Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 17 - 15 settembre 1905

498 RIVISTA PO PO LAR'E luppo di socialismo e di cooperazione agricola. Oggi vogliamo occuparci di quest'ultima, eh' è davvero ecce2.ionale e che merita di essere studiata e conosciuta in Italia. Un autore danese moderno ha detto, non senza ragione, che tra le caratteristiche essenziali del paesaggio danese, bisogna contare non solamente le colline verdi, le erbose praterie, ed i fiordi scintillanti, ma anche il grande cammino che si erge al- -1' orizzonte sormontato da un pennacchio di fumo. L'autore non ha inteso dire che il paese è in \l'ia di cambiare l'agricoltura coll'industria, ma che il contadino ha fatto suo qualcuno dei processi industriali per farlo servire ai propri fìni. I camini appartengono alle latterie cooperative di cui la quantità attesta e l'alto sviluppo dell'agricoltura danese e della parte che ha in tale materia il movimento cooperativo. Queste latterie sono così organizzate: i mezzadri e i fittavoli di una contrada, il più spesso in circa 150, possedenti in media circa 850 vacche, garantiscono, per una somma di 25 corone per testa di bestiame, il prestito necessario per la costruzione di uno stabilimento munito di tutte le installazioni moderne: macchine a vapore, serematore centrifugo, refrigeranti, ecc. I partecipanti s'impegnano a vendere alla latteria il latte a prezzo fisso ed i profitti realizzati durante l'anno son ripartiti in proporzione della quantità di latte fornita da ciascuno. La gestione finanziaria diretta è da un co,mitato eletto a suffr~gio universale e come gerente si prende un tecmco. . Dal 1882 si son fondate secondo tali principi,, 1042 latterie (nei 1100 comuni del paese) con 149.727 partecipanti con 850.000 vacche. La loro produzione annua è di 59 milioni di chilogrammi di burro. Per la vendita di questa enorme quantità le cooperative si sono riunite in parecchie società d'esportazione anche basate sull'idea della cooperazione: i prodotti son venduti in comune e la ripartizione dei benefizi ha luogo in ragione della quantità di burro fornito e della sua qualità. Frattanto le organizzazioni create per il trattamento del latte si sono proposti altri scopi ancora: naturalmente esse sono interessate a che il bestiame producente la materia bruta sia sana e nutrita nel miglior modo : per conseguenza le latterie hanno istituito un controllo effettivo delle vacche dei partecipanti e per mezzo di questo controllo gli agricoltori hanno raccolto utilissime esperienze. Di più la società delle latterie ha due persone che hanno il compito d'andare ad ispezionare ed insegnare l'applicazione dei .metodi razionali, frutto delle loro esperienze scientifiche. Il risultato di questi sforzi energici ed intelligenti è che il burro danese che prima era reputato utile solo a nutrire il bestiame è attualmente quotato in Inghilterra come un articolo di prima scelta. Senza dubbio l'utilizzazione in comune del latte non avrebbe trionfato tanto presto se il principio cooperativo non fosse stato familiare ai contadini. Prima della fondazione delle prime latterie le società di consumo avevano già raggiunto un certo sviluppo. La prima data dell'anno 187 I è modellata sulla celebre Rochdall inglese: le altre, con lievi moaificazioni , sono costituite sullo stesso modello. Eccone i principii: compera in comune, vendita ai soli membri al prezzo del giorno e ripartizione dei benefici proporzionalmente al consumo di ogni partecipante. Non vi ha villaggio in cui di fronte alla latteria non sorga la società di consumo: Il numero delle società è di 950 con 120.000 membri; guadagnano in media il 7 °/ 0 sulle compere di cui la cifra annuale ammonta a 26 milioni di corone. Per assicurare il miglior metodo di conservazione del lardo e della carne si servono anche della cooperazione. Un certo numero d' agricoltori s' impegnano a partecipare come garanti per una somma di 10 o 15 corone per maiale o per testa di altro bestiame, per le spese di impianto un comune macello. Vi inviano le loro bestie, i prodotti son venduti in comune ed i proiìtti si ripartiscono secondo la contribuzione di ogni garante. Nel 1899 esistevano 31 beccherie cooperative che ricevevano 729.000 maiali e 22,500 capi di altro bestiame d'un valore totale di circa 35 milioni di corone. La loro org~ni~zazio1!e çen~tale ha sede a Copenaghen ove si invia sett,manal~r:riente un rapporto ~ulla importanza d~l~a ~acellaz10ne e secondo_ le informazioni si stabilisce il prezzo. Questa orga111zzazione s'incarica di piazzare i prodotti in Inghilterra ove sono stimati di prima qualità. · L'ultima forma che il principio cooperativo ha rivestivo è quella delle società per la esportazione di uova. Nel r 895 fu fondata 1· organizzazione centrale con sezioni in tutto il paese. I partecipanti s'impegnano a non vendere che uova fresche sotto pena di 5 corone di . o:tmmenda per ogni uovo guasto. Il n~mer~ del _soc10o qu~ll<? della sezione sono impressi su di ogm uovo. Cosi s! è riuscito a garentire la bontà de~ prodotto che e già molto apprezzato sul m~rcato inglese. _In _meno di I o anni di fondazione v1 sono 70 I sez10n1 con 56.000 soci che ora esportano per 5milioni di corone. Oltre le istituzioni cooperative su mentovate ne esistono altre molte con fini d'economia rurale: società per la compera del forag~io, di sement~ e di concimi; per l'allevamento r~z10nale_ del be~tlame, per l'acquisto in comune d1 macchme agncole di prezzo troppo elevato per un solo e altre che sarebbe lungo enumerare. Ecco qualche cifra che dimos_tra la parte che ha la cooperazione nella vita econon~1ca da~e~e. ~el 1899 le entrate delle latterie erano d1 u2 milioni e mezzo di corone, quelle dei macelli d_i 35 n~i!io~i e quelle per l'esportazione di uova di. 3 m1ho?1. In tl.~tto circa 160 milioni di corone cioè 1 5/6 dell esportazione agricola ed il 63 °/ 0 del ~alore della esporta 1ione tolale del paese. , Secondo una statistica approssimativa si conta che in media ogni agricoltore che possiede più di 5 ettari è membro di due societa d'economia rurale. Su 500.000 persone impi~,gate nell'~gricoltu~a 370._oo? sono membri d'una o pm spesso d1 parecchie soc1eta cooperative. Quale è la causa di questo imponente sviluppo avuto in meno di 30 anni? Sono molte. Prima, le cause economiche. Vcrso il I 870 la terra era sul punto di esser esaurita_ ~al~o intenso sfru!tament<? praticato: occorse perc10 ncorrere ad altri metodi di cultura per renderla fertile. Nella stessa epoca il prezzo del grano cadde talmen te che fu necessità urgente di trovar altri articoli di esportazione. Tale cambiamento subito dalla vita economica non avrebbe potuto realizzarsi senza la cooperazione. Visti i frutti portali essa si estese enormemente e le statistiche ci dicono che le prime istituzioni cooperative si s0no sviluppate molto più lentamente delle nuove. Intanto si comprende facilmente che associazioni rimili non avrebbero potuto fondarsi fra contadini senza istruzione ed iniziativa. Ciò che giustamente bisogna ammirare nei contadini danesi sono le qualità intellettuali e morali necessarie per concepirne l' idea. Per l'organizzazione e l'amministrazione di quella vasta società essi hanno dato prova d' un talento finanziario ed amministrativo, di una perspicacia e di un sentimento di solidarietà che li mette

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