Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

328 LA RIVISTA POPOLARE \ Di Giuseppe Mazzini scriveva Aurelio Saffi nel Proemio al volume IX delle Opere: 11 Egli era amantissimo delle ispirazioni dell'arte; amava, sapendosi solo e non ascoltato, Satana fra giorno, più spesso a tarda notte, cantare sotto voce, accompagnanJosi colla chitarra ; aveva tal voce che, modulata dal canto, scendeva al core. Mi rammento l' impressione che mi faceva l'udirlo cantare in tal guisa in Roma, in qualche momento di ristoro dagli affanni, nella sua camera privata al Palazzo della Consulta, e a 1lfont allegro, e a Radwor Sti-eet. Prediligeva, dopo il Guglielmo Teli di Rossini, gli Ugonotti di Meyerbeer, interpretandone a meraviglia i sensi riposti. Era attentissimo a tutto ciò che usciva di nuovo nel mondo musicale, e le sue relazioni coi più celebri artisti del tempo, come Mario e la Grisi, Tamberlick e Giorgio Ronconi, gli offerivano mezzo di avere gratuitamente qualche palco al Teatro Italiano, eh' era la cosa più gradita eh' Egli cercasse per sè e pe' suoi intimi ». E l'anima soave d'artista che si celava sotto il severo aspetto del Genovese, si palesava pure alla signora Janet Nathan Rosclli, la quale riceveva in dono la chitarra ch'egli serbava come memoria della madre, e che - come mi scrive la gentilissima donna - << fu l'unico suo sollievo nel Forte di Savona, tra un pensiero musicale ed il pensiero dell'Unità Italiana. >> La signora Ros·selli possiede pure, entro una cornice, un preziosissimo autografo , che conferma il culto del Mazzini pei canti popolari : ~ una di quelle ran1 des vaches che fanno languire d' invincibile nostalgia i mont11nari ehe le odono Iungi dalla patria loro. Egli la colse dalle labbra di una pastorella in un viaggio per la Svizzera ; tradusse le parole in versi e prese a orecchio accordi e armonia, senza errore •~lcuno. La 1~~sica, graziosissima, è adatta alle parole : Dove sei tu fioretto, Fioretto del mio cor? Ti cerco al pian, sul colle, Nè ti ritrovo, o fior. Ahimè, ahimè, Non v'è pi,ì fior per me; No, no, non v'è, ah no, Non v'é p,ù fior per me. Ti chiedo ol sol nascente Ti chiedo al dì che muor ; Erro di gente in gente, Te sospirando, ognor. Ahimè, ahimè, Non v'è più fior per me, La dedica è la segm:nte : Canto delle mandriane bernesi - Rico1·do mio del 1836 - Fidato ora ali' amica Giannetta. La data farebbe supporre che occasione prossima della Fi losofia della musica fosse l'aver raccolto questo canto popolare; in ogni modo esso ci mostra le conoscenze musicali del Mazzini , più che non la sua affermazione : 11 Chi scrive non sa di musica, se non quanto gli insegna il cuore, o poco più ». Il lavoro si compone di tre parti di egual lunghezza; la prima è generale e introduttiva; la seconda prende in esame la musica del Rossini, sintesi musicak del passato; l'ultima addita e vagheggia la nuova sintesi musicale che uscirà dall' Italia. Il Mazzini scrive, perchè egli, qual Precursore, deve e vuole dir la parola che scioglie i ceppi al genio legato alla tradizione di un'arte che si fonda sopra « un elemento irrevocabilmente consunto, un concetto esaurito »; perchè egli devè e vuole aprirgli allo sguardo un ideale intentato e sublime. E nella parte introduttiva disegna la storia della musica, che: chiama « aura del mondo moderno » (pag. 88) e la sua missione legata alla sua stessa natura, poichè essa è la « sola favella comune a tutte le nazioni, l' unica che trasmetta esplicito un presentimento di umanità (p. 87), sì che a lei prima « spetta l'iniziativa d'un concetto che l' altre Arti verranno a tradurre e a svolgere suecessivamente » (p. 89). Nella musica sono più evidenti che altrove i due elementi eterni di Wtte le cose, quelli, « il cui svi· luppo progressivo su due linee convergenti da secolo in secolo forma nrgomento alla storia; l'uomo e l'umanità - il pensiero individuale e il pensiero sociale » (p. 92) ; questi due elementi generatori sono là melodia e l'armonia: l'una rappresenta l'Individualità, l'altra il pensiero sociale; e nell'accordo perfetto dei due termini fondamentali, « nella consacrazione di questo accordo a un sublime intento, a una santa missionesta il segreto dell'Arte, il concetto della musica europea davvero che noi tutti, consci o inconsci, invochiamo 11 (pag. 93). Uno degli elementi predomina nella musica italiana, l'altro nella tedesca. Con calda, plastica. parola, il Mazzini delinea i caratteri della musica italiana, che ha tutte le doti più brillanti, più appassionate, ma è senza << norma razionale e perpetua 1> vita progressiva unitaria, ordinata pensatamente a un intento (p. 94). L'arte per l'a1·te è la sua formula suprema. Un uomo doveva riassumerla, collocandosi a suo simbolo e conchiudendola. E venne il Rossini per cui la musica fu salva, per cui si può parlare d'iniziativa musicale europea. Alle sue melodie « che diresti scolpite a basso rilievo » (p. 99) si contrappone la musica tedesca, la quale procede per altra via; in essa v' è Dio senza l'uomo, imagine sua sulla terra, creatura attiva e progressiva chiamata a svolgere il pensiero di che l'universo terreno è simbolo. Vi è tempio, religione, altare e incenso; manca l'adoratore, il sacerdote alla fede. Armonica in sommo grado, essa rappresenta il pensiero sociale, il concetto generale, l'idea, ma senza l'individualità ehe traduca il pensiero in azione, che sviluppi nelle diverse applicazioni il concetto, che svolga e simboleggi l' idea. L' io è smarrito. L'anima vive, ma d'una vita che non è della terra ». E il Mazzini ci trae con poetiche imagini a vagheggiar quella musica eh' egli vede simile alla forma che appar ne' sogni della vergine, e che essa adora. « Diresti una fanciulla nata al sorriso , ma che non ha trovato un sorriso che risponda al suo; piena l' anima d'amore, ma che tra le cose mortali non ha trovato cosa che meritasse d'essere amata; e sogna un altro cielo, un altro universo, e in quello una forma, la forma dell'ente che risponderà all'amor suo, al suo sorriso di vergine, eh' essa adora senza conoscerlo » (p. 1 oo ). Se alla musica italiana manca il « battesimo d' una missione », alla tedesca manca « l'energia per compirla n; se l'una << isterilisce· nel materialismo », l' altra si consuma inutilmente nel misticismo n. Ma il genio della musica europea , nascente dal connubio delle due scuole separate, gelose, rivali sorgerà - esclama il Profeta con fede; nè tenta dire il come, il modo : « le vie del genio sono segrete , come quelle di Dio , che lo ispira » (p. 102). Nella terza parte ammonisce : « Oggi urge l' emancipazione da Rossini e dall' e: oca eh' ei rappresenta n; oggi urge convincersi che si tratta <1 di cacciar dall'Italia le fondamenta d'una scuola musicale europea 1). La sola Germania potrebbe contenderci questa palma , ma l' iniziativa deve venir dall' Italia, l' Ital;a sola èbbe sulla fronte il doppio segno: « pensiero ed azione », ed è scritto « che tutti, o quasi, i principii delle grandi cose abbiano a uscir d'Italia » (p. gr). La scuola musicale europea terrà conto di tutti gli elementi che le scuole parziali anteriori hanno svolto. Emanciparsi dal Rossini e dalla sua scuola, vuol dire emanciparsi dal loro spirito esclusivo , dal predominio esclusivo della melodia , dalla esclusiva rappresentanza dell'individualità che l'informa. Ma « J' individualità è sacra », afferma il Mazzini, e addita come essa debba intendersi nel dramma musicale dell'avvenire, facendo la critica dei melodrammi del tempo suo. Deve esserci 11 l' individualità dei personaggi , ognuno dei quali rapprese.nta pure un'idea » (p. 106); essa deve studiarsi, dev'essere dissotterrata dai frammenti che ne rimangono negli archivi e nelle biblioteche, dalle cantilene nazionali che la tradizione traman-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==