Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 21 - 15 novembre 1904

576 RIVISTA POPOLARE sull'anima trepida della gens de lett,res, che si disobbliga con sperticati elogi e servili apologie. " Piaccia vi, ge'nerosa : .. prole, Ornamento e splendor del secol nostro, .... aggradir questo che vuole E darvi sol può l' umil servo vostro Quel eh' io vi debbo, posso di parole Pagare in parte e d'opera d'inchiostro: Nè che poco io vi dia da imputar sono; Chè quanto io posso dar, tutto vi dono. ,, Vero è che i letterati già pervenuti alle soglie della Gloria - quelli cioè che hanno 1111 nome fatto e che Tivono indipendentemente col frutto delle proprie produzioni artistiche - s' infischiano di tutti,, scnvono · liberamente e, se pur inneggiano al re o ai mini~tri, io fanno per sentimento proprio o magari per ottenere qualche onorificenza; ma gli altri - i critici e i professori, in massima parte - non si sanno staccare dalla greppia dello Stato , anche perchè non potrebbero vivere altrimenti senza lo stipendio, una volta che le loro produzioni, per b.Strusità di argomento o _per deficienza d' ispirazione geniale, diffici I men te potrebbero avere una vendita rimunerativa. Quindi si ripete oggi metà del secolo- XIX valse a tenere accesa nell'animo degl' Italiani. la fiamma della libertà ; ma abituaJmonte la politica dei · letterati è stata conservatrice ed essi, pur di averé il loro posticino al banchetto della vita, si sono impipati della gente che soffre nella miseria politica ed economica. Dov' è, infatti, l' attivita politica del Tasso, dove quella dell' Ariosto? Per essi tutto si riduce a glorificare e servire la casa d'Este. Il Petrarca gridava per q11attro contro la Chiesa e contrò i Papi, e sospirava un'Italia gloriosa; ma poi, come nota il Voigt, non si asteneva dal bancbettare coi cardinali e coi pontefici, coi principi e coi re. Ma è pur vero che alcuni letterati, come quello spirito integerrimo del Parini, si sono occupati e tut· tllyia ·si occupano della gente umiie. Nicola Misasi, per esempio, s' inalbera perchè i profe_ssori secondarii vogliono iscriversi alla Camera del Lavoro e· venire quindi a contatto con gli operai (1); ed anche altri professori , rimasti in minoranza al . Congresso , si stac::an.o dalla Federazione e formano gruppi autonomi , meno rivol.1zionari (!) e più ligi al ministro della pubblica istruzione; ma Leone Tolstoi fa nelle più che mai quel paras-, sitismo letterario, che fn un fatto normale per gli scrittori medioevali e per quasi tutti gli scrittori latini, che ebbero bisogno di mecenati ed imperatori per poter vivere; ed i filosofi, come argutamente cantava lo Stec- 'Il con'.littosulla purezzagenealogicatra i duerami di Lippe • sue opere mirabili la causa degli umili e dei reietti; e stende fraternamente chetti , si tl'ovano oggi nella dura condizìone di adattarsi ai tempi e allo spazio inneggiando orn Nella galleria di Lippe le due antenate ~pune tengono conversazione. la mano e dà il consiglio, conforme ai precetti di Cristo, ai contadini che. partono per l' Estremo Oriente. Mario Morasso grida ai quattro venti il suo imperialismo ; ma Anatole France, pur scrivendo i suoi romanzi , pieni J' una erudizione fin a e squisita , e pur frugando , con pazienza. di archeologo.· attraverso a San Tommaso e alla forca, e ora alla Repubblica Francei:;e. Eloquente sofico ! ... (1). esempio di mimeti.smo ti loNatnralrnente noi affermiaino qnesto per la maggior parte di q11ei letterati, che. ::,e sono i µiLt reazionarii, sono anche e quasi sempre i meno noti.. l\Ia riconosciamo p1ire (e come non si potrebbe?) l' ·immenso vantaggio, cb:l I' opera dei letterati l,a 1·ecato al vivere ci vile. ~enza dubbio Diderot ~ Roasseau , Voltaire -- che d' alt,r,-uJe, come gli rimproven. V. Alfi eri , si sottoscriveva Vultnfre, gentiluonw orcliHrwio del 1·e - ed altri letterati e filosoti Rffret tarono e secondarono il movimento politico della Rivoluzione ; e tutta la nostra lett'3ratura patriottica della pri:11a ----1 (l) Vincenzo Monti passò cou tale indifferenza da uu padrone ali' altro, che muove a sdegno aurhe i più miti o indulge11-ti trattatisti della nostra storia letternt·ia. L'Alfieri nella Vita, (Giov. VIII) scrivt1 di ì\tfotastasi0 queste sdegnose. parole : " . -.. avendo vedL1to il Metastasio a Schoenbrunn nei giardini imperiali fare a Maria Teresa la genuflessioncella d' uso con una faccia si servilmente lieta ; _adulatoria, ed io gioven1lmente plutarchizzando, mi esagerava talmente il vero in astratto, che io non avrei consnntito mai di contrar1·e nè amicizia nè familiar;tà con una Musa appigionata o venduta al1' autor;tà dispotica da me si caldamente abliorrita. ,, ( I<ladderadatsch) le pietre, le cronache e le storie, avvenimenti lontani, trova rnodo <li mettersi in difesa di• Dreyfus, controil militarismo, di correre l'Enropa per gli Armeni e di tenere agli operai dei discorsi succosi e densi di spirito moderno. E così Zola, che tratta nel suo '11·avail il problema socialù,ta, Paul Ada111, Octave Mirbeau, Lanrent Tailhade, che si mettono contro Coppèe, Lemaitre, Brunetière ed altri campioni del clericalismo e militarismo; e tra. ooi De Amicis , A. Graf, Ojetti , Ada Negri;,_ Olindo Guerrini , M. Pilo , Pascoli e sotto un certo aspetto anche il d' Annunzio - di venuto, dopo la sua famo8a orientazione « verso la vita», più democraticobilanciRno più o meno energicamente l'opera conservatrice di Antonio Fogazzaro, Matilde Serao, Mario Morasso, L. Zuccoli ed altri molti. più conservatori, piu. reazionarii e meno noti. Ad unq 11ei letterati , che parteggiano per la nnno- (1) Il contatto dei professori con gli operai gioverebbe agli uni e agli altri: i primi dal'ebbero ai secondi. un po' di sapere, e i secondi p)trebbero, chi sa, insegnare ai: pr1m1 maggiore pratica della vita e un po' più di carattere e indipendenza politica. /

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