Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 17 - 15 settembre 1905

5-10 RIVISTA POPOLARE .... :.• ....__. o 500,000 soldati saranno ritornati alle loro case è naturale che essi avranno la coscienza dell'opera compiuta. Avverrà nel Giappone ciò che avvenne in Inghilterra dopo la guerra colla rivoluzione è coll'Impero francese. Per venti anni sino a Waterloo fu il popolo che subì tutte le privazioni e rese possibile l~ scon~tta del nemico. Ma, finita la guerra il popolo, presentò la lista delle proprie rivendicazioni, che cominciarono colta rivoluzione pacifica del r 83 r. I diritti del popolo alle rivendicazioni nel Giappone sono maggiori, perchè nell' Impero del sole Levante il servizio militare è obbligatorio e in Inghilterra è volontario. La vita dell'esercito durante la guerra, benchè l'esercito sia una massa stret~amente gerarchizzata , non distrugge le idee egualitarie , ma le fortifica._ Terminata la guerra , quando i soldati saranno rientrati nei · loro fo1..olai, essi riprendendo le loro occupazioni giornaliere non penseranno alle differenze delle classi ~ociali e giudicheranno colla stessa bilancia tutti i cittadini. Non ostante questa maggiore diffusione delle idee egualitarie la distanza che separa i ricchi dai poveri aumenterà. Dopo la guerra aumenteranno le spese pubbliche assai sensibibilmente come avvenne ~ll'indomani della guerra colla 'Cina ; d'onde un aumento d' imposte e un rincaro dei viveri e degli altri prodotti, che causeranno od accresceranno della miseria dei poveri. Cosi mentre l'opinione pubblica si orienterà verso l'eguaglianza; la. situazione finanziaria tenderà a creare un abisso sociale. Questo c·ontrasto pericoloso metterà alla prova la sapienza del governo , che se non saprà comportarsi determinerà una terribile esplosione. Da analoghe situazioni dopo li r 815 in Inghilterra venne fuori il partito cartista che voleva rivendicare i diritti del popolo e in Germania dopo il r 870 nacque il par tito socialista: il governo nell'uno e nell'altro paese fu costretto , a fare delle conoessioni politiche e sociali per armonizzare alquanto i desideri dell'opinione pubblica colla situazione finanziaria. Altrettanto dovrebbe avvenire nel Giappone dove i cit - tadini hanno fatto sacrifizio della vita e degli averi per la grandezza dell'Impero e dove almeno si dovrebbe iniziare la serie delle rivt:ndicazioni allargando il diritto elettorale (L' Européen, 26 Agosto). ♦ Rev. Ambrogio Coleman: Il Giappone e l'Iughtl- ·terra.. ( r) - Il Giappone con 47 milioni di abitanti coltiva soltanto 1 5 milioni di acri (6 milioni di ettari circa) di terra, cioè il 1 3 °/o della superficie. L'Irlanda coi suoi venti milioni di acri, ha esattamente la stessa superficie coltivata ed appena può mantenere una popolazione di 4,250,000 abitanti. In Irlanda , dove aumentano le vacche e diminuiscono gli •uomini, possediamo dieci milioni circa di grandi quadrupedi-- cioè due e mezzo per ogni abitante. Nel Giappone invece vi sono tre milioni di grandi quadrupedi, cioè un animale per 16 abitanti. L'Irlanda importa la maggior parte dei cereali necessari per l' alimentazione del suo popolo ; :1 Giappone, invece, produce tante sostanze alimentari, che può esportarne. Il Giappone è il paese a popolazione più densa del mondo - di una densità doppia di quella· della Cina ; l'Irlanda per mettersi al livelloJ.'.delGiappone dovrebbe contenere la popolazione dell'Inghilterra e della Scozia e poter alimentarla senza bisogno d'importare ce;eali dall'America. La differenza in parte deriva dal fatto che il Giappone si alimenta principalmente di riso , di cui si fanno due raccolti all'anno. Inoltre nel Giappone non vi è una numerosa classe oziosa, che vive sulla parte vitale e lavoratrice della popolazione ; i ricchi sono ugualmente divisi tra tutte le classi e ( 1) Il titolo dell' articolo è : / apon to day (li Giappone di oggi). N. d. R. quasi tutti in vario modo lavorano pel benessere della Nazione. I danni del landlordismo (latifondismo) sono quasi del tutto mancanti perchè il Governo ha abbattuto il regime feudale antico ed ha facilitato la trasformazione dei fittaiuoli in con tadini proprietari. Non vi è l'assenteismo dei landlords, che porta via dall'Ir - landa 75 milioni di lire italiane di rendita ali' anno e nessun straniero può possedere un palmo di terreno. Benchè i Giapponesi siano gravemente tassati, sono essi stessi che si tassano e il prodotto delle imposte è speso nel loro stesso paese, mentre gl' Irlandesi oltre le :mposte pei loro servizi pagano oltre L. 75,090,000 almeno pei bisogni comuni dell' Impero Britannico. La ragioae principale della differenza risiede nello spirito di economia del Giapponese opposto a quello dispendioso dell'Irlandese, dell'Inglese e dell'Americano. L' Irlandese trascura i cereali, al latte preferisce il thè, disprezza il pesce ed apprezza la carne fresca. Invece il Giapponese si alimenta di riso, l'Indiano di grano e di miglio che producono essi stessi ; bevono il proprio thè e fumano il proprio tabacco. Fanno gran conto del pesce, che pescano essi !-tessi ed usano parcamente della carne. Essi utilizzano ogni sorta di vegetali , di alghe marine e di noci. Il bilancio domestico di un Giapponese è modestissimo e la famiglia di un fabbro ferraio si mantiene con r 3 scellini (L. 17,25) alla settimana vivendo in una casa di due stanze colla moglie, la madre e due figli. La spesa mensile è la seguente: Fitto casa 4 scellini, riso 2 5, fuoco e luce 4 scellini e 6 denari, vegetali 4, pesce 4, sakè (riso fermentato) 1, soy (salsa giappo - nese) 3 , tabacco 1 , barbiere 3 s. 6 d., uso dei bagni pubblici 3 s. 6 d., piccole spese 1 , diversi 3 s. 6 d. - in tutto 58 scellini (L. 72, 50). Nel Giappone non vi sono grandi proprietà ; la media dell! tenute è di circa due a~ri (80 are); una di dodici acri viene considerata come grande. Il governo ha coscienza delle cattive conseguenze de~enerative esercitate sui lavoratori delle officine , nelle quali non si ha che la preoccupazione di far denaro ; perciò sono stati fatti ottimi regolamenti sanitari pel benessere e per la salute degli operai, che lavorano in grandi ambienti bene illuminati, bene ventilati e mantenuti colla massima pulitezza ( lrisk Rosàry, Agosto). ♦ Giorgio Stiekloff: L'organizzazione tuternazlonale della piccola borghesia ( r ). Leghe pel pagamento a contanti. - l grandi magazzini, tranne qualche eccezione, vendono a contanti: il piccolo commerciante, in generale ; vende a credito , e non solo ai suoi clienti operai ma anche alla sua clientela agiata. Esiste in Europa un'abitudine che consiste nel non pagare i forn:tori se non alla fine dell'anno. Van der Cruyssen, segretario del Sindacato dei tappe21ieri di Gand, ha descritto con vivaci colori la posizione del piccolo borghese in relazione commerciale con le famiglie ricche, le quali, mentre generalmente non comprano che a credito, lo costringono a possedere un vasto assortimento di mercanzie, un locale discreto, impiegati più del necessario, ecc. Si è molto scritto e molto discusso intorno a simili quistioni, ma senza gran frutto; e si son anche cercati tutti i mezzi possibili per metter fine al sistema del pagamento differito, p. es. lo sconto sul prezzo nominale delle merci comprate a contanti, e d'altra parte l'obbligazione di pagare degli interessi dopo i primi tre mesi succt:ssivi nll' uscita delle merci dal magazzino, e in fine varie società si son formate per insegnare al (1) Continuazione e fine. Vedi numero precedente.

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