RIVISTA POPOLARE 161 all'Università di Bologna, trattano dei fattori del gusto estetico, così d'impressione come d'espressione, così del godimento del bello, cioè, come della produ,zione dell'arte: fattori ereditarii, come la specie zoologica, la razza umana , il pop0lo, il ceto, la professione, la famiglia , l'età, il sesso cui apparteniamo; fattori personali, come il temperamento , lo stato fisiologico, patologico, il tipo mentale, la memoria, la fantasia, la genia - lità , il carattere e l' educazione, l' intelligenza e la coltura, l'idealità e la fede che distinguono ciascun individuo da ciascun altro; e fattori esterni, come l'ambiente geografico, climatico, biologico, antropologico, artistico, i modelli antichi e moderni, i musei e le esposizioni, le scuole e i maestri, e come l'ambiente economico, le condizioni d'esistenza, i tipi di civiltà, il commercio, l'industria , la ricchezza privata e pubblica , il mecenatismo individuale e collettivo, e come infine l'ambiente psicologico , sociale , politico , morale , scientifico , filosofico, religioso. E tutto ciò risponde, come si vede, prima d'averle udite formulare, a varie domande che anche il Fanciulli, notato come << la psicologia dello spettatore sia rimasta sempre assai trascurata n, rivolge a sè stesso nella sua prefazione: «. Perchè dina .•zi a certi oggetti l' anima nostra si accende'? In che modo avviene l'ineffabile riconoscimento delle cose raccolte sotto I' aureo nome della Bellezza? Che cosa passa fra quelle cose e noi? >> Risposte assai diverse, il più delle volte, le mie dalle sue: ma ciò non fa , almeno da parte mia , se non accrescer la stima e la simpatia per il compagno e per l'emulo nelle grate ricerche : tanto più, che l'opera del vero pensatore, più che nel risolver dogmaticamente i problemi , sta nel proporli e nell'agitarli, lasciando ad ognuno la libertà e la gioja di farsi le convinzioni che più convengono alla sua tempra mentale. E' per questo, che io sono un grande amico e fautore d1 quella forma di studì e di pubblicazioni, che sotto nome d'inchieste è giustamen!e in voga e in onore oggidì , e che ne leggo sempre con piacere e con interesse i risultati, e che ne dò notizia con sincero entusiasmo : eccone per esempio oggi una: quella istituita dal professore Augusto Michieli sopra IL DOVEREDEI GIOVAN(IMilano, Cogliati), ed alla quale hanno risposto, fra i molti altri, l' Ardigò, il De Gubernatis, il D'Ovidio , il Farina , il Foga 7,zaro , iI Fradeletto , il Giacosa , il Mantegazza, il Molmenti 1 il Sabatier, il Tarozzi, il Villari, il Ricci .... Le domande eran queste: <( Crede la S. V. che esista un dovere speciale dei giovani in quanto son tali, o, in altre parole, che la ·g,oventu abbia una missione speciale da compiere? Date le condizioni attuali dell'Italia, quale crede Ella che sia il preciso dovere dei giovani ·1 Chiarito questo dovere, quali sono i modi più idonei per attuarlo ? » E le risposte, precedute da una sostanziosa e sintetica prefazione del compilatore , sono infinitamente varie , ed anche, spesso , contraddittorie: ma ben s' accordano e convengono tutte almeno in questo: che la soluzione definitiva di tutti i maggio.ri problemi che incombono sul nostro secolo non sarà data che .appunto dai· giovani , cioè dagli uomini del domani; e che nei oiovani è necessario che s'accenda e che arda, fer- b . vida e pura, la fiamma dell'ideale, sia pur varia e multiforme a seconda cieli' indole di ciascuno ; perchè senza ideali , e a base di gretti interessi e di cinic:i egoismi, non s'è mai fatto e non si farà mai nulla. LE BASIDELLAFEDE, di A. J. Balfour, che G. Chimienti ha egregiamente tradotte dall'ottava edizione inglese, e che il bravo Laterza di Bari ha stampate con la consueta severa eleganza, sono una specie d'introduzione allo studio òella teologia. Non e' è tuttavia da spaventarsi troppo per questa loro qualità es· senziale : poichè intanto la teologia dei popoli nordici è largamente aperta alla discussione ed al libero esame; poi , perchè, come ben dice l'autore nella prefazione, le battaglie decisive della teologia si combattono veramente fuori delle sue fron tiere!: e quest' opera, quindi , è più di filosofia scientifica , di critica sulle concezioni e sui problemi relativi alla natura ed al!' uomo, ali' estetica, alla morale, alla logica, alla iperfisica, che non alla teologia propriamente detta, a cui appunto deve, o meglio può, servire d'introduzione, anzichè di trattazione, sia pure sommaria e iniziale. È per questo, che, vinta la prima diffidenza e superato il primo momento di dubbio (francamente : quasi di certezza ! ) che non avrei potuto resistere a questa lettura, l'ho poi compiuta invece con facilità e non senza frutto: perchè sono rimasto, a libro chiuso (e si capisce), con tutte le mie sicure convinzioni intatte, ma ho imparate molte cose che ignoravo, ho compreso molte questioni che mi rimanevano oscure, e. ho trovate e nOLate a margine anche molte ragioni nuove per ribadirmi in mente la mia vecchia teologia naturalista, il mio sereno e sicuro panteismo pagano. Tutt' altro libro , in ogni modo , e ben più accessibile alla nostra mentalità moderna , è quello edito dalla stessa Casa, degli SCRITTIVARIDr FILOSOFIAE POLITICAd'Antonio Labriola, raccolti da Benedetto Croce e ornati d' un mera viglioso ritratto pieno di vita, di carattere, d'arguzia, di forza, dovuto ad un artista certamente di prim'ordine, del quale mi duole di rion esser riuscito a decifrare la . firma. I saggi che compongono questo grosso e denso volume sono stati dal Croce trascelti da riviste, da giornali e da carte inedite, in cui il compianto Maestro aveva impressi, meglio che in opere più ponderose ed elaborate, i propri lineamenti intellettuali e morali; e vanno dalla polemica con lo Zeller sulla teorica della conoscenza e contro il ritorno al Kant, fino alle considerazioni retrospettive e. ai presagi augurali sul secolo or ora comprnto e su quello appena inizia~o; dal largo e profondo saggio sull'origine e sulla natura delle passioni secondo l'etica spinoziana, fino agli articoli brevi e succosi, alle pagine sparse, su Giordano Bruno e su Garibaldi, sul Primo Maggio e sui fatti d' Aigues Mortes, sul caso Dreyfus e sul programma Sacchi; dallo studio psicologico sul concetto della libertà e da quello , sociologico, sul materialismo storico, alle due poderose conferenze sulla scuola popolare e· sul socialismo. E c' è dentro a tutto questo assai più succo e as~ai più globuli rossi, che in tutta l'attività intellettuale semisecolare di molte illustri cariatidi universitarie di mia conoscenza. Quanto diverse, pur nell'identica forza rivelatrice d ;un altro ingegno e d'un altro carattere, qlleste MEDITAZIONVIAGABONDE di Gaetano Negri , di cui Ulrico Hoepli dà oggi in luce la seconda edizione ! L'autore di << Segni dei tempi » e di·« Rumori mondani » agita qui, com' è noto, particolarmente il problema della crisi odierna delle coscienze , attraverso i mirabili saggi sul!' attuale momento religioso , sui ricordi di Marco Aurelio e le confessioni di Sant' Agostino , sul cristianesimo primitivo e San Paolo, e sul momento filosofico in rapporto appunto col momento religioso. Una breve prefazione di Michele Scherillo che ha curata e riordinata questa ristampa, ed una penetrante analisi del dottor Guido della Valle sul pensiero filosofico di Gaetano Negri, ne precedono le squisite pagine: delle guaii non occorre dire, che io son ben lungi dall' accogliere tutte le conclusioni, come quasi sempre mi accadde invece per quelle del Labriola; ma ciò non toglie che io abbia passate, scorrendole e discutendole mentalmente, ore bellissime di compagnia e di conversazione
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