A GIUSEPPE MAZZ1N1 369 L•insegnamento morale d'oggi (1860) Oggi l'insegnamento morale è anarchia. Lasciato esclusivamente ai padri , è nullo dove la miseria e la necessità d' un lavoro materiale quasi continuo tolgono ad essi tempo per educare e mez;i per sostituirè educatori a sè stessi, tristo, se l'egoismo e la corruttela hanno pervertito e contaminato la famig!ia. I fanciulli sono dati a tendenze superstiziose o materialiste, di libertà e di rassegnazione codarda , di aristocrazia o di riazione contr' essa, a seconda del- /' istitutore, prete o laico , che le tendenze paterne scelgono dove esistono meni. (MAZZIN,I Doveri dell'Uomo, pag. 97-98). La politica internazionale d'Italia (1871) La politica internazionale d' Italia dovrebbe anzitutto, e per acquistarsi potenza agli ulteriori sviluppi, tendere a costituirsi anima e centro _d·una lega degli Stati minori Europei stretta ad un patto com.une di difesa contro le possibili uswpazioni d"una o d'altra grande Potent,a. La Spagna, il Portogallo, la Scandinavia, il Belgio, l'Olanda, la Svinera, la Grecia, i Principati Romani danubiani costituirebéero così coli' Italia una forza materiale di più di G4 milioni stretti ad un patto d' indipendenza e di libertà al quale non sarebbe difficile d'acquistare l'adesione del- /' Inghilterra e che potrebbe efficacemente resistere ad ogni tentativo d'usurpar_ione meditato, com'è generalmente, da una sola Potenr_a e guardato con dijftdenr_a dall' altre. L'injluenr_a m.orale dell'Italia s'eserciterebbe intanto, ingrandita da questa Lega, nella direr_ionedel futuro riordinamento europeo: Unità Nazionale fran1.ezzato possibilmente di libere confederat,ioni protette nella loro indipendenza e barriera alle collisioni. La costituzione definitiva della Penisola Iberica per meno dell'unione del Portogallo e della Spagna, la trasformazione della Confederar_ioneElJJetica in confederat,ione delle Alpi coli' unione ad essa della Savoia e del Tirolo Tedesco, l'Unione Scandinava, la Confederar_ionerepubblicana dell'Olanda e del Belgio, sarebbero intanto un tema perenne di predicar_ione agli agenti italiani. (MAZZINI,Opere complete, Voi. XVI pag. 143). La proprietà letteraria . 17oi chiedeste il mio assenso alle pubblicazioni di un volume composto di pensieri estratti da scritti miei. L'avete sen( altro. Non ho mai creduto nel diritto di proprietà letteraria come oggi è inteso. Lo scrittore capace d' idee veramente giovevoli e povero, dovrà in una ben ordinata Repubblica, trovare aiuto e incoraggiamento dalla nat,ione; ma il pensiero manifestato è di tutti; proprietà sociale. L' alito dell'anima umana non può costituire monopolio. Tutti hanno dovere di promuovere, nessuno ha diritto d' inceppare e di restringere la circolaz_ionedel vero. (MAzz1N1L, ettera inedita all'editore Croce di Milano-Giornale Il Popolo di Firenze, del :23 febbraio 1866. L'ultimomartiredelef cospiraziomnai zziniane La Storia, _eterI?,a_ministra di Giu~ti~ia, registrerà tra le date hbert1c~de, ~ a caratteri d1 sangue, del « /atin sangue gentile_» 11 27 a9osto r870. L' A.lleanr_aRepubblxcan<1p;n~versale, associazione segreta_ diretta_ da Mazzin~ s1 era prefis~~ sin_ dal r86 9 , 1'1nsurrez10ne repu~bhcar~a p~r la liberazione di .Roma , e_il_lavo~o d1 cosp1rfz10n~ ferveva per ogni dove, m 1special modo 1~ell~se~c1to. La febbre dell'azione aveva pervaso gh a111m1, e da un momento all'altro si temeva che qualche i~paziente, romP.esse gl'indu~i e desse fuoco ali~ P?lv~ri, con_tr? le esplicite, continue raccomandaz10m d1 Mazz1111. Pur troppo ciò avvenne. A Pavia, la notte del 24- marzo r870, alle 3 antimeridiane un gruppo di cittadini si presentò dinanzi alla caserma di S. Francesco gridando Viva la Repubblica ! La sentinella dette l'allarme, e uscito un picchetto comandato dal tenente Vegezzi questi con un colpo di rivoltella veniva freddato dal sottufficiale Cecchini. Contemporaneamente un altro gruppo di repubblicani si presentò alla caserma di San Lino emettendo gli stessi gridi e invitando i soldati a far causa comune col Popolo. Pietro Barsanti, caporale del 32° Fanteria, ivi stanziato, eccitò i suoi a seguirlo, minacciando con la baionetta in canna quei che volevano. disarmarlo; ma sopraffatto dalla forza venne trascinato in prigione. Accusato di ribellione a mano armata e di tentato assassinio, il 24 maggio fu condotto dinanzi al Consiglio di Guerra. La difesa dell'avvocato P. A. Curti non iuscì a salvare il giovane repubblicano che dopo tre giorni veniva condannato a morte, previa degradazione. Le Corti di Appello e di Cassazione, malgrado le splendide arringhe di Pasquale Stanislao Mancini, respinsero i 1 ricorso. lnvano Vittor Hugo, il grandissimo poeta repubblicano di Francia, e G_a·ibaldi donatore di un regno a Vittorio Emanuele II imploravano per lui; lnvano l' .illustre donna Anna Pallavicino Trivulzio chiese a re Vittorio Emanuele II un'udienza per presentargli una domanda di grazia firmata da quarantamila madri italiane : l' udienza domandata il 18 agosto, è vero fu accordata, ma, alle 2, e cioè mezz'ora dopo che il Bai santi era stato fucilato nel Castello di Milano. La moglie di Giorgio Pallavicino non potè dire a Re Vittorio Emanuele II che suo marito condannato a morte per delitto politicoi se non fosse stato graziato da un imperatore austriaco, · sovrano assoluto, straniero e nemico, non avrebbe potuto più tardi rendere alla Patria ed alla Casa di Savòia i servigi che aveva resi 1 La morte di Pietro Barsanti fu eroica come quella di tutti i martiri delle cospirazioni mazziniane. Al cappellano militare che voleva bendargli gli occhi e gli chiedeva se fosse pentito, rispose sicuro: « Pen- <c tito?· Pentito di essere repubblicano? No! Ho giuo- « cato una partita, l'ho perduta ... pazienza, altri cc saranno più fortunati di me ». E girato attorno lo sguardo , messa da solo la benda agli occhi sedutosi col sigaro tra i denti, attese la morte. Sei palle di moschetto, a sei metri di distanza gli fracassarono il cranio. Era nato a Gioviano , provincia di Lucca, il 5 luglio 1849. . · Trentatre giorni dopo, i soldati di Vittorio Emmanuele II entravano in Roma per la breccia di Porta Pia. A. C. La menzogna e la credulità (1860) La menzogna è l'arte dei tristi codardi.La credulità senza esame è abitudined'idioti. (MAZZINI, Opere conl• plete, voi. Xl, pag. 239).
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