Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 22 - 30 novembre 1904

610 RIVISTA POPOLARE monumenti, per ·riporlo nella serie dei fatti storic"i dissimulati e come sepolti sotto la lettera morta dei documenti. Allora è facile accertare come alcuni avvenimenti, che spesso non hanno lasciato alcuna traccia nei lineamenti dell'opera invecchiata, hanno potuto favori re la sua creazione. L'arte è un lusso; e dipende dalla storia economica. L'arte può essere l' immagine simbolica di una idea; e dipende dalla storia delle idee filosofiche e religiose. L'arte infine può essere la. manifestazione esteriore della potenza di alcuni uomini, che hanno voluto dare al loro nome la durata della pietra; e dipende dalla storia politica. Viceversa , la sola esistenza di un' opera d' arte può essere un documento per la storia politica, allo stesso titolo di una pergamena d'archivio o di una narrazione di cronista. Quando ìo storico vuole rintracciare alcune sfumature dei fatti che non sono stati affidati allo scritto, deve ricorrere talvolta a un monumento che, solo, attesta, di per sè, la ricchezza cli un popolo, l'espressione di una religione, la dominazione di una dinastia. Non si può dunque dimenticare, pure studiando per sè stessi i fatti artistici , che essi sono anche dei fatti involti nella vasta trama dei fatti umani. E' chiaro soltanto che lo studio delle relazioni, intercedute fra la storia particolare delle arti e quella generale della civiltà, può variare d'importanza secondo i periodi e le regioni, cosl come posso110 variare anch€ i problemi che devono tentare la curiosità dello storico. Noi abbiamo premesso un'idea sommaria del1' ambiente geografico e storico che ]' Italia meridionale doveva offrire durante il medio evo alla evoluzione deH' arte. Se, dopo avere ricostituita la serie dei fatti artistici che si sono prodotti durante una serie di secoli nell'Italia meridionale, noi vogliamo esporli in rapporto coi fatti geografici, economici, religiosi e politici, di cui essi hanno subito l' influenza, ci sarà ormai facile formulare le questioni che incontreremo ad ogni passo. Come hann'o. influito sulla ripartizione cieli.e scuole artistiche la divisione delle regioni naturali e la direzione delle vie di comunicazione? Come i contrasti fra paesi aperti e paesi inaccessibi_li, fra paesi ricchi e paesi poveri, si tra.clucono in differenze nella « densità » dei monumenti , di 'cui questi paesi sono. popolati? Quale è stata, nello sviluppo dell' arte religiosa, la funzione delle due chiese, che si sono rncontrate nell'Italia meridionale ? Quale la parte dei monaci orientali, e quale quella dei monaci latini? Nella storia politica, quale è stata , sulle arti, l' azione delle conquiste successive, delle invasioni e delle colonizzazioni ? Che cosa hanno apportato, o pure che cosa hanno adottato gli uomini del nord , quando sono venuti a stabilirsi tra Roma e il mare Jonio? Quali sono, nel loro grande numero, quelli che hanno fatto regnare con essi una civiltà superiore, e quali quelli che sono stati conquistati dalle arti dei vinti ? Infine tali questioni ci riconducono ad una questione dominante, che ricorderà in due parole le conclusioni del nostro studio sulla topogr.1fia e sulla storia dell'Italia meridioné1le. Questa meta dell'Italia ci apparisce, durante il medio evo, come isolata fra lét rned settentrionale della penisola e i paesi 0rientali. Noi avremo dunque affrontato un problema importante della storia della civiltà, ricercando quale è stata, nell'arte dell'Italia meridionale, la parte del Nord , la parte dell' Italia e I.a parte dell' Oriente, a partire dal secolo in CL1iRonu ha perduto, col suo grado di capitale politica , il. suo ufficio di metropoli artistica. EMILIO BERTAUX I I lii 1111111111 t I lii 11111I1111I1I1II1111 I I I I li I I li I I I I I Il li I lii li I Il Il li 111I111111111I1111 ~IVLSTA DELLE ~IVISTE -·- --~----- -· Sulle elezioni politiche (1). - Le elezioni sono passate: il non expedit è passato anch'esso, e il gesto con cui i cattolici italiani l'hanno gittato lontano da sè ci verrebbe quasi vogli1 di chiamarlo un delitto. Noi aspettammo sino alla fine per vedere se la Santa Sede, alla quale non poteva sfug. gire oramai più quello che si andava facendo in tanti collegi d'Italia, intervenisse con p:irola alta e solenne a dichiarare che quel mercito nel quale si vendevano al Governo italiano ed alle classi consevatrici le forze, già cosi gelosamente custodite, del clericalismo italiano, avea la sua riprov.izione: essa ha preferito disintaressarsi officialmente della condotta elettorale dei cattolici italiani, ed ha fatto bene; e rimane ora a noi interamente libero su questa il nostro giudizio. E libero e sincero sarà questo nostro giudizio, come fu sempre. Se si volesse riassumere in breve la parola d'ordine corso in questi giorni per le file dei cattolici, si potrebbe farlo così: andate a votare; a voi è permesso dì essere eletti, purchè sappiate non essere, innan7.Ì tutto, cattolici, od anche cattolici, ma a patto che il cattolicismo loro sia bacato e malconcio, a patto che anch'essi sappiano essere prima monarchici, moderatj, uomini d'ordine, liberali e poi cattolici; a voi è permesso andare alle urne, purchè al vostro atto di cittadini senza partito e di cattolici senza direzione politica aggiungiate l' infiogimento; se la vostrn mano è consecrata, se ha un anello nuziale che mostri esser voi vincolati per la vita e pt!r la morte alla Chiesa, nascondetela, agite nel1' ombra, mostrate insieme, e con la parola e col vostro riserbo personale, che coloro i quali vi chiedono consiglio debbono andare alle urne, ma a patto che ciò sia in qualche modo un disertare l'antica politica della Chiesa. E poichè il· non expedit fu stabilito per dil"endere nel modo che pareva più opportuno quelli che eran ritenuti diritti iualienabili della Chiesa, e per difenderli contro la monarchia italiana, andando alle urne a dispetto di esso, non vi preoccupate della Chiesa, pensate solo alla monarchia e allo Stato italiano; alla solidità, alla sicureaa, alla gloria di quesL1 monarchia che altri ebbe 3ià l'audacia sacrilega di desiderare e di nderc indebolita e umiliata. Il non expedil fu voluto appunto per mettere il Governo italiano e le classi elevate in condizione di venire a patti con la Chiesa; ecco, il momento è venuto di coglierne i frutti, il pericolo per lo Stato italiano si affaccia , esso sente di dover ricorrere a noi ; dimentichiamo dunque tutto, andiamo, chiediamo solo di esser perdonati e compatiti, e.... sempre avanti Savoia! (2). Questo i cattolici italiani si son detto , e questo hanno fatto. E noi, amici, noi siamo stati degl' ingenui. Quando nel nostro amore ardente per la Chiesa e per la Santa Sede noi sostenevamo che queste, e con esse i cattolici italiani, dovessero scendere in lotta contto lo Stato, respingere l'invito insidioso delle classi conservatrici che la democrazia spaventava, e penetrar questa, invece, e ricordarle che i suoi prind pi sono i princi pì stessi del cristianesimo e farsela alleata nelle lotte per la cultura e per la civiltà, noi eravamo ingenui pensando che anche gli altri cattolici amavano come noi la Chiesa e l'influenza del cristianesimo nella vita, pensando che la causa e gl'interessi della Sede di Roma, e non quelli del Quirinale potessero essere presi come punto centrale di un nuovo orientamento delle forze nostre. E fummo ingenui quando ci mo·ren1mo a combattere il socialismo, perchè invece si voleva che questo progredisse sinchè, sotto (1) In qnesto momento ci sembra a~sai opportuno far conoscere l'opinione di Don Murri, il più simpatico dei democrati.:i cristiani, snll 'intervento dei c,utolici :\!le urne. N. d. R. (2) Qni Don M nrri sbaglie1.: non pe1· la difese1. tiella monarçhi,1 iutervennero i cattollci; ma ps:r o,lio contro il so.:ialismo. Ciò ,he finir:i. col nuocere e1.I cattolici,mo itali:lno. N. d. R.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==