RIVISTA POPOLARE 173 sei anni dacchè abbiam consegnate tutte le nostre carte in mano d'un avvocato, il quale, non sappiamo perchè, in sei anni non ne ha fatto nulla. Ora finalmente ci siamo rivolti al signor avv. Toscano, che ci ha ascoltato per pietà, per le preghiere della sua signora , ed egli ci ha anticipate le spese, è disinteressato, è convinto delle nostre ragioni e in lui abbiamo riposta tutta la nostra fiducia. Egli ci salverà. - Ma quando avrete il quadro, che cosa contate d'aver guadagnato? volli domandare. - Nulla - risposero le due donne a coro, con vivacità. Vogliamo il quadro, e basta. Se ci offrissero centomila lire, ci rifiuteremmo. Vogliamo che il quadro sia dichi~ato nostro; vogliamo che il quadro non sia dell'avv. 1..,pngo. - E perchè non avete tentato di averlo bonariamente dal comm. Longo? - Abbiamo provata , confermò la Palladino. Mio marito buon'anima, si recò più d'una volta dal comm. Longo. Ma il comm. Longo non lo volle ricevere mai. Una volta, l' avv. Farnararo, l'avvocato del comm. Longo, gli offrì 6000 lire .... - E non le accettaste I Noi vogliamo il quadro, il quadro. Morto mio marito, dopo aver impiegato l'ultimo soldo per le esequie, io tornai dal comm. Longo. Sapete che cosa mi rispose? Io veramente non lo potei nemmeno vedere, che stava in un'anticamera, ed egli nella stanza attigua, e la porta era aperta. Mi fece rispondere da un suo impiegato, così: ccdite alla Palladino che.... » E qui la signora Palladino mi riferì una frase che può anche non esser ripetuta, ma il cui senso sarebbe , se non ho male capito: Passato lo punto, gabbato lo santo. - Sicchè non isperate più nulla da lui? - No, mà tutto dai tribunali. » Sin qui l'intervista del Pungolo. Chiudiamo lo stelloncino col parere dell' avv. Toscano che dichiara ben fondate le pretese degli eredi di Padre Radente. E se i Tribunali italiani dassero loro ragione? Un altro quadro potrebbe far miracoli nel Santuario di Pompei ? E se il quadro si permettesse di fare miracoli in un altra bottega, cioè in casa degli eredi del Radente? E se Pio X in nome di Dio interdicesse alla Madonna di fare miracoli nella nuova sede? Ecco tanti interrogativi, ai quali noi profani non possiamo rispondere I ♦ Consorzio per la tutela dell' Emigrazione temporanea in Europa. - Mediante la generosa iniziativa della cc Società Umanitaria » ed il concorso delle province di Mantova, Reggio Emilia, Parma, Sondrio ed altri Enti minori il Consorzio per la tutela dell'Emigrazione temporanea in Europa ha iniziato_ col 1° gennaio 1905 dopo un period9 di preparazione il suo regolare funzionamento. Esso ha per fine l'elevamento intellettuale, economico e sociale della nostra emigrazione temporanea, estrinseca quindi una funzione serena e previderite d'ordine pubblico veramente degna di conforto e d'appoggio. Alla direzione del Consorzio è stato posto il deputato socialista Dino Rondani che ha cominciato colla pubblicazione di quattro utilissime Guide dell'emigrante italiano in Isvi,,era, in Francia, in Germania e in Austria. La sede del Consorzio e 1n Milano Via A. Manzoni, 9. Si dirigano al Rondani quanti vorranno fare opera buona cooperandosi per la sua riuscita e quanti hanno bisogno d'informazioni esatte e recenti. ♦ Per una difesa di Linda Murri. - Per assoluta mancanza di spazio siamo costretti a rinviare ad altro numero lo stelloncino che riguarda la protagonista del processo Murri. ♦ Saggio bibliografico degli articoli contenuti in Riviste italiane e straniere sulle quistioni del la• voro. - Mettiamo qui e non tra le recensioni questo avviso per segnalare maggiormente l'importanza di questa nuova pubblicazione del benemerito Ufficio del lavoro tanto amorevolmente e intelligentemente diretto dal prof. Montemartini. Noi 11111 1 1111 llllt tllll 11111 t•III ttllt lllf• 11111 tllll 111ft Utlt ftf lii lt llltt UllttlU• Ullt Jarole oscure ministeriali ----}{fi---- 11 programma del ministero Fortis si credeva che fosse stato esposto dal capo nel suo discorso del 25 marzo rimasto celebre colla designazione di: discorsodella puntarella. Del deputato divenuto ministro, però, si attendeva la maggiore precisazione di quelle tinte v.-ighe ed indeterminate, che caratterizzano le dichiarazioni degli aspiranti. Il Parlamento e il paese da principio rimasero disillusi. L'on. Fortis quale capo del governo colle dichiarazioni del 4 aprile fece· qualche passo indietro nella via della oscurità ; anzi se qualche cosa di chiaro ci si volle trovare la si vide in una omissione che non ha potuto essere accidentale ed in un accenno più esplicito ad argomento che s1 sapeva da lui prediletto. L'omissione fu quella sulla sorte degli articoli 71 e 72 del progetto ferroviario. Il 25 marzo l' on. Fortis, contro le intenzioni manifestate dal funzionante di Presidente del Consiglio del momento, ne aveva proclamato l'abbandono. Donde il d_ubbio che fosse prevalso nel ministero il parere dell' on. Tittoni Se cosi fosse stato avrebbero dovuto rammaricarsene gli amici di sinistra dell' on. Fortis , che lo avrebbero visto uscire molto diminuito e ferito mortalmente dalla puntarella avvelenata. Di più doveva dolersene il paese che nel mantenimento di quegli articoli, apparentemente reazionari e nella sostanza inutili, perchè inapplicabili - d' onde la nostra avversione per essi, - doveva scorgere la permanenza del pretesto, che provocò l' ostruzionismo ferroviario. Il ministero Fortis se realmente voleva mantenerli avrebbe commesso grave errore politico, dando l'addentellato ai ferrovieri d'invocare la solidarietà delle classi lavoratrici. Dall'errore pare che si sia accorto il Presidente del Consiglio , che in Senato fece ammenda onorevole del silenzio serbato alla Camera in una recente occasione e che del progetto ferroviario provvisorio ha fatto scomparire i due articoli 71 e 72. Meno male I D'altra parte nessuno si sorprese se l' on. Fortis accennò con chiarezza eccezionale nelle sue dichiarazioni ministeriali ad aumento delle spese militari. Era noto che egli le riteneva necessarie e si parlava da tempo della insistenza dei ministri della guerra e della marina nel richiederle ; era noto dd pari, che il cosidetto . bilancioconsolidatodella r:uerra era insufficiente per provvedere alle esigenze degli ordinamenti e della politica attuale. Il bilancio consolidato non può bastare al mantenimento dei dodici corpi di esercito e meno ancora a quella politica
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