RIVISTA POPOLARE 371 La grande tragedia Il primo atto della grande tragedia è finito. L'uomo segnato dal destino; ha messo la sua firma in calce all'atto che sarà domani uno dei ·gravi . d' ' ' capi accusa contro di lui. Lo Tsar, dicono i suoi consiglieri, ha scelto il momento oppo~tu~o; più tardi non avrebbe più potuto e lo. sc10ghmento della Duma s'imponeva. Come se 11 momento opportuno per assassinare un uomo od un popolo, potegse essere una scusante alla colpa. Ma, poi, s'imponeva veramente lo scioglimento di questa assemble·a? Era veramente essa un pericolo per la vita della Russia per la vita dello Tsar, per la vita del popolo Ru;so? Non si direbbe, se ne osserviamo gli atti. Era un' accolta dei « migliori uomini Russi »; era il veggente cbe cerca, dall'ombra della caverna buia trarre alla luce i brancolanti seguaci. Essa, quest~ assem?l~a sorta dal _seno di quel popolo che i burocratici derubano, 1 granduchi svergoo-nano i coh . o ' sacc 1 massacrano; questa assc·mblea cbe avrebbe potu~o ~criv_ere a caratteri dì sangue sul trono di Russia 11 Mane, Teche/, Phares della dinastia Romanoff, che avrebbe potuto- almeno nelle dichiarazioni - avocare a se il Cosacco e il boia· chia- ' mare alla barra della storia il livido fantasma dì Peterhof e chiedergli conto dei massacrati in massa de~li a~oniza~ti_ i~ Sibe1:ia, d~lle st1_-ag5organizat~ da1 suoi cons1ghen, e dai suoi fedeh; e stata sempre - questa assemblea che doveva sentirsi sovrana - è stata sempre umile, dimessa ragionevol~;. es_sa ha respinto tutte le proposte 'ardite dei soc1alist1; tutte le proposte - pure inevitabili - dei rappresentanti dei contadini · è stata modesta e pr~dente, e quando, messa 1~ella impossibilità di agire, essa. ?a voluto parlare al popolo ha scelto la f?rm_~ pi~1 blanda, le parole meno roventi, le frasi prn rispettose ; ha voluto non offendere la maestà dello Tsar. Ma lo_Tsar ha cacciato il nuovo procuratore del Sant_o S111odo. per tornare ad ascoltare i consigli del teroce Pob1ed_onos~ezetf; ha cacciato Goremykine, nop abba_stanza 1pocnta, per preparare la dittatura a frepofl,_ l'uomo che ha sete di sangue, il mostro d~lla tacc1~ ka_lmuca. che spera seppellire insieme a 1 cadaveri dei nuovi massacrati il cadavere della speranza popolare; ch_e sogna spengere nel sangue del popolo Russo la haccola della libertà. E Ja Duma è stata sciolta. Il primo atto della grande tragedia è finito. Biso~na e_samin_are le scene di questo atto; l' esame c1 dara gli clementi per considerare quali potrann_o essere gli ani seguenti. Un giorno su la via che conduce al Palazzo dello Tsa1_·cammina, alta la croce, vestito d'ei paramenti sacri, un prete. Lo segue u113 turba infinita e da quella turba si levano voci e canti di spe~·anza. Quel _prete conduce allo Tsar il popolo Russo che ha bisogno di raccomandarsi a lui · conduce al . ' p1ccolo_padre, i ciecamente devoti figli. Ad un punto d.ell_avia, una masnada di cosacchi sbarra la stradaInd_ieyr?!- Ma noi andiamo ad implorare lo Tsar; egli _e il nostro padre; noi abbiamo tìducia in lui ~periamo_ i~- lui_: -. Indietro l • oi siamo poveri: rnr1;ocent1, inermi; siamo affamati, ctissano-uati batt t '' 1· l · 0 ' _u1 :_c e c 11 1a interesse a separarci da lui a .targh credere che noi gli siamo nemici · noi ;ndiar:no, tese a lui le ms ni, a dimandaro-li pietà - Indietro! - E brevi e rauche fischiano bin aria le palle, e squarciano petti e fracassano reste, e nel la strada corre un largo rivo di sanaue. E' la terribile domenica, il f2 gennaio della storia Russa. Il Piccolo Padre ha voluto quel sangue dei suoi figli l . Si ~ detto,. e lo si dice ora con più insistenza d1 pr_1ma: ~1cola II non è responsabile degli atti ferctc1 che s1 commettono attraverso tutta la Russia· non è colpevole dei delitti e della reazione eh; imper~ersa per opera dei suoi consiglieri. Egli vuole 11 bene del popolo; egli è anche liberale - tanto quanto può esserlo un autocrate - ma lo è. Ecco egli stesso, nel suo recente manifesto al popolo Russo, egli stesso si da la pena di smentire le patetiche dichiarazioni delle sue ambasciate e dei suoi interessati sostenitori. In quello che vorrebbe essere il suo atto d'accusa contro la Duma, egli scrive: -I rappresentanti della nazione invece di occuparsi dei lavori legislativi esorbitarono dalla sfera della loro competenza e si occuparono di fare inchieste sugli atti dei poteri locali da noi costituiti e di segnalare i difetti delle leggi fondamentali che non potrebbero essere modificate che dalla nostra volontà imperiale. - Biso_g?a rile':are questo breve passaggio perchè è la venta sfuggita, involontariamente, dalle labbra d,el _colpevole. E' la confessione spontanea del reo. Egli sapeva dunque del massacro di Bielostock egli du1:-que non ignora, e non ha ignorato nes~ suno dei pogrom che i satelliti dei reazionari hanno fatti. nelle diverse parti della Russia, contro gli ~bre1 , che sono essi pure suoi sudditi. Non ne ignorava alcuno, non solo ma essi sono stati eseguiti col suo consenso se non per suo ordine ed ora, in questo manifesto , egli ne assume francamente la terribile responsabilità. Per una volta tanto l'ipocrita s· è tradito; egli ha detto la verità; ha rivelato la verità non volendo. Torniamo alla tragedia. Sotto la terribile pressione dello sciopero generale che paralizza la vita della Russia lo Tsar cede. Il popolo chiede libertà, chiede costituzi-:me, chiede diritti civili; e lo Tsar il 19 agosto 1905 firma l' Ukase che ordina la costituzione della Duma. L'atto non è stato ottenuto per via di transazione pacifica ; a Odessa, a Kietf, a Mosca a Pietroburgo da un capo all'altro della Russia il popolo ha pagato col sangue e coi cadaveri il diritto che lo Tsar s'è lasciato strappare. Ma questo atto non basta. Messo sulla via delle conquiste il popolo va logicamente alle conseguenze inevitabili; il 30 ottobre lo Tsar è obbligato a pubblicare l' Uk.ase che concede la cosiddetta costituzione; e neppur questo è volontariamente largito al popolo; ma lo Tsar è stato obbligato a cedere dinanzi al tìo -~ i,,Jpolare che saliva e pareva travolgere e som111-<.:C'r Peterhof. Non dimentichiamolo; in quei giorni Witte non poteva più fronteggiare la situazione e nel golfo di Finlandia l' yacht dello Tsar era giorno e notte sotto pressione. Il Piccolo Padre pensava alla fuga, dinanzi al giusto risentimento dei figli. Il 10 maggio u. s. la Duma parlò la prima volta al popolo; e tosto si seppe, si potè capire che Duma e Tsar non si sarebbero intesi. La Duma avrebbe potuto essere remissiva quanto la più umile e più insignificante delle associazioni operaie , essa sarebbe stata sempre troppo avanzata, troppo ribelle per lo Tsar che aveva firmato la Costituzione intendendo fìrmare un qualunque pezzo di carta privo d'ogni valore. E il dissidio subito scoppiò, e crebbe giorno per giorno è si acuì d'ora in ora. Ed era naturale, Duma e Tsar sono due fatti in contrasto; sono due contradizioni. E delle due una deve sparire. Ma quella che deve sparire non si rassegna facilmente al suo fato , e resiste e lotta; e, fors'anche, riuscirà per breve tempo a sopraffare
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