Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 17 - 15 settembre 1905

514 RIVISTA 1POPOLARE mente al quieto vivere delle classi dirigenti e del Governo in ltalia. Vincere il malcontento coll' apparenza della forza. Non vogliamo dire con ciò che i casi dolorosi di Grammichele non contengano anche per forza pubblica qualche insegnamento che non deve andare perduto. Molti converranno con noi , nel dubitare che in simili frangenti , un giovane tenente possa avere tutta la calma, tutta l'autorità morale necessarie a padronegeiare sè e gli altri. Il sistema più logico sarebbe q uèllo di porre anche la forza pubblica agli ordini del sindaco (i) ma pur troppo in Italia ciò non è possibile. Forse sarebbe meglio che ogni qual volta la truppa è destinata à' servizi di pubblica sicurezza , essa fosse agli ordini di qualche provetto funzionario. Ma nascerà in molti il dubbio che anche sotto l'aspetto militare non sia un errore avere tanti ufficiali nei gradi inferiori in età trdppo giovanile, mentre ~i potrebbe fare più largo posto ai sott' ufficiali, che passerebbero al grado di ufficiali, con esperienza assai maggiore. Oltre di ciò, anche nell' ipotesi che l' azione da parte della truppa sia giustificata , è innegabile che il numero dei colpi sparati, a Grammichele, di circa 66, appare troppo rilevante. C'era nella folla una stolta illusione che la truppa non avrebbe mai fatto uso delle armi. Da ciò è facile comprendere a quali eccessi di anarchia e di violenza si giungerebbe, qualora prevalesse la comoda· ~eoria che le truppe non devono agire. Ma d'altra parte è pure presumibile che pochissimi colpi - tre o quattro al più - che avessero provato alla folla che la forza pubblica era decisa ad agire avrebbero forse sortito l' eftetto loro. Invece il piccolo manipolo fece fuoco regolare, metodico come di fronte al nemico in guerra ! Ora i'utto ciò è assurdo, e dimostra ad evidenza che le autorità militari superiori non hanno saputo preparare od applicare prescrizioni più savie e più umane per siffatti casi. E' probabile che al primo colpo di fucile, al primo ferito, la folla sarebbe fuggita a precipizio, come accade per lo più in simili casi ed è quindi tanto più doloroso, che l'eccidio abbia preso proporzioni così gravi. Ben è vero che secondo alcune versioni, l' ufficiale in comando si sarebbe personalmente adoperato per far cessare ·il fuoco che i soldati continuavano irreflessivamente. Questa cir- ' costanza accenna ad una delle debolezze dell'esercito italiano, perchè è nostra ferma, irremovibile convinzione, desunta dai fatti che al soldato in Italia manchi la disciplina de] fuoco. ' Non è forse grave che in un piccolo tumuho, dove è necessario il massimo sangue freddo, si spari tanto a caso, da uccidere una donna ed un ragazzo? Quale minaccia potevano essi rappresentare per la truppa? . Ma, a parte ciò, nulla v'ha di meno giust1fiéato deJl' agitazione artificiale che i partiti l!Stremi cercano di_sollevare contro l' esercito in genere, a proposito dei fatti luttuosi di Grammichele. Il buon senso del popolo italiano l' ha ben- presto compreso e quest' anno l' agitazione pare destinata a cadere nel vuÒto. Una volta accertato che furono dati regolarmente i tre squilli e che il piccolo manipolo di soldati stava per essere sopraffatto, è da supporre che la truppa sia stata chiamata ad un dovt!re penoso, ma necessario. Un paese dove l'autorità e • la forza pubblica si lasciassero soverchiare da cittadini tumultuanti, a cui si frammischia sempre buona dose di malviventi, sarebbe ben presto finito. E inutile in questi casi ricercare responsabilità indefinibili: se da un lato è sempre da desiderare che la forza pubblica spieghi, in circostanze siffatte il massimo di calma, di pazienza e di sangue· freddo dall' altro lato ~ ancora più necessario , che tutti i cittadini e tutte le classi sociali si persuadano, che la libertà è assolutamente impossibile ( 1) I tumulti nel mezzogiorno e in Sicilia spesso avvengono contro il sindaco ... Perciò la proposta del Ferraris, se accettata, aumenterebbe il numero degli eccidi. N. d. R. senza il!rispetto della legge. Non dimentichiamo che· il luttuoso eccidio di Grammichele avvenne dopo l'incendio e la devastazione del Casino di quei Civili, che potrebbero far tanto bene consacrandosi al progresso agricolo del ·Mezzogiorno , anzichè spendere nei clubs tanta parte della giornata· e della notte. Per ultimo, Grammichele e tanti altri nomi scritti nella storia di dolore del proletariato italiano, dimostrano come nel Mèzwgiorno, in mezzo a folle fanatiche ed ignoranti, la propaganda socialista sia destinata a degenerare. È impossibile applicare a popolazioni analfabete e rozze, metodi e sistemi creati per altri ambienti ed altre condizioni di cultura. * .. .. Ma assu, gendo dal singolo caso all'esame comple~sivo della situazione , è possibile continuare così '? È possibile che un grande paese viva inerte , dinnanzi a scoppi e ad eccidi violenti , che dimostrano la profonda lotta sociale , che· agita le campagne del Mezzogiorno, come le città industriali dell' Alta Italia '? Una parte, più o meno estesa, della pènisol11 è in preda al malessere, al malcontento ed alla rivolta. Che cosa ha fatto e che cosa fa il Governo « liberale >) ? Ha mandato e manda carabinieri, guarJie di polizia e soldati ! Ecco tutto. Tre soli provvedimenti buoni; ma evidt!ntemente parziali ed incompleti furono gresi in tanti anni: la conversione dei debiti locali, la legge per Napoli e quella per la Basilicata. Sono tre ·buone leggi; ma per le due ultime specialmente, l'esecuzione loro è' appena agli inizii e non possono dare ancora frutti notevoli .. Nessuno al mondo , neppure un ragazzo può farsi la più lon~ana illusione, che,· in queste tre leggi ci sia anche solo il principio della soluzione del problema meridionale quale ci fu più volte present'ato dal Villari, dal Fortunato, dal Colajanni, dal Nitti e dal Sacchi. Per lungo tempo la plebe rurale del Mezzogiorno potè sopportare le sue tristi condizioni di vita, i.n parte per ignoranza, in parte perchè ancora non si era accentuata la crisi agraria, che da qualche tempo affligge quei paesi. Se non che, men~re · da un lato peggioravano le condizioni della proprietà , sia per ribasso dei prezzi, sia lper l'usura, sia per l'aumento ·delle imposte, dall' altro lato il progresso ?ei tempi e la propaganda dei partiti estremi svegliavano la coscienza del proletariato rurale. Così il conflitto sordo , latente fra i poveri ed i ricchi , che da lungo tempo perdura nel Mezzogiorno, si è accentuato e ·senza il timore della forza pu_bblica ben presto si muterebbe in rivolta, iµ saccheggi ed in eccidii. In questa grave condizione di, cose, il Governo non ha fatto e non fa nulla, per migliorare nè le condizioni dei proprietarii, nè quelle dei contadini. Così continuando le cause economiche, non possono migliorare le condizioni sociali del paese e la crisi si aggrava. Si aggiunga, che per unanime consenso, molto v'ha da correggere nell' andamento delle amministrazioni locali, infestate da ingerenz~ politiche e da consorterie personali e di classe. Pur troppo, l' avvenire non si presenta miglior~, dato l'andamento attuale ddla politica italiana. È infatti _alla luce triste di fatti come quelli di Grammichele, che· risulta quanto sia sbagliato l' indirizzo del Gabinetto Fortis. Prima necessità per il progresso del paese , per il suo prestigio ali' estero , per la sua stessa forza in guerr~ , sarebbe quella di attenuare le gravi agitazioni sociali de_icentri manufa tturieri dell' Alta Italia e del proletariato agricolo del Mezzogiorno e delle isole. Questo è il problema dominante dell'ora attuale ed a questa stregua soltanto si può giudicai:e il successo della politica italiana. Giovava quindi dare all'ardua questione tutte le energie del pensiero e tutte le r'.sorse ~orali e materiali dello Stato. Nessun Governo si trovava sotto questo aspetto in condizioni

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