Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 22 - 30 novembre 1904

608 RIVISTA POPOLARE si può discernere ciò che è, nella fisonomia dell'Italia meridionale, come il tratto dominante: ancora più vivamente , sul posto e in mezzo agli uomini d' oggi, si è suggestionati da questa impressione, che al sud di Roma comincia un mondo nuovo il quale, in più di un punto, sembra già far parte del1' Oriente. Senza dubbio bisognerebbe rinunziare a una simile sorpresa, se si restasse rincantucciati nelle montagne del Sannio e della Basilicata. Se gli Abruzzi, con le nevi permanenti delle loro cime e la densa vegetazione delle loro «conche», sembrano in piena estate più « settentrionali >) dell' Umbr:,1, e anche vero che sotto le grandi querce e tra le alte felci del Gargano, o pure dinanzi ai laghi profondi e ai densi faggi del monte Vulture, o ancora in mezzo alla grande foresta della Calabria, si puo credere di essere risaliti di là dalle Alpi. Le montagne formano, infatti, l'ossatura per cui l'Italia meridionale si ricolJega all' Italia .settentrionale e partecipa dei climi e degli aspetti del nord. Ma qual contrasto non appena si discende sulle rive della Campania e <lell' Apulia , o si segue la costa deserta della Magna-Grecia ! Uno dei più dotti osservatori delle forme della terra è stato cosi colpito dall'aspetto nuovo che gli offrivano le rocce e_ le spiagge al sud delle Terre Pontine , da far cominciare a Gaeta una regione del mondo mediterraneo, « quella che si può chiélmare la regione ellenica » (1). I grandi alberi di olivo, forti come querce, che si vedono a Monopoli o a Palma, dànno sul suolo pietroso delb1 Puglia o ai piedi d'Aspromonte l'immagine es,1tta di un paesaggio di Corfù. Le alte vette della Calabria, vedute la sera, dalla riva del mare Jonio, mostrano le forme severe e le tinte preziose dell' Imetto o del P,1rnaso. Nella pura luce, in riva al 111:1repiù trasparente e nel tempo stesso più cupo di quanto possa sembrare dinanzi a Pisa o a Venezia, perfino le abitazioni hanno delle- forme fatte per stupire un viaggiatore del nord. I sobborghi di Napoli sono costituiti da casette a terrazze e :1 cupole, ridenti di colori chiari, e tali quali si trovano nei porti di Siria. 111riva all'Adriatico, l'Apulia, tutta disseminata di città candide, onde i campanili si slanciano nell'azzurro come minareti, rassomiglia agli scali del Levante. I colori settentrionali sono scomparsi: non più grigio opaco o verde freddo. Tutto, il terreno come il mare , le case come il cielo, prende per l'occhio un valore differente dai toni attenuati del paesaggio umbro o toscano. Vi e senz' altro, fra l'Italia del nord e l'Italia del sud, un contrasto visibile. III. La_ metà del!' Italia che e rimasta cosi a lungo separata dall'Italia del nord e che a11cor oggi non vi si trova unita se non per la forza di un'Idea, ha , nel corso del medio evo , avuto i destini più singolari e in apparenza più opposti al suo orientamento. Per dieci secoli l'Italia. meridionale è ,lp· partenut:t ad invasori e sovrani venuti d'oltr' Alpi. Dopo essere stata l'ultimo principato lombardo, fu un regno normanno , un regno tedesco, un regno francese. Non deve ciò forse indurre a vedere una (1) VrnAL DE LA BLACI-IE, 'Etats et Nations de l' E11rope, pag. 516. serie di fatalità ostinate nella condizione di una regione che, destinata in apparenza a ricevere la sua civiltà dal sud, ha successivamente ricevuto dal notd tanti padroni ? · Innanzi tutto e da ricordare che gl' invasori non hanno trovato il campo libero. L'impero bizantino conservò, anche dopo la conquista lombarda, alcune posizioni ali' estremità meridionali dell' Italia. Gli eserciti nemici si spandevano e rifluivano dall'ultimo lembo della Calabria al centro del Sannio. Ora erano i Lombardi che rinserravano i Greci nelle loro ultime trincee; ora erano gli strateghi bizantini che venivano ad assediare Benevento. Al X secolo la lotta s'ingiganti sino ad assumere delle proporzioni epiche per l'intervento degli imperatori d'Occidente. Per più di cento anni l'Italia meridionale fu un territorio "contestato e disputato fra i due Imperi. Quando apparvero in Italia i Normanni, questi guerrieri vagabondi> ultimi venuti dei popoli germanici che avevano fatto le invasioni, non avevano sen·za dubbio altro scopo se non quello di rappresentare la parte dei terzi ladron_i. Essi pretendevano a spese dei Lombardi e dei Greci, sempre in conflitto, ritagliarsi nell'Apulia una nuova Normandia, come quella che i loro padri avevano trovata in Francia e quella che i loro fratelli stavano per andar subito a cercare di là dalla Manica; Ma quando la lotta fo impegnata a fondo, le 3mbizioni dei vincitori crebbero di molto. Appena gli eserciti bizantini ebbero ripassato il mare, i Normanni li inseguirono su Ile coste del l'Epiro. Il più ,1 rdito dei figli di Tancredi d'Altavilla aveva sin d'allora il suo piano. Molti anni prima che i Greci avessero reso le ultime piazze forti dell'Apulia e della Calabria, e prima che i Normanni fossero entrati da vincitori nella Sicilia musulmana , Roberto Guiscardo, dice un cr,rnista , voleva « far di suo figlio Beomondo un imperatore di Costantinopoli », ed egli stesso, spingendosi nelle profondità deU' Asia misteriosa, prendere la tiara di « re dei Persiani ». Il conquistatore mori in un'isola greca , ali' ingresso della terra che conduceva a Bisanzio. Il disegno di Roberto Guiscardo non era la chimera di un barbaro ignorante e folle di orgoglio. Il terribile guerriero, che aveva fatto le sue prime armi in Calabria come Jadro di buoi e di cavalli, aveva :1cquistato la chiara coscienza della parte che i padroni dell'Italia n-.ieridionale erano chiamati a rappresentare nella storia del medio evo. Per un tempo abbastanza lungo questo paese era stato rivendicato dall'Impero d'Oriente; ora che l'equilibrio delle forze opposte era già rotto a vantaggio degli uomini del nord , perchè mai quesfi ultimi non avrebbero perseguito i vinti sinanche nel loro proprio territorio ? L' Italia del Sud e la Sicilia, dopo essere state colonie dell' Oriente bizantino e dell'Oriente musulmano, si disponevano ad inviare dei conquistatori contro i loro antichi padroni e a diventa re, alla loro volta, metropoli. Durante tutto il XII e il XIII secolo, infatti, le impre e orientali, effettuate con tutti i mezzi e in tutte le direzioni, rest8no come l'idea fissa di tutti i sovrani delle tre dinastie che si succedono nel regno di Sicilia. Dall',l'~venirnento di Ruggero, primo re normanno, siuo alla morte di Guglielmo il Buono, le flotte siciliane si recano incessantemente ad

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