Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 16 - 31 agosto 1906

436 RIVISTA POPOLARE associazioni e quelli delle organizzazioni di partito. E tale concorde cooperazione di entrambe le forme di organizzazione , è tanto più commendevole - nota opportunamente il Brunner - in un tempo in cui gli elementi tormentati dall' ambizione e dai rancori personali, si sarvono dei più riprovevoli mezzi per dividere la unità del movimento operaio. I Cartelli sono-- in modo del tutto speciale - adatti, quando agiscano con la necessaria prudenza, a poter ovviare agli sforzi malvagi di coloro i quali mirano a cacciare nn c11neo fra il movimento delle associazioni operaie e quello del partito operaio. A questi sforzi - scrive il Brunner - i quali hanno principalmente il loro fondamento in astiosità personali e sono dettati da bassi motivi, devono i Cartelli reagire cosi come chiunque abbia seriamente a cuore il· movimento operaio. Ne deriva che le differenze d' opinioni devono esser sempre positivamente discusse , e devono subito essere respinti energicamente tutti gli attacchi odiosi., preparando e fortificando, con l'educazione e l'istruzione, gli operai a coscienti lotte di classe. I Cartelli delle associazioni operaie devono essere, quindi, istituti di educazione, di formazione, di preparazione: istituti di educazione nel più vasto senso della parola !... E che questo sia in parte raggiunto e che s~mpre più si raggiunga sta a provarlo la statistica sull' attiv:ità dei Cartelli. Si continui sempre su questa via, e si può essere, cosi soltanto, sicuri di fare il vero vantaggio del movimento operaio. G. CARANO-DONVlTO UN BARLUME ~ellte n~eneczoenomic~e ~ia ~onesi (I) I. La concessione estera d'un porto aperto offre un sensibile contrasto con i suoi dintorni di estremo oriente. Nella bene ordinata bruttezza delle sue vie si trov.an ricordi di al tre parti del mondo; sembra come se frammenti occidentali fossero stati magicamente trasportati oltre mare : frammenti di Liverpool, di Marsiglia , di Nuova York , di Nuova Orléans e di città tropicali, in colonie dodici o quindici mila miglia lontane. Gli edificii mercantili , immensi, in paragone ai bassi e leggieri magazzini giapponesi , sembran profferire la minaccia della potenza finanziaria. Costruzioni d' ogni disegno concepibile , dal bungalow indiano al castello francese o in inglese, con le torrette e le finestre arcate, sono circondate da r-omuni giardini d' arbusti rasi, con vie bianche, solide, li vellate, fiancheggiate d' alberi dal tronco chiuso in cassette. Pressochè tutte le cose convenzionali d' Inghilterra e d'America si sono stabilite in questi distretti: vedete campanili e fumaioli , pali telegrafici e fanali, (1) Dall'interessantissimo libro : Xokoto di Lafcadio Hearn tradotto da Giulio de Giorgio, di prossima pubblicazione da O. Laterza di Bari. magazzini in mattoni importati con chiusure d'acciaio, insegne e vetrine di cristallo , marciapiedi e rotaie d'acciaio fuso. Vi son giornali mattutini, serali e settimanali; circoli e sale di lettura; sale da bigliardo e bar. Vi sono compagnie d'illuminazione elettrica a telefonica; ospedali, tribunali, carceri e polizia estera. Si trovano avvocati, medici e farmacisti ; droghieri, confettieri, panettieri e lattai ; sarti e sarte ; maestri di musica e di lingue estere. V'è un palazzo di città per gli affari municipali e per riunioni pubbliche di ogni genere, pçr gli appassionati di teatri, per letture e per concerti; ma raramente una compagnia drammatica, in giro per il mondo, si ferma per far ridere gli uomini e piangere le donne come si usa al proprio paese. Vi sono terreni per il cricket , per le corse; parchi pubblici, associazioni navali, società di ginnastica e di nuoto. Tra i rumori familiari v'è l'interminabile tintinnio del principiante di pianoforte, il fraCH.sso della banda, di città , il respiro affannoso del1' accordeon : manca solamente l'organetto. La popolazione è inglese, francese, tedesca, americana, danese, svedese, svizzera, russa, con :un rado spruzzo d'italiani e levantini. Dimenticavo quasi i cinesi, ma di essi ve ne è gran quantità. in un piccolo speciale angolo del distretto. Ma l'elemento predominante è inglese ed americano : l'inglese in maggioranza. Tutti i difetti e q ua]cuna delle più belle qualità di queste poderose razze possono essere studiate qui , meglio che oltre mare, in questi piccoli ambienti dove ognun sa tutto sul conto dell'altro, in queste piccole oasi di vita occidenlale, nel vasto incognito del lontano oriente. Brutte storie s' odono ed indegne d'essere scritte, ma anche storie nobili e generose di buone e coraggiose azioni compite da uomini che pret-endon essere egoisti e sotto una maschera convenzionale nascondono la migliore parte alla pubblica conoscenza. Ma i dominii del forestiero non s' estendon oltre i limiti d' una facile passeggiata , e possono contrarsi ancora più tra pochi anni per ragione che ora dirò. Queste concessioni estere sviluppate precocemente, come le ~ città fungaie » dell'America occidentale raggi unsero l'apparente limite del loro sviluppo poco dopo solidificate. Intorno ed oltre la concessione, la città indigenala vera città giapponese-s'estende in regioni imperfettamente conosciute. Per· la media dei colonizzatori ' la città indigena è un mondo di misteri : non è creduta degna di essere visitata una volta ogni dieci anni. Essa non ha interesse per il colonizzatore, perchè egli non studia i costumi indigeni, ma è semplicemente un uomo d'affari che non ha tempo da pensare a tutte queste stranezzè. Traversar semplicemente il limite della concessione è quasi lo stesso che traversare l'Oceano ~~cifico, che è molto men largo della differenza di razza. Al solo entrare nell' interminabile laberinto delle vie giapponesi, i cani vi abbaiono, ed i bambini vi fissano come se foste il primo forestiero eh' essi mai videro. Forse vi grideranno dietro: e Ijn >, Tojin > o e Ke tojin » - cioè « peloso forestiero ,,, che non va inteso come complimento.

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