Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 10 - 31 maggio 1905

272 RIVISTA POPOLARE pero dei ferrovieri con la speranza di affermare il dritto di un avvenire più sic.1ro, non isfuggirà il momento che si fa più triste ai più modesti contribuenti industriali, ai piccoli commercianti di queste regioni in~eriori. E' tempo che il Governo prevenga la federaz10ne dei contribuenti meridionali e siciliani , perehè l' indomani di una loro discussione sullo stato ~conomico delle loro fa!llig_lie il _problema della nforma della scuola sara dimenticato: A tutt'altro gli converrà pensare anzichè all'aumento di stipendi a favore degl' impiegati. Se vi sono ancora delle grandi zone di territorio da redimere a nuova esistenza economica, delle popolazioni da reintegrare nel consorzio della nazione, quelle sono il Mezzogiorno d' Italia e l3 Sicilia. Le riforme parziali con il riscatto delle ferrovie, l'apertura di tronchi e di sbocchi di commercio non riuscfranno a nulla senza accendere i focolari delle industrie, senza fecondare nelle scuole medie - sin oggi fatte per popolare la società ·di futuri dottrinari - la tendenza all'attività della vita moderna, svolgentesi col lavoro nella educazione e nell'esercizio delle industrie. Girgenti, aprile 1905. Dott. SALVATORE BONFIGLIO 11111 1111111111 ................. , ............ ,..,, IUt• •••u!lltf Ut11 uau •uu 111111111 Il Bilancio di Agricoltura inrapporatiobllanecsltereidaliecondizieocnoinomiche deloaese ( cont. e fine v. num. 7 e 8, anrJ_O Xl) Boschi Personale,stipendi,speseper i boschidello Stato, sussidie concorsiper rimboscamentei cc. (Cap. n. 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 73, 74,) La cifra che figura nel bilancio per questo servizio è di L. r,563,896. Però è bene notare che L. 829,961 sono assorbite dagli stipendi, indennità ed assegni al personale forestale, e L. 130,000 dalle spese di amministrazione e coltivazione dei boschi inalienabili dello Stato. Per sussidi e concorsi per rimboscamenti , mantenimento di vivai , applicazione della legge 1° marzo 1888 e 30 ma~zo 1893 sui rimboscamenti e sulle opere pubbliche non rimane, tolte le altre spese per le scuole . forestali di Vallombrosa e di Cittaducale , che la somma di L. 430,000. Il problema forestale in Italia è gravissimo, e ad esso sono connessi tutti gli altri problemi riguardanti la nostra agricoltura. I disboscamenti delle pendici delle montagne hanno cagionato un danno che è andato sempre più crescendo , e più ·cresce~à se il Governo non vi porrà un pronto riparo. I lagni contro il disboscamento sono comunissimi. E non soltanto dagli agronomi e dai forestali , ma si può dire che è universalmente riconosciuta ed ammessa da tutti la necessità dell' armonia che deve esistere fra le foreste e le colture dei campi. La scomparsa o la diminuizione d'acqua di molte sorgenti del Mezzogiorno, le irregolarità delle pioggie, le origini di frane, di valanghe , del!' inondazioni , sono causa diretta· della distruzione dei boschi. I disboscamenti hanno privato il territorio di molti serbatoi d' acqua; hanno dato luogo a contmuo esquilibrio di temperatura , tantochè si hanno pioggie quando non occorrono, siccità persistenti, geli in continuazione, venti impetuosi che rovinano la fioritura. Pertanto poco si fa , e poco si può fare dal Ministero date le attuali condizioni del Bilancio. In varie relazioni è stato dimostrato che esistono in Italia 379,850 ettari cespugliate e 757,000 nudi; sottoposti a vincolo forestale. Alla cui cifra dovremmo aggiungere almeno altre 500,000 ettari del!' Italia Meridionale e delle isole che non si trovano vincolate ma che sono però ndle condizioni da richiedere urgenti opere di rimboschimento. Con la legge del 1888 il Governo faceva obbligo ai proprietari di unirsi in consorzio con i Comuni , le Provincie e lo Stato per provvedere ai lavori occorrenti d'imboschimento ' concorrendo lo Stato per una parte della spesa. Inoltre , lo Stato , avvalendosi della legge poteva e può espropriare quei terreni che sottoposti a vincolo forestale non venissero imboschiti dai privati. Ottima ancora la legge del 1893 che contiene efficaci disposizioni in materia di rimboschimento, e che mirava a provocare la classificazione delle .opere per la sistemazione dei bacini montani. Ma tutte leggi, sono rimaste senza applicazione, per la solita deficienza dei mezzi. Dal 1877 ad oggi non si è imboschita, col concorso dello Stato, che la superficie di 20,000 ettari o poco più, con la spesa complessiva di L. 5,150,000 circa, sopportata dallo Stato, dagli enti e dai privati (lo Stato ha speso 2,320,000) per cui procedendo di questo passo , per rimboscare tutta la superficie vincolata , occorreranno più di I o secoli con una spesa complessiva di 1 50 milioni di lire, che con le spese occorrenti per opere d'arte, come briglie, fascinate, graticciate ed altri lavori nella correzione e sistemazione dei corsi d'acqua, sorpasserà la cifra di 300 milioni di lire. Nelle provincie italiane si nota un certo risveglio a favore dell'imboschimento. Sono ben 20 i Consorzi di rimboschimento costituiti fra lo Stato e le Province a norma della legge forestale. Ed altri sono in via di costituzione nelle provincie di Potenza, Belluno, Ancona, Bologna, Macerata, Novara e Brescia; ma la somma di cui può disporre il Ministero non è che di L. 190,000 re' sussidi ordinari e straordinari ai consorzi, somma che è insufficiente anche per le attuali rachitiche sovvenzioni accordati ai Consorzi esistenti, tale da non potere provvedere alle nuove domande di quelli costituenti. Nel Bilancio di agricoltura francese nel capitale riguardate l boschi e foreste, figura la cifra di 13,805,62 di lire ; di cui 1,254,000 per miglioramento e mantenimento delle foreste e delle dune, e ben 3,275,000 per concorso dello Stato nel rimboschimento dei terreni in montagna. Dal 1874 al 1903 la Francia ha speso la somma di 79,916,975 franchi per soli lavori di rimboschimento. Della superficie rimboscata ed ancora da rimboscare 158,286 ettari sono diventati proprietà dello Stato. E a la Francia che oggi è sulla via della risoluzione del problema fo_restale ha un'area boschiva di 9,321,568 . Maggiori cure hanno dedicato all' imboschimento ancora la Germania che oggi ha una soperficie boschiva di 14 milioni di ettari e l'Austria e l'Ungheria che ne posseggono circa 19 milioni. Queste nazioni hanno completamente risolto il problema dei boschi, avendo imboschita tutta la superficie che ne presentava la necessità; hanno così accresciuta la fertilità dei terreni di piano, regolarizzato il clima, accresciute le stazioni climatiche che tanta ricchezza apportano in quei paesi, e resi produttivi i terreni in pendìo' che altrimenti non avrebbero dato che magrissimo pascolo o m:ssuna produzione. E questo è avvenuto od avviene in paesi ove meno urgente si sente il bisogno di ombra, ove più abbondanti sono le pioggie , ove meno risentiti sono i danni degli alluvioni. Invece l'Italia che per la sua configurazione, per le sue· Alpi ed Appennini e gli altri monti, per il suo aridore avrebbo bisogno di una superficie boschiva superiore a quella delle altre nazioni, non solo poco fa in prò del rimboschimento come abbiamo visto, ma quello che è più grave ed imperdonabile ha permesso che in un ventennio, dal 1877 al 1897, si disboscassero 2,122,038 di ettari di terreno , di cui ettari 212,701 al disopra della zona del castagno ed ettari 1,909,337 al disotto di questa zona. E pertanto nel mentre è stato riprovevole l' incuria dei governanti nell' avere permesso la distruzione dei boschi , nel

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