Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 7 - 15 aprile 1905

188 RIVISTA POPOLARE Per ogni roo abitanti, si calcolano 394 ettari di foresta nella Svezia; 190 ndla Russia, 25 nella Francia, e solamente 14 nell' Italia. A vagliare poi l' influenza grandissima che subiscono le colture in genere, dalla distribuzione dei boschi, bisogna rilevare l-he in Italia solamente le regioni settentrionali, specialmente la Liguria, sono meglio provviste cli boschi, mentre le regioni centrali e quelli meridionali, ove il bisogno ne è maggiore, ne sono quasi sprovviste. E non solamente in Italia è deficiente la superficie addetta ai boschi ecl alle foreste, tale da costringen..i ad importare ogni anno dall'estero per 60 milioni di legname, ma è anche deficiente la rendita del terreno boschivo. La rendita annua complessiva dei boschi italiani vien calcolata a 80 milioni, con un reddito lordo così per ettaro di L. 2 1 ,50. La Francia invece ha una rendita annua complessiva di 350 mil10ni, corrispondente ad un reddito lordo cli L .. 36 per ettaro. Nel Belgio la produzione di legname equivale a L. 42, 18 per ettaro, cioè il doppio dell'equivalente produzione italiana. - Nel complesso quindi non solo in tutti i rami abbiamo produzione defìcientc, ma produzione ordinaria, quotata nel mercato ad un prezz_o·più basso di quella degli altri paesi. ( continua) D.R ANTONIO V ACIRCA 11111111111 IIII I 111111111IIl1111111111111111111111 IIHI 11111111111111111111 llllt 1111111111 Per ribattere il chiodo · a Benedetto eroce Illustre e gentile amico, Concedetemi che io , dopo avervi ringraziato di esservi , nel fase. del 20 gennaio della vostra ottima Oritica, occupato dei miei Accenni di· critica nuova, possa ~hiarir meglio q nalche mia idea, che merita, se non m' illudo , d' essere più attentamente considerata dal vostro geniale intelletto. Voi accennate alle mo!te «. requisitorie da me accumulate contro l'fodipendenza dell'arte,, senza aver io saputo mai " precisare e circoscrivere il male dove si trova. » In questo, permettetemi dirlo, voi non riuscite preciso. Infatti, nelle mie quasi innumerevoli polemiche sull'argomento, _che certo voi non avete seguite, e poi nel mio libro e L'arte voluttuosa,> io ho, sopra tutto, mirato a combattere l' immoralità dell' arte presente. portando la quistione in un campo molto pratico, e, solo in linea secondaria, ho discusso qualche volta la formola a voi cara dell'indipendenza dell'm·te. Ho considerato quasi sempre il problema da un lato cosi pratico, che son arrivato fino a invocare provvedimenti legislativi; ma poi mi son persuaso, che hasterebbe a guarire il male la rigida applicazione della legge esistente .... se in Italia certe leggi si facessero per altro che per avere il gusto di violarle. Solo ultimamente, negli Accenni di critica nuova,. ho tentato di tirar dalla mia anche la critica, ingegnandomi di dimostrare, che nel giudizio sulle opere d'arte deve entrare anche il criterio morale, come nel giudicare d' un intingolo . deve valere non solo il palato, ma anche l'igiene dello stomaco e di tutto l'organismo. Non mai però ho inteso di accusare di tntto il male una teoria ; e in vt1.rii pun.ti delle mie polemiche , e dell' Arte voluttuosa, ho tentato di precisare le· cause complesse del male, e di farne la diagnosi. Ma neppure posso ammettere, che una teoria riesca priva di effetti, buoni o cattivi che siano, e che quella dell' indi pen• denza dell'arte non abbia nessuna colpa dell'immoralità dell' arte vivente; perchè , quantunque pet· ordinario una teoria nasca da fatti già esistenti, pure essa legittimandoli, dandone la chiara coscienza, tende a perpetuarli e diffonderli. Una teoria, in sostanza, si accetta dai suoi seguaci come legge .... e neppure le leggi italiane, specie le cattive, rimangono del tutto senza effetto pratico. Voi scrivete che io « mi conduco press'a poco come chi , al vedere un contadino con la sua numerosa famiglia stentare su di un campicello , di mezzo ettaro che non basta a nutrirlo, e accanto stendersi a beato godimento di unico e ozioso individno un podere di centinaia di ettari, in lnogo di pigliarsela con le istituzioni sociali che son causa di quelle scandalose inegnaglianze, pretendesse inaugurare una nuova geometria nella quale l'area d'nn rettangolo non si. sviluppi in ragione della lunghezza moltiplicata per l'altezza, ma limiti in vece il sno sviluppo in ragione della de cima o ventesima parte dell'altezza o della lunghezza, impedendo così il nascere di quelle ingiustizie potenti!> Il paragone è spiritoso, ma può passare solo come una caricatura delJe mie idee. Che ci ha a vedere una teoria) la quale è sempre coetanea di teorie con·- trarie, con un teorema, su cui non vi può essere discrepanza di opinioni? I teoremi matematici, una volta dimostrati , sono · inopp11gnabiti e immutabili ; ma le teorie rignardanti le attività vitali e sociali non possono raggiungere ma.i quell'evidenza., tanto meno quel1' immutabilità: e tanto è vero, che la stessa teoria (non teorema) dell'indipendenza dell'arte, anche nel tempo del suo massimo trionfo , ba avuto molti oppositori. E voi stesso, nella seconda dottissima parte del vostro mirabile libro di Estetica, rni avete insegnato, per quante contradittorie variazioni siano passate, nei varii secoli e presso i varii popoli, le teorie sull'art.e; appunto perchè la vita e tutte le manifestazioni vitali sono una realtà che si evolve e muta continuamente sotto i nostri occhi, e le teorie onde l' uomo le interpetra mutano con essa. E voi medesimo avete cosi a fondo sentita la difficoltà di classificare in casellarii da archivio questa forma vivente e mutevole che è l'arte , che ( andando forse da questa banda un pò troppo oltre) avete negato ogni valore scientifico alla distinzione dei ge.o.eri artistici e letterarii. È indubitabile però, che anche le attività vitali e sociali si svolgono con leggi esattamente matematiche~ ma sono tanti i dati che dovrebbero mettersi a calcolo , e si rinnovano e cambiano e s'intrecciano e si accrescono così rapidamente, che la soluzione del problema non riesce mai rispondente alla piena realtà: è sempre una soluzione approssimativa e temporanea; ipotesi, sintesi imperfette, teorie. Questo, almeno, per ora. Crede_te voi di-essere giu_nto alla teoria definitiva, matematica, dell'arte? Vi manca però il consenso universale. Io credo a una teoria diversa. Ma nè la vostra teoria, nè la mia, possono rimanere senza efficacia sui nostri gusti e sui gusti di quelli che le seguono. Neppure è esatto l'affermare, che io voglio « tentare

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==