Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 22 - 30 novembre 1904

592 RIVISTA POPOLARE fortificare la democrazia francese, i cui destini hanno o-rande influenza sulle sorti del socialismo internazio- ;ale e particolarmente su quelle del socialismo tedesco.> A commento e giustificazione della bella difesa fatta dal V01·wa1·ts ! alla democrazia francese ed a J aurès si sappia che tutta la stampa reazionaria d_ella vicin~ repubblica ha riprodotto con grande compiacenza gh isterici e velenosi attacchi di Kautsky. ♦ La Corte Austl'iaca alla sbarra del Reichsta.g. I fatti. d' Innsbriick hanno ottenuto un risultato imprevedibile: hanno fatto formulare da diverse parti, dai reazionari czechi e dai socialisti tedeschi e polacchi una violenta per quanto giusta requisitoria contro la Corte Austriaca. Il fatto è doppiamente notevole. E' notevole perchè si sa che in Au.stòa per la dinastia c'è una specie di venerazione religiosa ; è notevole perchè in fondo si conosce che tutto il movimento clericale e antiit::1.liano trova appoggio , simpatie e incoraggiamento di ogni sorta nelle aule della Corte dove brillano, attorno al vecchio Impe1·at01·edegli impiccati una legione di arciduchi, che brillano per gli uniformi e per la ... degenerazione fisica e morale. Nella discussione pei fatti. d'Innsbriick dette la stura agli attacchi lo czeco Barone Sternberg . .Ricordò il caso del barone vValburg, preteso figlio naturale del defunto arciduca Ernesto e dfose inaudito che nou gli sia fatto giustizia; aecennò all'arresto di una signora che voleva provare di essere figlia naturale dell' arciduca Ranieri e protestò con parole violentissime contro quanto successe alla Corte circa l'affare Matassicb. Sin qui si tratta dei costumi degli arcidL,.chi; e non ce ne potremmo scandalizzare noi italiani. ... ~rrovò, però, la nota essenzialmente politica esclamando : « J tedeschi fanno una violenta politica di razza: ne avete una prova nei fatti di Innsbruck. I tedeschi vorrebbero avere il diritto di bastonare tutti senza che questi si djfendessero. Trovo naturalissimo che gli studenti italiani minacciati di bastone ricorressero per difendersi al revolver; ne avevano diritto >. Chi assurse a considerazioni più generali, più severe e più elevate fu il socialista Pernestorfer. Egli ri1mmentò che se alcuni anni fa non si riuscì al progettàto accordo fra italiani e tedeschi nel Tirolo ciò avvenne per altissime influenze, che mandarono tutto a monte; e che se in Austria imperano ancora sistemi medioevali la colpa è della dinastia. « Da seicento anni, egli continuò, la famiglia di Absb11rgo fa senti.re il suo peso su questi popoli. In altri paesi le dinastie si 80no fatte meritevoli almeno di qualche cosa. Hanno legato i loro interessi a quelli del paese , hanno · favorito lo sviluppo del paese. Indicatemi in Austra qualcosa di simile. « Le famiglia regnante cresce continuamente in modo da far impensierir0. Dobbiamo conti:rrnare noi a mantenere tutta quella gente che uon ba mai fatto niente pel popolo? « Ci si domanderà: Si distinguono i membri della famiglia imperiale per qualità? Per la maggior parte sono ignoranti ed ineducati. Non vogljo poi insistere sulla vita privata macchjata di quella gente. « Mi hanno avvertito che dovrò scappare appena Francesco ~-,erdinando sarà salito al trono. E' già successo altre volte che i capi del governo abbiano assoldato dei bravi, ma io non ho paura e :-,ottoscrivo a quanto disse Sternberg che cioè il pesce comincia a puzzare dalla testa. « La •dinastia è la sciagiwa di questo paese. Per salvm·e l'Aust?-ia bisogna spazzar via tutto il cia'rpame medioevale, bisogna democratizzare , bisogna cla1·eautonomie nazionali. Koerber non fa niente e aspetta. Meglio sarebbe che se ne andasse. Egli non è che il protettore dei politicanti più abbietti e degli autisemiti. > Le parole di Pernerstorfer sono accolte da ovazioni dai banchi dei socialisti.. Si capisce che non siano mancati i. richiami del Presidente, le proteste dei minii:;tri e dei monarchici più arrabbiati; ma Pernerstorfer potè contlnuare e terminare il suo discorso senza che la seduta fosse sl:,ata sospesl:l,o tolta. In Italia se contro la Dinatitia ~rnbauda si fostie detto la decima parte a lvlonte1.;iLorioa.vremmo avuto il finimondo ! ♦ ll fermento i:n Russia. -- Il fato tragico, vendicatore delle innumerevoli vittime della tirannide rustia prosegue implacabilmente l'opera sua. Non una vittoria ju Manchuria, Port Artlrnr lentamente cade conqui stato palmo a palmo dalla ostinazione giapponese malgrado l'eroismo della Stoessel e dei suoi soldati. E intanto in Russia, da un capo all'altro dello immenso paese la ribsllione serpeggia , e quà e la scoppia iu un fermento conndso, violento, momentaneo , prontamente sedato nel sangue, ma rì velatore di uno stato di cose arrivate al punto fatale de1la loro nl tima soluzione. La Russia ha fatto di tutto-e farà molto ancora-- per provocare una guerra con l' Ingbiltena che le desse il diritto di chiamare in aiuto la Francia, o di accettare nna mediazione che concludesse ad una pace onorevole. l\Ia i tentati vi sono stati vani. Sono stati vani, perchè il partito della guerra a tutta oltranzct, potentissimo alla Corte Rnssa . ha fatto temere la guerra Europea, più che le provocazioni non facessero 8perare un intento pacifico. E la Russia si trova sola e disperata, contro il valido popolo cbe da oltre sei mesi le tiene il piede sul collo ed è riuscito a sfatare la fama della meravigliosa cavalleria cotiacca ed ha dirnostra to al mondo civile che la ferrovia della Manchiuria ba funzionato splendidamente soltanto per le tasche degli affaristi. Intanto il popolo russo, l'orda enorme dei passivi e rassegnati lVlujich, comincia ad agitarsi e coarn una follia pervade lo spirito delle folle che le gazzette ufficiali e officiose dichiaravano ancora ieri eutusia.8ta. per la guerra. 1D più virulenti, più energiche dì tutte si mostrano le popolazioni dei paesi conqnistati, dei paesi vessati, dei paesi oppressi. Prima di tutte quelle della Polonia. Il paese che Jiede a Giovanni Sboiesckj i suoi terribili falciatori, che ha taciuto sotto lo knout, che ha saputi modi in Siberia, nelle rniue dell'isola Sakaliu, · e sulla forca i i:;ttoi migliori , si 1·ibella di nnovo e impreca alla gnerra ingiu:::i~a,al macello che accnmnla decine di migliaia di cadaveri su i lontani campi di battaglia perchè gìi Alexeiefi, i Barovadine, i Bobrikoff la cricca degli h.mmiragli vili , e dei funzionari ladri 11011 perda l'interesse dei milioni investiti o previsti nell'acquisto e nello sfruttamento delle terre di lVIanchuria. E il trnno traballa sotto i. piedi dell'autocrate, di questo misero essere senza. volontà e senza for:,,;ache, nelle ore angosciose che seguono alla lettura dei disperanti dispacci· di Konropatckine o àì Stoessel : deve pensare con tril:ltezza alla violenta tiranuia di q nelii che lo precedettero e che lasciarouo a lui in retaggio col trouo , in un con la corona l'odio dei popoli t il dolore della espiazione. ~ l'ora della grande e::;pia:.i;ione s'avvicina terribile. Da un lato il nemico vincitore sempre, dall'altro il popolo che si ribella. A Varsavia due giorni di terribiìe lotta han no fatto sentire all'an. tocrate che il tempo è finito delle rassegnazioni e della violenza. Ben poco è trapelato della gravità dei fatti di Varsavia; la, cernrnra russa ha ottenuto più che ha potuto, ma le lettere giungono oggi e la verità si fa strada. I uove morti diventano un centinaio, i feriti

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