Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n.23 - 15 dicembre 1905

. 670 1, l \' l S ·1· .\ P O P O L A 1\ l: partito all'organjzzazione di mestiere. In un paese che da riformisti e da rivoluzionarii era stato reputato come semifeudale e ancora refrettarioalcapitalismoquale Congresso del Partito Socialista avrebbe pensato, alla vigilia del Settembre attuabile e proficuo uno sciopero generale! (1) Non ci ha detto la polemica posrnma su quello ~ciopero - rinnegaro e condannato lealmente dai riformisti e deplorato a mezza voce anche da chi si. copre della giornea di rivoluzionario - quanto esso rappresentasse una rnanifestaziot~e di forze che si svoìgono all'infuori delle inclinazioni di ·spirito e di mente della parte dirigente del Partito socialista? Così il sindacato di mestiere si rivelava d' un tratto come l'accumulatore di energie economiche e politiche, cbenei quadri del partito non era stato possibile formare. · Ancora. · Si era creduto che la lega di mestiere - guidata dall'interesse professionale -- fosse o elemento di ostacolo della lotta di classe unitaria o tutt'al piC1 un primo passo incerto verso il partito socialista. Si era c ·eduto cbc la legn acquetasse nella conquista corporativa lo spirito di ribellione _economica: era il partito che, educando questa inferiore attività corporativista alla visione larga della redenzione proletaria, avrebbe formato l'organo più desto, più vigile, più battagliero della classe operaia. Ma i fatti portarono il suffragio della loro esperienza a smentire questa vecchia credenza. Le organizzazioni ferroviarie, nella conquista dei loro diritti, non usarono che i mezzi ordinari ed appropriati ad ogn'altra organizzazicrne professionale: lo sciopero. Eppure questa posizio~1e di mera difesa professionale creava una vera posizione rivoluzionaria nel paese, così come la creerebbe ogni prolungato sciopero di corporazione. Si delinea infatti in tali casi una situazione della vita nazionale tale da sollecitare l'intervenlo del potere. Lo sciopero generale della. corpora1ione dei minatori di carbone a capo di IO giorni, aveva creato, in Ungheria, la minaccia d' una tal crisi che l'intervento del potere dello Stato s'impose . per scongiL1rare tanta jattura; e i padroni dovettero sottostare ai voleri del potere esecutivo che altrimenti avrebbe concretato in legge le disposizioni circa le desiderate modificazioni d'orario. In Olanda lo Stato dovè intervenire a proibire i gialli nelle officine, cedendo agli scioperanti e imponendosi agl' imprer:1ditori. L'istesso fu costretto a fare -- sebbene con intenti fraudolenti - lo Stato di Pensilvan.ia, durante ,lo sciopero generale dei minatori. E anche lo Stato italiano- con tutta probabilitàavrebbe dovuto serbare vie ben altrimenti concilianti verso i ferrovieri, se i danni dello arresto della circolazione si fossero· pronunciati più sensibili e protratti, e se la scarsità dei pa cecipanri allo sciopero (32 o/o o giù di lì) e il mancato ausilio parlamentare (2) non avessero indebolita l'et-Iicacia della pressione (3). · (I) La Direzione del Partito socialista si era dopo Buggerru convinta delta inopportunità dello sciopero generale. L'on. Cabrini era stato ..inviato apposta a Milano per scongiurare una iniziativa che sembrava destinata al fallimento. L'appello lanciato da Montecitorio a nome del gruppo parlamentare· socialista, ddl' A vanti! e della direzione del Partito - che reca anche la mia firma in realtà non era firmato che da due soli deputati, Morgari e Varazzani, i quali sapevano bene di non avere il consenso dei loro colleghi. ( 2) Che il partito socialista sia stato come sopi-affatto e superato dall'a 1ione sindacale lo prova la scarsa difesa che delle richieste dei ferrovieri fu fatta in Parlamento, ove il gruppo socialista sembrò fiacco e senza convinzioni proprie ... (3) Il Giolitti rassegnando le dimissioni di~ prova di avere inteso che l'azione dei ferrovieri non era debellabile. Ove Dunque nelle lotte sindac.ali, in queste che parvero al partito manifestazioni di egoismi disgregatori dal vero spirito politico del movimento - si riscontrano tutti i coefficienti politici ed economici della lotta di classe. Una semplice lotta di mestiere genera una grande question;e politica! . Il <e duplice schema >J dell'attività politica e dell'attività economica,. la prima addossata al partito, l'altra alle organizzazioni di mestieri, si veniva a mostrare perciò come l' effetto d'uno stadio ancora immaturo dell'organismo di lotta di classe operaia. Se infatti l'umile esercizio di una lotta di mestiere non può essere condotto alle sue conseguenze eHicaci senza rivestire spontaneamente e inevitabilmente carattere politico (Ungheria, Pensilvania, Italia) e senza scuotere violentemente in un senso o nell'altro il potere tutto ciò insegnava ad una volta due cose di somma importanza: 1. 0 La lotta di mestieri ha per suo presupposto taLito e per suo sbocco inevitabile il distacco sempre più accentuato dai poteri legali esistenti. In effetto lo sciopero dei ferrovieri, che altra cosa non era se non, il legittimo esercizio dell'attività sindacale comune a tutte le altre organizzazioni, distruggeva la nozione stessa legalitaria dell'esistenza parlamentare. Il potere legislativo cessava nella fattispecie di avere la libera sovranità che almeno si presumé che abbia in astratto, e la lotta si riduceva nella realtà tra il potere esecutivo e la minaccia (prospettica o effettuale) delle organizzazioni ferroviarie. Nè v'era altra via da scegliere. O rassegparsi ad attendere che la maggioranza parlame1:1tare si converta alle richieste immediate dei ferrovieri (cosa utopistica e lontana) o fare da sè. Ecco l'a 1 ione diretta I Il proletariato sindacato non può dunque operare attraverso un partito che metta capo ad un gruppo di minoranza parlamentare. Le funzioni di partito in questo caso non bastano: la rappresentanza parlamentare di esso può ri'uscire utile solo in quanto si costituisca come comitato esecutivo interno dell'azione sindacale esterna, ossia può riusci re utile al movimento al solo patto che neghi la menzo- . gna costituzionale da cui tra·e origine f e che affermi di voler porre radice nel proletariato lottante e non nel congegno legale attraverso il quale essa opera ( r ). Le precedenti dispute nulla aveano insegnato sul vero contenui:O dell'azione parlamentare. Si era votato nei congressi socialisti per l' antiministerialismo sistematico del gruppo parlamentare socialista, ma senza afferrarne la ragione teorica esatta e la esigenza pratica. Non bastava infatt~ fare appello allo spirito rivoluzionario, come si è fatto, per condannare una tattica di collaborazione col potere, rivolta a conquistare degl' immediati vantaggi ... No. Proprio nella conquista degl' immediati vantaggi infatti essa avesse avuto, e non l'ebbe, il consenso di tutto . il proletariato ferroviario non v'era maniera di. soffocarla nep - pure con la solita militarizzazione perchè la Costituente non aveva scartato l' ,dea della renitenza in massa. Se lo sciopero fosse stato unanime e perdurante l'on. Fortis si sarebbe accorto che da quella situazione non s'usciva che o con le dimissioni o con la creazione di una posizione rivoluzionaria nel paese. (r) Si sa invece che la tenden 1 a del Gruppo Socialista Par/a,;nenta,·e italiano è quella della sua << autonomia >> non solo di fronte al corpo estraneo delle leghe di mestie~e , ma di fronte all' istesso Partito. Così l' attuale Direzione del Partito, in virtù di questa autonomia, può decidere bianco e il aruppo decidere nero. Così a poco a poco i deputati socialisti, ii1 questa come in altre cose, sono venuti assomigliandosi agli altri parlamentari che non ubbidiscono a vere e dirette esi- • genze d'una massa organir-rata della quale siano il fedele portavoce e i mandatarii imperativi.

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