548 RIVISTA POPOLARE È stata la Camera di commercio di Bari, che ha somm1mstrato i preziosi documenti , che provano rigorosamente l' esattezza del mio assunto. Li ~10 pubblicati e commentati in questa 'Rjvista. nel N. 0 del 15 dicembre 1903. (Il mercato interno: di una parziale solidarietà tra Nord e Sud); ma ora più che mai è utile di rimetterli sotto gli occhi del lettore. Nel 1887, anno di massima artificiosa espansione, perchè era prevista la guerra economica per l'anno successivo, l' esportazione delta provincia di Bari fu di lire 99 milioni 167,205 - di cui: L. 56,045,456 per l' estero e lire 43.061,759 per l' interno. Net 1888 si discende a lire 34,823,180 nella prima esporta- · zione - perdita del 38 0/0 circa, ed a lire 36,933,784 nella seconda -- perdita del 14 0/0 circa. Quali le cifre del 1902, le ultime e legname; aumentò il consumo dei generi di prima necessita: grano, farina, petrolio - il consumo del grano da 122 k. per abitante nel 1898, salì a 178 nel 1902, superando di 25 k. il consumo medio del regno : aumentò il consumo de] cafi:è, che ne] Mezzogiorno si può considerare come di lusso. Le Puglie, infine, sono la regione che da il minimo contingente all' emigrazione. Dicano adesso i fanatici liberisti, se danneggiando le industrie settentrionali non verranno peggiorate le condizioni dell'agricoltura e del Mezzogiorno. E ciò che vogliono lo sostengano nel paese e nel Parlamento senza ipocrisie e senza sotterfugi suggeriti da interessi elettorali; dicano chiaro e tondo che essi vogliono respinti i nuovi trattati colla Svizzera e coll'Austria Ungheria e colla Germania. E dic;1no sopratutto che conosco? Esportazione per lo interno 1 ire 80,929,873 con un guadagno del centoventi per cento circa; esportazione per l'estero lire 39,969,543 con un guadagno sul 1888 di circa il quattordici per cento. Il candidato ministeriale ciò che vorreSbero che si facesse , secondo le peregrine trovate di un famigerato economista; spalancare le porte doga-• nali italiane a tutti i pro - datti stranieri- agricoli e industriali- senza preoccuparci se le altre nazioni spalancherannole proprie ai prodotti italiani. C'è bisogno d'iosi~tere su queste cifre? Non è evidente, tranne cbe pei ciechi, che il mercato interno ha compensato largamente le perdite del mercatoesterno? E questo compenso non è il risul- - tato dello sviluppo industriale? Chi non lo crede vada a Milano, a Genova, a Torino e troverà dapertutto fo vendita .prodotti meridionali ; e troverà dapertutto delle insegne con questi titoli: al vino di Trani, al vino di Barletta , al vino di Puglia ecc. ecc. Sostengano a viso aperto nei discorsi elettorali la cosidetta riforma autonoma delle tariffe nel senso dell'assoluto liberismo, e senza considerazione alcuna a ciò che farebbero gli altri e ne spieghino il meccanismo e le conseguenze. Vedremo allora se gli elettori li rimanderanno a Montecitorio ; o se faranno voti a:fEnchè veng~no ~inchiusi in un maulCOll110. DoTT. N. CoLAJANNI Un'ultima parola.L' incremento della esportazione per l' interno può an(he essere accompagnato da scarso miglioramento economico e sociale. Per Bari sappiamo prepara il programma che esporrà alle diverse categorie di elettori Nota. - Anche Arturo Labriola nel discorso elettorale di Milano in nome del liberismo outrée, che professa ha scagliato la sua freccia coninvece che il miglioramento è stato considerevole ; aumentò la importazione dei prodotti che indicano aumento di produzione e di benessere: carbon fossile quest'ultimo si riferiscono sempre i liberist·i più autorevoli per combatterlo? Non poteva seguirli il signor De Grossi, accettando questo punto di partenza perchè la decadenza del porto di Messina cominciò prima del 1887. E saprebbe dire il signor De Grossi perchè il protezionismo non produsse gli stessi risultati disastrosi a Palermo , a Bari , a Genova ? . Egli ha voluto anche occuparsi del dazio sul grano e per dimostrarne l' iDutilità ripo1 ta i dati della sua produzione dal 1884 al 1902 per conchiuderne che in 15 anni , dopo. adottato il dazio sul grano , due sole volte la produzione granaria superò in Italia i 50 milioni di ettolitri. Se volessi imitare il suo semplicismo spicciativo gli ricorderei che prima ( dall' Asino ) tro E. Pantano considerandolo complice del governo per l'imperante proibiz.irmisrno (?) italiano. Padronissimo d' insolentire contro la logica più elementare; ma La briola e C.i dovrebbero smetterla di parlare in nome del popolo in fatto di regime doganale; meglio farebbero a parlare in nome proprio. N. C. del dazio non si arrivò mai alla cifra del 1903 con 65 milioni di ettolitri. Il paragone delle medie dal 1870 al 1903 riesce ad una conclusione desolante pel signor De Grossi. EccolP.: Media produzione 1870-74 ettolitri: 50,898,000; 79-83: 46,562,000; 86-20: 42,042,600; 91-95: 44,524,400; 96-900: 45,188,000; 901-903 : 57,000,000. Colle cifreL alla mano si potrebbe conchiudere che col liberismo la produzione costantemente diminuì e col protezionismo costantemente aumentò.
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