654 RIVISTA POPOLARE iniquà ripartizione- della ricchezza e del reddito si può argomentare da molti indizi: dalla tenuità di certi consumi, dalle litigiosità, dalle espropriazioni, dalle ipoteche ecc. Siffatti indizi sono tanto evidénti, che vennero constatati e confessati onestamente e coraggios~mente dalla p~1rte meno sospettabile di tenerezza ·per i propriet~iri: dai socialisti - da Lucci a Ferri; e da quest'ultimo non solo nella discussione dell'Estrema in seguito allo sciopero generale, con7-e a suo tempo fu·.da me notato, ma anche più solennemente nella discussione sull'indirizzo in risposta al ~liscorso dell·a Corona (1). · - D'ond·e- la -conclusione evidente, che funzionari e fe.rrovierì, non lun_no diritto di rimproverare alle a}tre. carègp,rie di lavoratatori intellettuati e manuali raç.attamenio a condizioni inferiori di vita e la rassegnazio_ne .animalesca ; d' onde in essi il dovere di ~on pretendere che essi · che già stanno meglio, cont~nuin<? a migliorare a spese di coloro , che stanno pegg·i9. Se tale dovere essi non sentissero, e_ pare che non lo sentano, sorge il diritto negli altri, di opporsi energicamente in nome della giustizia -·e àll'occorrenza in nome della forza alle loro pret~se: gencrand~ una genuina manifestazione di lotta di classe, nella quale la massa degli sfruttati dov~ebbe levarsi contro rltre cl~ssi , che in teoria ed 10 quanto giova a loro~ condannano severamente ogni sfruttamento. Se e com.e possa sorgere questa'." lotta di classe, che si coni.batterebbe da ferrovieri e funzionari contro le vittime più disgraziate della presente organi_z~aziqpe ·sociale è facile dimostrare. . -3° Il porro unum per potere migliorare le condiiioni. di. tutti_ è l' aumento della ricchezza e del red,;ito ,- elle si deve poi ripartire colla maggiore equità possibile e sperabile nella presente organizzazione sociale. Questo aumento della ricchezza e qel', reddito nella quistione ha tale importanza, che non so -menomamente dare torto ad Arturo La- . (I) L'o'"'esta e precisa constatazione dell' on. Ferri , largamente e ,mmentata da· me nel n. 0 del 15 ottobre della Rivista nel.la Camera dei deputati venne ripetuta nei seguenti t.ermini: . « Ma· perchè quando i lavoratori della terra, s0prattutto ri.ell' Italia nieridionale, domandano un rialzo di salari la contesa fra capitale e lavoro, che rimane arginata nella forma civile delle trattative nell'Italia centrale e settentrionale sopratuito, deve straripare nell'~ccidio fratricida nelle pròvincie meridionali? Ci deve essere un perchè: e il perchè è la condizione economica delle classi intermedie di produzione industriale ed ·agricola ndl' Italia meridionale. Perchè l' Italia settentrionale ha uno sviluppo d' industrie, di commerci , <li agricoltura , per cui la sicurezza del guadagno per sè e per la propria famiglia dà all' in.dustriale uno stato d'animo più sereno e piu tranquillo, perchè economicamente più sicuro di fronte alle richieste dei lavoratori organizzati i quali hanllo pure il diritto cji migliora,re le proprie condizioni :e. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . « Quando :i.dunque noi rileviamo quei conAitti sanguinosi, noi trovian1O in essi là coefficienza di. queste cause detenninanti': da una parte -.il contegno del Governo che assicur,1 l' impunità ai suoi funzionari, anche quando dovrebbero essere richiamati _al ·rispetto delle leggi ; poi lo stato iniziale del proletariato. meridionale, che si trova in quella condizione di educazione politica in cui si trovavano i lavoratori del1' alta,.Italia IO o 12 .anni fa. E finalmente le condizioni <li ristrettezza ec0no~ica delle classi intermedie, della borghesia industri:i.le ed qgricola, per cui il conflitto fra capitale e lavoro laggiù, presso i nostri fratelli abbandonati e più miseri, invece 'di avere la calma serenità del dibattito economico arriva purtroppo e troppe volte al disprezzo feudale e al. fratric_idio_ sanguinoso·». ( Tornata della Carnera dei Deputati del 13 dicembre 904, p. :218 e 219). brio la che si allarma di· vedere pregiudicati gl' interessi del capitalismo e della produzione, sebbene non sia del tutto di accordo con lui nel ritenere che il pregiudizio derivi io tutto dalb legislazione sociale, che egli mette in ridicolo chiamandola paternalismo sociale - cristiano e filantropismo socialistico di riformisti. Nello stesso suo intendimento e riflettendo che invano le classi lavoratrici possono sperare l' elevazione dei loro salari , se la produzione e la ricchezza non aumentano - e non possono aumentare se non ci sono nuovi investi 0 menti di c:oipitali - sconsigliai spesso gli scioperi dal 1892 in poi e suggerii ai lavoratori di Napoli - i più miseri forse dei lavoratori urbani - di seguire la politica di papa Sisto onde lasciare sviluppare l'industria, la gallina dalle uova d'oro, anche coll' incoraggiamento di bassi salari. Del resto si sapèva che gli scioperi erano possibili ed utili dove le condizioni delle industrie erano prospere e che ci volle la .fatuità e la leggerezza del socialismo italiano per centuplicarli in ragione diretta , quasi, delle sofkrenze delle prime; specialmente per quanto si riferisce all'industria agricola. Tutto.questo fu rappresentato bellamente da Giustino Fortunato che nel cennato discorso di Melfi èlisse: « Bi.sogna che tutti, gl'impiegati insieme con noi,. tutti ci rendiamo esattamente conto - è forza ripetere - delle ragioni in time, vere, della povertà grande, in cui vive il pae~e, e che, fra i peggiori suoi effetti, ha avuto ed ha pur quello di accrescere troppo il numero degli spostati in cen.:a di impieghi, il soverchio numero dei professionisti in confronto della ricchezza generale. E bisogna per ciò che tutti, e gl'impiegati al pari di noi, tutti ci persuadiamo, che finchè l'Italia non trova mezzo di aumentare più rapidamente che ora non faccia la sua ricéhezza, com battendo a viso aperto contro tutti· gli sperperi del denaro pubblico , non solo militari, ma anche, se occorre, civili, non sarà mai dato ad alcuna classe di cittadini di vivere meno peggio, in un paese cosi scarso di risorse naturali, cosi abbondante di popolazione, cosi povero di capitale circolante. Il fato è ineluttabile, e contro di esso la volontà degli uomini non vale uno zero : nessun artifizio di leggi, nessuna violenza di opere potrebbero mai dare ai s~lari degli operai e agli stipendi degli impiegati un valore superiore a quello, che la economia generale di un paese importa e determina. » Questo incremento nella produzione non può verificarsi se non si ha inves:iimento di capitali nelle intraprese industriali ed agricole, che alla sua volta deriva dalla somma dei risparmi. Grandissima parte del progresso economico che in Italia si è verificato negli ultimi anni l'addetto commerciale del1' ambascic1ta inglese Percy Bennet, come rilevai nella Rivista del 15 Luglio 1904, lo attribuisce ai capitali aceumulati coi risparmi dell'emigrazione italiana. Non si puo e non si deve con tare sempre su questa iniezione straordinaria di capitali nel debole organi~mo economico italiano ; ma si può e si deve assoluta men te pretendere che lo Stato sottragga il minimo possibile di reddito dal suddetto organismo per facilitare i risparmi e la conseguente capitalizzazione. Orbene lo Stato italiano sotto forma d'imposta sottrae il massimo di succo vitale tra tutti gli Stati di cui si esposero i dati sulla
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