Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 22 - 30 novembre 1904

606. RIVISTA POPOLARE reno, ma fra le catene dei monti resta ancor luogo per larghe vallate fertili, come la valle mediana del Volturno. Infine si penetra in uo' oscura regione, di cui appena è conosciuto perfino il nome dalla storia: l'antica contea del Molise. Là il viaggiatore si trova perduto in mezzo a montagne, che, durante il medio evo, erano coperte di folti boschi. Alcune città dimenticate sopra una cresta o in una conca conservano ancora, come San Bartolomeo in Galdo, il vecchio nome germanico di Wald, che i Lombardi avevano dato alla foresta vicina. Meschini e scarsi torrenti discendono da questo paese selvaggio e traversano, fra la montagna e l'Adriatico, una landa angusta e deserta. Un nuovo gruppo di tre regioni naturali , che, come il primo, si stende su tutta la larghezza della penisola , comincia dal sud della Campania e àel Molise. Ma questa volta il piano dell'Adriatico si stende a perdita d'occhio. La vasta tavola rasa, - il Tavoliere, - che ricollega ai contrafforti dell'Appennino la massa erta é solinga del Gargano , è continuata dai bassi piani dell'Apulia, un tempo largo campo di grano, oggi ricco giardino di olivi e di vigne, che rivaleggia in fertilità con la Campania. All' estr~mo sud la penisola Salentina, più _accidentata , più varia ed anche più riarsa da un sole ardente, è abbastanza ricca di culture per sembrare un prolungamento della Terra di Bari nel mare Ionio. La linea grigia delle Murge , croste basse e nude, tutte acciaccate d~fpietre, segna, dalla parte dell' ovest, la fine della grassa Apulia. Dopo questo_ primo ostacolo, si ridiscende ancora in una· lunga depressione, parallela alla riva del mare, e simile, sul versante dell'Adriatico , alla vallata del Volturno. · Quando si è nelle lande del Tavoliert o sulle creste delle lvfurge della Terra di Bari, nella direzione di ponente una montagna solitaria , con la sua duplice cima, sembra riproduca la sagoma del Vesuvio. E' il mont.= Vulture, un vulcano estinto, che domina in larga sfera le alture calcaree e che si eleva, in mezzo alla penisola, come un Termine gigantesco. Il Vulture ha segnato, nell'antichità, il confine tra l'Apulia e il Sannio ; nel tempo stesso, però , esso si ergeva all' entrata di una terza con- . trada, la Lucania, \a quale ricevette nel corso del medio evo il nome di Basilicata. Il pjano profondamente accidentato da valli che si stende dopo il Vulture sino al golfo di Taranto era ancora, nel secolo scorso, tanto inaccessibile quanto la triste regione del Molise e ricoperto, come essa, da una immensa foresta. Costituiva una impresa pericolosa per un viaggiatore, partito (bi piani dell'Apulia, il giungere a Potenza nell'ombra delle selve secolari. Volendo il viaggiatore avventurarsi più lontano verso l'ovest, gli ostacoli non cessavano, anzi aumentavano a misura che si andava lontano dall'Adriatico; le creste divenivano nude, i pendii scoscesi, e appena appena si trovavà la traccia di un sentiero da fare a piedi lungo i torrenti che gorgogliavano nelle gole a picco (1). Si arrivava così al mar Tirreno, senza avere (1) La ferrovia da Napoli a Potenza, per insinuarsi sino al pianoro della Basilicata, non ha potuto trovare altro passaggio se non k gole di Romagnano. Per costruire la strada ferrata che rimonta il torrente a parecchi chilometri, si è dovuto scavare, a mezza altezza della muraglia a picco, una galleria consolidata, dalla parte ciel v'uoto, medianti pilastri ricavati nella massa della roccia. incontrato, in questo deserto di montagne, altre oasi che la valle di Marsico e la valle di Diano , due antichi bacini lacustri, che, simili alle conche degli Abrnzzi, rigurgitavano di una vegetazione _lussureggiante. Una grande via romana, la Via Popilia, seguiva per tutta la lunghezza la valle di Teggiano. Ma, senza dare accesso all'impenetrabile Lucania, essa non faceva se non passare fra due muri di mo"ntagne per dirigersi verso io stretto di Messina. Le sole vie che nell' antichità e nel medio evo penetravano sino al centro del pianoro, dove non si accedeva se non a gran pena venendo dal nord, dal1' est o dall' ovest , menano tutte al mare Ionio : sono le strette gravine, che le acque invernali hauno scavato scorrendo verso la penisola Salentina, e le larghe vallate che il Basento, l' Agri, il Sinni hanno determinato pur lastricandole di ciottoli e pur ammonticchiadovi lungo il canale sinistri ammassi di fango verdastro. · Il confine naturale della Basilicata è segnato, a sud-est, dalla depressione in cui scorre il Crati (1). Di là da questo solco, che è uo golfo colmato, ]'Appenmno calabro si eleva più aspro e più severo ancor;1 delle alture e dei grandi blocchi calcarei del pianoro lucano. Rocce primitive fosche e dure formano macchie con~patte come la Sila , irta di foreste , e il maestoso Aspromonte, che lascia battere i suoi ultimi contrafforti dalle correnti dello stretto di Messina. Cosi il contrasto fra il piano e la motagna, che non manca di accen-tuarsi a misura che dall' Apulia si procede yerso il mar Tirreno, si trova ancora esagerato, alle due estremità del golfo di Taranto, per l'antitesi di due penisole, di cui l' una, la Terra d'Otranto, è una tavola di creta coperta di ricche colture, e l'altra, la Calabria, una cittadelL1 di granito. La divisione dell' Italia meridionale io due metà che si cootroppongono esattamente, regione per regione, si può facilmente ormai delineare. Andando dall' ovest all' est, nella metà del nord, si passa per gradi della Campania a.I Molise, dalb chiara unità del piano alla confusione delle montagne. Per seguire la stessa gradazione nella metà del sud , bisogn,1 andare dall'est all' ovest e dall'Apulia alla Calabria. Se per sè stessa questa divisione non si mostrnsse evidente, il tracciato delle vie romane la renderebbe manifesta. Per raggiungere il sud, venendo da Capua, la via onlinaria non era quella via Popilia che di. là da Salerno andava a cacciarsi nelle montagne. La grande via, l'Appia, volgeva bruscamente verso l'est, dopo aver traversato Capua ed andava a raggiungere, ai piedi del Volturno, il solco ricavato fra la linea delle Murge e il pianoro di Basilicata. Essa toccava Taranto e continuava sino a Brindisi, dove raggiungeva un' altra via che, staccandosi da Benevento , costeggiava l'Adriatico dopo Egnatia. La più importante delle vie di comunicazione, che traversavano dal nord al sud l' Italia meridionale, pass,1va da un versante all'altro per servire alle due regioni privilegiate: la Campania e l' Apulia. Cosi , nell'Italia del Sud , le regioni luminose e le regioni oscure si alternano da un versante al1'altro; e da una riva all'altra dei due mari opposti due pianure rivali si fanno equilibrio. In queste condizioni è chiaro che la metà meridionale del- (1) Cfr. A. DE LAPPARENTE, Leçons de Geographie pl1y5ique, P· 464-465.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==