ora è a sapere che per referendum è desiderio della classe si abbia la laurea in legge. Di più; un illustre giurista osserva: (< li notaio abbisogna di una cultura giuridica anche superiore « a quella che generalmente si crede a lui necessa,·ia. Gran (( parte Jelle liti derivano da imperfetta redazione di atti. Ora « è molto difficile:: convertire in preciso linguaggio giuridico « la inesatta e volgare espressione di cui per lo più servonsi << le parti dichiarando la propria volontà. Questa concordanza « della volontà vera, 11011 tecnicamente manifestata , con una « tecnica dichiarazione suppone una fine aHalisi di giurista n (Brugi. - Introdur_ione enciclopedica alle scienie giuridiche e svciali. - Firenze, Barbera 1898 p. 253). Sì che pel Jecoro del ceto e pel vantaggio de' cittadini mi auguro, come la maggior parte di!' miei colleghi, che al notariato non si potrà aspirare se nc.n dopo maturi stuJi.· Con perfetta osservanza , ringraziandola della ospitalità, La prego, Onorevole sig. Direttore, ritenermi di V. S. Polignano a mare, settembre 1906. Dev.mo V1To FauG1s - Notaio Il divorzio • 111 Italia La questione del voto alle donne (a quel che ne testimonia almeno il giornalismo divenuto per un momento una particolare sinossi giuridica) ha talmente conquiso la pubblica coscienza, da disinteressarla e distrarla da un'altra ben più importante per la portata pratica contingente. Alludo al dibattito intorno al divorzio che, sopito da un pezzo nell'oratoria parlamentare, si presen ts oggi in una forma abbastanza curiosa, a non inutile testimonianza dell~ pervicacia pretesca e dell'insipienza governati va. Il fatto nella sua semplicità e un pò anche nella sua crudeltà, è questo: due· sposi cittadini italiani (una delle mille coppie a cui, per ossequio di una formula sorpassata, si pr~para un'eternità di dolore), convinti della necessità di sospendere una comunione che non presenta più che la viva fonte di dissidi e di disgusti, ottengono la cittadinanza ungherese e subito avanzano domanda di divorzio: domanda di divorzio che è accolta e convalidata anche dalla Corte di Cassazione. Poi con molta disinvoltura tornano in Italia e domandano che si dia esecutorietà a questa sentenza pronunciata all'estero. La Corte di Appello di Venezia l'accorda in virtù della legge 7 settembre 1905, Guardasigilli Finocchiaro-Aprile. Come sì vede, un piccolo piano di battaglia contro il quod Deus coniunxit, con parecchie evoluzioni dei combattenti. Ed è allegro pensare che questo piano Ji battaglia, anzi possiamo dire di vittoria, sia fornito da quello sresso legislatore che altra
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