Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 17 - 15 settembre 1905

RIVISTA POPOLARE 513 Del resto l'immigrazione bianca in Australia è cessata ; infatti dal 1892 al 1903 c' è stata una eccedenza di 1875 emigranti sugli immigranti. Durante tale periodo la Nuova Zelanda ha guadagnato 54,000 abitanti. Nel Queensland siccome tutti i kanakas sono stati espulsi in questo anrio, la popolazione totale di 3,782,900 ab. subirà una diminuzione di 10,000 ab. e più. Questi dati mostrano che la popolazione dell' Australia è rimasta stazionaria in questi ultimi dodici anni. L'Australia perciò commette un errore escludendo l' immigrazione Europea; essa invece dovrebbe favorire l'immigrazione bianca. Deve rinunziarsi ali' idea insulare e suicida di ammettere soltanto coloro che parlano l' inglese. Invece si deve ammettere il modo di vedere nord-americano che accetta gli immigranti da tutti gli Stati di Europa, se si vuole mantenere bianca l'Australia. Se l'Inghilterra non può mandarvi immigranti giovani e sani - ed essa non lo può nelle presenti condizioni - si devono volgere gli occhi alla Polonia , alla Scandinavia, all'Ungheria, che tanto hanno _fatto nel popolare le colonie inglesi. Le colonie hanno bisogno di giovani vigoros e sani e non della conoscen7a accademica di una lingua particolare. Solamente con questa politica larga d' immigrazione può essere scongiurato il pericolo dell'invasione gialla.· (Nine'- teenthy Century, agosto). ♦ Iwa,t Waterbury: La futura repubblica di Polonia. - Vi sono alcuni <lati che fanno credere nella preparazione dei Polacchi alla loro indipendenza. Gli Stati Uniti a ·esso contengono due milioni di Polacchi. 40.000 sono membri del1' Allean 1 a na 1 ionale polacca, ch'è una Repubblica dentro la repubblica. Il Ministro prussiano dell' Interno recentemente as. serì che il nucleo di un'esercito rivoluzionario polacco si ·stava formando a Chicago. Il 40 °lo dei soldati che combattono i Giapponesi in Manciuria sono Polacchi. La popolazione della Polonia Russa è di 1 2 milioni; l' Au. striaca di 7; la Tedesca di 3 e mezzo. Come conseguenza della disfatta della Russia nell'Estremo Oriente c'è da attendersi che essa si democratizzi sempre più; la Germania diviene del pari sempre più democratica; l'Austria è travagliata dai conflitti tra i vari elementi nazionali; mentre il popolo polacco presenta la compagine solida di un popolo illuminato , omogeneo e bene organizzato per formare uno Stato repubblicano. La Polonia smembrata è una minaccia per la pace ben più grave che la Polonia unita. C'è d'aspettarsi che l' Aui-tria prenda l'iniziativa del movimento colla Russia e che entrambe esercitino una influenza sulla Germania e che tutte s'inducano a restaurare la Polonia co_lla P!lrte che a ciascuna di esse appai,-tiene. I Polacchi dal canto loro si preparono a trarre occasione dalle circostanze. Essi costituiscono un popolo conscio di essere maturi all'indipendenza col self-gove, nment come mai per lo passato. In Polonia sono assai sviluppate le classi medie addette all'industria e al commercio, che possono formare il legame tra l'~ristocrazia e i contadini. Anche i contadini sono divenuti una classe economica autonoma. Il 90 °/0 dei Polacchi degli Stati Uniti posseggono la propria casa. La nuova Repubblica polacca sarebbe una Repubblica di fatto e non una oligarchia come l'antica. 1 utti i Polacchi più eminenti~ che poisono guidare il movimento sono conservatori ; e gli elementi di un immaturo e violento tentativo vi sono scoraggiati. Le:: illusioni e i tentativi affrettati devono evitarsi e la nazione polacca dev'essere preparata collo sviluppo della prosperità individuale e colla educazione della gioventù nelle Università e nella scienza militare (World To-Day, Luglio). ♦ ~ Maggiorino Ferraris: Dopo I fatti di Grammichele. L'Italia fu questi giorni contristata da un grave lutto nazionale. A Grammichele in provincia di Catania, la truppa si vide costretta a fare fuoco sopra i contadini ammutinati : circa 20 caddero uccisi ed oltre H I oo , forse anche molti di più , riportarono ferite. Nel corso di pochi anni dal triste episodio di Berra , del giugno 190 1 ad oggi, è stata una successione continua di fatti ugualmente dolorosi, cagionati da agitazioni che pur troppo non accennano a finire. Se molti altri episodi, ugualmente luttuosi non abbiamo a registrare di continuo, si è perchè in pochi casi la forza pubblica dà prova di una rassegnazione e di una tollennza che rasenta i limiti della debolezza, pur di evitare lo spargimento di sangue. L'indomani dei fatti di Grammichele, l'autorità si è semplicemente 1< ritirata >> ad Artena , presso Velletri, e così furono risparmiati nuovi lutti , non diciamo con quanto prestigio dei pubblici poteri. 11 succedersi di questi fatti dinot a , a nostro avviso , una condizione di cosi> così grave , che è cieco chi non la vede, come diviene colpevole chi non adopera a provvedere in ogni modo possiaile. Il proletariato italiano, sia urbano, sia rurale, in non poche provincie, è 'in uno stato di vera rivolta morale contro le classe dirigenti e contro l'autorità pubblica: l'ordine si mantiene solo mediante la forza armata, il che dinota evidentemente , che starno giunti ad uno stadio acuto del profondo disagio sociale che tormenta una parte notevole del paese. intorno ai .luttuosi fatti di Grammichele si sono aperte parecchie inchieste , che al pari di quelle che riguardano casi precedenti, lasceranno il tempo che trovano. In mazo ad una serie di tumulti e di colluttazioni, come quelle che precedettero l'uso delle armi, è impossibile accertare con precisione le minute responsabilità dei singoli incidenti parziali, che condussero alla catastrofo ultima. Questa è casuistica poliziesca , intesa sempre a scusare il Governo , ad addormentare il paese sulle cause vere di siffatti dolori ed a preparare nuovi e più gravi disordini e lutti. Tutto ciò ricorda ancora troppo i metodi cd il bagaglio della vecchia polizia, che costituisce ancora oggidì la base dell'indirizzo di Governo prevalente in Italia. Solo una grande, rapida ed imparziale inchiesta parlamentare affidata a uomini autorevoli dei varii partiti potrebbe illuminare l'opinione pubblica e determinare un migliore e costante indirizzo della politica nazionale di fronte alle plebi urbane e rur~li. Vediamo in fatti in quale posizione impossibile sono poste da noi le autorità locali e la forza pubblica in casi simili. Una parte del paese é, come abbiamo già detto, in condizione di rivolta latente ed è tenuta a freno soltanto dalla presenza della truppa e da una specie di stato d'assedio occulto. Piaccia o non piaccia, questa è la verità. In tali frangenti, scoppia un tumult~, per cause più o meno accidentali. Quando abbonda la materia infiammabile , una disgrazia qualsiasi vì accosta la scintilla che desta l' incendio. In allora, se la forza pubblica non interviene, comincia il saccheggio, come accadde a Grammichele, dove fu incendiato il Casino dei Civili, oppure si instaura la sovranità della piazza e della teppa, come si vide a Milano ed a Genova, nelle epiche giornate del settembre dello scorso anno. L'astensione della forza pubblica non fa altro che dare audacia ai tumultuanti ed ai malviventi che ad essi si mescolano: l'incendio divampa e il tumulto si converte in veri moti di rivoltosi e di criminosi. La storia dei Fasci di Sicilia e più ancora dei disordini dì Massa e Carrara lo prova luminosamente. E' il regno dell'anarchia. Se invece, la forza pubblica , sia per estrema necessità , fa uso delle armi, in allora cominciano le recriminazioni, le inchieste e le agitazioni d'ogni specie, come se coloro che sono incaricati di far rispettare l'ordine pubblico, la proprietà e la vita dei cittadini, dovessero venir meno al loro dovere. Tutto ciò è supremamente illogico , ma risponde perfetta-

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