370 Rl VISTA POPOLARE che ci auguriamo che alla morte lo conduca, ma che non è ancora ·la morte. Non comprendiamo, quindi , le declamazioni e la rettorica contro lo scioglimento della Dourna. .t. avvenuto ciò che doveva fatalmente avvenire; ciò che la Dourna stessa volle incoscientemente e preparò inesorabilmente. Poteva con una attitudine diversa la 'Douma evitare ciò ch'è avvenuto e preparare la lenta e graJuale trasformazione politica, economica e sociale ~lla Russia? Forse ..• Ma il nostro forse in questo caso ha un valore assai minore dell' 01dinario ; si avvicina e si confonde quasi colla incredulità completa nella realizzazione della ipotesi di un corso diverso degli avvenimenti. Parve a noi, e lo dicemmo altra volta , che i membri della 'Dourna avessero sbagliato metodo volendo far percorrere in un anno al popolo russo una strada che il popolo inglese, e il popolo francese hanno percorso in alcuni secoli; che l'italiano, il tedesco, l'austriaco - tanto più maturi del primo - non hanno interamente percorso, e parve a noi che la Douma , mentre ancora i Cosacchi non sono disarmati , volesse precorrere i tempi invocando trasformazioni sociali , che i socialisti più avanzati di Europa non credono ~ncora possibili nei paesi a più avanzata civiltà occidentale e che su tale proposito s'ingannasse crfdendo che l' aJdentellato del Mir potesse mettere l'Impero russo in condizioni più favorevoli, veramente eccezionali, per procedere ad un grande esperimento di socialismo e, più , determinatamente,· di collettivismo agrario che nelle condizioni attuali affretterebbe l' esperimento del collettivismo industriale e del. collettivismo integrale. Il Mir stesso, guai' è, ha bisogno di essere trasformato per consentire al popolo russo che viva , e non di essere preso a modello e di formare il punto di appoggio di una nuova orga01zzaz10ne. Pensiamo altresi che se la Dourna si mostrò spesso imprudentemente ardita e provocatrice quando arrivò il momento climaterico non si appalesò veramente rivoluLionaria~ Il proclama di Vyborg, che permette ai suoi sottoscrittori di ritornare tranquillamente a Pietroburgo dice che esso non rappresenta un atto realmente rivoluzionario. L'indecisione della Dourna del resto risponde alle sue origini e alla non perfetta rispondenza colle condizioni delle masse. Siano quali che si vogliano gli errori generosi e sublimi - derivanti dal predominio della ideologia e dalla insofferenza di un regime illibera·lc, incivile, inumano - della Douma, è i1111egabile che l'autocrazia s'inganna se crede <li potere tornare ali' antico sic et simpliciter. Sciolta la Dourna e rinviate le elezioni ad un anno per sostituirla, non si ha nel l'avvenimento che un aggravamento delle condizioc:ii che hanno reso inevitabile e trionfante l'anarchia di fatto, che deriva dalla dissoluzione o meglio dalla putrefazione di un immane organismo. 1 Noi crediamo che s'illudano soverchiamente i socialisti russi, che per bocca di Aladin e Anikin hanno dichiarato prossima una vera ed organica rivoluzione ; la quale non può essere aflret tata dai segni innumerevoli d'indisciplina e di demoralizzazione dell'esercito. Crediamo del pari che sia semplicemente ridicolo l'ottimismo di Stolypin, dei ministri e dei funzionari dello Czar che dalla calma relativa seguita allo scioglimento della Douma e da alcune interessate approvazioni del clero e dei nobili argomentano che il popolo russo si adatter;\ al colpo di Stato dell'autocrate. Moroun tzefl ha gia dichiarato che in Russia, anche per ragioni geografiche, non è possibile I' orientamento rapido. Se la reazione si sente sicura del fatto suo, perchè procede ad arresti in massa, perchè ristabilisce la censura, perchè sopprime i giornali? La fede degli uni nella imminenza <lellé1rivoluzione ; quella degli altri nel trionfo ddla reazione è destituita di fondamento. Ciò che c' è di vero, d'indiscutibile è la continuazione dell'anarchia, che s:1ra aggravata dallo scioglimento della Douma e che non sarebbe stata evitélta dalla sua vita. La anarchia di fatti è una risultanza fatale, inesorabile dell'opèra degli uomini e delle istituzioni per parecchi secoli di seguito. Uno scrittore tedesco, che conosce la Russia, Rodolfo Martin nella Neue Freie Presse prevede il trionfo finale della rivoluzione; ma attraverso il regime degli assegnati ed al fallimento completo dello Stato, attraverso almeno ad un decennio di terrore e di an:trchia. Un altro scrittore più noto, Anatole Loroy-Beaulieu , che nella sua qualità di rappresentante dei creditori di nove miliardi francesi dovrebbe essere inclinato a minore pessimismo, in una intervista col corrispondente dello stesso giornale di Vienna, afferma che la rivoluzione russa durerà dei decenni. Una rivoluzione che dura dei decenni non è la anarchia? Intanto la Douma è sciolta; ma rimane insoluta la quistione ardente delle nazionalità; la Do111na è sciolt~ ma rimaugono insoluti e minacciosi i problemi della deficienza della terra, dell'agricoltura barbara, della produzione insufficiente, del Mir arcaico e non rispondente più ai bisogni odierni, dello incremento della popolazione sproporzionatissimo a quello del capit:lle ; la Douma è sciolta , ma tutt~ quei problemi rimangono complicati e aggravat1 dall' ,rnalfabetismo spaventoso , dalle superstizioni incredibili, <lai crudele fanatismo religioso anacronistico. Verrà la nuova Douma.... e la nuova Dounia sarà impotente come la prima se essa dovrà provvedere a tutto l'Impero e non sarà sostituit:1 e suffragata da tante Doume parziali, regionali o nazionali, che daranno la base a quell'organismo federale, ch_e fu dc1 noi Jichiar,lto indispensabile e che ora troviamo sostenuto come inevitabile da chi nel m0ndo scientifico oodc:: oià u r:111Je fam:1 e eh' è uno dei mago o o . I giori uomini del partito democratico costituz1ona e russo : da Massi mo Kovalewski. La Ri.vista Ai nostri abbonati che non fanno la collezione della Rivista e che vogliuno mandarci il N." 7 dei/' anno IX, il N.0 IS dell'anno X ed i N. :.:! e3 dell'anno cmTente, daremo in cambio un libro del valore di ceni. 50 da scegliersi nel/' elenco dei libri di premio di edizione della Rivista.
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