Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 17 - 15 settembre 1904

RIVISTA POPOLARE 473 Su questo antico pensatore a lui congeniale dice Nietzsche: « Nessun uomo ha forse mai scritto più chiaramente e luminosamente. Certo, con grande brevità , e perciò per il lettore affrettato , oscuro. Tali uomini vivono in un loro proprio sistema solare. Colà bisogna cercarli.. .. Del sentimento di solitudine da cui era penetrato il solitario abitatore del tempio di Artemide si può aver solo una lontana idea nelle più sei vaggie solitudini montane. Era un firmamento senza atmosfera. Non gli occorrevano gli uomini nemmeno come oggetto di esperimento. Ma il mondo che ha bisogno della verità, avrà sempre bisogno d'Eraclito, perché egli ha levato il sipario sul grande spettacolo dell'ordine nel divenire e del giuoco nella necessità. » Da che anche è evidente come Niet2sche si· sentisse prossimo di Eraclito. , Eraclito è in verità vivo ancor og-gi ; egli portò unr principio nuovo, quello di una legge dell'universo che forrnò la spina dorsale alla filosofia grec/ e infl u l. sulla formazione del cristianesimo. . · · : . · Avrà tanta forza e tanto a \Tvenire la-.dottrina di Nietzsche? ( PreussischeIahrbiicher, settembre.):. ·:♦ .· / Dottor Pio 'Benttssi: Come ·souo e come dovrebbero essere. - Tempi nuovi, esigenzè ·nuove. Quando la nostra agricoltura si tras~inava :'<ltlà meglio , seguendo i dettami dell' antica tradizione , P.Ochi forse avranno immaginato che in tempi non lontani si ·sarebbero fondate istituzioni ed aperte scuole, per· prot.eggere gli· interessi della gente di campagna e per ammaestrarla in un mestiere, ritenuto vilissimo, quasi indegno di pei::sone rispettabili. Ma nessuno certo avrà potuto pensare cha in . tempi non lontani sarebbero state necessarie pel progresso agricolo quelle grandiose fabbriche di macchine ag;icoie e di materie concimanti, che costituiscono oggi uµa . branca 'importante della grande industria moderna ed assorbono l' :itti vità e l'intelligenza di una parte notevole dell'umanità. L'idea d1::lla nuova agricoltura, appena abbozzata, cominciava a mostrarsi quasi vergognosa , e già si iniziava con islancio il c~mmercio dei concimi artificiali, delle macchine perfezionate, delle sementi pure, selezionate. Di qui un 'pullulare da ogni parte di una serie senza numero di commercianti , d' una sol cosa preoccupati : cacciare il nuovo articolo. Colla scusa di vincere la concorrenza e di andare alla caccia del cliente, in breve il mercato fu invaso · da una· vera !alange ?i _spacciatori di, materie utili alla agricoltura. La d1sprezzat1ss1ma parve d un tratto diventata la beniamina. Di che non avremmo certo a dolerci, se purtroppo (come avviene quasi sempre , quando il movente principale della energia umana è l'affare e la speculazione) non si fosse verificato frequentemente il caso di tudupinature impudenti di imbrogli straordinarii, di merci avariate o non genuine ~ di scarto, gabellate per ottime e pure, di prezzi non equi, mascherati sotto la parvenza di condizioni di favore speciale. E cosi, come sempre, i più bisognosi pagarono lo scotto. Si sente il bisogno del medico solamente quando la salute non è buona. In mezzo al dilagare del male, si sentì il bisogno del rimedio. Da questo bisogno di difesa ebbero origine le associazioni agrarie; le quali, assunta la forma cooperativa, portarono ai singoli i vantaggi dei grandi enti, e con la coscienza di un sacro dovere da compiere concentrarono i loro sforzi per ridurre il mercato a quelle forme d'onestà, da cui non avrebbe mai dovuto dipartirsi. Quanto bene abbiano arrecato alla patria agricoltura queste istituzioni, niuno è che non vegga. Senza voler togliere alcunchè del grande merito che hanno gli apostoli dell' agricoltura, si può con sicurezza affermare che il progresso agricolo moltissimo deve alla propaganda quieta, ma incessante, delle associazioni agrarie cooperative, le quali hanno potentemente concorso alla popolarizzazione dell' uso dei concimi chimici, delle sementi selezionate e delle macchine agricole moderne. Ma quand'anche si volesse negare tutto questo, il fatto solo d'avere posta una remora al mercato non sempre onesto, ci pare una ragione di merito stragrande. Da principio furono pochine, poi andarono man mano moltiplicandosi ; e noi vorremmo che si intensificasse talmente il progresso agricolo da rendere nacessaria un'associazione agraria cooperativa in ogni paese. Alcune di queste associazioni assunsero forma confessionale, nel senso che pongono certe limitazioni nell'accettazione dei soci ; altre in vece si costituirono con di versi criteri ; ma tutte si propongono un unico scopo , favorire gli interessi dei soci cooperatori e promuovere le buone pratiche di un agricoltura razionale, da cui sola è lecito attendere la risurrezione economica del nostro paese. Se vogliamo però essere sinceri, l'opera delle associazioni agrarie appare monca. - Sorte sotto l' impressione di dover regolare il mercato e di far sentire ai soci i vantaggi della cooperazione , in grandissima maggioranza spesero le loro energie per intensificare il commercio delle materie utili al1' agricoltura: sono quindi delle agenzie onestissime, agenzie guidate da persone piene d'intelligenza e di cuore, ma agenzie. Vi hanno le nobilissime eccezioni, lo sappiamo: ma le ecce2ioni confermano appunto la regola. - E' gia un gran bene questo, ripetiamo, perchc in tal modo si sono costituite naturali protettrici degli incauti , dei bisognosi. Ma a parer nostro, le funzioni delle associazioni agrarie non dovrebbero limitarsi al solo commercio. Noi vorremmo che esplicassero la loro azione con una propaganda seria dei principii e dei metodi della moderna agricoltura. L'associazione agraria dovrehbe essere in una parola il centro , attorno al quale si raccolgano gli inesperti per udire il verbo della nuova sciema e della pratica della industria dei campi. Quanti errori di meno , quante delusioni risparmiate, · quanto maggiore progresso agricolo e quanta maggiore ricchezza pel nostro paese ! Si dirà che la propaganda è affidata alle benemerite cattedre ambulanti, i cui direttori sono continuamente sulla breccia, a disposizione di tutti. Verissiino, noi ci inchiniamo allo zelo de_i professori ambulanti, e riconosciamo tutto il bene che hanno fatto e che stanno facendo alla nostra agricoltura. - Ma via, siamo discreti; non pretendiamo che un uomo solo, in una provincia od in un circondario , possa arrivare ovunque. Per quanto grande sia l'attività sua, resterà sempre qualcuno che oou riesce a sentirlo o a comprenderlo. - L' associazione agraria dovrebbe completare l' azione del Direttore di cattedra, consigliando, dirigendo, aiutando quegli agricoltori, che vorrebbero mettersi sulla buona via , ma ancora non sanno decidersi perchè manca colui che li guidi. I consor2ii ag1arii sono appoggiati più direttamentt.: alle cattedre ambulanti, di cui sono spesso l'emanazione. Essi compiono perciò anche la parte del programma che riguarda la propaganda. Ma le nostre Unioni agricole, isolate spesso, abbandonate, senza mez2i materiali o rnorali di propaganda, che fanno?- Sono rimaste al primo stadio della. via, sono rimaste agenzie di vendita. Non facciamo apprezzamenti, non lanciamo accuse: ci fermiamo alla constatazione dei fatti. " E questi mostrano un lato manchevole della nostra azione economico-sociale. - Noi purtroppo ci siamo occupati finora assai poco della propaganda agricola. Quasi che l'agricoltura non rappresentasse per la nazione la principale fonte di ricchezza , e quasi che l' agricoltore non meritasse l' attenzione dei nostri studiosi di economia; si lavorò, si lavorò, trascurando in modo non lodevole la classe più numerosa delle nostre popolazioni. A noi difettano persino i propagandisti nel ramo dell'agricoltura. - Bisogna crearli. Non sarà opera d' un giorno, ma dobbiamo arrivare alla meta. Nè sia chi si spaventi del pericolo di una pletora: sono tali e tanti e cosi svariati i bisooni dell'agricoltura, che v'è . . o posto per tutti, per tutti. L' opera nostra oggi è cosi incompleta , che non abbiamo neppure saputo afferrare la bella occasione di presentare alle menti rozze degli agricoltori le traccie della grande idea agricolo-economica solariana. Ce ne siamo disinteressati. E se questo è colpa per tutti, per noi è delitto. Bisogna adunque cambiare rotta , bisogna che le nostre associazioni agrarie si persuadano che hanno da compiere una missione più nobile di quel che sia la somministrazione di merci all'agricoltore: devono distribuire il pane della scienza, devono iniziare nel loro seno un movimento intellettuale più serio e più intenso di quanto non si sia fatto sino ad oggi. Nè dobbiamo temere la possibilità di trovatci qualche volta in conflitto di opinioni. Quando si lavora per uno scopo superiore , altamente"'" cristiano ed umanitario, senza preconcetti , senza partito r preso , le discussioni diventeranno una cosa piacevole, una splendida palestra, in cui si eserciteranno le migliori intelligenze. Ma intanto dalla pacata discussione uscirà chiara e lampante la verità, a cui tutti incessante• mente aneliamo. Noi dobbiamo cercare di insegnare al contadino che l' industria sua è una :delle più difficili e della più belle: l'unica necessaria. · Dobbiamo insegnargli il modo di esercitare perfettamente

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