RIVISTA POPOLARE 21 nostre cellule nervose mediante la modificazione profonda da queste subita, io non so capire come possa nascere un indi· viduo così perverso da trovarsi completamente sfornito di qut:i germi di altruismo e di socievolezza che sono la caratteristica della civiltà in mezzo alla quale è venuto alla luce. Intendo che questi germi possano trovarsi allo s_tato latente , ma qualora essi vengano sviluppati bene specialmente nella fanciullezza, che presenta maggiore plasticità alle impronte artificiali della educazione, io ritengo che possano controbilanciare le tendenze al male, anzi dominarle e sostituirle. L'uomo è ad un tempo angelo e bestia ~CoLAJANNI, Letourneau); l'influsso benefico dell'educazione può far sì che si spieghino e trionfino le ali dell'angelo. Anche negli uomini più abbrutiti e nelle coscienze più profondamente solcate dal!' aspide della delinquenza troviamo come favilla sperduta nella cenere qualche fuggevole bagliore di bontà. Se da questi sentimenti rudimentali si fossero tratte a tempo opportuno tutte le potenze di cui erano capaci , forse quei mostri umani sarebbero divenuti membri utili alla società. Chi non vede in quei fanciulli laceri e sozzi che guazzan<;> nel trivio della città , abbandonati a sè stessi , senza pane e senza tetto, senza la carezza e il sorriso della madre che forse giace in un immondo prostribolo, e senza il freno e il sostegno del padre che forse vive in galera a spese dello stato, e che spesso appartiene a quella schiera di vigliacchi che sfuggono dinnanzi al dovere e respingono il frutto dei loro libidinosi amplessi, chi non vede in questi sciagurati i futuri candidati alla delinquenza? E quando costoro saranno divenuti i famigerati nemici della società: di che saranno responsabili, ove - si miri alle cause e non agli effetti? E d'innanzi a questi fatti chi non riconosce l' immoralità di quella legge che vieta la ricerca della paternità ? Il Lombroso riferisce diversi casi di fanciulli che venivano ammaestrati nell' agilità , nella rapidità di movimenti occorrenti per commettere i furti senza essere scoperti , precisamente dai loro genitori delinquenti. Ora quei disgraziati cresciuti in simile ambiente anche quando avessero avuto buonìssime tendenze si sarebbero potuto mai sottrarre al delitto? Il Ferri dopo aver detto che minima è l'efficacia della educazione come determinante della condotta individuale ( Sociologia Cdminale 4. a Ediz. pag. 455) soggiunge contraddicendosi (pag. 447) che l'infanzia abbandonata è semenzaio e sorgente di criminalità ; e dopo aver detto che i fanciulli abband, mati non arrivano quasi mai ai grandi reati; essi restano i microbi del mondo criminale altrettanto recidivi cronici quanto poco pericolosi ( pag. 448) , soggiunge sempre contraddicendosi (pag. 450), che l'Inghilterra è il paese classico della protezione per l'infanzia abbandonata; ciò che spiega in gran parte ia diminuzione o l'arresto di aumento nella sua delinquenza naturale od atavica ! Adunque a parte i falsi giudizi che detivano dai preconcetti deve necessariamente ammettersi che massima è l'influenza dell' educazione nella formazione del carattere morale ; e per educazione devesi intendere l'indirizzo ad un'arte od un mestiere, i precetti morali, l'esercizio fisico-psichico, l'istruzione ecc. ecc. sempre su base laica essendo dimostrata la potenza corruttrice del clero. Un provvedimento poi di capitale importanza è la refezione scolastica : perchè se un buon maestro dicesse ad un fanciullo eh! lo appropriarsi dell'altrui è un'azione riprove~ole, il fanciullo finchè fosse straziato dalla fame non sarebbe 'in grado di comprendere una così sublime verità 1 In istretto rapporto col fattore sociale sono l'ozio ed il va gabondaggio , donde attingono la maggior parte di elementi quelle associazioni criminose che si sviluppano e si organizzano nei grandi centri ed inquinano tutta quanta la convivenza civile (Es. la camorra di Napoli). Questa turpe genìa di delinquenti professionali (lenoni, ladri, feritori, sfruttatori) desta disprezzo e ripugnan.ta qualora si guardi allo stato di deprazione m cui marcisce, ma volgendo il pensiero agli inizi della perdizione e considerando il fatto occasionale che fu la spinta al baratro della mala vita quasi sempre si dovrà ammettere che la società operò almeno come la complice necessaria ! ln quanto poi all'ozio ed al vagabondaggio che non trasmodino in attività criminosa, bisogna convenire, che a fine di erigerli in delitto << non basta proibirli sotto sanzione penale ma con · viene renderli senza scusa. Per renderli senza scusa è necessario di prestare lavoro a chi ne domanda. Dunque è necessario che l'autorità pubblica o presti tali lavori pagati od indichi i mezzi certi e concreti onde ottenerli (Romagnosi citato da Colajanni: Soc. Crim. voi. 2°, pag. 484). (continua) DR. ANGELO ABISSO IL SINDACO Questa volta s1 , avrebbe fatto un bel fiasco il Cavaliere. Lo chiama vano così, quasi che ci fosse 1 ui solo cavaliere a Caltanissetta; e ciò si poteva ritenere una sciocchezza per due ragioni: prima percbè i cavalieri abbondavano come abbondano nella contrada Niscima, i fichi saO?pieri; e poi perchè il sindaco aveva nome e cognome non solo , ma anche il nome di uu regnante rimasto celebre nella storia. lVlaandate a ficcare certe ragioni in certe menti gonfie di cornaggine mulesca ! Q11ando si cercava il sindaco, si domandava netto e tondo: « Avete veduto il Cavaliere? > Questa volta, dunque, non l'avrebbe spuntata. Già i segni precursori della tempesta, da parecchi giorni, intorbidavano la serenità normale dell'aria cittadina; le elezioni amministra ti ve, a dire dei più, apparecchiavano una- bomba il cui forte scoppio doveva fare rimanere intontiti il Cavaliere e tutti i signori del suo partito: era un addensarsi di nuvole scure, minacciose, inesorabili. Il lavoro e la solerzia attiva del Regio Commissario non avevano levato un ragno dal buco, essendo il labirinto di qnell' Amministrazione così intricato da fare smarrir8 il lume dell'intelletto ai cervelli più sodi. Il Cavaliere questo lo sapeva benissimo, e se ne compiaceva intimamente, sicuro del fatto suo. e Non mi vogliono più sindaco? Piacere tanto ! Lo diceva per dire; effettivamente, però, sentiva che non ci avrebbe trovato nessun gusto a vedersi scartato come un limone guasto. Oramai i bufali non volevano più patire, a dire dei suoi nemici, di essere tirati pel naso, risoluti di starsene su l' ostinato , cascasse il mondo ! I satrapi del partito opposto si davano di spalla, sfacchinandosi del loro meglio in quella impresa da cani. « Voglio vedere chi menerà in porto questa barca sfasciata! • pensava tra sè il Cavaliere, soddisfatto di averla tenuta a galla per tanti anni. Del resto si contentava di dire le cose a mezz'aria, di non spiegarsi mai , con l' aspetto di colui che non ama di preoccuparsi nè punto nè poco di chicchessia. Quelle vanità non gli facevano più gola. Contava poco più di quarant'anni , ma ne addimostrava un cinquanta pel grande deperimento in cui era caduta la complessione fisica della persona: forza, stabilità, colorito, bellezza di lineamenti armonizzanti, tutto ei·a stato scosso, quasi distrutto dalle libertà
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==